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Cronache olimpiche

Dal Mondo - Cronache

Non c’è speranza. L’era liquida, della precarietà, ci condanna allo zapping sportivo e mediatico. Mamma Rai costringe gli appassionati a saltare da una stoccata che Cassarà (gioco di parole sul futuro del verbo cassare) i giapponesi adrenalinici, alla pioggia impietosa che cade sulle maratonete, costrette a vedere centomila volte il centro di Londra, Buckingham Palace e il Big Ben nel corso di quarantadue e passa chilometri “muscolari” (termine ripetuto a iosa). Franco Bra(i)gagna dà stura ai suoi proverbiali riferimenti culturali, storici, architettonici e anche politici: si passa vicino al Ponte dei Frati Neri, dove fu trovato morto Licio Gelli…Ahia! Fossimo a Rischiatutto il povero Mike Bongiorno si sarebbe inferocito...Fu Calvi a essere trovato senza vita vicino al Tamigi! Siamo in Rai 2, non in P2…Ma il grande Franco è grande anche nel riconoscere l’errore, scusandosi poco dopo con i telespettatori. Una stecca rende anche più umani. A proposito: si dice Stranèo (il conduttore Lauro prima di dare il via alle immagini della maratona dopo l’ennesimo fartlek mediatico pubblicità /telegiornale/ carabina/ maratonete bagnate/stoccate) o Stràneo? Stvàneo, suggerisce Bragagna, tanto acculturato da conoscere perfettamente l’erre moscia della bravissima maratoneta alessandrina, della quale la regìa scompone anche il gesto di saluto rivolto ai tifosi. Perfettamente costruito il personaggio della maratoneta entusiastica, che ha cominciato tardi, forse un po’ naif: le altre, invece, sono tutte professioniste feroci, non salutano, si spintonano ai caotici punti di rifornimento (in ogni gara di mezzofondo c’è almeno un concorrente che cade, ci avete fatto caso? “Hai visto mai”, direbbe Bragagna); quando poi si ritrovano in testa colori etiopici o keniani la cronaca sembra quella di un film di spionaggio da Guerra Fredda. Quando la parola sta per passare a Luciano Gigliotti ecco piombare RaiSpot, non RaiSport. “Pubblicità!”, “La parola all’Aquatic Center”; “La parola a Ex Cel “ (si vede che serve un altro schema informatico). Ma come, in un periodo di governo tecnico (Monti docet) non si dà la parola ai tecnici? E il povero appassionato di atletica continua a fare fartlek con il telecomando. La marcia quest’anno non finisce sul tartan, ma sull’asfalto del solito centro storico londinese, con il vincitore cinese della 20 km che si abbandona a un’esultanza quasi latina, ma sapete perché? I suoi successi vengono non da Pechino, ma daMilano, anzi da Scarnafigi, che non è una lontana isola persa nel Pacifico (gioco di parole con le Fiji), ma un paesino del cuneese. Hai visto mai?

 
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