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Gaiole in Chianti (SI) - (La mia) Eroica Running

Ultramarathon - Ultra - Novembre 2011

Premetto che conosco il Chianti per averlo pedalato in tutti i modi: ho pedalato l'Eroica (quando eravamo solo in 50 partenti), in bici da corsa moderna, in bici da corsa d'epoca, ho pedalato i 200 km del percorso lungo, i 130 del medio, i 70 del corto.. Ho pedalato sotto la pioggia, con il sole cocente, ho potuto gustare la ribollita e il panforte, la fettunta e il pane imbevuto nello zucchero: conosco il Chianti in bici e tutti gli organizzatori benissimo. Poi non mi sono accontentata della bici, e ho corso l'ecomaratona del Chianti: la Bulletta, tutti i suoi ragazzi, che meraviglia! E quest'anno incontro Marinangeli durante i 1250 km della Paris Brest e mi annuncia questa ultramaratona, potevo dire di no? Allora, al ritorno dalla Volterra S. Gimignano, mi iscrivo.

Arrivo a Gaiole al sabato pomeriggio, tutto così familiare, tutti così conosciuti: lì incontro Denise Quinteri, che conoscevo solo per le sue foto sul sito, e rivedo Angela, Stefano, Palladino, Rondoni, Simona, Brocci.. Tutto bello, ma un grande dubbio: sono tre settimane che, per problemi più che altro psicologici, non faccio un passo, non mi muovo proprio, dalla Volterra S. Gimignano non ho più messo le scarpette da corsa...

Va beh, torniamo in camper (io e Marco, il mio bimbo adottivo) e si mangia. 6 etti di spaghetti di cui 4 e mezzo se li “scofana” Marco.. Ok, tutto pronto, come ci si veste? Che farò domani? La lunga o la maratona (che comunque è una maratona?). Niente, proviamo a dormire, sarà impossibile, per tutta la notte pioviggina e io sono terrorizzata dalla pioggia: chissà, i miei trascorsi ciclistici, insomma, la subisco proprio, sia fisicamente che psicologicamente...

Ore 5 del mattino: la sveglia e un bel toast per colazione, alle 6 diluvia! "Non parto, non parto, non parto!". Poi mi vergogno di me sessa, prendo giubbino antipioggia, mi riempio le tasche di gel e si va alla partenza: intanto ha smesso e da lì in poi inizia il sogno! Il percorso è bellissimo! Mi aspettavo più sterrato, sono sincera, invece si comincia andando verso Siena, e i primi 10 km sono tutti di asfalto, per fortuna in discesa la prima parte (gli spaghetti erano ancora lì che giravano…). Corro assieme alla Simona, non abbiamo fretta: ha deciso alla fine di partire per la Maratona e non solo per i 15 non competitivi, e ci vogliamo godere questo paradiso. Al 15°, mi fermo al ristoro, e quando arriva le dico: "Visto Simo? Tu che volevi fare solo i 15, adesso avresti già finito questa giornata splendida, e invece il bello inizia adesso…" Poi ci si divide: io mi avvio verso il lungo, lei verso la maratona. In lontananza si sentono gli spari dei cacciatori: in cuor mio, di tutto cuore, spero che sbaglino bersaglio, e si sparino sui propri ammennicoli, in un paradiso del genere, pensare a ammazzare una vita è davvero un sacrilegio!

Il panorama è davvero un sogno: filari di viti di Merlot, di Chianti, di tutti i toni di rosso, di oro, di verde, filari a perdita d'occhio sotto un cielo nero pece con sprazzi di blu cobalto.. I cipressi, le crete senesi, l’alternarsi dei pezzi d'asfalto con pezzi sterrati, facili, accessibilissimi, nonostante la pioggia anche ben drenati.. E cantine, frantoi, ville immerse negli uliveti.. Mi fermo tante volte e mi do della stupida per non aver portato uno zainetto con la macchina fotografica, ma ormai non posso fare altro che mordermi le mani. La strada, per chi ama le maratone piatte, è tutt'altro: il modo di correre che io adoro! Un succedersi ininterrotto di salite, piccole discese, strappi cattivi, pezzi di dolce saliscendi, deviazioni dentro alle strade bianche, tutto segnalato divinamente! (1600 metri di dislivello la lunga e 800 la maratona). Bello anche il fatto che al bivio tra i percorsi, al 25°, giro per il lungo e ci ritroviamo in tre! Bene, così non avrò velleità di classifica o timori di non tenere il gruppetto: ho fatto 40 km in totale beata solitudine! E quei tre li ho poi lasciati tutti dietro, dal 50° in poi… I ristori con ogni ben di Dio (coca cola, the, integratori, acqua, torte, panini, frutta secca, e tanti sorrisi dei volontari): anche il panforte, che buono, ma io non ho mangiato niente, come sempre quando corro. Ho camminato tanto, quando sei da sola non ti viene nemmeno voglia di "darci dentro più di tanto”, mi sono fermata a fare i giochi con dei gattini meravigliosi, mi sono riempita gli occhi e il cuore con quei panorami, con quei colori , con quei profumi, e nonostante il dolore al ginocchio e le vesciche (che non so perché sono una mia piaga che non riesco a risolvere), sono arrivata, dopo 6h22', 5^ assoluta a 50 minuti dalla Casiraghi e terza di categoria, in mezzo trentacinquenni (ho 52 anni, credo che io e la Grandissima Natalina, fossimo le due più vecchie!)

E il resto è storia: il pasta party finale spettacolare con un pecorino da urlo, la premiazione e il bel pacco gara, ma soprattutto la meraviglia di una giornata che doveva essere di pioggia e invece si è rivelata perfetta per correre, per pensare, per sognare, per soffrire! Grazie Giancarlo, grazie Claudio, Furio, Franco, i ragazzi tutti della Bulletta, tutti i volontari e grazie Ausilia, che mi ha urlato al 55° km, al ristoro, mentre passeggiava tranquilla facendo la maratona: “Un abbraccio e alla prossima!”. E grazie Marco: perché l'ho vessato per tutto il tempo e perché è stato bravissimo, in 7 ore ha terminato una gara così lunga e dura, e veniva da una 50 di sole tre settimane fa!

 
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