Torre S.Sabina (BR) - 7° Trofeo delle 2 Torri
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Peccato. Una valida organizzazione come quella del Trofeo delle 2 Torri dovrebbe, dopo sette edizioni, curare meglio il pre-gara, evitando di rischiare di vanificare gli enormi sforzi fatti per allestire un’ottima manifestazione. Dispiace, mi dispiace, criticare gli amici della Podistica Carovigno, ma sono tenuto a farlo nell’interesse generale di chi corre, dal primo all’ultimo, da Buttazzo ad… Annoscia.
La 2 Torri è una manifestazione particolare: il ritrovo è fissato a Torre Santa Sabina, la partenza avviene nell’oasi di Torre Guaceto e l’arrivo è – di nuovo - a Torre Santa Sabina. Il primo trasferimento, da Santa Sabina a Torre Guaceto, avviene per mezzo di pullman predisposti dall’organizzazione; il secondo trasferimento, da Torre Guaceto a Torre Santa Sabina, si effettua a piedi, di corsa, 12 chilometri, davvero spettacolari su sabbia, terra, pietre, asfalto..
Di pullman ve ne saranno stati due, che in più viaggi, 50 per mezzo, hanno trasferito gli atleti a destinazione. Chiaramente i viaggi sono cominciati da subito, ho visto partire i primi mezzi alle 16.30, con gli atleti trasferiti nell’Oasi. Stiamo parlando di zona protetta, non c’è alcun riparo dal sole, non c’è acqua da bere, e ieri c’erano circa 40 gradi. I viaggi sono continuati, nella terza ondata sono riuscito anch’io a salire sul mezzo, con me la digitale e una mezza minerale.
Il caldo a Torre Guaceto è infernale, l’arsura cresce di attimo in attimo, si capisce subito che non si partirà alle 18,15 previste, manca ancora tanta gente. Cerco di frenare chi si riscalda (di corsa) spiegando che non si partirà all’orario previsto, è inutile sprecare energie e sudore. Il buon Giorgio Calcaterra, sempre disponibile ed umile, non rifiuta a nessuno una foto, dopo un leggero riscaldamento si siede per terra, il suo sguardo sembra dubbioso; pochi passi, stessa scena, anche Gianmarco Buttazzo è seduto per terra, il suo sguardo è più rabbioso. Ottavio Andriani, intanto, mi comunica che correrà fuori gara, non indossa infatti né pettorale né la gloriosa canotta sociale.
Il caldo continua a salire, la sensazione di sete altrettanto, la rabbia dei presenti ancor di più: qualcuno assale i Giudici, con grande abilità il professor Guadalupi spiega di non avere colpe, contatta telefonicamente l’organizzatore, scopriamo che altri pullman sono in arrivo. Monta la protesta, diversi atleti vogliano abbandonare e tornare subito indietro, anche camminando. Cerco di calmare quanti più atleti posso, ma devo per forza riconoscere che hanno ragione; intanto, offro la mia mezza minerale a quanti più atleti possibile, un sorso a testa. Grande anche il lavoro diplomatico dei Giudici, non è facile trattenere tante persone così “nere”.
Ma l’attesa continua, sono già le 18,45, e si attende, c’è gente che è qui sotto il sole da oltre due ore. Ecco arrivare altri due pullman, forse finalmente si può partire, macché è sono un’illusione, altra gente deve ancora arrivare. La protesta monta, qualcuno bestemmia, Francesco Volpe afferma ad alta voce che noi atleti non capiremo mai e che siamo dei cogl…, solo un miracolo evita che qualcuno si senta male. Ecco un altro arrivo di atleti, forse è il momento che si può partire. Come una visione nel deserto, giunge intanto - e finalmente - un furgone dell’organizzazione con alcune bottigliette d’acqua, gli atleti lo assalgono come disperati, tanti ne restano senza; provvedo subito, dopo un sorso, a regalare la mia bottiglietta. Finalmente, già stanchi, rosolati, privi di molti liquidi, quando sono le 19.15, con un’ora di ritardo, possiamo partire.
Con la piccola digitale scatto le foto al serpentone che si avvia, sono chiaramente ultimo, in compagnia di Ruggiero Salvemini, che scegli di partire dietro ma, dotato di altra freschezza fisica rispetto alla mia, ben subito si allontana. Comincia la mia personale rimonta, cerco di prendere quanta più gente posso, ma chiaramente l’handicap iniziale si farà pesantemente sentire.
Il percorso è il solito, duro ma bellissimo, splendido e particolare con tutti i tipi di superficie, la gente quest’anno sembra più partecipe e interessata ala corsa. Peccato per qualche auto sul percorso, che gli addetti non sono riusciti a fermare, e fastidiosa risulta, almeno nelle retrovie, la presenza di tanti ciclisti anche pericolosi per chi corre. Due i ristori con bottigliette d’acqua, forse – data anche l’attesa iniziale ed il primo tratto polveroso – un terzo non sarebbe dispiaciuto, con il primo anticipato almeno al terzo chilometro. La segnalazione dei chilometri appare solo dal sesto km, un danno per chi monitorizza l’andatura.
