Monza - 52^ Monza - Resegone
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Sabato ho corso la mia settima Monza Resegone, la quinta consecutiva dal 2008 insieme a Robi. Considero (consideravo...) questa gara la “gara più sentita” malgrado le tante maratone “fatte” in Italia e in giro per il mondo e le molte altre corse skyrun comprese.
Pettorale 244 e, come accade da 3 anni, partenza quasi nelle ultime posizioni. Non ci sono problemi il bello è anche questo e poi da Monza si torna su verso casa. Partenza tranquilla, non siamo dei top runner, ma “Tapascioni evoluti” da 5’ al km; andiamo avanti così sino a Airuno dove Delfino avverte i primi sintomi di malessere. Non è un problema: se ce la si fa bene, altrimenti andremo su a prendere lo zaino e poi la macchina e diremo “ci vediamo il prossimo anno”, tanto il Resegone rimane sempre lì, è la prima immagine che vedo quando mi alzo alla mattina.
Stringe i denti, lo stomaco e altro e arriviamo al ponte di Olginate a ritmo blando; “Ok vengo su pure io camminando” dice! Bene, anche se preoccupati, iniziamo a camminare e dopo il cambio maglia a Calolzio, il nostro accompagnatore in bici ci lascia e d’ora in poi saremo soli senza nulla più.
Inizio a tenere un ritmo di passo/marcia per arrivare in tempo al cancello di Erve. Siamo 45 minuti sopra il tempo dello scorso anno. I mie passati da marciatore (5 volte campione Italiano di marcia, regolarità alpina) mi permettono di tenere un passo regolare, ma produttivo. Incitiamo il compagno sofferente che non molla. Siamo rimasti in pochi orami sulla strada e al ristoro della chiesa di Rossino raggiungiamo dei runner romani che ci chiedono indicazioni sulla zona e sul parcheggio dove avevano lasciato la macchina, e poi via. Passato la scalinata, eccoci al controllo con il tappeto di rilevamento che poi ci “incriminerà”. Un addetto mi fa attendere gli altri due, attardati di qualche secondo, e passiamo insieme. Sentiamo indistintamente il sibilo, uno di sicuro, e poi via ancora sull’asfalto da soli, ma ben presto raggiungiamo altre pattuglie e le superiamo.
In vista delle prime luci del paese guardo il cronometro, siamo in orario, abbiamo ancora 20 minuti abbondanti prima del cancello: è fatta!
Oltrepassato il ponticello di Erve il passo si fa ancora più spedito e lo diventa ancor più sulle prime rampe verso i Camosci. Robi mi dice: vediamo la positività, quest’anno non facciamo la solita fila al “Pra di Ratt”, saremo soli e liberi; sbagliato!
Subito incontriamo altri runner davanti a noi e via via li passiamo ove possibile, ma noi siamo abituati alla salita, è il nostro terreno dopotutto e reduci dalla ResegUp, le gambe ci sono.
Al Forcellino uno sfortunato concorrente è steso già tutto imbarellato e poco più in là un altro steso. Ci assicuriamo che stia bene e poi via sempre di buon passo.
Ecco finalmente il vociare della capanna, mai chiasso più liberatorio di quello che si sente e l’ultima rampa, si sa, è quella più odiosa, ma è fatta anche quest’anno ci siamo!
Bravi a tutti, ritiro zaino consegna chip cambio maglia e via a casa. Ultimamente non si trova un buco nemmeno per sedersi a togliere il chip quindi meglio scendere. Ricordo la mia prima volta, tanti anni fa, allora le contavi quasi sulle dita le persone fuori dal rifugio.
“Esce” la classifica e malgrado tutto siamo 130esimi, non avrei mai creduto, buonissimo il tempo da Erve alla Monza.
Lunedì sera amara sorpresa. Mi chiama il presidente del nostro gruppo (AVIS OGGIONO) e mi dice che il presidente della SAM vuole parlarmi perché non risulta il nostro passaggio al tappeto di Rossino!
Bene, sicuro delle nostra trasparenza e correttezza lo richiamo io martedì mattina e lui mi comunica che siamo stati squalificati perchè non risulta traccia, sui tabulati SDAM, del passaggio di nemmeno uno dei 3 chip. Strano, eppure siamo passati, mi hanno fatto attendere e transitare insieme agli altri 2!
Non è nostra norma barare anche perchè imbrogli solo te stesso e poi arrivare 100° o 200° che cambia? nulla! Importante è vincere la sfida interiore!
Tutti gli altri passaggi, quelli presi a vista, sono regolari mentre quello “tecnologico” non risulta: strano, ma vero (è un caso?). Il regolamento parla chiaro, mi dice, e l’ente che certifica i tempi non vi ha inserito e senza controprova in classifica non possiamo mettervi.
Controprova? ma come possiamo fornire controprova?
Per fortuna la tecnologia ci viene in aiuto. Avevamo due GPS che hanno registrato tutto. Scaricati i dati, e confrontati con le mappe Google-Earth, indicano chiaramente, con coordinate tempi e orari di passaggio, che dal punto fatidico siamo transitati alle 2.22, dopo 3:45 di corsa e penso: è fatta!
Invio i dati alla direzione della gara come controprova anche se, già mi è stato anticipato per telefono, che comunque la squalifica non la tolgono perchè non sono considerati i rilevamenti GPS.
Il regolamento è regolamento e con l’iscrizione alla gara lo si approva integralmente quindi mi attengo alle regole, ma la controprova che non abbiamo fatto nulla di irregolare, c’è carta canta!
Non ci interessa essere rimessi in classifica, tanto la nostra vittoria l’abbiamo avuta, ma almeno dimostrare che anche da lì siamo passati REGOLARMENTE!
Oltre alla prova satellitare, 2 conoscenti che abbiamo incontrato sul percorso (un compagno dell’AVIS OGGIONO e una collega delle Guardie Ecologiche Regionali di cui faccio parte) dopo il tappeto e prima di Erve possono confermare il nostro passaggio “A PIEDI”.
Il nostro dubbio rimane sulla tecnologia che, anche in altre occasioni, non personali, ma di amici runner, ha fatto cilecca.
Malgrado tutto la “Monza capanna Monza” rimane una delle gare più affascinanti e sicuramente magiche del panorama, oserei, dire mondiale.
Un bravo a tutti coloro che l’hanno terminata indipendentemente dal tempo.
Lunga vita alla MoRe
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(Foto di Roberto Mandelli - Podisti.Net) SERVIZIO FOTOGRAFICO
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Ultimo aggiornamento (Venerdì 29 Giugno 2012 17:32)