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Firenze Marathon: remember!

Maratona - Firenze - 28^ Firenze Marathon

Firenze_Marathon_2011_collageDiciamocela tutta: cosa ha reso grande Firenze Marathon quest’anno? Il meteo! E’ sempre lui che fa “il bello e cattivo tempo”! E’ il suo modo di presentarsi, il suo modo di giocare, il suo modo di rendere le nostre manifestazioni belle con ricordi piacevoli, diversamente se ad imperversare saranno pioggia, grandine, gelo, vento, i ricordi si affievoliscono, tutto diventa difficile e duro. Sono convinta che, nella scelta dei maratoneti, anche questa variabile è tenuta in gran considerazione, o almeno io quando correvo e ancora oggi quando vado in giro per foto e altro, il tempo è la costante primaria. Banale l’incipit? Beh leggendo il libro di Luigi Mundula, “Io e la maratona: passione infinita”, questa variabile torna molto spesso ed un certo punto, visto che il libro è appena uscito, vi è inserita anche la Firenze Marathon 2010, la più dura da mandare giù. Chi c’era lo scorso anno se lo ricorda benissimo, io avrei detto “mai più!” sbagliando! Pioggia, gelo, vento per tutta la giornata! Chi è riuscito ad arrivare in fondo, ha dovuto fare i conti con il congelamento immediatamente successivo alla gara, Luigi Mundula nel suo libro lo ricorda molto bene e l’ha fatto ritornare alla memoria anche alla scrivente: “Atleti costretti a girovagare per trovare le proprie borse sotto l’acqua scrosciante e il freddo pungente in cerca di riparo”…. E ancora: “La maratona è da sempre una gara molto dura, dove la tenacia e la forza fisica, abbinate ad una mente allenata a soffrire e a non mollare, la fanno da padrone. Domenica a Firenze gli atleti giunti al traguardo hanno dovuto attingere ad altre risorse, se la sono ‘gareggiata’…è stata un’impresa e chi ha tagliato il traguardo in Santa Croce, potrà dire davvero: ‘Io c’ero!’ ”.

Beh, quest’anno è andata di lusso a tutti: atleti, volontari (quelli vanno sempre menzionati, io se fossi nella Firenze Marathon farei una gara successiva apposta per loro, la “Firenze Marathon dei Volontari” con tanto di classifica finale, pacco gara e iscrizione gratuita, of course), media al seguito, e naturalmente organizzatori. Le previsioni degli organizzatori erano quelle di superare il muro dei 10.000, ma, appunto, visto l’anno precedente, purtroppo solo negli ultimi giorni e a “caro prezzo”, le iscrizioni sono volate a quota 8.500; cosi dicono, in realtà alla partenza superavano di poco le 7.000 unità, complice anche lo sciopero dei treni che ha impedito di raggiungere il capoluogo toscano a molti atleti e non, me compresa, salvata “in extremis” dal “centista” Sergio Rogai Menchi, della Rinascita International Montevarchi, che domenica per nulla al mondo sarebbe mancato alla sua centesima maratona, con tanto di pettorale n.100, uno stuolo di amici iscritti e non (regolarmente autorizzati dall’organizzazione che ne era stata preventivamente avvertita). E’ questo è il bello delle maratone e domenica proprio non poteva essere che una giornata bella, meravigliosa direi come poche volte a Firenze! Abbiamo spesso la memoria corta nelle cose, ma questa domenica fiorentina chi c’era se la ricorderà a lungo! E’ stata una festa, nessun reclamo, nessuna contestazione, gente ai bordi delle strade ad applaudire (a me è parso che mancavano i soliti francesi a far “caciara”), in parecchi sfoggiavano vestiti che con la corsa nulla hanno a che vedere, come le orientali vestite da “gallinelle”, oppure come i nostri amici britannici che si erano vestiti chi da escort, trans, Ruby girl, accompagnati in giacca a cravatta dal nostro “ex Presidente del Consiglio”, (poveri noi, come siamo visti all’estero!).

Poi, invece, i politici c’erano davvero: da Renzi, al sindaco di Colle Val D’Elsa, Paolo Brogioni, all’Assessore montevarchino Emilio Mantovani. Ma soprattutto c’erano loro i Maratonabili, un gruppo sportivo che ha lo scopo di far correre i ragazzi meno fortunati, spingendo le loro carrozzine per 42 km. Con loro, mescolato come chiunque altro, nientemeno che il Re di Sparta, Ivan Cudin!

Ivan, sceso dal Friuli soltanto per spingere una carrozzina, senza clamore alcuno, senza pubblicità, nel silenzio totale di una impresa che vale per lui, dice, più di quella conquistata sul suolo ellenico! Ivan Cudin, campione nello sport ma soprattutto nella vita, una vita spesa fra il lavoro di ingegnere, la famiglia, i ragazzini del suo sodalizio sportivo, ma soprattutto la sua Associazione di volontariato di Codroipo, ragazzi diversabili di vario genere con i quali Ivan passa tutto il restante tempo e soprattutto i fine settimana. Non si atteggia, non giudica, non si mette mai in mostra, va fiero a testa alta e con il sorriso sempre pronto sul suo dolce viso. Ti guarda negli occhi con quella purezza da “fanciullo mai cresciuto”, sembra un novello Peter Pan per “bimbi sperduti” come noi, incapaci di toglierci le maschere dell’ipocrisia e del perbenismo a tutti i costi! Un esempio per la scrivente e per tutti noi! I Maratonabili, che hanno origine a Prato, dove molti di loro vivono, compreso i ragazzi disabili, sono la cosa più bella che rimane impressa negli occhi di chi era presente in Santa Croce! Mezz’oretta prima del loro arrivo, Santa Croce invece era stata invasa dal “centista” valdarnese Sergio Menchi con i suoi compagni, tutti arrivati in perfetto orario (avevano pronosticato 4h30’, sono arrivati qualche minuto prima). Una festa e tanto spazio per loro, anche questa è la Maratona di Firenze!

