Parlare di sport o di edificante fatica oggi, domenica 23 ottobre 2011, mi sembra una bestialità.

La tragica e assurda morte del motociclista Marco Simoncelli mi ha lasciato sbigottito e attonito.

Benché io non ami particolarmente le gare di moto e auto in genere, avevo imparato ad apprezzare la squisita genuinità del pilota nato a Cattolica nel 1987 e la sua tragica fine mi sta lasciando esterrefatto.

Di queste ultime ore anche la notizia (ancora da definire al meglio) di un potente terremoto che ha colpito la parte orientale della Turchia, ai confini con l’Iran. Altro dolore, devastazione, morte.

Non so se ha un senso scrivere (e leggere) queste righe e aspettarsi una briosa cronaca-racconto di un evento sportivo a cui ho avuto il piacere di prendere parte questa mattina, la sempre spettacolare maratona di Venezia, … lo faccio forse più per abitudine che per altro.

7000 atleti, iscrizioni chiuse già ad aprile, hanno colorato e riempito la 26^ edizione della Venice Marathon come al solito adagiata lungo la strada che affianca il corso del fiume Brenta e collega la bella cittadina di Stra a Riva sette martiri di Venezia.

Ho rivisto tanti amici, stretto molte mani e ho respirato l’aria buona dell’agonismo amatoriale che ha animato tutti i partecipanti della odierna corsa veneta, una delle più suggestive ed affascinanti al mondo.

L’organizzazione mi è sembrata efficace ed efficiente, così come ho apprezzato particolarmente il sorriso e la cordialità dei tantissimi volontari presenti sul tracciato; strade perfettamente chiuse, tanti applausi, transito etereo sul mitico Ponte della libertà sono stati gli ottimi ingredienti della manifestazione mentre il passaggio conclusivo attraverso Piazza San Marco è valso tutta la fatica di correre per 42195 metri.

Un saluto particolare a Fabio R., Luca D. e Alvin D.

Oggi, tuttavia, non è il caso di rallegrarsi troppo di un pur bellissimo evento sportivo.