Pontremoli - Roma con 40km al giorno da macinare per 10 giorni: questo "stupendo" pensiero mi ha tormentato per parecchi giorni; sinceramente non sapevo cosa fare se accettare la sfida oppure gettare la spugna e mettere il tutto nel dimenticatoio.

Conoscendomi, ho subito optato per la prima, ma come secondo dilemma si è presentato il pensiero di come preparasi ad un avvenimento così importante, visto che era la prima volta che mi si prospettava un appuntamento così impegnativo.

Per cui, dopo qualche consiglio da parte di cari amici (Fanfoni, Passerini, Biondini e ovviamente il Dott. Beltrami), ho pianificato un mio piano di avvicinamento all'evento: 2 sedute di pesi e 3-4 di corsa, ovviamente settimanali.

Ho cominciato ad allenarmi i primi di settembre e per fortuna il tutto è scivolato via senza nessun problema; il mio impegno è stato sempre ineccepibile in quanto (come ben sapete) la motivazione della "mega maratona” era a scopo benefico.

E' questa la grande motivazione che mi ha fatto continuare ad allenarmi con grande impegno e tenacia.

In questa corsa non era prevista nessuna classifica, nessun pettorale, ma soprattutto non era previsto "nessun ritiro" da parte di ogni singolo componente della spedizione;questi erano i patti fatti alla partenza tra noi tre podisti (Francesco, Riccardo e il sottoscritto) e i due splendidi ciclisti (Lorenzo e Stefano). Tutti dovevamo arrivare a Roma!

In 10 giorni abbiamo fatto tanta strada assieme, momenti in cui abbiamo riso ed altri in cui ci siamo fatti coraggio a vicenda; 10 giorni in cui il valore vero dell' amicizia ha superato i tanti momenti di sconforto e di fatica, il tutto per regalare un sogno di speranza e di tenacia a i pazienti del giardino riabilitativo.

Non si poteva non arrivare a Roma, era dovuto a noi stessi, ai nostri cari, a tutte le persone che ci sono state vicine, ma soprattutto a tutto il personale del reparto di medicina riabilitativa.

Ho avuto la grande fortuna di correre le dieci maratone senza nessun problema fisico: questo mi ha permesso di vivere l'appuntamento serenamente e con grande gioia.

Gioia che si è trasformata in immensa commozione quando stasera, andando a trovare il Canna in ospedale (n.d.r. Francesco Canali), mi ha detto con un filo di voce: "Grazie ragazzi per quello che avete fatto!"

E con questa insostituibile medaglia al collo sono uscito dalla stanza...

(n.d.r.: Gianluca Manghi è uno degli spingitori di Canali, che dal 20 al 30 aprile, partendo da Pontremoli è arrivato a Roma di corsa, insieme a quattro amici (tre podisti e due ciclisti) per promuovere la costruzione del Giardino Riabilitativo per i malati colpiti da Ictus dell’ospedale di Parma).