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Ultra - Ottobre 2011

10%=1000 km: 2° giorno

Ultramarathon - Ultra - Ottobre 2011

Alle ore 8.23 di sabato 22 ottobre è iniziato per gli atleti ultra il secondo giorno di gara, non prima di aver effettuato i soliti test per lo studio medico-scientifico su cui si basa tutta l’organizzazione della 10%=1000 km al giorno, ideata dal Centro Terapia Riabilitativa di Reggio Emilia e dall’Università di Verona.

Il primo è guidato dal Dottor Citarella, il secondo dal Dottor Pietro Trabucchi e dal Dottor Roberto Schena.

In mezzo, il tentativo di GWR, Guinnes World record da parte dell’ideatore-realizzatore dell’evento clou che sta catalizzando il mondo del podismo come sempre diviso fra sostenitori e detrattori, il reggiano Antonio Tallarita, affiancato nello specifico dalla barlettana Angela Gargano.

Ma soprattutto è stata la seconda giornata di festa di questo manipolo di irriducibili delle lunghe distanze che corrono per passione vera, incuranti di cosa la gente possa pensar di loro. Sabato mattina il ritardo si è materializzato in circa 23 minuti, sempre per via dei controlli medici pre-gara a chi ne ha fatto richiesta, nello specifico Antonio Tallarita, Angela Gargano, Vincenzo Tarascio e pochi altri.

Un’altra giornata di sole di festa, con i paracadutisti a squarciare il cielo, con alla partenza anche il Presidente IUTA Gregorio Zucchinali e Massimo Pasi, della Commissione medica IUTA, Ultramaratona Italia. Tallarita motivatissimo è partito forte, mente Angela Gargano se l’è davvero presa con comodità, camminando per molto tempo. Gli Ultramaratoneti toscani che rispondono al nome di Mammoli, Papi, Santarini hanno optato per il week-and conclusivo, i prossimi 29-30 ottobre. A far compagnia agli irriducibili tanti altri Supermaratoneti appartenenti al club.

Correre 100 chilometri al giorno per 10 giorni consecutivi per effettuare uno studio medico-scientifico sul corpo umano soggetto a sforzi prolungati e, perché no? entrare nel Guinness World Records.

Ma lo scopo principale, l’idea principe è stata quella di poter effettuare uno studio medico-scientifico sul corpo umano soggetto a sforzi prolungati. Il Dottor Roberto Citarella, direttore sanitario del CTR di Reggio Emilia afferma ancora una volta: “Prima, durante e dopo la prova vengono effettuati controlli ematochimici per valutare, ad esempio, se in occasione di uno sforzo prolungato si registrino delle perdite muscolari, perché tutti questi atleti sostengono di arrivare a un certo punto di crisi che però spesso viene superato – ha spiegato il dottor Citarella – Cercheremo quindi di capire se le energie che gli atleti ritrovano quando sembrava fossero finite vengono magari perse a danno della muscolatura”.

Lo studio del Dottor Pietro Trabucchi e Federico Schena, della Medicina dello sport di Verona, il primo presente il primo giorno venerdì, coadiuvati dai laureati Pietro Fontanari e Matteo Giuriato, specializzandi nel Corso Magistrale, porta a testare invece gli atleti, prima della partenza e dopo l’arrivo, nei primi tre giorni di gara (21-22-23 ottobre), e gli ultimi 3 giorni (28-29-30 ottobre), tramite elettroencefalogramma e test psicologici e cognitivi, per rilevare l’affaticamento degli atleti a livello cerebrale e le modificazioni delle attitudini mentali, confrontando tali dati tra l’inizio dei dieci giorni e la fine.

A latere, la torinese Marinella Satta ha corso palleggiando per 55 km (per ottenere il GWR bastava superare la quota di 43 km), optando per il fine gara, con l’idea di provare a fare due gare in due giorni, sempre palleggiando.

Il genovese della Sanremo Runners, Vincenzo Tarascio, ha partecipato alla seconda delle 100 km in programma che ha chiuso mano nella mano con Tallarita dopo poco più di 10 ore.

