Casamassima (BA) - 25^ Stramaxima
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Festeggia più che degnamente il 25° anniversario la “Stramaxima”, storica gara pugliese organizzata a Casamassima dalla locale società “Emanuele Manzari”. Un’edizione onorata dall’iscrizione di oltre 1700 atleti , che da sempre corrono con piacere da queste parti, curati da un’organizzazione solitamente di gran livello e che quest’anno, messi da parte inutili orpelli, si è ancor più preoccupata delle necessità dell’atleta.
A Casamassima, da sempre, non vi sono eccessivi problemi di parcheggio; lasciata l’auto, in piazza Moro avviene la distribuzione dei pettorali in due locali distinti, riservati rispettivamente alle società di Bari e a quelle delle altre province. Poco distante la distribuzione dei premi di partecipazione a cui bisogna aggiungere la confezione di uva locale (oltre 2 kg), consegnata presso un camion parcheggiato a pochi metri. 7 euro il costo dell’iscrizione con premio, 5 per la sola partecipazione; per soli due euro è conveniente ritirare il buon premio: dicevo buon pacco gara, anche se le t-shirt di taglia xxl come quella consegnata a Sabino Gadaleta, dovranno necessariamente essere riviste.
Casamassima a festa con bandierine colorate, ampio palco-podio pieno di fiori, transenne a delimitare la sede stradale, più archi gonfiabili, la moltitudine dei podisti: fa sinceramente piacere respirare quest’aria di gioia. A presentare la manifestazione il buon Luciano Magno, che come il buon vino migliora invecchiando, e alle consuete competenze da un po’ unisce pensieri e parole non convenzionali, che, onestamente, non dispiacciono.
Intanto, mentre gli addetti definiscono alacremente gli ultimi dettagli, gli atleti cominciano a cambiarsi e a prepararsi per questa manifestazione valida come gara nazionale, 14^ prova di Corripuglia e campionato nazionale dell’Aeronautica sulla distanza. A disposizione degli atleti - per cambiarsi - la palestra della scuola elementare con un solo bagno: ecco, forse, l’unico problema emerso. Bagni chimici posizionati nei pressi della partenza sarebbero stati davvero comodi e utili per gli atleti, anche nelle fasi concitate del pre-gara; la vecchia e maleodorante struttura di bagni pubblici nel giardino non invogliava i partecipanti, con tanti che hanno tristemente fatto ricorso ai pochi spazi nascosti e, stando in città, non è uno spettacolo gratificante! Inoltre, non tutti hanno la “faccia tosta” di andare a chiedere il permesso ai gestori dei vari bar.
La zona partenza è subito intasatissima e fa davvero paura. Con largo anticipo numerosi atleti occupano le prime fila della seconda gabbia; meno intenso il traffico in quella riservata ai pettorali dall’1 al 100, consegnata ai più veloci secondo le classifiche provvisorie del Corripuglia. Tra questi è inserito anche il favorito della vigilia, l’ottimo Francesco Minerva, mentre è dimenticato e escluso il validissimo Rino Bonvino, qui vincitore nel 2008. L’immediato intervento di Nicola Dongiovanni, la vera anima di questa manifestazione, riporta il buon Rino dove gli compete! Viceversa, questa zona non competerebbe ai soliti maleducati e furbi che riescono ad intrufolarsi tra i primi e, ben presto, saranno d’intralcio, creando pericoli per tutti…. Beati loro che vivono così il momento di gloria della propria esistenza.
Lunghissimo il serpentone, mi piace ammirarlo lateralmente, mentre in testa - ad assicurare la regolare partenza – gli atleti della società organizzatrice formano il cosiddetto cordone. Lo sparo del giudice e lo scatto poderoso dei primi che ben presto allungano incredibilmente il corteo. Tanti atleti, un po’ spaventati, un po’ con mestiere partono lateralmente, l’uso del chip (da estendere all’intero Corripuglia), eviterebbe questi sotterfugi.
