Ad Arese in borghese

Dopo una settimana di lavoro pesante e stressante mentalmente, quale miglior modo per sfogare la tensione se non andare a correre una bella serale, anzi notturna, in quel di Arese?

Io e il mio socio, che stasera ha deciso di non correre nonostante il percorso a lui congeniale, ci mettiamo in auto forse con troppa tranquillità, tant’è che arriviamo sul posto quando una folta folla di podisti assedia il banchetto delle iscrizioni. I nostri viaggi sono sempre uno spasso, vuoi per i semafori che non diventano mai verdi, vuoi per i lampioni gialli che invece diventano rossi all’improvviso e ci mettiamo anche la simpatica Italiana Silvia (voce del navigatore) che ogni volta ci fa fare la strada che decide lei, anche se noi facciamo la nostra; nonostante i “ricalcoli” riusciamo puntualmente a finire in qualche vietta sterrata, modello “camporella”!

Stasera la signorina Silvia ci ha portato “al mare”, facendoci passare per un paesino illuminato a giorno con un viale principale degno del più famoso Ceccarini di Riccione: mancava solo la piadineria, egregiamente sostituita da vari localini illuminati e dalle palme liguri “parcheggiate” davanti ad una chiesa variopinta!

Giunti sani e salvi a destino anche ‘sta volta, ci guardiamo un po’ in giro: non vediamo volti conosciuti, tutti podisti “anonimi” e l’unica faccia nota è il sempre presente Arturo che oramai abbiamo capito esser drogato di “corsa” come noi, ognuno per i suoi motivi: noi per correre e lui per fotografare!

Dopo essermi infiltrata nella coda per le iscrizioni e aver raccattato al volo il penultimo pettorale, mi riscaldo facendo il giro dell’isolato: che bello correre così tardi sulle strade dove solitamente il traffico non te lo permette, ed ognuno di noi, dotato della luce lampeggiante rossa che illumina le nostre schiene, può godersi questo clima notturno, che non ha pari in questo periodo dell’anno.

La partenza arriva in fretta, troppo larga nel cortile del centro sportivo, tant’è che la strettoia per uscire dal cancellone risulta un po’ caotica, però mi ritrovo davanti tra i primi 50 corridori. Il mio obiettivo, come sempre, è quello di vincere la coppa e i fiori accolta da una folla impazzita che acclama il mio nome …. ops, mi sono lasciata prendere! Dicevo che il mio obiettivo in questo periodo è quello di correre ad una media inferiore a 5’/km e quindi chiudere i 7 km in meno di 35‘. Il percorso stracittadino di 3,5 km da ripetersi 2 volte è piatto, lineare e ben illuminato.

Anche se ci troviamo in periferia, gli automobilisti hanno lo stesso “fare” dei compari milanesi e son tutti seduti “incazzati neri” sulle loro auto strombazzanti a reclamare i loro appuntamenti mancati. Qualche podista ribatte contro i malcapitati, nonostante gli organizzatori facciano egregiamente il loro dovere bloccando il traffico, ma io risparmio il fiato, che già mi manca, e corro verso il tappeto rosso del chip.

Al primo passaggio il mio socio mi comunica che sono decima, ma io non riesco a tenere il ritmo che mi ero imposto all’inizio: sono partita troppo forte nella marea! Così rallento un po’ per riprendere fiato e sento una vocina che mi incita: nella mente un ricordo, il pensiero vola verso una dedica, ma la mia amica della palestra è lì, in carne ed ossa, che mi applaude e io, sorpresa, mi domando cosa ci faccia anche lei in borghese ad Arese! (ho fatto pure la rima!)

Comunque mi emoziono e un brivido mi corre lungo la schiena: che strano effetto fa la corsa a volte!

Chiudo la mia volata in 34’03” felicissima e nemmeno tanto stremata: sono la 12^ donna su 65! Buono sconto per un gelato e per una pasticceria (peccato chiusa!), integratori e classifica immediata vengono offerti a tutti noi runners, che anche questa volta abbiamo condiviso una passione meravigliosa.

Buone corse a tutti. SERVIZIO FOTOGRAFICO