Non sono mancati nella giornata, complice il bel tempo, manipoli di curiosi che andavano e venivano, gli Assessori del Comune e della Provincia, tra i quali, l’Assessore allo sport Del Bue che ha fatto una diecina di giri in compagnia di Antonio Tallarita.

Domenica terzo giorno, una sorpresa, in mattinata sarà presente il sito più visto d’Italia, www.podisti.net con Stefano Morselli che effettuerà delle riprese di quasi tre ore, in diretta web sul medesimo sito.

Classifica 2° giorno

100 km

8 – Tarascio Vincenzo 10h34’59’’

2 – Tallarita Antonio 10h34’59’’

7 – Mazzeo Antonio 12h58’54’’

1 – Gargano Angela 13h27’04’’

12 ore

12 – Stangherlini Davide 80,738 km

50 km

21 – Ancora Vito Piero 6h21’54’’

Maratona

24 – Giorgio Stefano 4h03’44’’

23 - Gemma Lorenzo 4h22’25

27 - Rizzitelli Michele 4h47’40’’

26 – Paracchini Roberto 5h27’49’’

47 – Mocellin Marina 5h51’30’’

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Ultimo aggiornamento (Lunedì 24 Ottobre 2011 06:45)

 

10%=1000 km: una festa dello sport!

Ultramarathon - Ultra - Ottobre 2011

Reggio_Emilia10x100u1000_2011_gruppoIgnoro dove sarò trascinato, e su quali strade, e per dove, per che cosa e in che modo (A.Rimbaud).

I detrattori dovrebbero venire a Reggio Emilia e forse, dico forse si ricrederebbero un pochino, oppure resterebbero delle loro posizioni e nulla cambierebbe, perché presso il centro ciclistico di Reggio Emilia, stiamo vivendo una festa! Non ci sono protagonisti, nè protagonismi, non ci sono musi lunghi, sguardi tristi, volti tirati per la prestazione, ci sono un manipolo di “guerrieri” dalla fascia bianca, con la bandiera dell’Avis in una mano e nell’altra quella italiana. A manipoli d’uomini e donne che si stanno cimentando sulla pista ciclistica di Reggio, certe beghe da “condominio” innescate da invidiosi, detrattori, moralisti.. non interessano. Ciò che interessa a loro non è cosi facile spiegarlo, o forse è molto più semplice di quel che si pensi: loro stanno correndo/camminando da ieri, venerdì 21 o per meglio dire, si stanno divertendo! Punto! Complice due belle giornate di sole, a baciare le guance arrossate dal freddo mattutino.

Antonio Tallarita, Angela Gargano, Marinella Satta, Vincenzo Tarascio, A tonio Mazzeo con la sua lunga e dolorosa malattia, l’Assessore allo sport del Comune di Reggio, Del Bue, che ha corso nel pomeriggio, gli Assessori del Comune e della Provincia medesima, che passeggiavano divertiti e stupefatti per questa iniziativa. Mi chiedo se queste persone sono tutte “matte” da legare, gli piace il protagonismo ad ogni costo, mi chiedo ..e i miei perché, per una volta trovano risposta! Tallarita, Mazzeo, Gargano, Rizzitelli, Gemma, Satta, Mocellin, Ancora, e tutti gli altri, me compresa, non siamo fanatici di uno sport che i detrattori dicono di amare. Questi sono uomini e donne che si sono dati appuntamento, chi per un giorno, chi per due, chi per due ore, chi per mezza giornata, chi per i week-end, chi per dieci giorni, semplicemente per divertirsi, stare insieme, nel nome di un ideale di pace, fratellanza, e cultura sportiva. Sì proprio quella!

Nel volgere della mattinata ho dimenticato la mia normale vita e con lei i problemi e gli affanni, sono rimasti a Firenze, ho messo su un pettorale n.49 con la speranza, sempre vana di finire questa sera, una 42 km, ma soprattutto quella di divertirmi, fotografando, cantando, prendendo in giro gli altri, e me stessa principalmente.