E a proposito di sotterfugi, evidenzio subito che da qualche gara diversi atleti lamentano l’apparizione nel finale di tagliatori e di improvvise comparse – soprattutto nelle categorie dei più grandicelli - che tagliano immeritatamente il traguardo superando atleti seri ed onesti che hanno corso l’intero percorso…
A completare la bravata, per lo più tramite incaricati, ritirano anche il premio a danno di chi l’ha onestamente meritato. E’ un andazzo pessimo, vergognoso, per me pari al doping: se dovessi beccare qualcuno a “tagliare” non esiterò a denunciarlo pubblicamente. D’altronde, conosciamo bene i nostri valori, se un settantenne migliora da una settimana all’altra di oltre dieci minuti, un qualcosa di strano c’è… Ho già invitato gli addetti della Federazione a controllare meglio, ricevendo la piena disponibilità ad intervenire, soprattutto in seguito a “denuncie” circostanziate. Anche lo scambio di pettorale tra atleti, spesso tra uomo e donna, è una pratica che continua ad essere adottata: pettorale unico e chip per l’intero Circuito potrebbero essere un buon deterrente per le prossime edizioni.
La gara comincia con Il solito giretto nel centro del paese, la parte del percorso più invisa e meno gradita a (quasi) tutti gli atleti. Ottimamente l’organizzazione ha provveduto a segnalare con speciale vernice verde tutti i pericoli (tombini, chiusini, buche) presenti sul percorso; intanto, si è di nuovo sul punto di partenza, il buon Magno cerca di citare quanti più atleti riesca a scorgere. Due chilometri già percorsi, la temperatura si è notevolmente riscaldata rispetto alle prime ore della mattinata, caldo e umidità creano qualche problema, soprattutto nelle retrovie. Superato il terzo chilometro ecco apparire il primo ristoro, che ritroveremo in sesto contrario al ritorno: memore dell’anno precedente invito gli addetti a conservare bottiglie per il finale della gara. La solita salita, il solito lungo tratto sulla complanare della statale 100, il torcicollo aumenta la disarmonia del mio incedere. Procedo in compagnia del caro Vitaliano Guttà, amico di tante battaglie, a sua volta altro sofferente: mi dispiacerà lasciarlo nel finale , ma la voglia di non ritrovarmi proprio in fondo ala classifica è forte…
La svolta a sinistra prima del 6° chilometro ci porta sulla complanare in senso contrario: la temperatura scende notevolmente, i raggi del sole si sentono meno e un po’ di vento mi ridonano una certa forza nelle gambe. Niente di trascendentale, ma sufficiente a non lasciarmi superare da tutti, come avvenuto nei primi chilometri. Al contrario, tanti atleti, anche tra i primissimi, lamenteranno la presenza del vento contrario, reo di aver in parte rovinato il loro incedere. Il solito cavalcavia, l’unica difficoltà altimetrica di questo percorso, la discesa e ritroviamo il ristoro… Quest’anno c’è acqua per tutti, mancano ancora due chilometri. Si supera e si è superati in un continuo valzer di posizioni, i primi tornano intanto indietro per riprendere ed incoraggiare gli attardati compagni di squadra. L’ultimo sforzo, siamo ormai in paese, ecco l’arco di arrivo, per terra il tappeto rosso, gli applausi del pubblico, improvviso uno sprint che mi permette di recuperare qualche posizione…
Dopo 10178 metri, I Giudici rilevano il pettorale, i cronometristi segnano il tempo di percorrenza di ciascuno, e via verso il ristoro finale con consegna di acqua e di un gelatino biscotto. Ristoro improvvisato e caotico presso due furgoni-frigo, ma gli addetti presenti quest’anno si rivelano comprensivi e disponibili, cosa molto gradita dato l’imminente sforzo fatto. Torno indietro ed assisto all’arrivo degli ultimi, il buon Antonio Torres evidenzia con il suo cartello la presenza dell’Atletica Adelfia.
1608 i finisher, tantissimo lavoro per i giudici, qualche errore oggi è anche plausibile….
