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Aprile impossibile? 1° Maggio alla carica!

Rubriche - Commenti e Opinioni

Ero rimasto in sospeso l’altra sera con la promessa di stilare il bilancio di un mese d’aprile (favolosamente) impossibile, ma, nel frattempo… è scattato l’imprevisto, un misto di casualità, inspiegabile intreccio di eventi, passione allo stato puro.

Stuzzicato da amici podisti e dalla curiosità di provare una manifestazione nuova, ieri mattina ho corso il trofeo Saugo, ruspante gara di corsa in salita dislocata in territorio comunale di Breganze.

Contattato il fraterno Roberto (Hoppy) e combinata la compagnia per la nuova avventura, martedì 1° maggio, festa dei lavoratori, ore 9, pronti e via. Non ricordo di aver visto giudici di gara e di percorso, né di aver sentito spari-starter, ma tutto è iniziato e si è svolto nella massima correttezza e sana voglia di salire all’arrivo. Faccio fatica a quantificare il numero dei partenti (un centinaio?) così come conoscendo poco la zona, non so dare nomi alle località attraversate e raggiunte via via lungo i nervosi e impegnativi 7.2 km di tracciato (prima parte con salita di circa 800 metri ben corribili, successiva discesa, tratto di piano e successiva lunga salitona, non durissima, ma che presa a ritmo deciso poteva essere un “problema”).

Ottimo l’ultimo terzo di gara con divallamenti continui prima del breve e feroce strappo finale, modello Vertical Kilometer. Ma al di là di considerazioni tecnico-tattiche, quello che mi resta della bella mattinata corsa grazie al Trofeo Saugo, è essermi ritrovato ancora una volta in mezzo a tanti amici podisti e aver corso bene (chiudendo 23° classificato in 30’34”), senza ansie, spasmi e allucinazioni di sorta.

E grazie anche a Sabry che, con i suoi (splendidi) commenti affilati, mi ha indotto ad attaccarmi un pettorale (imprevisto) anche oggi.

E che dire di tutto quanto vissuto, corso e accaduto nell’appena svanito mese di aprile, il mese dell’Impossibile scappato? Tutto e niente, delusione (un filo) ma la consapevolezza (desiderio) di sapere di poter provarci ancora, senza indugi e stucchevoli “moine” da middle-class, quasi serie C fallito.

Le 2h52’11” che ho impiegato per correre la maratona di S.Antonio, mi soddisfano davvero e by-passano il personal best mancato: dopo un bel po’ di tempo sono riuscito a galoppare a ritmo gagliardo (per le mie possibilità), divertendomi e la cosa mi ha lasciato in eredità la convinzione che ho (probabilmente) ancora un po’ di tempo per riprovarci (senza scadere nel ridicolo). Il fascino di Padova, di Prato della Valle, dei 42195 metri, tutto splendido, tutto da rifare.

Ma se volete saperne di più leggete a ritroso sul mio blog e rianimate emozioni e pensieri del pre-Padova e delle sue lontanissime origini.

E Gualtieri e la sua maratonina sportiva, dov’è finita? Dimenticata dietro al palcoscenico patavino?

Per niente… La prestazione incoraggiante del 9 aprile in terra emiliana, unitamente all’introvabile cortesia della gente del posto, mi hanno decisamente caricato quanto (quasi) bastava per proseguire nell’avvicinamento del 22 aprile. Di certo, se apparterrò ancora alla categoria dei podisti-amatori-cacciatori di sogni, nel 2013 tornerò per la quinta volta in Emilia sulle strade di Giovannino Guareschi e di Ligabue… perché è quasi come essere a casa.

Ma ora basta, bando alle chiacchiere, c’è un maggio da urlo da correre.

A presto.

 
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