Marinella Satta ha vinto la sua scommessa: ha palleggiato e corso in contemporanea per 55 km. Dopo si è fermata, è venuta a chiamarmi e mi ha sfidato a palleggiare. Io che non l’ho mai più fatto da quando ero bambina… in un’altra vita insomma!

Mi sono rimessa in pista, mentre il pubblico si assiepava ai bordi, ho preso la palla e insieme a Marinella, abbiamo fatto di corsa due giri di 1.028 km. Finito il secondo giro, zuppa di sudore, sono andata verso il pubblico e ho detto: “vi siete divertiti? …” Hanno risposto sorridendo e applaudendo e non mi pare che io, tranne per i miei detrattori, sia una a cui piace stare in mostra; in mezzo sì come il prezzemolo, ma in mostra proprio no! Né mi vanto di titoli vanagloriosi di alcunchè. E come me, i tanti che anche oggi sono partiti stamani di buona lena, chi per fare la maratona, chi per correre la 100 km. Chi non è venuto ha perso, chi continua a fare sottrazioni, perde! O forse vorrebbe essere qui, in mezzo a noi. Io non invidio chi è rimasto a casa, la festa è qui a Reggio Emilia! E domani ci sarà anche Stefano Morselli, di Podisti.net, di casa qui a Reggio, oltre ai “soliti noti”. Grazie Antonio Tallarita, Grazie Podistica Biasola, Grazie Dottor Citarella, Grazie CTR, Grazie Assessori che avete permesso tutto questo!

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Ultimo aggiornamento (Sabato 22 Ottobre 2011 22:46)

 

Reggio Emilia - Ultramaratona del Tricolore (1° giorno)

Ultramarathon - Ultra - Ottobre 2011

Il prologo s’è recitato in casa Tallarita, situata nella zona residenziale di Reggio Emilia, alle ore 20.00 di giovedì, 20 ottobre. Gabriella e Antonio hanno preparato pizzette, risotto ai quattro formaggi, tagliatelle al pomodoro, scaloppine al limone, insalata verde, ananas e dolci siciliani.

L’indomani mattina, il sole non era ancora sorto quando si sono aperti i cancelli della pista ciclistica “G. Cimurri”. Due uomini e una sola donna si sono presentati alla 100 km x 10 giorni: il nazionale della 24 ore, Antonio Tallarita della Polisportiva Biasola, il primatista italiano MM50 della 48 ore, Vincenzo Tarascio della Sanremo Runners e la capofila del Club dei Supermaratoneti, Angela Gargano della Barletta Sportiva. Otto i partecipanti alla maratona, tutti appartenenti al Club dei Supermaratoneti: Mario Liccardi, Stefano Giorgio, Marina Mocellin, Roberto Paracchini, Vito Piero Ancora, Lorenzo Gemma, Angelo Cappuccio e Michele Rizzitelli.

Tutti i millechilometristi si sono presentati al dott. Pietro Trabucchi per essere sottoposti ad un test cognitivo. Lo psicologo li ha presi per la testa ed ha applicato un elettrodo cutaneo in corrispondenza dei lobi frontali; poi ha tirato loro le orecchie e ha applicato altri due elettrodi al lobi. A gara terminata, ha ripetuto la procedura: è un metodo per studiare l’effetto di una fatica muscolare intensa sulla capacità di attenzione.

Alle ore 9.00, tutti erano sulla linea di partenza per l’inizio dell’Ultramaratona del Tricolore. Questa è, a quanto pare, la denominazione definitiva, dopo essere stata chiamata in vari modi: 10% = 1000 km; 1000 km di Reggio Emilia; 10, 100,1000. Il vento è debole-moderato; il sole trapassa con facilità il cielo velato; la temperatura si manterrà fra 6° - 14° e l’umidità fra il 95% e il 42%; l’erba dei campi è madida di rugiada.

Il circuito ciclistico, prestato per l’occasione ai podisti, misura 1022 x 4 m, completamente piatto con curve a destra e sinistra e un rettilineo di 350 m, ricoperto di asfalto morbido. Per metà è circondato da alti pioppi, l’altra metà confina con il vuoto deserto di un poco frequentato aeroporto, che lo espone al soffiar dei venti.

