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Rubriche - Commenti e Opinioni

Orrera_Davide_foto_Roberto_MandelliE’ oramai risaputo in che misura i social networks facciano parte del nostro mondo, del nostro quotidiano: si condividono links, interessi, si ritrovano amicizie, ci si appassiona a cose che magari non si prendevano in considerazione, (chi scrive attraverso FB si è appassionato alle scienze applicate alla criminologia….) non è un caso, quindi, che il popolo di Facebook sia il terzo più numeroso al mondo.
Come ogni cosa, naturalmente, non bisogna usarli in maniera compulsiva, come ci hanno insegnato i nostri genitori: “tutto può far bene e tutto può far male, dipende dalla misura” ed io, per rispettare questa regola, tra le altre cose, non do' ne chiedo amicizie a chi non conosco di persona.
Ogni regola però, si sa, ha l’eccezione che la conferma, nel mio caso sono due, ed è di questo che voglio parlare.
Innanzitutto voglio dire che sono due eccezioni perché si tratta di due persone eccezionali, persone di sport, ma la loro eccezionalità non sta tanto nei loro curriculum, sebbene siano soggetti dotati di un talento non comune, tanto che entrambi sognano la prossima olimpiade; sono le loro doti umane  a fare la differenza, a fare in modo che io mi sentissi tanto coinvolto da loro.
Sveliamo ora l’identità dei due personaggi oggetto di tutto ciò: si tratta del nuotatore Paolo Bossini e di un membro della “nostra famiglia”: la maratoneta Valeria Straneo.
Ma, come direbbe il mio amato scrittore Lucarelli, “facciamo un passo indietro”.
Era la scorsa primavera, stavo guardando una delle poche trasmissioni in tv davvero edificanti: “Invincibili” su Italia1. In questa trasmissione si parla di persone che convivono con situazioni non facili, ma che nonostante tutto non mollano, vanno avanti. Raccontano la storia di questo ragazzo, Paolo appunto, che, all’apice della sua carriera, scopre di avere un tumore. Il nuoto è la sua vita, oltretutto è un campione, campione europeo detentore del record continentale dei 200 rana, ma soprattutto è un marito, un papà, insomma una situazione psicologicamente devastante, ma lui non è un fenomeno solo in vasca e che si inventa? Tiene duro? No, va oltre, molto oltre: trova il modo di trasformare questa storia in un viaggio, un’avventura, con un solo ingrediente: la serenità.
E’ debole che non riesce a prendere in braccio la sua bimba? Si inventa dei meravigliosi giochi “da seduto”, va a fare una chemio di 4 ore? Si sceglie con sua moglie i DVD da guardare mentre è nel lettino con l’ago nel braccio.
Che altro vuoi dire di uno così se non che è un trilione di volte più grande di chiunque lo batta in vasca?
Non posso farne a  meno, lo cerco, lo trovo su Facebook e ne chiedo l’amicizia, da lui prontamente concessami. E, con l’umiltà di chiunque è stato messo a dura prova dalla vita ed ha capito quali siano i suoi aspetti che contano davvero, quando interagisco con lui spesso mi commenta, mi manda i suoi “mi piace” come se fossi uno del suo “giro” e non uno qualsiasi del popolo di FB che manco sa che faccia abbia o chi possa essere.
Adesso Paolo è fuori dal tunnel, non sa ancora se la sua vittoria sul male è definitiva, ma ha ripreso a gareggiare. Obiettivo: Londra.
Dicembre 2011, sto leggendo “Correre”, precisamente la rubrica di Saverio Fattori, che spulcia sul web curiosità sul mondo della corsa: parla, nel suo articolo, della polemica sbocciata all’indomani della Maratona di Berlino dove sebbene tre nostre atlete abbiano corso tra le 2h25’ e 2h26’, invece di celebrare l’evento ci si inerpica in una serie di discussioni al veleno, oggetto le varie lepri, leprotti, gabbiani e fauna varia che, secondo alcuni, avrebbero favorito tali prestazioni. Sui vari portali del settore due di queste tre atlete e membri del loro staff (allenatori, DS e cose varie) vanno avanti a frecciate, dichiarazioni non proprio amichevoli e cose così. Di questa Valeria Straneo, nulla, non pervenuta; salvo poi andare sulla sua pagina di Facebook dove il buon Fattori trova post nei quali essa manifesta, con candida semplicità, la propria soddisfazione, ed i complimenti di rito degli “amici”. Parla poi di un viaggio con gara annessa a Cipro, del suo clima, insomma di piccole cose con talmente tanta serenità da rasentare la strafottenza. Perché è così che spesso chi è sereno viene visto da chi non lo è: strafottente.
Piccolo passo indietro: io tifavo il Sic, ora che non è più tra noi lo porto nel cuore e tutto ciò proprio perché era così: sereno, ho sempre visto questa sua leggiadria, il godere di ciò che faceva senza altri fini, la performance conseguenza della sua passione e del suo talento e non l’obiettivo primario da raggiungere a qualsiasi prezzo, anche quello di calpestare principi ed avversari, ho sempre visto queste cose, dicevo, come la prima delle sue virtù ed in Valeria ho rivisto tutto ciò quando mi ha concesso la sua amicizia su FB.
Nei suoi post parla dei suoi allenamenti con una semplicità che neanche uno di noi tapascioni, ma non solo: parla delle sue frivolezze, la corsa ai Saldi, l’ironizzare su parti anatomiche del suo corpo, “la parte della mamma che i neonati preferiscono”
Ma anche su piccoli imprevisti che le succedono in allenamento che, ricordiamolo, è la sua professione. Altri magari si arrabbierebbero, lei invece ci ride sopra, sull'integratore che si trasforma in granita durante un lunghissimo corso a 12 gradi sotto lo zero…
E infine, non disdegna mai un commento o un “mi piace” a chiunque posta qualcosa che la riguardi, ringrazia uno per uno quelli che sono stati su fino a tardi la sera per vedere 10 minuti di un servizio che la riguardava su Italia1…
Insomma, stavolta non è un luogo comune definirla la campionessa della porta accanto, una tapasciona superstar che parla dei suoi risultati con tale leggerezza che quasi sembri che chiunque di noi possa fare ciò che lei fa.
Sono felice di avere come amici virtuali due così e non nego che nutro un pizzico di invidia nei confronti di chi, di loro, è amico vero perché se “chi trova un amico trova un tesoro” chi ha trovato sulla propria strada due persone così, altro che tesoro ha trovato tutto l’oro del Klondyke: il deposito di Zio Paperone.
Il Boss e la Vale sognano l’Olimpiade di Londra: per me la medaglia di platino l’hanno già vinta.
A proposito, peccato che nella Maratona olimpica sui pettorali ora ci scrivono il nome, perché Valeria la vedevo bene con un pettorale numero 58…..

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(Foto di Roberto Mandelli - Podisti.Net)
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Ultimo aggiornamento (Lunedì 27 Febbraio 2012 03:08)

 
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