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Maratona di Crevalcore: nulla senza di voi....

Emilia Romagna - Primapagina

Crevalcore_Maratona_2012_arrivo_vincitoriOra, a distanza di qualche giorno, mi viene difficile comunque riassumere questi due mesi che hanno portato alla nascita della Maratona di Crevalcore.

La sfida era quella di portare la nostra esperienza, fatta di maratone e ultramaratone corse come atleti, al di là del recinto, trasformando ogni competenza acquisita negli anni, in un atto pratico a livello organizzativo. Io e Monica ce lo siamo detti migliaia di volte, nel corso degli anni: “…e se un giorno riuscissimo a portare gli amici a correre sul nostro percorso di allenamento, magari una maratona?”.

 La strada che separa un sogno dalla sua realizzazione credo che dipenda da due fattori, in misura più o meno eguale: crederci e lavorarci. Noi però, siamo stati fortunati. Abbiamo trovato chi ci ha creduto come se non più di noi, armandosi con la pazienza di chi sopporta gli sbalzi di gioventù (a volte i miei rasentano anche l’antipatia, lo so…) e la voglia di fare che veste solo chi fa, e non chi predica o chi mastica critiche e sentenze. Abbiamo incrociato gli occhi di chi ha capito che mettersi al lavoro, per noi significa mettersi a correre… Lo stesso entusiasmo, il medesimo impegno, egual passione.

Portare la maratona nel nostro paese diventava così un impegno, una promessa di quelle che vanno mantenute e curate, come se fosse fatta a un figlio. Ci vorrebbero ore e pagine su pagine per descrivere nei particolari 59 giorni (in soli 59 giorni abbiamo messo in piedi una maratona, e due gare in circuito, 4880mt e 9400mt.)di telefonate, mail, incontri, scontri, rincorse, corse, notti insonni, sabati e domeniche di lavoro, ecc. Ci vorrebbe la stessa pazienza che hanno avuto Claudio Bernagozzi e Gianfranco Gozzi. Dal loro sapere abbiamo attinto come si faceva un tempo dalle persone mature, quando “maturo” era sinonimo di qualcosa che oggi abbiamo accantonato con troppa facilità. Dalla loro passione abbiamo spillato qualcosa in più, per alimentare la nostra.

 Le grandi cose, mi ha insegnato qualcuno che non c’è più, si fanno rubandone un pezzetto a chi le ha già fatte. Abbiamo imparato a “rubare” un po’ di quell’esperienza per farne frutto e unendola alla nostra siamo convinti di aver messo in opera qualcosa di buono. Se c’è un merito in tutto ciò, senza nessuna forma di piaggeria, è da spartire equamente con i 63 volontari della Protezione Civile, della Pubblica di Crevalcore, dell’Atletica Calderara. Con il Sindaco di Crevalcore (in prima linea dal primo giorno, fino alla fine, in piazza), con gli Assessori, il Consigliere Comunale e la Pro Loco di Crevalcore, l’Associazione 3C di Crevalcore. I ragazzi delle bici, a fare da apripista per tutta la gara. Lo Zio Stiv, Lorena, Manlio, Davide, Enrico, i Samper in Baraca (il gruppo che ha allestito il ristoro all’interno del Castello dei Ronchi), la famiglia Lenzi, la famiglia Vaioli, la famiglia Feriani.

Dimentico certamente qualcuno, ma l’emozione che mi parte dentro è grande. Io e Monica abbiamo corso negli ultimi 6 anni di attività agonistica oltre 250 gare internazionali di maratona e ultramaratona. Abbiamo pianto di gioia, a volte, così come di dolore. Ma mai, dico mai, abbiamo sentito scorrere nelle vene un fiume di felicità di tale portata, come quando l’inno di Mameli ha scandito l’ultima nota e il cielo di Crevalcore si è riempito di coriandoli, mentre la Via Matteotti si apriva ai maratoneti. In un abbraccio ideale, quell’immagine ha riunito tutti i nostri sforzi, tutti i nostri sogni, tutte le nostre amicizie. Grazie per averci regalato un sogno. Nessuno di voi può immaginare quanto il vostro sudare abbia riempito, il 06 Gennaio 2012, il nostro cuore.

Per esprimere meglio un sentimento che al momento fatica ad uscire tanto è grande, mi permetto di pubblicare la mail di uno dei partecipanti. Queste parole sono per noi la miglior gratificazione possibile. Per chi invece volesse rivivere quei momenti:

Ciao Amici, volevo ringraziarvi per avermi dato la possibilità di vivere una nuova bella avventura, potendo rivedere e riabbracciare vecchi amici.

Mi avete insegnato molto, facendomi capire la differenza tra il fare le cose per lavoro e farle invece per passione. Nessuna delle Maratone maggiori e blasonate potrà mai essere speciale come la vostra, con tutti i dettagli curati nei minimi particolari in funzione delle esigenze dei podisti. La vostra creatura è una perla. Direi che si può riassumere tutto in un dettaglio, che per molti potrà essere insignificante ma che a me ha aperto il cuore: in quella scritta a mano a pennarello bianco su ciascuna medaglia dal triplo cuore in panno e nei colori italiani che non ha nulla a che spartire con le fredde medaglie tutte uguali che si ricevono nelle altre corse. I vostri visi tirati al termine della manifestazione erano la dimostrazione di cosa comporti in termini di sacrifici e fatica riuscire a realizzare i propri sogni, ma nei vostri occhi si leggeva la gioia di esserci riusciti, di aver realizzato il sogno di portare a correre i vostri amici in una gara vera sul vostro percorso di allenamento”.

 

Ultimo aggiornamento (Martedì 10 Gennaio 2012 14:33)

 
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