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Lo smemorato Migidio

Maratona - Roma - 18^ Maratona di Roma

Roma_Maratona_2012_TV_aDopo la nostra corsa domenicale, tornati a casa abbiamo seguito parte della trasmissione da Roma, curiosi di vedere come se la cavavano quelli di La7 con la telecronaca della maratona. Prima di partire lancia in resta, ci teniamo a premettere che non abbiamo nulla contro questa emittente che anzi ringraziamo per avere colmato questo vuoto e a cui peraltro va dato il tempo di crescere anche in questo tipo di cronaca sportiva, ricordando inoltre che la stessa emittente di stato che passava il testimone, ci ha spesso lasciati perplessi con i suoi commenti.

Folclore: tanto, troppo. Va bene cercare di divertire i telespettatori non-runner, che altrimenti si annoiano, ma ci sembra che alcuni spunti avrebbero potuto essere sviluppati meglio, se non dall’inviato, almeno dagli “specialisti” presenti nello studio centrale. Mi riferisco alla macchina per “stirare i muscoli” dopo la gara, spacciata per uno strumento di tortura medioevale, oppure alla colazione degli atleti, presentata come un pranzo nuziale dove i top-runner si sarebbero abboffati senza ritegno. Bene il taglio comico iniziale, per carità non siamo in chiesa, ma poi ci voleva qualche precisazione.

Telecronaca Uomini: anche qui ci è sembrato che qualcuno si sia un poco perso. Che Kiprono Barmao fosse al gancio e che Kanda avesse una marcia in più lo si era capito ben prima dell’azione, risultata vincente, del primo. Che poi quando arriva sul traguardo il terzo, l’etiope Abebe Tsega, non lo si degni nemmeno di una menzione, ci sembra un poco omissivo. Come poco probabile l’uscita di un commentatore che vaticinava tempi finali di 2h06 mentre si vedeva che Barmao nel finale non ne aveva più e cercava solo di difendere la vittoria, malgrado un organizzatore continuasse a gridargli di spingere per fare almeno il record (poi mancato) della manifestazione.

Telecronaca donne: peccato perché la rimonta ed il sorpasso della Kimutai sulla Bekele avrebbe meritato maggior risalto mentre se n’è parlato solo quando ormai erano a stretto contatto. Analoga agli uomini l’omissione di citazione della terza, la russa Kovalyova. Sembrava che a Roma premiassero solo i primi due… Sempre sulle donne, solita processione di lepri o accompagnatori con la prima. Curioso il fatto che un “fedele accompagnatore”, quando la Bekele è stata presa, l’abbia lasciata per conto suo per seguire la nuova leader sul rettifilo finale…

Italiani: c’è da domandarsi se corressero, perché non sono stati mai citati. D’accordo che non era campionato italiano, ma in due ore di telecronaca, magari accorciando le indispensabili, simpaticissime ed utili interviste ai politici, si poteva dire come andava Gualdi, oppure salutare l’arrivo del romano Calcaterra. Oppure mentre si aspettavano le donne, citare Carmine Buccilli, primo dei nostri in 2h25’. Idem con patate per la prima italiana Martina Dogana e le altre atlete nostrane. Francamente non sappiamo se siano state citate alle premiazioni perchè non abbiamo resistito ed abbiamo spento. Insomma, che degli italiani non parlino i commentatori “generalisti” forse ci può stare, ma che anche Migidio Bourifa, che ci sta molto simpatico, si dimentichi di citare i suoi connazionali abituali avversari sulla 42 km, ci sembra molto strano. Cosa avrebbe pensato a ruoli invertiti? Ma probabilmente ci siamo persi qualcosa e ci stiamo sbagliando noi.

rodolfo.lollini@podisti.net

 

Ultimo aggiornamento (Lunedì 19 Marzo 2012 15:00)

 
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