La prima giornata è trascorsa tranquilla. Tutti hanno giuocato al risparmio energetico. Conclusasi la maratona, “quei tre” non sono rimasti soli, essendo giunti, nel pomeriggio a dar man forte, i coniugi Gabriella Valassina e Franco Cabrini, che hanno fatto loro compagnia per il tempo di una mezza maratona.

Alle ore 18.24, il sole ha concluso il suo unico giro, mentre i millechilometristi hanno continuato ad inanellarne: Antonio Tallarita fino alle ore 19.10 (10.05.37 il suo tempo), Vincenzo Tarascio fino alle ore 19.31 (10.26.55 il suo tempo) e Angela Gargano fino alle ore 21.50 (12.39.42 il suo tempo).

L’organizzazione è stata perfetta, con ristori e pasti gradevoli. Il pacco gara conteneva una polo di buona fattura e la miglior maglietta vista in circolazione nelle gare.

Anche domani le condizioni metereologiche daranno una mano a “quei tre”.

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10%=1000 km: l'emozione del primo giorno!

Ultramarathon - Ultra - Ottobre 2011

Reggio_Emilia10x100u1000_2011Un colpo di pistola a squarciare il silenzio attorno alla pista di ciclismo Cimurri, ha sancito l’inizio della kermesse della 100 km al giorno per 10 giorni, ovvero 10%=1000 km. La pista di ciclismo mai così piena!

Antonio Tallarita (Pod. Biasola), ultramaratoneta azzurro della 24 ore e Angela Gargano (Barletta Sportiva), la lady di ferro dell’ultramaratona italiana, sono partiti venerdì 21 per la prima delle 10 100km. In palio, oltre allo studio medico-scientifico, anche l’entrata nel Guinness World Record.

Erano presenti alla partenza Giuliano Mainini, Presidente della podistica Biasola, a cui è iscritto Tallarita, e organizzatrice dell’evento, che si è attivato con i volontari della Biasola per garantire i vari servizi nel corso dell’ impresa; l’Assessore provinciale alla Sicurezza Sociale Marco Fantini, il presidente della Cooperatori-Scott di ciclismo Valentino Iotti, il presidente del Coni provinciale Doriano Corghi , il presidente provinciale della UISP Mauro Rozzi, Giorgio Cimurri, figlio di Giannetto, a cui la pista è intestata e il dottor Roberto Citarella D.S. del CTR di Reggio Emilia, responsabile medico-scientifico dell’evento.

La partenza è stata ritardata di un’ora per motivi medico-scientifico: infatti, prima del via, Antonio Tallarita e Angela Gargano sono stati sottoposti dal Professor Pietro Trabucchi, Psicologo, Professore all’Università di Verona della medicina dello sport di Verona e consulente IUTA, accompagnato da due studenti universitari, ad un esame elettroencefalografico per elaborare una ricerca che si aggiunge allo studio che il Dr. Citarella ha predisposto con professionisti del CTR di Reggio Emilia.

Alle ore 9.00 dunque il via: insieme ad Antonio Tallarita e Angela Gargano, per la 100 km è partito anche Vincenzo Tarascio. Insieme a loro anche altri maratoneti appartenenti al Club Supermarathon Italia che hanno optato per la classica distanza della maratona.

E’ stata una giornata, la prima piena di impegno ed emozioni, sia per il CTR il Centro di Riabilitazione di Reggio Emilia guidato dal Dott. Citarella, sia per i concorrenti in gara, sia per i tanti tifosi o semplici cittadini che non hanno voluto mancare durante il corso della giornata, magari soltanto per semplice curiosità.

Nel corso della mattina sono entrati in pista anche un gruppo di studenti della 3B e 3D della secondaria di I grado Antonio Fontanesi che hanno affiancato Tallarita, Gargano e gli altri.

Non ci sono vincitori né vinti, anzi Antonio Tallarita, ideatore dell’evento, non soffre certo di gelosia: “Sarebbe bellissimo se io e Angela entrassimo entrambi nel Guinness. -ha dichiarato ad una tv locale Tallarita- Poi, dovrebbero organizzarsi in coppie per batterci!”

