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Turin Marathon in tv: lo spettacolo degli amatori (un sogno realizzato)

Maratona - Torino - 25^ Turin Marathon

Tazza_fumante_podisti.netLa bellezza di Firenze, osservata da Piazzale Michelangelo, toglie il fiato. Non è il massimo per chi si appresta a correre una maratona, però quando i tuoi occhi spaziano su un panorama tra i più famosi al mondo, è naturale provare una forte emozione. Giù in basso la città è ancora sonnacchiosa in questa stupenda domenica d’autunno ma qui, alla partenza, c’è tanta vita, tanto entusiasmo, tanta bella gente che ha fatto dello sport amatoriale uno stile di vita. È bello guardarsi attorno, cogliere i gesti, i riti, gli sguardi, le parole di così tante persone che oggi sono qui, come noi, non per vincere ma per il gusto di esserci, per provare ad arrivare fino in fondo, per raccontarlo con orgoglio e soddisfazione a chi avrà piacere nell’ascoltarlo.

L’occhio destro si apre poco alla volta, fatica a mettere a fuoco la scritta rossa proiettata sul soffitto dalla sveglia elettronica. Legge 9:20. Una serie d’impulsi nervosi parte dal cervello e, attraversando il mio corpo mollemente adagiato sul materasso, raggiunge la punta dei piedi. La prima sensazione è di estrema rilassatezza, quasi benessere, ma come provo a rigirarmi nel letto la lunga serie di dolori articolari, accompagnata da diverse imprecazioni mentali, mi porta a pensare che dormire a lungo non sia proprio così tanto sano.

Giù in Piazza Santa Croce la postazione dei telecronisti Rai è in pieno fermento. Bragagna controlla il microfono e s’informa con Tomassetti, il regista, sull’organizzazione delle riprese. Monetti è intento a ripassare le sue statistiche che, come sempre, saranno puntuali e precise. Nel camion regia fervono i preparativi, si controllano i monitors, si provano i collegamenti. Su in alto, alla partenza, Orlando Pizzolato e Laura Fogli sono tranquillamente appoggiati alle loro mountain-bikes e si scambiano ricordi del loro glorioso passato, pianificano gli impegni futuri. Elisabetta Caporale, appoggiata alla moto, guarda l’orologio perché manca davvero poco alle nove, è quasi ora di partire. Un ultimo controllo alle cuffie, un’ultima prova di collegamento, la diretta Rai è iniziata e la corsa anche. Allo sparo i campioni scappano via veloci, poche centinaia di metri in falsopiano e giù in discesa. Noi cominciamo lentamente a muoverci, siamo proprio in tanti e, comunque, di fretta non ne abbiamo. Orlando affronta la discesa, senza bisogno di pedalare, a lato del gruppetto di battistrada che si è già formato. Laura è leggermente più indietro e si è appostata vicino alla favorita femminile di questa gara. Bragagna e Monetti hanno iniziato la loro telecronaca e chi è a casa è già stato imbottito di nomi, nazionalità, tempi e pronostici. Sembra la solita cronaca della solita maratona dove, purtroppo, non c’è un Bordin o un Baldini che fanno esaltare ed emozionare telecronisti e spettatori. Qui si snocciolano i dati dei soliti africani che la faranno da padroni e, chi non è proprio appassionato di podismo, ha già in mano il telecomando per vedere se c’è qualcosa di più sveglio su qualche altro canale. Ma questa volta le immagini sono più veloci delle dita che, di colpo, si fermano. Dall’elicottero, dopo aver inquadrato la facciata dello stupendo Palazzo Pitti, le riprese tornano sul percorso della gara e si vede Pizzolato che, mentre pedala sul lungarno, si ferma, gira la bicicletta, chiama il cameraman e torna indietro.

Qualche minuto dopo ho i gomiti appoggiati sul tavolo di cucina, osservo la fumante scodella di caffelatte mentre sto decidendo che cosa, dopo aver versato cucchiaiate di lecitina di soia, inzupparci dentro. Facciamo dei biscotti integrali? Facciamo. Intanto una mano prende il telecomando, i primi canali nazionali sfilano via nell’indifferenza totale, poi anche quelli Mediaset. Scorrono veloci parole troncate di teleimbonitori vari (ma c’è qualcuno che segue davvero certi programmi?), poi l’artrosico pollice destro esulta quando sul video compare la scritta Raisport. Nella sovraimpressione leggo: “Maratona di Torino”. C’è il sole anche lì, come a Monza, lì c’è un po’ di nebbiolina che qui non c’è. Non c’è Bragagna, lo capisco perché un tizio riesce a cominciare un discorso e portarlo a termine senza essere interrotto. Questa telecronaca promette bene.

