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La 1000 km di Reggio Emilia

Ultramarathon - Ultra - Ottobre 2011

Lucio Bazzana, Monica Barchetti, Angela Gargano, Enzo Caporaso e quelli della Torino-Roma sembrano aver fatto scuola, e stanno trasformando gli italiani in un popolo di ultramaratoneti della lunghissima distanza. Navigatori, poeti, scienziati ecc. lo sono sempre stati. A Reggio Emilia, in un circuito lungo 1.028 m e largo 4 m, si svolgerà una gara di 1000 km. Si parte venerdì, 21 ottobre; si chiude, dopo dieci giorni, domenica, 30 ottobre.

E’ solo in parte un’imitazione delle più famose 10 giorni internazionali, nelle quali, per tutta la durata della manifestazione, non si può abbandonare la pista e bisogna adattarsi, per il riposo notturno e il cibo, a ciò che passa il convento.

A Reggio nell’Emilia, hanno inventato una 1000 km più soft. Tutta la distanza non viene somministrata in un’unica dose massiva, ma suddivisa in piccole porzioni. Da queste parti, debbono essere dei seguaci delle teorie del dott. S. F. Ch. Halnemann, inventore della medicina omeopatica, che prevede l’assunzione di medicamenti in dosi infinitesimali. Nella Città del Tricolore, i chilometri non saranno prescritti proprio in piccolissime parti, ma sempre in quantità ridotte sono.

Il via sarà dato alle ore 8.00, e i concorrenti avranno a disposizione 16 ore per percorrere la distanza di 100 km; poi, alle ore 24.00, le luci si spengono. Tutti a casa, dunque, ove li attendono gli spaghetti al dente, i massaggi e il caldo letto. L’indomani, si ricomincia con le stesse modalità per 10 giorni.

Sia ben chiaro, le difficoltà di una 1000 km ci sono tutte.

L’organizzazione è di alto livello, e si è imposta norme tali che i finisher potranno essere inseriti nel Guinness World Record.

Questa dieci giorni italica non è una gara competitiva, in quanto non ci saranno vincitori; è un evento valido per il conseguimento di un primato. Ed è per questo che i partecipanti vanno ancor più ammirati. Dopo essersi dannata l’anima, non si vedranno riconosciuto neppure il premio di un prosciutto, di una confezione di vini, di 1 kg di pasta, che non si negano nemmeno nelle gare della lunghezza di qualche chilometro.

La manifestazione si propone anche finalità scientifiche: intende studiare gli effetti di corse massacranti sull’organismo. La letteratura medica è povera in materia, essendo pochi gli atleti che si cimentano in queste competizioni. Sarà una buona occasione per fare progredire le nostre conoscenze.

In contemporanea, per rendere meno solitaria la fatica dei millechilometristi, si svolgeranno gare più brevi, come mezza maratona, maratona, 12 ore, 100 km, staffette.

L’evento ruota intorno alla forte personalità del nazionale della 24 ore Antonio Tallarita (nella foto), che si presenta in veste di atleta e organizzatore. Come atleta, ha tutti i numeri per concludere felicemente l’impresa, nella speranza che abbia recuperato le energie spese nella 24 ore di Fano, dove fu uno dei pochi a correre sotto la pioggia e la grandine. Come organizzatore, questa potrebbe essere una prova generale per testare la possibilità di organizzare una 10 giorni riconosciuta dalla IAU.

Molti hanno annunciato la loro partecipazione per iscritto o a voce, dei quali non fornisco i nomi, non certo per la privacy. Vedremo chi realmente si presenterà sulla linea di partenza e per quale gara opterà. Infatti, molti sono i chiamati, pochi gli eletti.

 
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