Hanno concluso in serata la loro prima grande fatica. Poi esami medici conclusivi del primo giorno, cena, ove era pronto di tutto di più, dalla pasta, al riso, alla verdura, tanta frutta, formaggio e tanto tanto altro, oltre che bibite di ogni genere. Niente mancava! “Non è davvero facile organizzare!” – ha ammesso Tallarita.

E domani, sabato 22, altro giro di pista, altri 100 km, altri studi, altre facce, altri volti che si apprestano a calpestare il circuito.

Da Bergamo, alcuni atleti dei Runners Bergamo, capitanati dal Segretario (e Presidente IUTA), Gregorio Zucchinali.

Ma soprattutto sabato sarà importante perché entra in scena un’atleta che anche lei è già nel Guinness World Record: Marinella Satta, giunta da Torino, della Podistica Tranese, che si cimenterà nel tentativo di entrare nel Guinness palleggiando ininterrottamente con una palla di basket, per almeno 50 km!

Marinella Satta, è già nel GWR per aver corso una maratona sempre palleggiando con la sua fida palla da basket, il suo primo amore, il primo sport praticato fino alle soglie del professionismo.

Sabato la vedremo in azione. Riuscirà nel tentativo? L’incoraggiamento è più che doveroso!

Sabato alle ore 8.00 dunque prenderanno il via per la 100 km, oltre a Tallarita e Gargano, anche:

- Antonio Mammoli, già azzurro di ultramaratona di 24 ore e medaglia di bronzo europeo, sulla medesima distanza e vincitore della Nove Colli Running.

- Alessandro Papi, già finisher più volte della Nove Colli Running e della Spartathlon, ove è ormai di casa.

- Marinella Satta, per il tentativo di GWR sulla distanza di 50 km.

- Antonio Mazzeo, un tempo azzurro, altro pioniere delle ultramaratone in Italia.

- Vincenzo Tarascio.

Sulla distanza della 12 ore unica, Maria Ilaria Fossati, azzurra di ultramaratona.

Sulla distanza della maratona, che partirà alle ore 9.00: Michele Rizzitelli, Lorenzo Gemma, Vito Piero Ancora, Mirko Bertoli, Stefano Giorgio, Roberto Paracchini, Gregorio Zucchinali.

SERVIZIO FOTOGRAFICO

La classifica del venerdì 21

100 CHILOMETRI

Pettorale - Nome - tempo

- 2 Antonio Tallarita 10h05’37’’

- 8 Vincenzo Tarascio 10h26’55’’

- 1 Angela Gargano 12h39’43’’

MARATONA

Pettorale – nome – tempo

22 Angelo Cappuccio 4h08’36’’

23 Lorenzo Gemma 4h19’00’’

24 Stefano Giorgio 5h03’00’’

21 Vito Piero Ancora 5h34’00’’

27 Michele Rizzitelli 5h40’00’’

25 Mario Liccardi 5h57’00’’

26 Roberto Paracchini 6h10’00’’

47 Marina Mocellin 6h19’00’’

Mezza Maratona (partenza ore 15.00)

71 Franco Cabrini 2h10’

74 Gabriella Valassina 2h58’’

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Ultimo aggiornamento (Sabato 22 Ottobre 2011 15:23)

 

Courmayeur (AO) - Tor des Geants 2011

Ultramarathon - Ultra - Ottobre 2011

Courmayeur_Tor_des_Geants__2011_Carmela_Vergura“La volontà di sopravvivenza è una realtà che lascia sbalorditi. Giorno per giorno mi ritempro nel corpo e nello spirito, ed ora il mio sguardo ritorna ad accarezzare con amore i profili crudeli del Monte Bianco.”  da “I Giorni Grandi” di Walter Bonatti.

Tor Des Geants, dalla lingua valdostana patois, tradotto in italiano come il “giro dei giganti”. Si parte e si arriva ai piedi del Re delle Alpi, il Monte Bianco tanto amato dal grande alpinista Walter Bonatti, che ci ha lasciati per sempre proprio nei giorni di questa competizione.

