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Pogliano Milanese (MI) – 2^ Curèm per Pujàn

Lombardia - Primapagina
Anche le tapasciate nel loro piccolo c’incantano!
Bagài,
domenica non potevo mancare a questo appuntamento; praticamente si correva sui miei sentieri , lungo il “mio” anello da 5,5km intorno al Bosco Oasi del WWF di Vanzago.
Pogliano confina con Vanzago con cui condivide la stazione FS; molti poglianesi sono miei compagni di sventura ogni mattina alla stazione … Storia e leggende metropolitane si mescolano nel ricordare che ai tempi degli Sforza ‘l boia del Milan a l’era vùn de Pujàn e allora … Pogliano a l’è restà ‘l paès dal boia e quei de Pujàn a ‘in i boja de Pujàn !!! Nei nostri paesi non si è mai  persa l’abitudine di “battezzare” con appellativi ludico-sfottenti gli abitanti dei centri vicini; ad esempi mì sùn restà un guzetùn de Muntòden.
Sotto i tendoni della festa del boia c’era il ritrovo della manifestazione con panche e tavolate; i servizi erano quelli dell’adiacente campo sportivo. A Pogliano ho  fatto il gruppo Road; eravamo in 49, tutti puntuali e scalpitanti; alle 8,15 ho dato il via al gruppo e … li ho lasciati andare, ingranando da subito il mio ritmo tranquillo; dopo un pezzo di alzaia dell’Olona (bagài, che spùsa!) abbiamo attraversato le vie centrali per poi uscire verso la Cassinèta, un agriturismo ruspante con allevamento di polli e trattoria dai menu genuini e gustosi più volte apprezzati dal Compa. Dopo solo 2km trovarsi davanti il ristoro offerto dai gestori con salame, mortadella e uova sode è stato un invito … assassino.
La sorpresa della giornata è stata Maria Grazia, mia moglie, che ha deciso di partecipare con le sue amiche camminatrici.
Dopo il bivio nei pressi dei resti del cimitero vecchio ho infilato il sottopasso ciclo-pedonale per arrivare al mè paès, Vanzàg! Dopo un breve tratto mi sono trovato a la cassìna di Furlàn, punto di partenza del MIO anello di 5,5km attorno al Bosco del WWF, quello che faccio quando dovrei allenarmi; è un percorso che conosco come le mie tasche ma che mi emoziona ogni volta; faccio una breve sosta per “agitare le acque” sòta l’umbra dal murùn in dùe da solìt lasi giò la bici e ne approfitto per cogliere qualche frutto succoso; dopo un bel passaggio si torna sull’asfalto; è un tratto di 1,1km in cui il sentiero non costeggia la recinzione; saluto la biundìna  cui ciapèt da foèra in da la sua pustassiùn; pòc  prima da la Pujanasca sa gira giò verso la Cascina Bosco che, come dice il nome, si trova in mezzo al bosco; vi abitavano i nonni della Silvia, noti come i Buschirò. Nonostante i tentativi dei figli di portarli in una casa “in paese” i nòni Buschirò sono rimasti nella loro cascina fino alla fine; la cascina è a 200m dal sentiero ed allora ‘l Buschirò aveva costruito, dove passavamo noi giuinòtt in braghèt, un bel bersò con panchina ombreggiata sfruttando una siepe, degli alberi e qualche asse di recupero. E passava i pomeriggi seduto al fresco in compagnia degli amici che andavano a trovarlo e di un fiaschetto  di frizzantino càl sùdava mè nùalter. E ci salutava tutti con qualche battuta e sfottò e ci offriva da bere ed era diventato il nostro amico Buschirò e da quando se n’è andato ci manca molto.
Ora il bersò tutto in rovina e la cascina quasi abbandonata provocano un po’di nostalgia ; tiro dritto e costeggio la Cascina Gabrina dove il WWF organizza feste e pranzi ecologici a tema;  lasciato il largo sentiero di accesso si imbocca un km di sentierino single-track (tradotto: se pàs vùn a la vòlta) dove incrociare una bici crea qualche problema; passiamo sul ponte del canalìn, ramo secondario del Villoresi che alimenta i laghetti dell’Oasi dove nidificano varie specie di uccelli e fanno tappa molti migratori; d’estate le sue sponde si trasformano in Vanzago-Beach!
Al termine del sentiero c’è una piccola deviazione forzata; il temporale della scorsa settimana ha sradicato una siepe; passiamo di fronte al cancello di ingresso dell’Oasi e dopo qualche centinaio di metri entriamo nella parte più bella del percorso, un bosco fitto fitto freschissimo anche nelle giornate più calde; è di proprietà della mia amica Domenica che l’ha avuto in eredità dalla nonna ma si lamenta che, essendo zona di rispetto dell’Oasi, non ce ne può fare nulla, neppure … raccoglierci i mughetti.
Alla fine del bosco ci sono i terreni coltivati a marengùn, campo di battaglia di un gruppo di “mercenari” che, con mimetiche, binocoli ed armi (spero finte) inscenano simulazioni di combattimenti tattici; sono tutti lì che aspettano che passi l’ultimo rompiballe della tapasciata.
All’arrivo c’è un grandioso ristoro con bevande fresche, anguria, insalata di pasta e tocchetti di mortadella; davvero ottima l’organizzazione; percorso ben segnato e presidiato ad ogni incrocio, misurato km per km con 3 ristori in 14km più quello finale, tutti ben forniti con bibite di ogni tipo “freschissime”.
Molto ricco anche il pacco gara e di gran valore i premi per i gruppi numerosi;  come secondo gruppo abbiamo vinto una city-bike e se t’è voerù la biciclèta, adèss pedala!
Alla prossima,
Ettore “Buschirò” Compa
 
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