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Battista Marchesi: un incontro indesiderato

Ultramarathon - Ultra - Marzo 2012

Non succederà mai più nella vita, è successo stavolta, ma si ricorderà per sempre.

Di questo ne è fermamente convinto il nostro Tista, dopo quella breve sosta per un rifornimento su quel muretto, in quell'ormai famoso parco di Costa Volpino. Un freddo insolito gli scivola sulla gamba destra verso la zona proibita, fortunatamente protetta da quel borsello cinto alla vita rimasto aperto pronto ad accogliere l'intruso. Tista si accorge, con calma serafica e sangue freddo, slaccia quel borsello e lo butta via: un sospiro di sollievo, “era solo una simpatica viperella”, uscita dalla tana per farsi un giro.

“Non voleva fare del male a nessuno”, spiega il nostro atleta per niente intimorito, “l'ho lasciata andare, in fondo lei era a casa sua”. La confidenza con i rettili l'ha acquisita anche in America, replica divertito, “là, li prendevo per la coda quando li incontravo per strada, qui è stato diverso, è stata la vipera ad incontrare me, avrebbe potuto tirarmi la coda”. Confida, inoltre: “Ho imparato dalla televisione la tecnica comportamentale in presenza di serpenti: rimanere immobili, una regola da non dimenticare”.

Meglio abbandonare la zona e non pensarci più. Tista si accorge di essere rimasto in riserva, si ferma da GianLuigi Valenti, il benzinaio; peccato si sia dimenticato la macchina in garage, quella vipera lo ha distratto un po'. Per non fare figuracce, spunta un'idea: “Fammi il pieno di amicizia!” dice a Gian che capisce al volo; lo ha visto tante volte, gli stringe volentieri la mano e risponde: “Questa volta il pieno è gratis”. “Meno male”, pensa Tista, “viaggio sempre senza una lira in tasca”, non si ricorda che le lire non esistono più.

Dopo aver calpestato il parco di Esine e passato indenne da un controllo della polizia locale (sul suo disco orario non erano segnate le previste interruzioni di legge), si concede una breve arrampicata per provare la sua prensilità.

Se mani e piedi rispondono ancora bene ai comandi, anche la mente deve darsi da fare e perché non fermarsi alla edicola di Darfo, da Livio, per una sfogliata al giornale? Proprio qui, la tappa è obbligata, quando passa c'è una fontanella cui è difficile rinunciare.

Il calendario giornaliero prevede la visita al laghetto artificiale di Rogno, lo aspetta Michele Zenoni, un giovane candidato alla prossima corsa “Tor des Gèants” di 330 km, vuole carpire al Tista alcuni suoi segreti, almeno si sentirà più tranquillo.

Non sa dare solo consigli, ma sa ricevere anche telefonate di incoraggiamento, questa volta è il turno di Raffaella, atleta dei Runner Bergamo, che alle 12,30 fa sentire la sua voce.

Arrivano intanto tre ciclisti, lo riconoscono, lo chiamano, una toccata di mano e via. Lui è contento, sono segni di affetto privi di veleno; mormora Marchesi: “Gradisco sempre questi gesti dopo tante ore di solitudine, mi rinfrancano lo spirito”.

Gli incontri non finiscono mai, proprio al termine della giornata, al Ponte Barcotto di Costa Volpino, una telecamera della TV locale “Più Valli TV” riesce a bloccare la sua corsa per una breve intervista e per un attimo si sente un vero protagonista, come giusto che sia. Anche L'emittente “Radio Alta” lo ha contattato telefonicamente, un segnale che Tista non è solo.

Anche stamane nonostante i cambiamenti dell'ora legale, alle 2,30 per lui non è cambiato niente, la rincorsa al traguardo dei duemila chilometri non ha avuto contraccolpi.

Anche i suoi piedi, dopo 24 giorni di ininterrotta attività non danno segni di stanchezza, “sono ben protetti”, afferma lui stesso, “dalle scarpe che indosso offerte dallo sponsor (abbigliamento compreso) per questa impresa e al quale rivolgo il mio secondo ringraziamento”.

“Non sono servili inchini”, conclude Tista, convinto che da soli non si va da nessuna parte, la collaborazione diventa un elemento irrinunciabile.

 

Battista Marchesi: 19100 Km no stop in nove mesi. 4° Racconto

 
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