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Reggio: Un uomo solo sul traguardo...

Maratona - Reggio Emilia - 16^ Maratona di Reggio Emilia

Titolo un po’ strano per commentare la maratona di Reggio Emilia, ma credo che, se avrete la pazienza di leggere fino in fondo, capirete che il titolo non è poi tanto strano.

Avrei potuto dare al pezzo il titolo “Reggio Emilia: la New York nostrana!”, per evidenziare l’alto grado di soddisfazione degli atleti giunti al traguardo, oppure “Reggio Emilia, la maratona Tricolore”, per sottolineare come il tricolore sia stato sempre presente sulle medaglie “da collezione” fin dalla prima edizione ed a maggior ragione quest’anno che ricorre il 150° dell’unità d’Italia, oppure, facendo un riferimento personale, “Maratona di Reggio Emilia: sempre presente!” per evidenziare la mia presenza sotto lo striscione d’arrivo in tutte le sedici edizioni disputate.

Ma andiamo con ordine.

Quest’anno la mia presenza alla gara non era del tutto scontata: l’età, gli acciacchi, la mancanza di allenamento non solo alla maratona ma alla corsa... e forse un po’ di buon senso avrebbero sconsigliato la mia partecipazione.

Ma uno degli obiettivi che mi ero preposto all’inizio dell’anno era la partecipazione alle maratone di Padova, di Milano, di Sommacampagna ed a quella di Reggio Emilia.

Raggiunti i primi obiettivi, non potevo mancare certo l’ultimo, forse il più atteso, per me.

Quello che mi ha spinto a mettermi alla prova è stata la certezza che qualunque tempo atmosferico avessimo trovato, con qualunque tempo avessi terminato la maratona, magari anche al di là del tempo massimo (beh, sì, una volta partito sapevo che avrei terminato la gara!), avrei trovato Paolo (Manelli) ad attendermi sulla linea del traguardo. Magari intirizzito per il freddo, ma sempre con il sorriso sulle labbra!

Ho subito notato, fin dalla prima edizione, questa sua caratteristica: essere presente ad accogliere tutti: Atleti ed “atleti”.

Atleti (con la “A” maiuscola) sono quelli che concorrono per la vittoria finale o per tempi di tutto rispetto; “atleti” (termine racchiuso tra apici) quelli che corrono per il piacere di correre, quelli che corrono per ottenere un loro record personale (magari di quattro ore, non importa), quelli che “comunque vada, è un successo”, quelli che ....

Tra l’altro lo stesso termine “atleti” (scritto con la stessa grafia) è riportato da Paolo nella presentazione della “16^ maratona di Reggio Emilia”, termine che lui si cuce addosso e che mi accomuna.

Con “l’atleta” Paolo ho avuto il piacere di correre alcune maratone, ma soprattutto la “Maratonina in Santa Croce”, gara che si disputa a Reggio Emilia, nella parte non toccata dalla maratona. La gara è stata una vera lezione sulla storia operaia e sulle fabbriche di Reggio. Lo sguardo del “professor” Paolo si illuminava quando parlava delle officine Reggiane (per la precisione Officine Meccaniche Italiane), famose per la produzione di caccia della seconda guerra mondiale.

Ora spero abbiate capito che la famosa frase “Un uomo solo è al comando; la sua maglia è biancoceleste; il suo nome è Fausto Coppi” (frase che Mario Ferretti pronunciò in una radiocronaca di una tappa del giro d’Italia nel 1949), possa essere modificata, adattandola per l’occasione alla maratona di Reggio Emilia, in “Un uomo solo sul traguardo, sul suo volto un sorriso, il suo nome è Paolo Manelli”, senza mancare di rispetto sia al grande Fausto (di cui mio padre era un grande tifoso, lo si capisce dal nome che ha voluto darmi), sia all’altrettanto grande cronista Mario Ferretti.

Ultimo aggiornamento (Giovedì 15 Dicembre 2011 06:49)

 
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