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Saluti da Daegu, tra spray visibili ed ovetti alla Djokovic nascosti?

Rubriche - Commenti e Opinioni

Si chiudono i campionati mondiali di Daegu e nell’ultima giornata tiene banco la bella gara di Maratona. Lasciando il campo ai colleghi più competenti per le valutazioni tecniche complessive, ci permettiamo solo di far notare che il tempo delle gare tattiche è ormai al tramonto: si viaggia a tutta birra. Sia un’Olimpiade oppure un Mondiale, devi chiudere attorno alle 2h07’, altrimenti non vinci più nulla.

Fatta questa premessa, in queste poche righe vorremmo invece soffermarci su una particolarità, ovvero l’uso in gara di spray al ghiaccio nebulizzato per raffreddare i muscoli. Ad usarle è stato proprio il vincitore, insieme ai suoi connazionali. Francamente è la prima volta che notiamo degli atleti utilizzarli e ci chiediamo se ciò sia lecito, anche se la risposta sembrerebbe affermativa, visto che nessuno dei giudici ha avuto qualcosa da dire.

Senza nulla togliere alla meritata vittoria del keniano Abel Kirui, che peraltro ha inflitto quasi due minuti e mezzo al secondo classificato, ci domandiamo se sia possibile ottenere un innegabile vantaggio competitivo usando un “accorgimento esterno” che consente di destinare maggiori energie alla corsa invece che al necessario raffreddamento del corpo.

Mentre i summenzionati spray sono stati visibili agli occhi di tutti, ci piacerebbe conoscere quanti ovetti alla Djokovic erano “discretamente” presenti in Corea del Sud per la rassegna iridata. Stiamo parlando delle nuove e pratiche camere iperbariche, di dimensioni ridotte e dal costo contenuto (solo 5000 dollari), che consentono al tennista serbo di fare il pieno di ossigeno nel sangue. Macchinette al momento non proibite dalla WADA che le ha solo etichettate come “contrarie allo spirito sportivo”, ma che consentono innegabili miglioramenti relativi a globuli rossi, mitocondri e quanto necessario per aumentare la resistenza in corsa…

Sì, è vero. Siamo sempre molto sospettosi. Tuttavia, come dice un politico della prima repubblica, a pensar male si fa peccato ma quasi sempre ci si azzecca.

rodolfo.lollini@podisti.net

 

 
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