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Cecilia Mora vince la 1^ Tappa della Sardinia Ultramarathon

Rubriche - News Flash

Oggi, sabato 22 ottobre, nella bellissima isola della Sardegna, dai colori esclusivi e indimenticabili, sull’altopiano del Marghine, terra del famoso pecorino di Sardegna, si è consumato il primo atto del campionato Italiano Iuta di Ultramaratona trail. Questa prima competizione, domani si corre il super trail di 60 km, presentava un percorso di 21,100 km, molto corribile, disegnato nei boschi, con numerosi saliscendi che hanno spezzato il ritmo dei runner. La prolo-race è stata organizzata in modo semplice, ma i Sardi sono molto ospitali e gentili. L’aquila Cecilia Mora ha centrato un’altro successo in 1h36’.

Macomer è una graziosa cittadina sul ciglio esterno dell’altopiano del Marghine, la cittadina Nuorese domina tutta la piana sottostante fino al massiccio del Gennargentu, per sua fortuna è protetta alle sue spalle dai rilievi del monte Santu Padre e del monte Manai. Macomer è l’erede storica dell’antica Makopsisa fondata dai Cartaginesi nel VI o V secolo a.C. come postazione militare per il controllo del territorio dal quale “si usciva” per inoltrarsi nella regione montuosa estranea all’influenza punica. Il suo nome antico, Makopsisa, significa appunto “luogo dell’uscita”. I primi insediamenti umani a Macomer risalgono a cavallo fra le ere del Paleolitico e il Neolitico, come indicano i ritrovamenti nei ripari sottoroccia che si affacciano lungo il corso del rio S’Adde, dove fu rinvenuta la raffigurazione più antica della Dea Madre, una singolare statuetta in basalto conosciuta col nome di Veneretta. L’uomo continua a risiedere nel territorio Macomerese anche nelle epoche successive come testimoniano le numerose domus de janas (case delle fate) i protonuraghi, i nuraghi , le tombe dei giganti, i pozzi e le fonti sacre, strade e ponti romani. Nel Medioevo la villa di Macomer diventa il capoluogo della curatoria del Marghine, divenendo anche la sede temporanea o stabile del Governatore generale dell’isola. Nel 1478 fu il teatro della definitiva sconfitta del popolo sardo da parte degli Aragonesi, passando quindi di proprietà alla Corona di Spagna. Cessato il continuo stato di guerra, Macomer poté godere di un fermento edilizio molto attivo che portò alla costruzione della parrocchiale di S.Pantaleo, le abitazioni dei residenti furono erette in stile tardo gotico. Col passare dei secoli, accanto alle attività tradizionali legate all’agricoltura e alla pastorizia, Macomer vide ben presto il proliferare di industrie casearie conosciute in tutto il mondo per la produzione del pecorino e del Fiore sardo, industrie tessili legate alla lavorazione della lana e alla produzione dell’orbace (fresi), alle quali se ne aggiunsero altre in tutto il XX secolo.

 
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