Bragagna: «Orlando, abbiamo visto che stai risalendo a ritroso il gruppo, come mai? I migliori non sono ancora tutti lì insieme? Noi da qui non ci siamo accorti che qualcuno di loro si sia staccato.»

Pizzolato: «In effetti è così, i migliori sono ancora tutti insieme e la vera bagarre non si è ancora scatenata, solo che oggi non ho proprio voglia di seguire i soliti noti. Oggi si cambia. Se volete mandate Elisabetta a seguire i primi, adesso vado a cercare due persone che voglio conoscere, che meritano un po’ di visibilità come tutti quelli che troverò vicino a loro.»

Le telecamere non inquadrano le espressioni di Bragagna e Monetti ed è un vero peccato, mentre Tomassetti esce di colpo dalla monotonia della solita telecronaca sobbalzando sulla sedia.

Bragagna, balbettando: «Scusa Orlando, non capisco…»

Pizzolato: «So bene che non capisci ma qui, oggi, stanno correndo più di settemila podisti. Non ho voglia di pedalare per oltre due ore vicino a quei pochi che sappiamo già che andranno a vincere, oltretutto raccontando le solite tiritere. Per una volta, perché amo questo sport più del compenso Rai, ho deciso di far vedere a casa cosa succede nelle retrovie di una corsa bella e importante come questa. E non cercate di fermarmi perché vi prendo tutti a calci nel (beep).»

Laura Fogli nella cuffia ha sentito tutto e ride, Elisabetta Caporale si agita sul sellino posteriore della moto e chiama fuori onda in regia: «Ehi, che devo fare? Potevate avvisarmi che oggi c’era un cambiamento di programma. Ditemi qualcosa!»

Bragagna ha l’espressione di uno che ha appena preso uno schiaffone e non sa perché. Si gira verso Monetti che, invece, sorride e fa un gesto molto eloquente che in parole si traduce: “Che ti devo dire?”

Pizzolato: «Se non avete ben capito, adesso ve lo spiego come si deve. Qui ci sono quasi 7500 persone che si sono sobbarcate un sacrificio fisico ed economico pur di esserci. Sono qui per passione, perché amano questo sport e vogliono solo combattere contro il loro miglior personale o sperare di riuscire a finire questa gara entro il tempo massimo. Senza questa massa di amatori italiani ed esteri che pagano i loro bei 40/50 euro d’iscrizione, oltre alle trasferte, agli alberghi e ai ristoranti, che futuro pensate avrebbero queste gare? Credete che ci sarebbe qualche imbecille che rischierebbe di organizzare maratone a Firenze, Roma, Milano, New York o dove volete voi per avere al via qualche decina di atleti di buon livello e basta? Perché credete che ogni volta che si legge un comunicato stampa di un comitato organizzatore la prima notizia che viene messa in evidenza è il numero di iscritti? Perché è la massa degli amatori la vera fortuna di una corsa, se poi gli organizzatori sono bravi a trovare grossi sponsor si possono permettere il grande campione da sbandierare - e da pagare - che magari una volta su dieci fa un record. Se avete paura dello share, adesso vi dico io cosa fare. Sul video aprite tre finestrelle, in una mettete Elisabetta con i campioni, nell’altra Laura con le top runners e nella terza ci sto io con i miei tapascioni. State tranquilli che a casa, quando cominciano a vedere inquadrati i mariti, fidanzati, figli, nipoti o gli amici, si scatena un giro di telefonate infernale perché tutti chiameranno tutti e dallo schermo non si sposta più nessuno. Anzi, volete scommettere che oggi facciamo ascolti da paura? E se vi state (beep) addosso, me la prendo io in diretta la responsabilità.»

Nella telecronaca cala il silenzio, non perché qualcuno abbia staccato l’audio del collegamento, perché le parole di Orlando arrivano diritte come un pugno nello stomaco: lasciano senza fiato. Bragagna che stava già armeggiando con il cellulare alla ricerca del numero del Direttore dei Servizi Sportivi Rai, si ferma. Oltre a essere persona intelligente e preparata è anche uomo di sport e sta sinceramente considerando che Orlando non ha tutti i torti. Una cosa del genere nessuno l’aveva mai nemmeno immaginata e, forse, è arrivato il momento di provarci.

