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Tista Marchesi: 50° anniversario in corsa

Ultramarathon - Ultra - Aprile 2012

La ricorrenza del cinquantesimo può essere ricordata o festeggiata in tanti modi. Ne esistono svariati di cinquantesimi, ma quello del matrimonio è il più ricordato e ambito. E' il giorno in cui si portano amici e parenti al ristorante nonostante la crisi dica: “No, al ristorante non si può!” Lui invece per i suoi primi cinquanta giorni di corsa non ha scelto il ristorante. Ha preferito la compagnia di un bel temporale che si è scatenato domenica nella piazza di Lovere, dove si trovava per salutare gli amici della Runner Bergamo partecipanti alla corsa podistica Sarnico- Lovere.

E' scappato anche lui come tutti. Non a cercare un riparo ma, dopo essersi incappucciato, in silenzio e in completa solitudine come sempre, ha preferito risalire il fiume incurante delle secchiate d'acqua che Giove Pluvio si è divertito a buttargli addosso, continuando la sua opera, non pago, senza pietà anche il lunedì. Tista ha sempre però il suo buon amico che ogni tanto gli asciuga il sudore della pioggia: il sole. Ecco perché domenica, non a caso, aveva scelto la via lungo il fiume. Battista aveva intravisto uno spiraglio del suo -sole e lui lo ha premiato.

Marchesi sa bene che gli è proibito lamentarsi e nemmeno ci pensa. Le difficoltà le risolve da solo, non gli è consentito neppure piangere dalla rabbia, eppure sarebbe un bel sollievo. Deve invece stringere i denti. Per fortuna non porta la dentiera, altrimenti quante volte l'avrebbe spezzata. Anche lui è un umano, soffre e gioisce come noi, ma nel suo mondo, ai confini tra realtà e fantasia, a volte non gli è consentito lasciarsi andare a facili sentimentalismi. E' come se dovesse trasformarsi in un guerriero, indossare l'armatura per proteggersi dagli attacchi che giungono da ogni dove, commutare la sua proverbiale mitezza in un gagliardo atteggiamento che gli consenta di superare ogni avversità.

Ecco perché è utile sapere senza poter comprendere, come sia difficile correre e camminare dieci ore sotto un torrente di pioggia e trovarsi ad una trentina di chilometri dall'albergo senza la possibilità di cambiarsi gli indumenti che, inzuppati di acqua, non ti permettono neppure di fermarti se non per pochi minuti. Perché il freddo non perdona. Tista sa che deve camminare e correre sempre senza fermarsi mai.

Certo, avesse il camper come il suo antagonista, il francese Serge Girard che nel 2005 corse da Parigi a Tokyo in 260 giorni, sarebbe tutto diverso. Sul camper, lo staff al seguito ti può preparare un the caldo alla bisogna, invece di lasciarti ingurgitare acqua fredda. Inoltre, un battito di mani e -voilà- il ricambio di vestiti eccolo qua, ma per Tista questo non si fa. Lui quando arriva deve fare il bucato, i calzini e le magliette non le può buttare, solo Serge lo poteva fare.

Se gli succede di farsi fregare l'ombrello dopo averlo nascosto fra i cespugli due ore prima e poi...non ritrovarlo più, va bene lo stesso. Se poi torna in albergo affamato, me la prendo: “Poffarbacco, non va bene, è solo colpa sua”, mi viene da pensare.

“Cosa hai combinato per tornare affamato come un lupo?”, chiedo con un curioso sospiro. “Non è successo niente”, spiega mestamente, “ho incontrato un ragazzo di colore lungo il fiume, mi ha chiesto da mangiare. Gli ho allungato due panini, gli ultimi due”. “Bella scoperta, spero non si ripeta più, se rimani senza carburante a casa come ci torni?”, lo riprendo.

Dar da mangiare agli affamati è la prima delle sette opere di misericordia corporali che Tista deve aver letto da qualche parte. Ed io che pensavo leggesse solo il manuale delle Giovani Marmotte.

Ecco spiegato il non risentimento nei confronti dell'extracomunitario nonostante il “fattaccio dell'anno precedente”. Tista l'è fat sö sse (Tista è fatto così).

Nonostante tutto, sopporta in silenzio ma sa trovare una giusta armonizzazione e un recupero dei suoi patimenti quando incontra amici ed estimatori che gli stringono la mano.

Domenica, infatti, al Gazebo della sua squadra, nonostante la breve sosta, non ha mancato di salutare l'amica Federica e un gruppo di runners clarensi, Sergio Vertua e Alessandro Cenini, affiancati dalla “non solo runner”,ma anche forte alpinista, Enrica Vezzoli.

Anche Max Ronchi e Bruno Spinedi hanno portato il loro saluto a nome di tutti i 150 e più Runners Bergamo, giunti al termine di questa competizione diventata ormai un appuntamento irrinunciabile per l'attrattiva del suo percorso lungo il lago. Un lago che con le sue acque aiuta a sopportare la fatica dei 26 chilometri da percorrere.

La mattinata, invece, è stata caratterizzata da un altro felice incontro in località Laghetto di Rogno, un’ulteriore carica alle batterie del Tista, con il sessantenne Claudio Camusso, un tosto atleta di Pian Camuno, vincitore della 100 km di San Giovanni Lupatoto, il quale ha voluto onorare l'incontro nonostante si trovasse in zona solo di passaggio con una breve corsa, per mostrare al Tista di essere un campione come lui. “Ci siamo conosciuti nel 2009”, racconta brevemente Claudio, “proprio a Montisola quando la montagna si infuriò e lo prese a botte costringendolo al ritiro”.

Insomma, oggi una grande giornata per il nostro atleta, che per il suo cinquantesimo giorno non ha voluto torte, come non ne vuole per il suo compleanno. Oggi solo buoni pensieri e uno sguardo all'orizzonte in vista della prossima destinazione: Montisola.

Battista Marchesi:19100 km no stop per nove mesi

 
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