Partiamo dalla fine: la soddisfazione, i commenti positivi e le giuste osservazioni dei partecipanti (spunto di attenta riflessione per una eventuale prossima volta) sono per noi (piccola società alla prima esperienza organizzativa a questi livelli) motivo di grande orgoglio. Abbiamo cercato di dare un’impronta “sobria”, che privilegiasse l’aspetto tecnico ed atletico della gara e che permettesse ai “marziani” di far girare al meglio le loro potenti gambe. In questo direi che siamo stati piuttosto bravi: percorso completamente recintato e chiuso al traffico, due rotonde per fare le inversioni (forse una un pochino stretta, vabbè…) e poi via lungo i rettilinei dove si aveva la possibilità di strizzare l’occhio a chi ridiscendeva dal lato opposto.
36 le squadre (ben 9 femminili) che si sono “sfidate” su un anello di 600mt. da ripetere 5 volte per ogni componente. Traffico dei doppiati a parte, diciamo che la particolarità della gara, per molti atleti una piacevole novità, è stata apprezzata da tutti gli amici/avversari che si sono cimentati lungo il percorso. In campo maschile ha vinto l’Atletica Palzola (Tiozzo, Raimondi e Vasi), in quello femminile le amiche della Comense (Ramundo, Oberle, Clerici) mentre la classifica a squadre è stata appannaggio degli agguerritissimi atleti dell’ARC Busto Arsizio (ben 8 squadre): formidabili.
Anzi, formidabili tutte le squadre: nessuna defezione dopo la conferma della preiscrizione e diverse compagini hanno schierato fino a 5 formazioni.
GRAZIE, GRAZIE e GRAZIE ancora.
E un ringraziamento speciale a tutti gli amici di Parabiago (atleti e non) che si sono prestati a vario titolo a collaborare alla riuscita della gara: BRAVI TUTTI.

p.s.: dimenticavo di raccontare un episodio: al termine della sua frazione, l’ultima atleta dell’ultima squadra dell’ ARC Busto Arsizio (nonché ultima assoluta in classifica generale) è stata letteralmente scortata fin quasi all’arrivo da molti dei suoi compagni di società. Che dire: semplice goliardata, spirito di gruppo o attaccamento alla divisa? Ad ognuno la sua idea. Per me, semplicemente, da “brivido” sportivo.

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