Mi piace tornare tutti gli anni a Gualtieri, anche per correre, certo.

L’anima di Giovannino Guareschi, il suo Don Camillo, gli argini giganteschi del fiume e l’aria fascinosa dell’ inestricabile pianura emiliana mi stregano inevitabilmente ogni volta che ho modo di trascorrerci qualche ora.

Stamane mi sono attaccato il buon numero 74 al petto e ho corso sul collaudatissimo tracciato che descrivendo un triplo passaggio tra la magnifica piazza Bentivoglio e la bellissima campagna circostante, ha portato alla fine i podisti iscritti a racimolare 21097 metri di bella e sana fatica.

Condizioni meteo ideali per correre e scontato dominio keniano (con tempi davvero notevoli) nella gara maschile.

Ottimo l’impianto organizzativo che pur fra ristrettezze e difficoltà varie ha permesso lo svolgersi di una competizione con tutti i crismi della regolarità e della sicurezza; ristori, punti di intersezione stradale, volontari, pubblico festante …tutto al proprio posto, come da copione.

L’aria che si respira in questo fazzoletto di terra (e fra questa gente) non si ritrova da nessun’altra parte; sono stato fermato da ragazzi conosciuti anni fa alla maratona di Reggio, da altri che si ricordavano di me dalle gare degli anni scorsi, addirittura un componente dello staff mi ha ringraziato per le righe di encomio scritte nel 2011 dopo l’edizione passata.

Mai successo con nessun altro.

E quindi, se ancora ci state pensando, fatevi un appunto per l’aprile del 2013, perché a Gualtieri non si può proprio mancare.

A presto.
(Nella foto Edorardo Gasparotto prima del via - by di Stefano Morselli)