Chatillon (AO) - 3^ Alpe Marathon
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Tutto è nato per caso l’anno scorso alla maratona di Torino, quando l’amico Mauro Firmani mi fece conoscere l’organizzatore della Alpe Marathon, Mario Blatto.
Questo signore, dai modi gentili e molto coinvolgente nel raccontare la “sua creatura” , mi fece promettere che sarei andato a Chatillon per correre la sua gara. Son trascorsi dei mesi, tanti chilometri sono scivolati sotto le mie scarpe e molte gare ho portato a termine, però non potevo mancare, anche se stanco dall’UltraBalaton della settimana prima, dovevo essere in Valle d’Aosta. Così è stato.
Nell’ultimo periodo, guardando il sito della manifestazione e vedendo le foto, mi sono innamorato dei posti attraverso i quali passavano i percorsi delle varie gare che componevano la kermesse.
Paesaggi mozzafiato, ruscelli, ponti di legno, facevano da corollario ad una natura che, con i suoi colori e i suoi aromi, ci ha inebriato per 42,195 km. Il tutto, unito ad un’organizzazione pressoché perfetta, ha fatto, di questo fine settimana, una mini vacanza da ricordare a lungo.
Sono arrivato a Chatillon al venerdì sera e dopo una cena tipica valdostana sono andato in albergo. La mattina dopo, recatomi al centro maratona per ritirare il pettorale, ho poi finito per dare una mano agli amici dell’associazione “La Via della Felicità” a montare il gazebo che servirà poi per la distribuzione dei famosi, ormai, libricini omonimi.
La mattinata praticamente l’ho trascorsa tutta lì, tra gli amici che arrivavano ed il lavoro dei volontari che s’intensificava sempre di più per fare in modo che gli atleti non avessero tante perdite di tempo.
Ho trovato anche il modo di fermarmi a parlare un quarto d’ora con un commosso e commovente Mario Blatto che, con le lacrime agli occhi, spiegandomi tutti i particolari, tutte le sottigliezze, mi ringraziava per aver tenuto fede alla mia promessa. Il tempo passa tranquillamente e, dopo un bel pranzo, vado in un centro benessere a regalarmi un bel pomeriggio tra piscina, sauna, bagno turco e quant’altro. Cena e poi albergo.
Sveglia domenica mattina presto, perché la gara parte alle sette e trenta. Un cielo plumbeo ammanta le vette che ci circondano e che il giorno prima galleggiavano in uno splendido azzurro. Ci rechiamo alla partenza, e con gli amici Mauro e Danilo decidiamo di fare gara insieme. Gara è un eufemismo perché, con la scusa di un malessere di Mauro e della mia stanchezza dovuta ai 212km corsi la settimana prima in Ungheria, decidiamo di andare quasi di passo, godendo di tutto quello che ci circondava. Così, con le macchine fotografiche nei marsupi, abbiamo potuto fermare tutto quello che di bello i nostri occhi riuscivano a catturare. Solo io avrò scattato più di centocinquanta foto.
La corsa parte in orario, si esce quasi subito dal centro e si va su per sentieri. Il percorso, ottimamente segnato, è a prova d’errore, impossibile sbagliarsi anche se qualcuno... Inizia a piovere presto, ma a noi sembra non importare tanto. Qualche salita ripida, qualche borgo caratteristico e pian piano le ore trascorrono nella più totale pace.
Mulattiere s’alternano a sentieri sui prati, la visione delle montagne circostanti ed il verso di tanti animali ci fanno compagnia, non ci fanno sentire la fatica del vario alternarsi dell’altimetria e allietano il nostro tranquillo andare turistico. Ristori ben forniti e gentilezza dei volontari incontrati ci rassicureranno lungo la strada. Incontriamo tanti amici durante il tragitto, tra cui Fausto - il notissimo Sir Marathon – che, raccontandoci aneddoti di alcune gare, ancora piange al ricordo (ricordo che ne ha corse oltre 560).
Un po’ d’asfalto sotto i piedi ogni tanto c’è, ma poi subito verde, tanto verde. Bovini che pascolano lungo i sentieri e tantissime varietà di alberi mi fanno sentire come in una favola. Iniziamo a scendere e vediamo da lontanissimo St Vincent. Con tutta tranquillità approcciamo anche alla cittadina del casinò. Un passaggio in centro dove ci fermiamo perché lo speaker ci fa una mini-intervista e poi ancora qualche chilometro e siamo al traguardo, dove arriveremo felicissimi mostrando la nostra bandiera tricolore.
Cosa dire... Tutto bello, tutto fantastico. Se volete trascorrere un fine settimana di gare senza lo stress del crono e volete ritrovare un po’ voi stessi, recatevi tranquillamente a Chatillon l’anno prossimo. Il pacco gara era ben fornito di alimenti tipici valdostani di alta qualità; forse le docce erano un po’ piccole e magari, dopo i ristori, qualche cartone in più ci poteva stare in modo da togliere ogni alibi alla inciviltà di qualcuno che ancora si ostina a deturpare l’ambiente. Vorrei ringraziare i miei due compagni di “viaggio” Danilo e Mauro con una mensione speciale per quest’ultimo che raccoglieva i segni dell’inciviltà di qualcuno e li lasciava ai ristori.
Grazie ancora a Mario Blatto, l’organizzatore, che ci ha accolto come meglio non si potesse. Voglio raccontare un aneddoto: a fine gara, quando gli ho detto che il percorso mi sembrava più lungo, è rimasto lì a spiegarmi come ha misurato il percorso e tutte le correzioni fatte per avere la distanza canonica della maratona.
Concludendo, posso racchiudere nei confini di una semplice frase l’intera giornata: una domenica in cui sport e solidarietà si sono uniti alla perfezione e hanno regalato a tutti un po’ di serenità.