Cosa mi ha spinto a desiderare così ardentemente l'a.MO.RE. ?
Vègia Brianza. L'ho sempre Amata e rispettata. Così bella e misteriosa, non l'avevo mai vista. La Mia Brianza, dal termine celtico 'Brigg' – altura -, con le sue 'Terre Alte' - così venivano indicati i primi antichi rilievi del Nord Milano - mi ha da sempre attratta. Così, per gioco e curiosità, si è attivato in me un progetto che si è alimentato negli anni dai racconti minuziosi dei miei cari amici podisti protagonisti in prima persona di questa avventura.
Ho accettato la sfida con me stessa e mi son detta " Vai Ale, non puoi perderti questo 'CONCENTRATO DI FORTI EMOZIONI' ".
Addì, 23 giugno 2012:
Il Giorno tanto atteso è giunto: mi ritrovo tremante di paura sul palco di Monza con al fianco i miei 2 compagni d'avventura. Enrico, il messere alpinista, ci presenta come si conviene alle star e agli eroi, pare di dover affrontare una missione e in cuor mio è così che mi sembra...una 'mission impossible'...un "pronti VIA al numero 39" (ironia della sorte il pettorale contiene il numero 3 e i suoi multipli, "nulla accade per caso", l'amico Nino spesso me lo rammenta) e si parte! Lascio alle mie spalle l'Arengario e con esso le paure e le tensioni, accumulate durante l'attesa, finalmente, si dissolvono nell'aria afosa di una sera di inizio estate.
Si inizia a correre lungo la passerella e il pubblico è festante, l'immagine è fantastica, l'ho impressa come uno scatto superbo del caro amico Mandelli, mi sento catapultata in un'altra era: questa sera sono una Principessa scortata dai miei fidi e valorosi guerrieri. Ha inizio l'avventura con lo sguardo rivolto al 'Monte Sacro'.
Siamo un trio perfetto, c'è sintonia, siamo un corpo e un'anima, siamo il TRIANGOLO dell'a.MO.RE., 3 -il numero perfetto- in 3 si affrontano meglio le avversità non si è soli, abbiamo tre paia di occhi per scrutare meglio l'orizzonte, il paesaggio notturno è sorprendente, i boschi lasciano spazio ai pianalti e il paesaggio collinare di grande fascino nel quale si aprono scorci suggestivi verso il tanto agognato Resegone distolgono i nostri sguardi affaticati dall'asfalto. Nell'aria si avverte un'aura positiva che aiuta ad alleviare la fatica, i nostri passi scandiscono il tempo, il loro suono è una familiare compagnia, tre paia di gambe hanno trottato e danzato, i nostri respiri affannosi farciti di sorrisi forzati, le smorfie di dolore e le grida per incitarsi a vicenda mi hanno incoraggiato a proseguire più determinata, tre paia di mani che si sono cercate, intrecciate, sostenute, un giocoso tiro alla fune su per i ripidi pendii. I nostri sono stati 3 cuori che hanno pulsato e battuto all'unisono per interminabili secondi minuti ore... Serviva grinta! E ne avevamo ancora per l'ultimo sforzo, salire ancora più su... su... su verso la vetta... Finché, in prossimità della croce, ho iniziato a sentire in lontananza dei suoni, scrutavo tra i folti rami desiderosa ormai di condividere un abbraccio con chi aveva già concluso questa mitica sfida, e quando ho intravisto la flebile luce della Capanna Monza ho riconosciuto il nostro FARO, ho gridato "Giampi, Enzo ci siamo è fatta, ce l'abbiamo fatta" ci siamo presi per mano e sono scoppiata in un pianto, un pianto liberatorio, c'era tutto in quel pianto, gioia, dolore, sofferenza, allegria, ero confusa e felice e in quel preciso istante tutti i miei 5 sensi venivano appagati: ho assaporato anch'io "il CONCENTRATO di FORTI EMOZIONI!
Il mio sogno si è avverato, complice  l'a.MO.RE! ( la MONZA RESEGONE).
p.s.  Doverosi ringraziamenti devo al mio paziente coach, mio compagno di vita, per avermi per mesi supportato e sopportato!

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(Foto di Roberto Mandelli - Podisti.Net)  SERVIZIO FOTOGRAFICO

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