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Castiglion Fiorentino (AR) - 2^ Ronda Ghibellina

Toscana - Primapagina

L’11 giugno 1289, nella battaglia di Campaldino, i ghibellini aretini persero la vita, la libertà e l’orgoglio; allora, i botoli ringhiosi di dantesca memoria, mancarono l’appuntamento con l’onore e con la gloria.

Oggi 29 gennaio 2012, trecento trailer ghibellini armati di determinazione ed entusiasmo, vestiti con tecnologici usberghi, protetti da camagli di pile e letali camelbag e marsupi, hanno reso indimenticabile e avvincente questa seconda edizione della Ronda Ghibellina, in terra aretino toscana.

Dopo l’accoglienza nel funzionale palazzetto dello sport, arricchito dallo stand enogastronomico degli amici della val di Chio e serviti da personale in costume medievale, le truppe si sono rifocillate con il ricco pasta party del sabato e, dopo il briefing pre-gara, tutti a ritemprarsi con un bel sonno ristoratore.

Chi con sacco a pelo nella calda palestra, chi in camper nel piazzale antistante e chi nei B&B del borgo e del contado di Castiglione.

Sveglia, colazione, punzonatura e finalmente pronti alle ore 8, scalpitanti e sbuffanti nel campo di marte, come indomiti destrieri; tesi nell’attesa di un ordine o un grido di battaglia: “Volete la ronda…e che ronda sia!”. A questa esortazione tutti i trailers sono partiti per i sentieri antichi della ronda, chi assassina tredici chilometri, chi valligiana venticinque chilometri e chi ghibellina, la più estenuante e ardita ma anche la più completa e appagante, la winter trail marathon di quarantatre chilometri.

Il percorso, a detta di tutti, molto bello e tecnico, con lunghi tratti in single-track e passaggi fra terrazzamenti di ulivo e vitigni pregiati, veniva qua e là arricchito dall’attraversamento di spettacolari borghi e antiche rovine. La natura, l’arte e la storia sono stati i fili di Arianna che hanno guidato i trailers, provenienti da tutta Italia, lungo il tracciato irto e contorto del contado ghibellino.

La parte più selvaggia del percorso, i ruderi di Larniano, il borgo del Ranchetto e il boscoso borro delle Strosce, saltata la scorsa edizione causa la neve, ha avuto quest’anno la sua meritata parte di gloria.

Il tutto è stato impreziosito da rifocillanti ristori, piazzati in piccoli vicinati montani, gestiti da gente locale con calore ed entusiasmo; il meteo ci è stato propizio, contrariamente all’anno passato, permettendo a tutti di poter ammirare i paesaggi preappenninici di questo estremo lembo di terra toscana.

La cronaca ha detto che Francesco Caroni ha vinto la gara regina, unico sotto le 4 ore dei circa 170 partenti (se è un nazionale ci sarà un perché), seguito da Gian Luigi Ranieri a circa 6 minuti, Ernesto Ciravegna ed Enzo Bentivoglio, arrivati assieme, a circa 35 minuti, mentre Edimaro Donnini, il primo dei locali, a circa 45 minuti. Fra le donne, la gara è stata rivinta da Francesca Nardi, l’atomica in canottiera, mentre la seconda, Cristina Tasselli, come l’anno passato, l’ha seguita a circa 6 minuti; per il terzo posto Federica Cataudella, con un ulteriore ritardo di 6 minuti, ha preceduto di circa 8 minuti Jessica Giovannini e buona quinta con circa 30 minuti di ritardo Mara Ceccini.

Per la 27 chilometri il gruppo di circa 80 partenti, per lo più stradisti alla scoperta del trail, è stato regolato da Alessio Lachi in campo maschile e dall’astro nascente del trail Margherita Battini, in quello femminile. Per l’adrenalinica assassina di 13 chilometri, i circa 60 partenti sono stati guidati da Simone Di Giovanni, per gli uomini, e Maria Chiara Parigi per le donne.

Adesso, davanti ad un bel camino acceso, con lo stomaco pieno di carni arrostire e un bicchierino di profumata grappa in mano; c’è chi rimembra la gioia dalla sfida vinta, chi il piacevole ricordo del paesaggio goduto, chi la rabbia dell’imprevisto subito o chi, come noi, su come fare per rendere ancora più avvincente e sicura la Ronda Ghibellina tre.

E’ vero in questa edizione abbiamo fatto il pieno di elogi, tutto è filato alla perfezione, percorso, tracciatura, accoglienza e ospitalità sono state all’altezza di un grande evento: questo ci rende felici e ci spinge ad andare avanti ancora più motivati, ma sicuramente nessuno del comitato organizzativo dovrà credere di essere apposto, per tanto al grido di “persevera et impera” cominceremo a costruire per il 2013.…alla faccia dei figli di maya.

 
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