Ogni volta che mi sono seduta di fronte allo schermo del computer, mi sono sempre rialzata, le emozioni e l’intensità dei pensieri erano più forti del digitare i tasti e non riuscivo a trasmettere su uno schermo tale forza interiore che a distanza di un mese è ancora viva.

Tanti sono gli amici, i conoscenti, i parenti che mi chiedono i particolari, che mi fanno domande su quello che è stata la settimana più vissuta della mia vita, quali sono state le difficoltà, le paure, quante ore ho dormito, quanto ho camminato, quanto ho corso, come mi sono vestita, che cosa ho mangiato, a che cosa pensavo duranti i lunghi tratti in solitaria, quali sono stati i maggiori problemi articolari e muscolari, che cosa mi ha spinto ad affrontare un’avventura simile, e soprattutto perché.

Rispondere a queste domande non è affatto semplice, ma di una cosa sono convinta più che mai: ogni persona può affrontare una sfida, riuscire a capire i propri limiti e saperli affrontare. Dopo il Tor des Geants io sono rinata dentro l’anima, consapevole di poter avere quella capacità e quella volontà di sopravvivenza di cui Walter Bonatti ha saputo essere il maestro.

Che cosa spinge una donna di 48 anni, con una figlia di 5 anni, con un marito che pazientemente aspetta e consiglia, ad affrontare un’avventura a fil di cielo, di 332 chilometri e 24000 metri, proprio così ventiquattromila metri, di dislivello positivo? Io stessa non saprò mai trovare risposta, ma qualcuno lassù o quaggiù mi ha spronato a provare la ”sfida” della propria vita.

Nel passare degli anni ognuno di noi si trasforma, per una serie di eventi belli, brutti, occasionali o voluti, il Tor des Geants è stato un insieme di casualità e di eventi ricercati dalla sottoscritta. Dopo di quella che è stata definita l’edizione zero del 2009, e leggendo gli articoli di chi ha affrontato una simile impresa, dentro di me si concretizzava il sogno di poterlo realizzare.

Ricordo molto bene all’apertura delle iscrizioni dell’edizione 2011, sul sito dei Courmayeur Trailer Valle D’Aosta, si erano già preiscritti più di 300 atleti provenienti da tutto il mondo: nello stesso istante della lettura dei nomi, ho intuito anche il mio. Ci sarò! Le Alpi valdostane vedranno i miei passi, il mio sudore, la mia fatica, la mia gioia, le mie lacrime. Ed io vedrò e accarezzerò le vette, i sentieri, vedrò da vicino la luna e le stelle, il sole e le nuvole, mi rifugerò nelle baite e nei ricoveri della montagna, mi lascerò guidare dalla mia forza di volontà, ammirerò la costanza di chi andrà avanti nonostante la fatica, saprò dormire e camminare allo stesso tempo, patirò la sete e non riuscirò a mangiare. Sorriderò e non avrò la forza di parlare, guarderò incuriosita gli atleti che sceglieranno l’erba come letto e riuscirò a camminare nonostante le vesciche. Non dormirò perché sarò sempre piena di adrenalina, mi addormenterò strada facendo sui bastoncini, cadrò dalla fatica e subirò le discese tecniche, ammirerò i paesi dal disopra delle cime, osserverò i camosci e ne vedrò la loro bellezza e l’agilità, canterò quando non ci sarà più nessuno attorno a me, pregherò per terminare l’impresa. Voglio esserci, per me stessa, per coloro che non ci sono più e a cui ho voluto e continuerò a volere bene, ci sarò per tutti quelli che io ammiro e che mi sostengono. Saranno a fianco a me: Elisa, Alessandro, Cecilia, Deborah, Irma, Roberto, Roberto, Jenny, Irma, Teresa, Michele, Donato, Angelo, Gina, Benedetta, Daniele, Andrea, Silvia, Laura, Lorena, Barbara, Manuela, Giorgio, Serena, Sally, Flavia, Giuliana, Davide, Stefano, mia mamma e mio padre e chi mi ha seguita on line durante la settimana.