Chi ha vinto realmente al maschile e femminile la gara lo sappiamo, la solita Africa: non ci appartengono, non ci interessa, peraltro non corrono per loro, ma anche per gonfiare qualche tasca di manager pronti a lanciarsi come falchi sulle loro prestazioni. Non riesco proprio a innamorarmi di questi “pupazzetti di colore agli ordini di qualche scuderia, con la compiacenza delle organizzazioni”. Chiariamoci: sono miei pensieri, puri e semplici, confutabili e non hanno nessuna pretesa, nessuna validità, al massimo può avere qualche valenza morale. Loro non ci appartengono, tranne qualche raro caso, ma ci appartengono invece l’undicesimo arrivato, il pugliese Pasquale Rutigliano che ha chiuso in 2h22’, mentre fra le donne si è ben presa la rivincita la fiorentina Gloria Marconi, della Corradini Rubiera, ultraquarantenne, dopo un buio durato anni. Lei che aveva vinto la Maratona di Roma nel 2003, in 2h29’’, aveva vissuto un buio quasi totale negli anni successivi, e a nulla era valso vincere anche una Maratona di Reggio Emilia. Ha vinto tante gare la “Gloria nazionale”, ma nella sua Firenze non era riuscita a vincere la gara più importante! C’è riuscita quest’anno a salire sul podio, terza e prima italiana! La commozione all’arrivo ci sta tutta, Gloria Marconi in fondo è una ragazza semplice e, se vogliamo dirla tutta, spesso mal considerata dalla FIDAL che l’ha esclusa da alcune selezioni, pur avendo i minimi per rientrare.

I primi tre e le prime tre italiani/e sono stati chiamati sul palco e premiati nel mentre continuavano gli arrivi: Pasquale Rutigliano (11°), Said Boudalia (13°), Enzo Piacenza, Asd Dragonero (15°), e poi le prime tre donne, Gloria Marconi (3^), Claudia Pinna, CUS Cagliari (6^), Monica Carlin, Brema Running Team (9^).

Tanti atleti, tante storie e tanti aneddoti di cui alcuni già raccontati in un articolo precedente da Morselli che era presente quest’anno. La classifica dice 6935 arrivati a cui si vanno sommati 16 atleti diversabili, perciò se il conto totale degli atleti “normodotati” è esatto (tranne per i soliti imboscati, pettorali doppiati, copiati, clonati..”io corro pure per quell’amico mio..”, già successo a Firenze!), il computo totale di arrivati è di 6.951 atleti. Perché a mio avviso non si può prescindere, le classifiche di entrambi gli arrivati vanno sommate! Un dato che non sempre è tenuto in considerazione dagli uffici stampa vari. Anzi per quel che ne so, non viene proprio considerato! Non esistono atleti di serie A e di serie B, ma è difficile farlo comprendere, agli organizzatori in primis. Era Alex Zanardi a guidare la pattuglia dei diversabili in handbike, che, ovviamente, si è preso la rivincita e dopo NY ha vinto anche Firenze, dopo la debacle dello scorso anno. Dietro di lui, Orazio Fagone, Sportabilia Alba, e terzo il toscano Fabrizio Caselli, La Strana officina. Al femminile poco menzionata, vince Rita Cuccurru, della società reggiana dell’Apre-Olmedo. L’altra donna partecipante è la fiorentina Chiara Pandolfi. Insime ai maratonabili, sono loro che hanno davvero vinto la gara, sono loro che spesso sono chiamati a far da contorno alle gare, e invece sono loro i protagonisti, ne vorremmo vedere sempre di più nelle nostre gare, tutti quelli che, e sono tanti, la vita ad un bel momento (incidenti, malattie, ecc.) li ha privati di qualcosa. Dovremmo andare casa per casa dove c’è un disabile incidentato o meno e levarlo dal suo crogiolo, portarlo in piazza e dirgli: “Guarda questi qua, anche tu puoi essere uno di loro, un protagonista!”. E’ quanto fa il Gruppo spinale fiorentino, che è nato proprio dalla collaborazione con l’Unità spinale dell’Ospedale di Careggi, il gruppo che poi collabora fattivamente con l’organizzazione della Firenze Marathon, per quanto riguarda i diversabili.

Per concludere, bisogna anche menzionare gli ultimi, giunti abbondantemente oltre il muro delle 6 ore: Daniele Nencioni, club Ausonia e Adolfo Rigoli, Tommy sport e, appaiate, Charlotte Bacci e Cara Mcmillin, rispettivamente inglese ed americana, che hanno chiuso la 28esima edizione della Firenze Marathon, in 6h14’29’’.

E’ stata davvero una bellissima edizione della Maratona di Firenze, come non si vedeva da tempo! Già il tempo! “Non c'è nulla di più prezioso di esso…” (Louis Bourdaloue).

Ultimo aggiornamento (Giovedì 01 Dicembre 2011 22:43)

 
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