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Belluno Feltre Run: ambiente,cultura e storia in 30 chilometri

Veneto - Primapagina

Belluno_Feltre_2012_collageChi ha corso la Belluno Feltre almeno una volta, ne parla come di una top race ad ogni livello.

Una corsa evento, legata al territorio ed all'ambiente, capace di inserire al suo interno attività alternative come la camminata nordica, essendo di fatto la prima tappa del Nordic Walking in Tour, circuito nazionale al top nel walking con i bastoncini.

E poi la staffetta per chi ha meno chilometri nelle gambe o più voglia di ritmi elevati; in tre per squadra, con partenze e cambi ogni 10 chilometri.

Organizzazione a livello top marathon, servizi efficienti, innovazione, rispetto per l'ambiente, sono solo alcuni degli aspetti da sottolineare , guardando alla breve storia di questa corsa su strada.

Meno di una maratona e più di una mezza, ecco il senso che si riassume nella distanza atipica ma regolamentare dei 30km.

Una formula che da un paio di anni a questa parte attira tanto il top runner, quanto l'amatore, sino ad arrivare al cosiddetto "tapascione" domenicale.

Guardata ai suoi albori con malcelato sospetto, la Belluno Feltre si è ritagliata sin dalla prima edizione uno spazio preminente nel panorama delle corse su strada italiane.

Tanta è stata l'attenzione che i podisti gli hanno rivolto, da subito, che lo sguardo attento della federazione ci ha messo poco ad intuirne le potenzialità, tanto da omologarne il percorso sulla distanza regolamentare, applicandole di fatto il marchio di qualità che la ha promossa a regina delle gare ufficiali sul generis, ottimale trampolino di lancio in proiezione maratone primaverili.

Da Treviso, passando per Padova, sino a Roma e quest'anno Milano City Marathon, con la quale si è aperto un ufficiale gemellaggio, le corse sulla distanza olimpica per eccellenza, hanno trovato una manifestazione ideale ed ufficiale in preparazione. Potremmo definirla come la "gemella diversa" della maratona.

Ma poi, guardandosi bene attorno, chi la corre scopre un ambiente incredibile, entro al quale si colloca la Belluno Feltre.

Sei a Belluno e prima di partire basta orientare lo sguardo a 360° per vedere la grandezza della montagna dolomitica, vette immense e spettacolari che abbandoni lentamente, con il monte Serva che ti saluta e sospinge mentre gli dai le spalle.

Carrozze trainate da cavalli ed auto elettriche come capofila, rendono l'idea dell'attenzione prestata all'ambiente. Qui' la regola è centrare i cesti dei rifiuti ai ristori , dove anche la differenziazione è un punto fermo, pena possibili sanzioni a norma di regolamento per i runners meno ecologisti.

Deve essere così, perché in quella domenica di marzo la provincia di Belluno si ferma , chiudendo il transito automobilistico della sua principale arteria che arriva dalla pianura veneta, arieggiando di fatto questo polmone dolomitico.

Scendendo la sinistra Piave il paesaggio inizia a mutare, quando è il territorio di Limana ad offrire allo sguardo i primi tratti prealpini, con quelle montagne che erano poco prima rocciose ed in breve divengono verdeggianti.Il percorso, facile in apparenza, ondeggia e coccola il podista offrendogli visuali panoramiche che ispirano tranquillità, nonostante la fatica che via via aumenta.

Il passo ritmato è come uno scorrer di pagine, entrando nel territorio di Trichiana "città del libro" , la cui piazza è un vociare insistente di incitamento, da parte delle migliaia di persone che assistono a questa festa della corsa.Mentre l'uomo corre , la storia si fa strada ed è presto tempo di incrociare con lo sguardo quell'arroccamento antico che è Mel e, poco oltre, l'ombra lunga che scende dal colle alla sinistra della falcata in costante incedere, proiettata da sua maestà  il castello di Zumelle.

Avanzi accelerando perché ora la strada inizia a scendere, mentre ti avvicini a Lentiai ed il rumore soave del Piave, fiume sacro alla Patria, si fa più vicino. Altra piazza gremita e tanta, tantissima gente che grida la sua gratitudine all'uomo che corre, grazie al quale tutto per una mattinata si ferma, ridando un senso di libertà ai luoghi.

Ora l'uomo che corre non deve farsi ingannare, perché, oltre la chiusa che scavalca il bacino di Busche, si cela l'insidia. Ciò che prima era così rapido allo sguardo, ora diviene improvvisamente rallentato. Il colle del Casonetto è un autentica bastonata a chi, poco prima , si era fatto prendere dal ritmo della discesa. Adesso si sale. Certo, la salita è breve eppure...

Se si passa indenni, il resto è  poesia, rullata di gambe verso Feltre.

Ci siamo, la rotonda di Pasquer immette in Feltre. Lassù  in alto la torre che domina Piazza Maggiore; è  il colle della antica Feltre. Dall'alto del Teatro della Sena paiono giungere le ultime goldoniane parole che incoraggiano.

D'un tratto si è  sotto le mura storiche, la spianata e poi i suoni della festa, musica e richiami di chi commenta le gesta dell'uomo che corre, di colui che si affaccia al salotto buono della città, laddove Castaldi precedette Guthemberg; laddove l'ultimo passo fermerà  il tempo.

Questa signori e signore è la Belluno Feltre.

 

Ultimo aggiornamento (Giovedì 12 Gennaio 2012 22:41)

 
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