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Battista Marchesi perde i guanti, ma non la testa...

Ultramarathon - Ultra - Marzo 2012

“Se otto ore vi sembrano poche, provate voi a lavorare”, recitava il testo di una canzone del 1906 che cantavano le mondine e che Tista ha voluto rielaborare: “Se undici ore vi sembrano poche, provate voi a camminar”.

Lo pensa ma non lo dice a gran voce, credo non sarebbe compreso.

Lui fa persino gli straordinari, il suo è un contratto a tempo determinato che dura solo nove mesi, è un precario anche lui come tanti, ma lui non desidera “un posto fisso”, vuole sempre cambiare. Non ama fare i turni fissi, quando apre gli occhi al mattino, si alza e quest'anno “non tiene neppure la sveglia,” è troppo disturbante, non deve sentirsi obbligato, preferisce adeguarsi alle sue sensazioni.

Sono le 2,40, dopo una colazione a base di latte, muesli, miele e marmellata , è pronto per partire. C'è un freddaccio che arriva dalle montagne appena innevate che inviterebbe a rientrare sotto le coperte; uno sguardo al lago liscio come l'olio e alle barche ancorate al porto che dormono ancora e ...via, si inizia la giornata.

Forse non è del tutto sveglio, ha indossato i calzini dalla parte sbagliata, li ha indossati sulle mani come prevede il manuale delle giovani marmotte nel caso ci si trovi senza guanti con il freddo da affrontare. Si, non è certo una stravaganza, lui afferma di trovarsi a suo agio, e quando ritroverà i suoi guanti perduti, assicura, ne farà volentieri a meno.

Solo dopo alcune ore Tista riuscirà, oltre che a scaldarsi per lo splendido sole, anche ad asciugarsi delle quattro ore di acqua che ieri un violento temporale ha voluto scaricargli addosso.

Oggi la meta, per la terza volta, sarà il lago di Endine, situato in Val Cavallina, con le sue rive di quattordici chilometri che racchiudono le sue acque quasi limpide e dal caratteristico colore verde scuro. Peccato, fossimo stati in inverno, avremmo visto sulla spessa crosta di ghiaccio che si forma su queste acque, scorazzare ciclisti, pattinatori e altri mezzi inimmaginabili, nonostante il divieto imposto per motivi di sicurezza.

Arrivare a Endine non è facilissimo, la strada statale è molto trafficata ed in alcuni tratti molto stretta e pericolosa. Si deve affrontare una salita impegnativa che da Lovere conduce a Sovere, non è certo un problema per lui che trova sempre delle scorciatoie, come lo sterrato a ridosso della Valle del Freddo, oltre il quale si costeggia uno specchio di acqua lungo 200 metri e largo 100, il lago di Gaiano, famoso per la pesca del luccio.

A Monasterolo, un incontro: Lazzarini, un amico di vecchia data che sta correndo trafelato, ma trova un attimo per fermarsi per stringergli la mano, poi, ognuno per la propria strada.

Dieci minuti dopo, Tista, assorto nei suoi pensieri, si risveglia, strabuzza gli occhi nel vedere, sulla strada in un parcheggio, una vecchietta seduta sulla sedia che tranquillamente fa la calza al sole. “Cosa ci fa sulla strada tutta sola?”, le chiede accoratamente il Tista.

E' stato come accendere un cerino: “Mi chiamo Pierina Gardoni ed ho settantasette anni, mi sono sposata due volte, me ne sto in strada perché vedendo la gente che passa non mi sento sola”. Alla parvenza sembra molto arzilla e alquanto loquace, al punto che dobbiamo frenarla, ci sta raccontando la sua vita. Purtroppo non c'è tempo, dobbiamo lasciarla dopo pochi minuti, ma lei non se ne cura, continua a raccontare, speriamo che altri si fermino, per sentire la fine della sua storia.

Tista riparte in fretta e con la voglia di cantare, ma che fa? Al posto di sbuffare, canta. Si, canta per un minuto e non di più, canta una vecchia canzone della mamma, forse inconsapevolmente la vuole ancora con sé, quella mamma che non solo lo ha messo al mondo, ma che lo incita e gli dà la forza di non fermarsi mai.

La barriera

Non conosce la barriera corallina, conosce solo la barriera dei mille chilometri che ormai ha superato, è contento perché dice: “Almeno a questi non ci penso più!”.

Vuole condividere la sua soddisfazione con Mario Maccabelli, colui che economicamente sostiene parte di questa impresa. “Ringrazierò anche tutti gli altri”, replica Tista, “ringraziare uno alla volta mi fa sentire più vicino a chi crede in me”.

Finalmente è finita per oggi, è andata come si usa dire. “Allora vai pure a riposare, insisto io a bassa voce”. Risponde Marchesi col solito totemico sorriso: “Io riposo anche quando cammino, un abbraccio e poi scompare, è giunta l'ora che rimanga tutto solo”.

(Battista Marchesi “Tista” - Nove mesi di corsa, 19.100 Km).

 
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