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Monteforte d’Alpone (VR) - 18° Maratonina Dem

Veneto - Primapagina
Monteforte_d-Alpone_Montefortiana_2012_Maratonina_DemMonteforte come New York?
Bagài,
ogni volta che parlo con qualcuno e confesso di avere concluso 31 maratone, la prima cosa che fàn a l’è de daga un’ugiàta al mè girovita e dumandà:  “Ma cunt cala panscia lì ta  cùr o ta burlòna giò?; la seconda domanda è “Hai corso la maratona di New York?”.
E’ una domanda ca la me fa girà un po’ i bàll perché sembra che con tutte le maratone belle che ci sono in giro per il mondo, per i profani esista solo quella della Grande Mela.
Se faccio un’analisi razionale non trovo nessun motivo valido per andare a correre a New York; il solo pettorale costa come una settimana di pensione completa in Riviera;  per andarci sei costretto a comprare il pacchetto completo “pettorale-volo-soggiorno” da un tour operator che si fa pagare profumatamente, alla faccia del libero mercato! Si corre in una stagione infame dove il freddo ed il brutto tempo sono in agguato; ti portano alla partenza 4 ore prima e rimani lì come un bamba a barbelare e a pisciarti in mezzo alle gambe; dopo avere corso 42km e tagliato l’agognato traguardo ti devi fare altri 2 o 3 km per ritirare i tuoi panni …
Eppure tutti gli amici che hanno corso New York ne sono entusiasti e fanno di tutto per ritornarci!
Io quest’anno sono ritornato per l’ennesima volta a Monteforte d’Alpone;  credo che la Montefortiana sia la New York dei tapascioni. Se faccio un’analisi razionale non trovo nessun motivo valido per andare a correre a Monteforte; ti devi alzare di notte per arrivare prima dell’alba altrimenti parcheggi a cà de diù; c’è sempre un nebbione da tagliare col coltello; arrivi che fà ‘n frecc da l’ostrèga; c’è una marea di gente che da qualsiasi parte ti giri prendi pestoni e gomitate; i percorsi sono belli ma come lo sono tanti altri; l’organizzazione è buona ma come tante altre.
Eppure tutti quelli che corrono a Monteforte ne sono entusiasti e ci ritornano!
A Monteforte c’ero sempre andato in pulman; ieri ci sono andato … in taxi! Non che volessi fare lo sborone ma l’amico Franco ha “preso in prestito” il taxi del figlio così in 5 ci stavamo comodi nonostante la presenza di due “pezzi grossi” come me ed il Paolone. Sveglia alle 04.00; ritrovo al cimitero di Rho (sigh!) alle 04.45 e partenza; fa un freddo boia ma per fortuna non c’è nebbia; appena fuori dall’autostrada una marea di uomini in giallo ci indirizzano al ritrovo; alle 7 in punto parcheggiamo in un punto strategico a 200m dal ritrovo.
Per la prima volta mi sono iscritto alla mezza competitiva; sono convinto che il modo migliore di vivere la Montefortiana sia tapasciare la 28km e sostare “il giusto” ad ognuno dei 10 ristori: cioccolata calda e briosce, uova sode e wurstel, polenta e salsiccia, ciliegie sotto grappa, i deliziosi rufioi (tortelli dolci ripeni), il minestrone degli alpini, la china calda ed i tortellini all’arrivo; per non parlare dei “ristori abusivi” che molti abitanti allestiscono fuori dalle loro porte.
Però quest’anno sentivo la voglia di mettermi in gioco; la 21km di Monteforte è molto dura con un percorso collinare ed una lunghissima ed impegnativa salita di oltre 4km; a correre in modo serio non ce la faccio però alternando passo e corsa contavo di terminare la gara entro le 3 ore del tempo massimo. E poi, lo confesso, volevo “fortemente” quella medaglia!!!
Durante il viaggio faccio notare a Franco che il suo equipaggio è composto da 4 candidati alle ultime posizioni ed in effetti su 1.106 classificati il  miglior piazzato dei “fantastici 4” è stato Donato in 1.101° posizione ed occupiamo quasi per intero l’ultima pagina della classifica!
Vicino al nostro parcheggio c’è la Cantina Sociale dove parcheggiano i pullman; ce ne saranno una quarantina che sfornano una marea di gente assonnata che parla i dialetti più disparati; ho la sensazione che al ritorno i bagagliai saranno stra-pieni di cassette di vino …
