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Tista Marchesi: a Montisola, una giornata stracomplicata

Ultramarathon - Ultra - Aprile 2012

Arrivano mano nella mano, sbarcano presto sull'isola senza farsi vedere. Sono preparate per fare la corte. Ci sanno fare, è il loro mestiere, ci provano con tutti, è difficile resistere al loro fascino malefico. Molti ci cascano, ma Tista è irreprensibile, non si lascia abbindolare. Ha faticato una giornata e solo a tarda sera è riuscito a cacciarle via, non è stato facile resistere. Prima di andarsene hanno lasciato il loro biglietto da visita dove c'era scritto: “In caso di bisogno, contattare Signora Febbriciattola e Signora Maldigola”, molto conosciute non solo a Montisola. Per carità, manca pure di contattarle, sbuffa Tista, meglio solo che stare un giorno con loro. Nonostante il bel sole rinfrescato da un vento fresco, oggi Marchesi non è di buon umore. Si vede in viso, non ha voglia di niente. E' un giorno decisamente no. Non è facile nemmeno per lui difendersi da questi attacchi, anche se ci è abituato. Solo in serata tirerà un sospiro di sollievo, riassaporerà il buon umore, si sentirà decisamente meglio.

Durante la giornata nasconde bene il malumore, agli altri che importa, non devono sapere, sono cose personali.

E subito la prima prova. A Peschiera incontra Giovanni Agnesi, settantaquattrenne alpinista (felpa grigia), ogni giorno va su e giù per l'isola con l'amico Maurizio al fianco, si allena, aspetta il fine settimana, alle sue scalate da brivido non vuole rinunciare.

Non c'è tempo di ascoltare la sua ultima arrampicata, il tempo non perdona, per forza bisogna andare. Non è maleducazione, cercate di capire, a Tista è concesso il tempo solo per un sorriso e una stretta di mano.

Anche Tullio, simpatico pescatore Carzanese, ottantun anni compiuti, ormai lo sa, lo incontra tutti i giorni, vuole offrirci un caffè nel suo bar, ma oggi non si può, il caffè proprio non va giù. Solo due parole e Tullio torna alla sua macchina del caffè, sembra un vero barman, anche se dopo, come ogni giorno, la sua barca lo aspetta, lui sempre pescatore è, anche se ora pesca per passione e quando il pesce non c'è, nella rete lui ce lo mette ugualmente, ma solo con al sua “immaginazione".

Tista riprende il suo viaggio, pure lui si serve della propria immaginazione per ricordare a se stesso che 73 giorni ormai sono sfumati portandosi con loro i seimila chilometri.

E' informato anche il battelliere del traghetto ancorato a Carzano, che, sbigottito, non sa più che dire: “Seimila chilometri non li percorro nemmeno in macchina... in un anno, però”.

Cammina e cammina, ma ogni tanto anche lui vuole la sua panchina, cosa fa solo lui lo sa, si concentra, si riposa, mah! Ne trova un'altra, a Menzino in via dei Lampascioni, c'è persino la tettoia, ma che fa? Non piove e c'è il sole, si siede e aspetta, aspetta il Bus dell'isola. Sa bene che non potrà salire, non ha il biglietto e nemmeno l'abbonamento, qui i portoghesi son mal visti.

Tista racconta di essere andato in comune, di aver chiesto l'abbonamento, ma solo per fare ogni tanto un giro turistico, e che una giovane scrivana gli ha risposto: “Lei ha un visto speciale, deve correre tutti i giorni, ma sui nostri Bus. Niet! Niet!” “Ho capito! Ho capito! Me ne vado, vado in Colonia, là almeno mi diranno di sì”, risponde Marchesi.

Si vede che non si sente bene, non si capisce se scherza o fa davvero, in colonia ci andava da piccolo, ora ha fatto il suo tempo, non lo vogliono più.

C'è qualcuno invece che lo vuole ancora, la colonia senza età, ci possono andare tutti, basta essere invitati. Le loro fusa sono l'invito per Tista che non ha resistito. Sono in 40 e vivono lì, sono dei gatti, vivono a Sensole, ma non sono soli, c'è lei, Elena Dalmeri, quarantatre anni e da dieci loro fedele custode. “Non voglio arrogarmi tutto il merito, altre due amiche collaborano con me”. A Tista torna il sorriso per un momento, anche se oggi non è in vena di scherzare: “Perché non trova altri quattro gatti, cara signora, potremmo cantare insieme quando passo di qua la canzone. ‘Quarantaquattro gatti in fila per sei col resto di due”, si ricorda, quella dello Zecchino d'oro, di sicuro i suoi felini la ricorderanno senz'altro”.

Una smiagolata e via, la giornata volge al termine, ma non bisogna distrarsi sulla strada, i motorini in circolazione “duemilacinquecento" - secondo alcuni - sono la nota dolente dell'isola. Sono gli stessi Montisolani a lamentarsi: “Sì è vero, i motorini sono necessari, ma correre come matti non è affatto necessario, anzi, serve solo a mettere a repentaglio la sicurezza, non solo degli isolani, ma anche dei turisti che noi accogliamo con piacere. Ci si mettono pure gli ‘smarmittatori’, - aggiungono impermaliti gli intervistati -, quelli si divertono a far rumore e questo non si dovrebbe fare”.

Tista sopporta, anche lui un turista, un turista appiedato e tollerante; per lui il rischio è costante, non solo quello dei motori.

 
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