Monza - 52^ Monza - Resegone
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E sono 6!
Di seguito, ognuna diversa, ognuna con la sua storia da ricordare, più che da raccontare. Sono 6 anni ormai che ci provo e che non riesco a spiegarmi perchè lo faccio: per me è una prova durissima e nonostante la tenacia del mio coach, l’allenamento pianificato è sempre più duro da rispettare.
Ma la faccio e adesso, che sono accasciato sul muretto del ponticello di Erve, dopo aver sfiorato la chiusura del cancello delle 4 ore, non so proprio come venirne fuori.
La testa mi scoppia, lo stomaco è un contorcersi irrefrenabile ed io non riesco a ragionare.
Guardo desolato Gianluca e Giorgia, sono ormai due ore che cammino trascinandomi ancor prima di Calolzio, quando Gian, con un sussurro, sincero ma disperato, mi aveva detto che Paolo, se voglio, mi può caricare in macchina a riportarmi a casa...
Vedo passare tante squadre, alcuni li conosco e non ho il coraggio di guardare...sento Gianluca che tranquillizza degli amici che passano...Cosa faccio? Gian, cosa facciamo? “..me lo devi dire tu!..” Ha ragione, ma io non so neanche immaginare come muovermi da quel muretto. Poi, improvvisa la decisione di alzarmi, accennare un passo, fare la foto di rito sul ponticello, e da lì in poi un festival di emozioni, voci, immagini, che non mi mollano più e che, ancora non so come, mi tengono in piedi. Vedo Gianluca che cammina davanti a me sul Pra’di Rat, come se stesse accompagnando un bambino, senza forzare, anzi, facendo finta di stupirsi che sono lì, attaccato a lui, senza mollare, per incoraggiarmi... Vedo un ragazzo in barella alla bocchetta, con il telo termico e quasi l’invidio...
Ma poi finisce tutto, la strada si fa dolce, supero qualcuno che si blocca perchè esausto, vedo Enzo che desolato aspetta un soccorso e provo a spronarlo, come ha fatto lui con me sui gradini di Erve, ma non riesce neanche ad alzare la testa.
Ormai è fatta e incredibilmente, salto davanti a qualche altro “semi-cadavere” come me e arrivo, poco prima delle 6 ore. Giorgia esulta, Gianluca pure, ma io scappo per sdraiarmi sull’erba e riprendere il lento contatto con il mio fisico, e guardo il cielo e ringrazio Dio e capisco che, forse, il senso di tutto questo è nell’armonia che mi circonda.
Sono arrivato in tempo, insieme ai miei compagni di innumerevoli chilometri e, anche se per una manciata di minuti, ho rispettato l’impegno con loro, sono in mezzo a tanta gente felice, che scherza e si abbraccia...come si può rinunciare a tutto questo spettacolo?
Però...c’è la crisi del settimo anno...mah, vedremo, per adesso..mi (ghe) lu fada!!!
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(Foto di Roberto Mandelli - Podisti.Net) SERVIZIO FOTOGRAFICO
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Ultimo aggiornamento (Mercoledì 27 Giugno 2012 01:38)