Una festa con gli amici di una vita, i familiari, la sua gente. Una festa per i 50 anni di Totò Antibo, mezzo secolo vissuto intensamente sempre a testa alta, sempre proiettato verso un traguardo diverso, un tempo sportivo, poi di vita. L’appuntamento nella sede del Cus Palermo, la società con la quale Totò ha scritto le più belle pagine della sua carriera sportiva e che lo ha proiettato verso i successi in campo internazionale. Una torta, mille abbracci, tanti baci e sorrisi per un atleta d’altri tempi, la gazzella di Altofonte, il più “keniano” tra gli atleti “bianchi”, un uomo che ha combattuto dapprima contro i suoi avversari poi le avversità della vita, contro quello che lui stesso ha definito il “piccolo male”. E in tutti i duelli, in pista e nella vita di ogni giorno, ne è uscito vincitore. L’unico rammarico per Totò è essere stato troppo presto e ingiustamente dimenticato dal “palazzo” dell’atletica nazionale, uno “sgarbo” che Totò non ha mai cancellato ma che è stato ampiamente compensato dall’amore e dal calore che in tutti questi anni gli hanno riversato amici, conoscenti e semplici appassionati. Perché Antibo è un patrimonio nazionale, un esempio per le giovani leve, un atleta che ha dato più di quello che ha ricevuto, un uomo che ha ancora tanto da dare…