Domenica 11 settembre alle ore 10.00 dopo un’estate trascorsa tra allenamenti lunghi e solitari, tra gare lunghe e ultra, parto con le parole cantate da tutti i presenti e i partenti con la canzone di Jovanotti: “Il più grande spettacolo dopo il Bing Bang siamo Noi....”.

L’aria sprigionava solo adrenalina nella piazza di Courmayeur, 473 concorrenti provenienti da tutto il mondo si apprestavano ad affrontare quella che, secondo i più esperti, è la gara più dura al mondo.

In 150 ore massime di tempo devi saperti conquistare il titolo di re del Tor des Geants, puoi arrivare primo o ultimo, ma se arrivi nelle 150 ore diventi un eroe. Diventi parte delle montagne perché le vivi in una tale empatia che ti senti impossessato nella stessa roccia.

150 ore e ti metti in gioco, o arrivi o ti fermi. Preghi che non ti devi far male, preghi che non ti arrivino acciacchi seri, preghi e speri che le salite spacca gambe e le discese ardite terminino presto, preghi che il posto tappa più vicino ti dia da dormire, da mangiare e anche da massaggiare.

Preghi che ci siano un po’ di persone amiche a incoraggiarti. Preghi di stare bene, di concludere entro il tempo.

Ogni tappa ha avuto i suoi momenti cruciali. A Valgrisanche, protagonista la pioggia e l’umidità. A Cogne la partenza nel pieno della notte stellata, la lunghissima discesa verso la fine dell’alta via n. 2, a Donnas. La lotta contro la dissenteria che mi ha devastata per ore ed ore. La lunghissima, estenuante, infinita tappa di Gressoney. L’agognato arrivo ad Ollomont e l’aria di Courmayeur sempre più vicina. Il concorrente da vincere in una prova del genere è il sonno: quella del sonno in gara, è la condizione più difficile, come spiega il professor Trabucchi; lo psicologo dell’ultra trail, che ha studiato gli effetti della privazione da sonno, sostiene che tutti gli atleti amatori e professionisti, con un’adeguata preparazione, possono portare a termine una gara come il Tor des Geants. Gli studi effettuati, portano a capire che lo “stop” a parecchi atleti viene dato dal cervello e non dal fisico il quale, allenato alla privazione da sonno, potrebbe continuare per molti altri km. La sera e poi la notte, nel trail hanno due volti. Il primo è che dopo essere stati tutto il giorno sulle gambe, con il calare della luce, inizia a farsi sentire quella sensazione di sonnolenza che ti fa dire: “fermati un po’ a riposare”. Il secondo volto, invece, è un buon alleato. Se stai ancora bene, quando calzi la lampada frontale per rischiararti la via, sei più concentrato e attento ai particolari e soprattutto non hai la sensazione che il tratto che stai affrontando, magari, è il pezzo più duro, quello più temuto. Prosegui e lo superi quasi senza accorgertene… grazie al buio che ti circonda. Se si considera il passo dei primi e il passo tenuto dalle retrovie, la conclusione finale è che a vincere questa gara, se così si vuole nominare una prova estrema di questo genere, è colui, e colei, che non dorme. La sottoscritta, nella migliore delle ipotesi di un arrivo senza problemi fisici, aveva preventivato sulle 125 ore, arrivo previsto a Courmayeur il venerdì. In situazioni estreme come queste, ogni momento può cambiare i programmi: sul Col Tournalin, a 2800 metri di altitudine il mio corpo era stremato dalla dissenteria, altro che 125 ore! Ho dovuto lottare contro un fisico che mi pregava al ritiro, la testa ha invece prevalso. Con estrema volontà e coraggio ho proseguito verso il Col Di Nana, non potevo arrendermi, andavo avanti come un automa, ma andavo.