Andiamo velocemente a ritirare i pettorali e poi tutti infreddoliti partiamo alla ricerca di un bar caldo; i più vicini sono tutti affollatissimi; finalmente ne troviamo uno con un tavolino libero e ci sediamo bevendo caffè con … pane e salame per tirare l’orario di partenza; siamo gli unici a berlo liscio; gli altri vanno tutti a caffè con l’antigelo! Sulla parete ci sono delle foto impressionanti dell’alluvione di pochi anni fa; il paese era praticamente sott’acqua.
Intanto la cittadina “scoppia” di podisti di tutti i tipi e tutte le taglie; se New York, che fa più di 8 milioni di abitanti si riempie di 60.000 maratoneti, riuscite ad immaginare cosa voglia dire accoglierne 20.000 per Monteforte che di abitanti ne fa  8.000 ? Eppure le strutture “tengono” e tutto fila liscio; tutto il paese è mobilitato!
Alle 9,30 un colpo di cannone dà il via alla mezza; io parto tranquillo in coda e non mi muoverò più da lì fino al traguardo; fino al primo bivio sono in compagnia di una delle tanta “improbabili corridore” della domenica; è una bella ragazza in minigonna, calze a rete, stivali, giubbotto di piume di struzzo con in testa un cappello rosso a lustrini: “Mì a gò d’avèga sblagià partensa! A gavevi de stàr co quei de le òto mica co voialtre ca andeo sì forte”
Col metodo Compa-Galloway mi sono fatto una tabellina di marcia e riesco a starci dentro; ci sono diversi tratti con asfalto ghiacciato nelle zone d’ombra; non posso correre rischi e vado coi piedi di piombo; splendido il panorama delle colline del Soave coltivate a viti ed ulivi ma la salita è davvero dura e “bastarda”; quando pensi di essere arrivato in cima giri l’angolo e ti accorgi che non è ancora finita; inoltre sù in costa tira un vento gelido! Sul cocuzzolo incrocio e batto il cinque a Cinzia, la gazzella delle Orobie, che corre la Ecomaratona partita un’ora prima e sarò poi felicissimo di vederla salire sul gradino più alto del podio!
Sull’ultimo strappo sono al limite ma stringo i denti; temo di avere sforato ma nella discesa recupero e rientro in tabella; c’è una marea di camminatori da dribblare; i più pericolosi sono quelli che usano i bastoncini da trekking come se fossero dei forconi da fieno …
Purtroppo per noi ultimi “competitivi” i servizi sono spariti; il tappeto del chip al km 10 ha sbaraccato prima degli ultimi passaggi; il ristoro del 10° e 15° km non li trovo più ed allora mi infilo nella bolgia del ristoro alpino; perdo un po’ di tempo e altro ne perdo negli ultimi 2km per dribblare le auto e gli atleti che hanno finito e che tornano indietro carichi del pacco gara (molto ricco e vario).
Alla fine sgarro di 1’ e 23” sul tempo limite ma ricevo la medaglia dalla miss (grazie a Franco che l’ha trattenuta!) ed i tecnici del chip mi inseriscono lo stesso in classifica.
Bagài, non mi vergogno di dirlo: è vero che il percorso era molto duro ma c’ho messo più di tre ore! Così tanto non mi era mai capitato; però  tagliare quel traguardo e mettermi al collo quella splendida medaglia per me è stato più emozionante di quando ho fatto il mio PB! Per un runner credo che sia davvero difficile capire come uno possa sentirsi orgoglioso di avere concluso una mezza in 3h 01' 23" arrivando ultimo; però mì seri cuntent mè na pasqua e molto orgoglioso di me cunt un màl de gàmb ca riesi gnanca a fa i scàl !!!
Dopo esserci cambiati siamo andati al ristoro finale; per avere la mia porzione “doppia” di tortellini ho fatto meno di un minuto di fila! Eravamo in ventimila ma l’organizzazione di Monteforte è davvero fantastica; alla consegna dei pacchi gara tiravano giù i bancali del vaso in vetro con un muletto; sul percorso erano dappertutto; numeri davvero incredibili; vi cito solo quelli del minestrone preparato dai bocia: 80kg di verze, 200kg di cipolle, 80kg di sedano e 80 di carote, 50kg di fagioli, 15 di lardo, 10kg di burro e 500kg di patate; provate solo a pensare come si fa a cucinare tutta sta roba …
Insomma, temo che l’anno prossimo ritornerò a Monteforte,
Ettore “tapascion-pride” Comparelli

Ultimo aggiornamento (Martedì 24 Gennaio 2012 19:26)

 
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