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Cagnano Varano (FG) - 9^ Maratona del Gargano

Puglia - Primapagina

Fare 1300 km, in 24 ore, andata e ritorno, per partecipare alla Maratona del Gargano, è una cosa "abbastanza" normale per molti di noi che apparteniamo al club dei Supermaratoneti; oltretutto, uno di questi, Roberto Trinelli, ne ha fatti complessivamente 1800, per raggiungere nuovamente Torino, in quanto il punto di ritrovo era a Bologna. La squadra era composta, oltre me e Trinelli, da Gemma, Bigi, Manferdini, Capeci e Caretti.

Sono partito da Prato alle ore 6 del sabato mattina e, dopo breve raccomandazione al bar Las Vegas di lasciarmi un cornetto caldo per la mattina successsiva, lasciando con gli occhi "strabuzzati" come al solito il barista, ho raggiunto Bologna per il primo "carico" e via, via ho raccolto gli altri lungo la riviera romagnola.

L'arrivo a Cagnano Varano, luogo di partenza della maratona, prevista per le 16,30, è avvenuto un paio di ore prima e ciò ci ha permesso di riposarci un poco, al fresco delle piante che circondano la piazza principale del paese. Assolti gli iter burocratici, pettorale, pacco gara e logistica, è iniziata la preparazione per affrontare questa gara che ho scoperto, correndola, non essere per niente facile.

Dopo 3 km dal via, inizia una salita "pedalabile" di circa 15 km, quasi ininterrotta, che mette in difficoltà chi non è preparato adeguatamente. Dopo la metà si torna indietro con, ovviamente, un percorso più docile, ma la calura accumulata ed i muscoli provati dalla salita precedente, sono sottoposti in lieve discesa, con l'arrivo al suolo più diretto, a rischio crampi.

L'arrivo, poi, previsto nuovamente in salita per oltre un km, è la classica ciliegina sulla torta per chi vuol capire di che pasta sia fatto!

Questo non vuol dire che il percorso non mi sia piaciuto, anzi, lo stare a ridosso della verdeggiante collina con i profumi di menta, ginestre e resina di pino e con la vista bellissima dall'altro lato della strada del mare e del promontorio del Gargano, è stato bellissimo, anche se la fatica accumulata ti faceva rivivere questi momenti nel dopo corsa, magari durante il viaggio di ritorno, nella notte e fino all' alba, servendoti pure come rimedio per non addormentarti alla guida.

La partenza della maratona è stata molto carina, con la banda e l'inno di Mameli. I tre gonfiabili posti a breve distanza facevano da cornice, insieme a piante di ulivo, al primo tratto di strada, pieno da ambo i lati di persone pronte ad applaudirci. L'arrivo ha esaltato ancora di più la riuscita della manifestazione. Non mancava proprio nulla, dal cocomero ad ogni tipo di bevanda, dolci, tutti rigorosamente fatti in casa, opera delle numerosissime volontarie che con la loro gentilezza e grazia hanno mitigato non poco la fatica del dopo corsa.

Il pasta party altro non era che una vera cena, dove la pepata di cozze la faceva da padrone. La musica a ritmo latino-americano ha prodotto un effetto boomerang sulle nostre giunture: per molti di noi sono spariti tutti gli acciacchi e quell’inconsueto stretching a base di contorsioni varie, con tanto di finale con "trenino ", hanno avuto un effetto benefico.

Le premiazioni con tanto di palco sono state molto generose, oltre ad un pacco gara molto ben assortito in considerazione, oltretutto, del costo del pettorale.

Che dire a Pasquale Giuliani, organizzatore dell' evento ed al suo staff, se non grazie di avermi ed averci fatto passare una giornata indimenticabile.

Ne è valsa proprio la pena!

 
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