Definirei il Tor Des Geants come “un viaggio dell’anima”, perché l’uomo tende sempre a salire e le montagne rappresentano i punti di contatto tra terra e cielo. La montagna ci rende individui più autentici, più veri: perché ti costringe a esserci con tutto se stessi, con il corpo, con la mente e con l’anima. A ognuno di noi spetta di trovare il proprio passo, raggiungendo quell’equilibrio dopo ore e ore di sofferenza fisica e mentale. Ebbene, quel punto chiamato equilibrio, e che mi ha permesso di arrivare in fondo, di avere la meglio sul sonno, di restare in piedi seppur massacrata alle ginocchia, di riuscire a correre quasi tutto l’ultimo tratto dal rifugio Bertone all’abitato di Courmayeur, è giunto quasi al termine dell’impresa. Tra la notte di venerdì e il mattino del sabato, l’ultima salita del colle del Malatrà è stata una scalata magica. La notte stellata e i miei compagni di avventura, Andrea e Davis con i quali ho condiviso buona parte della fatica, mi hanno reso forte e mi sono sentita nel pieno delle forze, di nuovo energica, stavo affrontando gli ultimi 3000 metri della salita e mi sentivo bene. Nel pieno della notte due amici mi vengono incontro e mi abbracciano augurandomi di terminare la gara. Nella notte l’abbraccio di Giuliana è stato qualcosa che mi ha resa ancora più consapevole del fatto che stavo per vincere la “sfida”. Mentre mi dirigo al traguardo , mi rendo conto che sto salutando le montagne attraversate, ne cito solo alcune: il Passo Alto (2990 m), il Colle Fenetre (2840 m), il Colle di Entrelor (3002 m) che segna il passaggio dalla Val di Rhemes a Valsavaranche, il Col Lauson (3299 m), la Fenetre de Champocher (2827 m), il Rifugio Coda (2280 m), il Col Marmontana (2348 m), il Colle Lazouney (2400 m), il Colle Pinter (2770 m), il Rifugio Grand Tournalin (2534 m). Valichi a 2000 metri, passaggi notturni su creste e rocce, fermate brevi e riposanti in quasi tutti i rifugi. Si conoscono tante persone, tutti che vogliono sapere il perché siamo lì, a camminare per 332 km...

Ore 8.30 del sabato 17 settembre, il bel tempo ci sta lasciando, sembra un presagio al termine di una settimana di tempo meraviglioso e caldo. Con Andrea e Davis ci concediamo l’ultimissima pausa al rifugio Bertone, non si entra neppure all’interno, tanta è l’agitazione di arrivare nella piazza di Cormayeur, la discesa non è facile, tante pietre che ci impediscono di velocizzare il passo, poi un francese accompagnato da uno sciame di tifosi ci sorpassa di corsa, eh no questo non si fa, ci guardiamo negli occhi e gli ultimi 3 chilometri ce li beviamo con una corsa a perdifiato. All’improvviso appaiono, come folletti, tantissime persone con ogni sorta di campanaccio, bambini e adulti ognuno con una campana, persino mia figlia è stata arruolata con il preciso compito di farci festa, e dopo 142 ore il lungo tappeto rosso che lascia passare solo i finischer ci vede tagliare il traguardo del Tor Des Geants, edizione 2011.

Alle 8.45 termina “la sfida”, abbraccio la mia famiglia con un pianto lungo e liberatorio dando sfogo alle intensissime emozioni di una settimana al di fuori del mondo.

Il mio nome assieme a quello di altri 299 finischer del 2011 apparirà sul poster della gara.

“E’ innegabile lo stupendo, esaltante fascino dell’impossibile che, unitamente a quello dell’ignoto, hanno sempre dato un’ispirazione e un senso alle avventure dell’uomo... Ma sia chiaro che l’impossibile, per mantenere un fascino, va conquistato, non demolito; né si dimentichi che le grandi montagne hanno il valore dell’uomo che vi si misura, anche solo con lo spirito: altrimenti esse rimangono soltanto dei mucchi di pietre” da “I Giorni Grandi” di Walter Bonatti.

Dedico questo mio racconto ad alcune persone che io stimo e ammiro, in particolare: Giuliana, Cecilia, Manuela, Giorgio, Gigi, Roberto.

Un grazie particolare a mio marito.

Ah, dimenticavo... nel 2012 io ci sarò di nuovo!

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Ultimo aggiornamento (Venerdì 21 Ottobre 2011 12:53)

 
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