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Secondo giro d'Italia per Tista Marchesi

Ultramarathon - Ultra - Aprile 2012

Tista ha lasciato l'isola, se n'è andato alla chetichella per vedere le ultime tappe del Giro d'Italia.”Non è possibile, sarà la burla di qualche buontempone”, commentano gli isolani, “la nostra mascotte non ci lascerebbe mai così all'improvviso”.

Fulminea la smentita di Marchesi: “La notizia è quasi vera, me ne vado, ma solo con la fantasia. Sul fine settimana avrò corso anch'io il mio giro, 6460 chilometri come nel 2007 al mio giro di Italia, spinto dall'amico Felice Gimondi che mi disse:”Battista, la bici lasciala a me che me ne intendo, il giro lo devi fare a piedi, tu che sei così bravo. Presi la palla al balzo, anzi, l'invito al balzo, ora però ho fatto il bis”.

Se arrivano le soddisfazioni non mancano le paure; il ricordo alla scorsa settimana dopo lo scontro caloroso sotto una temperatura di 39,5 gradi con quelle due signore: “Febbriciattola e Maldigola”, non ha lasciato i segni, la peggio l'hanno avuta loro.

Tista, supera felicemente la dura prova, e ieri mentre le nuvole si alleggerivano del loro fardello scatenando un putiferio sull'isola, lui non ha fatto una piega, non è fuggito, era nel bel mezzo tutto solo.“Non riuscivo nemmeno a tenere l'ombrello” dichiara disinvoltamente come se non fosse successo nulla, “il ventaccio era ben allenato quanto me,” commenta scherzoso.

Gli è tornato il sorriso, si mette a cantare una canzone che solo lui conosce, il bel sole lo ispira, si ferma volentieri a rimirare la vicina Isola di Loreto. Oggi è un giorno speciale, si vuole ritemprare, una panchina per lo stretching non manca mai. Al termine, la sfida con il bus di passaggio si deve fare, con lui c'è un conto in sospeso, lì sopra non si può salire mai.

Nell'isola la gente vuol sapere, gli vuol parlare e stringergli la mano. Uno alla volta, si fanno i turni come alla Dalmine tanto tempo fa. In riva al lago la prima della lista: Loredana Turla, abbandona il suo negozio di salumi, se arriva il cliente aspetterà, perché Tista non può aspettare. Una ciacolata e ...via.

A ruota seguono Laura e Luisa Agnesi, madre e figlia, edicolanti numero due del paese, ogni mattina danno notizie fresche al campione di passaggio.

Dovrebbe indossare una maschera per passare inosservato, ma vuole troppo bene a questa gente che lo ricambia sempre, una parola buona, un sorriso e una pacca sulla spalla sincera.

Pure un capitano scende in campo, non è un militare, è comandante del traghetto merci, Alessio Ziliani, uno sportivo d'un pezzo, assomiglia a Gimondi, lui la bici se la giostra, questo dice Tista di lui. Anche lui ha fretta di partire, deve subito traghettare.

La marcia non si ferma, c'è pure una frana, un salto fra le rocce per la strada, fermarsi è come ricordare. Quel 2009 non lo può dimenticare. Glielo ricorda Claudio Agnesi, il vigile isolano che appare d'improvviso. Lo riconosce subito, è lui, quel giorno della frana fu lui a scrivere il verbale.

“Ora, cosa vuole? “

“Ti sei ristabilito?” chiede il vigile, “Ti sei però dimenticato che non si possono superare le otto ore di guida, altrimenti sei in contravvenzione.” “E' vero, il mio disco orario segna anche dodici ore, ti prometto che ogni tanto mi fermerò su una panchina, almeno sarai contento anche tu.”

“Uffa! Capitano tutte a me”, barbuglia Tista. “Meno male, sono arrivato alla casa ‘Gruppo Alpini di Montisola’ con loro tiro il respiro”. Sono 115 iscritti, cinque di loro son presenti vestiti di tutto punto: Carlo, Angelo, Giuseppe Marco e Franco. Si sono portati persino il gagliardetto e posano soddisfatti con l'isola di San Paolo dietro le spalle. “L'anno prossimo festeggeremo il nostro cinquantesimo di fondazione commentano in coro, siamo felici di annunciarlo vicino al nostro amico”. Tista, risponde loro: “Sono anch'io un alpino e il mio attaccamento è talmente grande che durante la mia traversata americana in ogni stato donavo un gagliardetto degli alpini.”

Una mattinata densa di impegni, ma le sorprese non finiscono mai.

Porto di Carzano, arriva il battello, scendono due signore. Madonna santa, non saranno ancora quelle due? Per carità! Una indossa persino occhiali scuri, non vuole farsi riconoscere, chissà. Filano di corsa verso la casa di Tista, salgono le scale in tutta fretta, entrano nella sua camera. Cosa sta succedendo, non si sa. Proprio oggi con una telefonata ha ricordato alla moglie Bruna: “E’ il nostro 47esimo anniversario di matrimonio,” e lui si invischia in una probabile Bungata.

Stamane poi la sciura Maria gli chiedeva:” Batista, e col sesso come la mettiamo?” Lui imperturbabile e con tono monastico: “Cara la me sciura, fino a novembre sono allergico al sesso.” Ma allora l'allergico nonnetto che cosa ci combina? Mi sa che i suoi chilometri lo han fatto uscire di melone.

Non andiamo oltre, andiamolo a scoprire. Aprire la porta produce il batticuore, si bussa per educazione e una voce -femmina- risponde: “Avanti!Avanti!" 

Si vedono due donne, vicine al Tista disteso su quel letto, una coperta addosso, e poi … silenzio. Svelato è il mistero, finisce il batticuore, le sue unghie sono in buone mani, la pedicurista Stefania Gamba sa cosa deve fare, non di meno Maria Maffeis che pratica massofisioterapia, si prende cura del Tista che si assopisce dopo le cure. Sono arrivate da Bergamo apposta per lui, nessun altro poteva venire, solo loro hanno detto … sì.

Insomma, per farla breve, inventiamoci qualcosa, meglio somari che fare le comari, meglio vedere prima di sparlare.

Racconto n.12 di Battista Marchesi - 19100 km non stop per nove mesi

 
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