I biscotti impilati davanti alla tazza non sono ancora terminati che sono costretto a rimanere con il cucchiaio a metà strada. Benedetta la calma con la quale sto facendo colazione, pochi secondi più in fretta e mi sarei soffocato. Il giovane telecronista (ma quali santi hai in paradiso, ragazzo mio, per fare le scarpe a un monumento come Bragagna?) informa che sta per partire una novità assoluta, un esperimento tentato per la prima volta. Già ho problemi con l’italiano, figurarsi con l’inglese che mi è sconosciuto, mi sembra di capire che l’esperimento abbia un nome. Newscam. Bene, mi dico, e quindi? Quindi sul video inquadrano in una finestrella a sinistra la testa della corsa, a destra gli amatori nelle retrovie. E succede più di una volta. C’è quello che corre con un cappellino a forma di tetto di pagoda, quello vestito da indiano, ragazze con svolazzanti gonnelline tricolori, tapascioni sorridenti e gesticolanti saluti dietro ai palloncini dei pacers. Il giovane telecronista dice: «La massa degli amatori è davvero un grande spettacolo, sono la fortuna di queste gare.» Faccio fatica a vedere i biscotti residui sul tavolo, l’emozione e la gioia mi velano gli occhi.

«Max, guarda che quello viene verso di noi.»

«Ma figurati, deve essere successo qualcosa, hai visto che c’è anche quello con la telecamera? Che cavolo sta succedendo?»

Pizzolato: «Eccoci qua, siamo tra i corridori nelle retrovie della corsa perché voglio conoscere e farvi conoscere due persone un po’ particolari. Scusate, fatemi passare… salve ragazzi, Massimo e Antonio vero?»

«Scusi, dice a noi? Ma lei non è Pizzolato?»

«Sì sono io, ma non datemi del lei, per favore. Voi non lo sapete ma sono venuto a cercarvi apposta quando ho scoperto che eravate iscritti a questa gara. Leggo spesso e volentieri le cronache su Podisti.net e quindi so che avete fatto la vostra prima maratona a Milano, lo scorso mese, grazie a una mia tabella. Mi ero ripromesso d'incontrarvi dato che non esiste un allenatore che non conosca i suoi atleti. Voi siete l’esempio vivente che volontà e passione abbattono qualsiasi ostacolo, vedo che ci avete preso proprio gusto. Continuate pure a correre, vi seguo in bici e così scambiamo quattro chiacchiere.»

Sarà che Pizzolato è piuttosto conosciuto tra i podisti, sarà che vedere uno con la telecamera accesa ha lo stesso effetto del miele per gli orsi, nel giro di qualche istante siamo circondati da un mare di atleti. Addirittura un po’ più avanti si accorgono del trambusto e, vedendo quello che succede, rallentano per farsi raggiungere.

«Max, mi spieghi cosa hai combinato stavolta? Cos’è, un’altra delle tue genialate?»

«Io? Giuro che non ho fatto proprio niente, non ci capisco nulla neanche io.»

Le parti qui sopra in corsivo sono un estratto di un sogno che feci veramente pochi giorni prima della Maratona di Firenze che ho corso nel 2006. E lo scrissi. Fabio Rossi lo pubblicò con piacere su queste pagine, un “Pandadisgraziato” di mia conoscenza lo fece pervenire a Orlando Pizzolato che lo pubblicò sul suo blog. Errore grave. Dopo pochi mesi non ne poteva più di sentirsi chiedere, e dover dare spiegazioni, del perché una cosa del genere non si poteva fare per davvero.

Sono passati cinque anni e l’artrosi mi ha costretto a diventare un ex podista. Eppure i sogni fanno ancora parte della mia vita, qualcuno lo inseguirò per sempre senza riuscire a trasformarlo in realtà, qualcuno, come avete letto, invece è già realtà anche se lo chiamano esperimento. Fate sentire la vostra voce, fate giungere alle orecchie di chi di dovere che è stato un esperimento riuscitissimo, da provare e riprovare ancora. Già dalla prossima, stupenda maratona, che guarda caso si correrà a Firenze. Urlate forte senza paura perché voi, cari amatori, siete davvero lo spettacolo più bello. Statene certi, davanti a una tazza fumante di caffelatte c’è chi farà un grande tifo per voi.

Ultimo aggiornamento (Mercoledì 16 Novembre 2011 16:20)

 
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