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Cronache da....Egu

Liguria - Primapagina

Profilo basso. Questa è stata la linea strategica decisa dalla task force di Rai Sport in occasione dei mondiali di atletica. Niente gossip, bla-bla, chiacchiericcio, ma neanche pesantezza di dati tecnici, pronunce con la erre “grassè”, gara a chi sa le capitali del Turkmenistan o le principali catene montuose dell’Angola. Basta, ragazzi! Bisogna parlare alla casalinga di Voghera (se ci sei, batti un colpo), non solo a chi ha iniziato a praticare atletica nell’Ordoviciano. Tutto questo non ha fatto rinunciare a una precisa organizzazione aziendale di carattere divisionale (alla Taylor): Luca Di Bella, che viene dallo slittino , è responsabile della cronaca; Paolo Bellino del commento tecnico; gli approfondimenti tecnici dei salti sono a cura di Antonella Capriotti; dello sprint di Stefano Tilli; del mezzofondo di Lucilla Andreucci; il commento anagrafico, statistico e demografico del commento tecnico e degli approfondimenti tecnici (quindi, un commento tecnico elevato alla terza) è di Attilio Monetti. Ma non finisce qui, perché c’è anche una ripartizione territoriale con capi area come Lucilla Andreucci (area di riscaldamento: l’hanno chiamata warm up per non intensificare il senso di afa percepito, Protezione Civile docet) e Elisabetta Caporale al parterre, zona mista, no man’s land, fate voi. Capo area anche Massimo Magnani che , quasi con funzioni di igrometro, ci fornisce dati da allerta meteo sul “soffoco” del Sud Est asiatico: “Macchè giornata fresca, ho camminato un attimo ed ero fradicio”, dice dal percorso della maratona. La sua analisi tecnica risulterà comunque Pertilente. Profilo basso, abbiamo detto: la grande Antonietta salva il bilancio azzurro dai “sero tituli”, come aveva detto qualche tempo fa il profeta di sventure Josè Mourinho. Noi lo avevamo sperato: è l’estate di San(ta) Di Martino: non è novembre, è settembre, ma poco importa. Viene così sconfitta la “jella” coreana che accompagna lo sport italiano: nel 1966 il dentista Pak Doo Ik mandò a casa l’Italia calcistica di “Mondino“ Fabbri a Middlesbrough (era la Corea del Nord); nel 2002 fu lo stratega Guus Hiddink a fermare Trapattoni anche con l’aiuto dello sciagurato arbitro Byron Moreno (era la Corea del Sud). Qui tentano di fare innervosire la grande Antonietta non arbitri, ma giudici di gara, ma l’azzurra è superiore anche a queste manfrine. Eppure neanche l’entusiasmante terzo posto smuove da certa glacialità il commento Rai. Forse si risente anche dell’atmosfera politica internazionale, così MISURATA. Di Bella è sul versante “Pronto Soccorso”: “Quest’atleta tocca l’asta con la scapola”. La Andreucci tenta un’allitterazione ardita in occasione della finale dei 1.500 uomini: “Al centro c’è Centrowitz”, commento che farebbe esultare Pierferdinando Casini. Poi, per aiutare i colleghi della carta stampata ormai scavalcati dai nuovi media e dalla Rete, sulle pagine della Rosea descrive le fatiche dei marciatori con un commento alla “Blade Runner”. Il giorno dopo Attilio Monetti descrive uno scenario fosco di Nairobi e dintorni, dove i campioni keniani della maratona verrebbero taglieggiati, ricattati dalla malavita locale, e quindi prenderebbero poi la strada dell’alcool: “Non trattare così il Kenya!”, lo ammonisce Andreucci. Un pizzico di contraddittorio non ci sta male…. Attilio cerca lo scoop ironico in finale di giornata, quando Tilli misura la velocità degli staffettisti: “Si va anche a quaranta all’ora, se si cade è molto pericoloso…”. E Monetti: “ Ci vuole il casco?”. E vabbè, un quinto posto nella 4x100 non è mica da buttare via……

 

 
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