Notoriamente spettacolare è il tratto finale con il lungo viale da percorrere sprintando, tra ali di gente che incitano, per giungere all’arrivo con tappeto rosso e più archi gonfiabili, guardando la Torre di Santa Sabina. Speaker della manifestazione è Michele Cuoco, coadiuvato dalla simpaticissima Francesca Labianca, abile nel riuscire a mediare i giudizi critici dei partecipanti intervistati e a cercare di recuperare il ritardo accumulato anche nelle successive premiazioni (un plauso anche ai Giudici e agli addetti Fidal, velocissimi nel redigere le classifiche).
La vittoria arride a Gianmarco Buttazzo (Esercito Roma), nazionale italiano, che precede il brindisino Antonio Miggiano (Colleferro Atletica), e il campione del mondo della 100 km, Giorgio Calcaterra (Running Club Futura Roma). Splendido quarto posto per Giuseppe Piccirillo (Tre Casali San Cesario), sempre più forte e sempre più convinto delle sue potenzialità, che precede Francesco Caliandro (Podistica Palagiano), quinto e finalmente in ripresa. Altro atleta in costante risalita è Tommaso Parisi (Acquaviva) che si classifica sesto davanti a Michele Loizzi (Atletica Polignano), ragazzo di poche parole e molti fatti, seguito dal talento di Angelo Baldini (Pedone Riccardi Bisceglie), anch’egli tornato a livelli più consoni alle sue capacità. Due giovanissimi, entrambi della validissima Atletica Don Milani Mottola, Vito Minei e Michele Palmisano, concludono la top ten maschile.
Al femminile, grandissima prestazione di Teresa Montrone (Alteratletica Locorotondo): l’allieva di Pippo Carnimeo è 13^ assoluta e vince anche il premio per l’abbattimento del record della manifestazione, peraltro già suo. Veronica Correale (Running Club Futura Roma), compagna di squadra di Giorgio, è seconda davanti all’instancabile Maria Antonia Lisi (Bitonto Runners). L’avvenente Alessandra De Luca (Atletica Latiano) è quarta a precedere Filomena D’Adamo (Bitonto Runners), che completa il quintetto di testa della gara femminile.
All’arrivo, ristoro finale con acqua, bustine mono-porzione di biscotti e fette di anguria e melone. Da evidenziare che la quota di partecipazione alla gara è stata di 10 euro, con consegna di maglia tecnica, recante però, nel retro, tanto di scritta pubblicitaria: pur apprezzando l’utilità del premio di partecipazione, ai più la quota è sembrata eccessiva, soprattutto in questo periodo di crisi.
La manifestazione è stata preceduta dalle gara giovanili, le cui premiazioni hanno aperto la cerimonia, alla presenza di Don Pino, atleta e sacerdote della società organizzatrice. Toccante la consegna del trofeo del Memorial Angelo Valente, con speciale premio celebrativo consegnato al più giovane atleta della Podistica Carovigno partecipante alla manifestazione. A seguire la premiazione dei primi tre uomini e delle prime tre donne, riconosciuti con trofeo, abbigliamento sportivo e busta "rimborso".
La solita carrellata dei riconoscimenti ai meritevoli di tutte le categorie ha protratto le operazioni, fino a concludere con le società: autoesclusasi la società organizzatrice (seconda), la classifica vede l’affermazione della Città Bianca Ostuni su Ottica Saracino Grottaglie e su Amatori Putignano. I tradizionali saluti finali sciolgono l’adunata, con rimando all’edizione 2013.
Diversi atleti mi hanno annunciato che non parteciperanno più alle 2 Torri: è difficile, dopo quanto passato, non comprenderli. Tuttavia, ritengo che questa manifestazione abbia tutte le potenzialità per essere un “gioiellino”, favorita dagli splendidi scenari naturali. Per migliorare, ritengo, innanzitutto, che sia da restringere il numero dei partecipanti, chiudendo le iscrizioni ad un massimo di circa 400, rispettando i termini di scadenza di iscrizione: i problemi odierni si sono aggravati anche per il solito malvezzo delle iscrizioni last-minute. Inoltre, bisogna porre un orario limite di partenza da Torre Santa Sabina: alle 17,30, non di più, gli atleti devono essere pronti e salire sui pullman. Se poi si riuscisse ad avere qualche mezzo in più.. E, infine, gestire una scorta d’acqua a Torre Guaceto, in quello splendido, incontaminato, inferno di calore.
All’intera Podistica Carovigno, qualità e competenze non mancano, il presidente Francesco Valente è uomo di valori e di coraggio, come ha dimostrato ieri addossandosi tutte le responsabilità di quanto accaduto: a loro la prova d’appello.
Ultimo aggiornamento (Martedì 31 Luglio 2012 09:59)