Gara senza errori quella di Francesco Minerva (Bio Ambra New Age) che, confermando i pronostici della vigilia, si afferma in 32:18. Per Francesco l’onore di iscrivere il proprio nome nell’albo d’oro di questa manifestazione, in attesa di affrontare domenica la mezza di Udine e, in prospettiva, la Maratona di Bari, che ha più volte vinto e della quale mantiene ancor oggi il primato. Validissimo secondo posto in 32:48 per Rino Bonvino (Nuova Atletica Giovinazzo), al rientro dopo un lungo periodo di stop, che lui stesso ha definito “una vittoria”; terzo posto per Mino Albanese (Marathon Massafra) che interrompe la personale scia di vittorie ma si rende protagonista di un’altra ottima prestazione concludendo in 33:12. Luigi Zullo (Maxicar Civitanova) si guadagna un prestigioso quarto posto in 33:27 a precedere gli ottimi Sabino Gadaleta (Pedone Riccardi Bisceglie), quinto in 34:14, e Angelo Pazienza (Bitonto Runners), sesto in 34:23, un binomio di altissimo valore umano ed atletico. In casa sua, ma con la maglia della Montedoro Noci, Rocco Nitti taglia il traguardo in settima posizione in 34:29 seguito dal volitivo Francesco Carriero (Runners 87 Castellaneta), ottavo in 34:43, dall’assoluto Toni Esposito (Acquaviva), nono in 34:50, e dal redivivo Denis Greco (Assi Trani) in 35:04 che rientra e conclude l’odierna top ten maschile.
Viola Giustino (Naf Acquaviva) è la prima donna in 40:08 e conquista la seconda personale corona della Stramaxima dopo quella del 2010. Meritatissima seconda posizione per Emma Delfine (Nadir Putignano) che chiude in 40:41 – per lei tre successi alla Stramaxima -, che precede Mara Lavarra (Amatori Putignano), mamma volante terza in 40:43, due successi anche per lei nella storia della manifestazione odierna. Scende dal podio ma è ottima quarta l’architetto Maddalena Carrino (Podistica Fagiano) in 40:53 (due vittorie anche per lei a Casamassima) a precedere la coriacea Daniela Fontanarosa (Amici Strada Tesoro), quinta in 41:18. E lasciatemi ricordare, per una volta, l’intramontabile Antonietta Samboco (Agorà Bari), tre successi consecutivi in questo albo d’oro, oggi terza nella sua categoria, la f65, in 1:08:26.
Citazione speciale riservata oggi a due splendidi protagonisti della Running People Noicattaro: l’intrepido Marco Calò, sempre ad un passo dal podio, e il buon Vito Taccogna, con il quale – quasi in ogni gara – corriamo insieme i chilometri che conducono alla parte finale delle manifestazioni.
Qualche minuto in più è necessario oggi per redigere una classifica molto prolissa: se le cava benissimo lo speaker Magno citando protagonisti, aneddoti e crono per intrattenere gli astanti.
Cominciano le premiazioni, sul palco colorato da tanti fiori, la presenza, fra gli altri, del sindaco di Casamassima – dott. Mimmo Birardi – di alti graduati dell’Aeronautica e del presidente della Fidal Puglia, Angelo Giliberto. Assente qualche protagonista, poi recuperato, fermato dai controlli antidoping, si parte con il vincitore assoluto, l’ottimo Francesco Minerva. E’ il turno del vincitore del campionato dell’Aeronautica, il caro Domenico “Mimmo Greco” (3^ Regione Aerea Bari), 21° assoluto in 36:21. Si continua con le varie categorie maschili, dando la precedenza ai due vecchietti terribili, Gennaro Chimenti (San Nicola Runners) e Leonardo Palmisano (Casalini Brindisi), vincitori delle rispettive categorie. Nella m70, eccezionalmente assente il caro Nilla, è presente invece Tommaso Valente, a garantire qualità e serietà. L’inviperite signore, stanche dall’attesa, possono finalmente salire sul palco: è il loro turno e meritatamente ritirano il loro premio. Quasi nel finale potrà ritirare il suo premio, la vincitrice assoluta, Viola Giustino, bloccata al controllo. Tutti i premiati ritirano una borsone di marca contenente prodotti alimentari; per i vincitori assoluta l’aggiunta di un dipinto d’autore. Dipinto anche per le prime cinque società (nell’ordine Amatori Putignano, Barletta Sportiva, Montedoro Noci, Podistica Faggiano e Assi Trani), raffigurante il “Paese Azzurro”. I saluti finali, con i ringraziamenti di Francesco Nanna, presidente della Manzari Casamassima, concludono la manifestazione.
Meno balli, meno musica, meno eccessi, ma molta più considerazione per gli atleti: la Stramaxima riparte da qui, con la considerazione che non è facile gestire oltre 1700 partecipanti. Da parte mia l’augurio che insieme si possa festeggiare anche le nozze d’oro dopo quelle d’argento….
Ultimo aggiornamento (Mercoledì 19 Settembre 2012 10:46)