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Tutti vincitori alla Maratona di Berlino...

Dal Mondo - Cronache

Per riuscire a garantirsi un posto ad un ad una delle “big five” bisogna muoversi per tempo!

Già a novembre dello scorso anno avevo tenuto d’occhio il sito della Maratona di Berlino e, vedendo che le iscrizioni progredivano a spron battuto, decisi di rompere gli indugi e di procedere all’iscrizione.

Il traguardo dei 50 anni meritava un evento “speciale” e Berlino ben si prestava, purché si propone indubbiamente come una città attrattiva, vetrina mondiale delle “archistar”, e soprattutto come nuova meta.

Il compito adesso era:

1) provare un compagno di avventura nella corsa;

2) convincere la famiglia che Berlino a fine settembre è una bella destinazione!

Il figlio che quest’anno è lanciato verso nuove mete scolastiche (inizia le medie) si lancia in Internet e scopre una meta che giustifichi il viaggio (il museo delle Lego), che è danese, ma che ha un museo a Berlino.

Anche il primo compito è agevolmente superato: Salvatore, anche lui in procinto di festeggiare un compleanno “tondo” non si tira indietro e si lascia convincere di buon grado che una nuova avventura in terra teutonica sia un buon antipasto per la consueta maratona di Venezia.

Tutto questo era ormai un anno fa, il tempo scorre in fretta ed ora eccomi qua in procinto di prendere l’aereo con la famiglia per una gita a Berlino più scampagnata a piedi per la città la domenica mattina.

La domenica mattina, uscendo dall’albergo per infilami in metro verso la partenza, respiro un’aria frizzante ed un cielo terso che sono d buon auspicio per la corsa.

L’ingresso nelle “gabbie” è tranquillo: gli spazi ampi e un’atmosfera rilassata tra concorrenti mi rendono quasi sin troppo tranquillo; ma l’avvicinarsi della partenza, annunciato da un autentico count-down effettuato dalla folla mi fa scorrere qualche brivido al momento della partenza da Tiergarten: la coreografia è bellissima, il cielo terso ed un lancio di palloncini cerulei conferma che oggi realmente il “cielo è azzurro sopra Berlino”.

Al dodicesimo chilometro arriva il mio primo personalissimo traguardo: la famiglia si è risparmiata l’alzataccia per vedere la partenza, ma l’appuntamento è fissato in prossimità del dodicesimo chilometro, a Strausberger Platz.

Scorgo io Cristina e Marco, un attimo prima che mi riconoscano, li vedo lì, coinvolti nell’incitare l’enorme fiumana umana: un veloce saluto e riparto rinfrancato dal sapere che tra il pubblico ho anche dei “tifosi” speciali.

Le magliette dell’Università di Venezia fungono da richiamo: sono parecchi gli italiani che ci passano e ci salutano con un:“Ci vediamo tra un mese a Venezia!”.

Al trentaduesimo Salvatore allunga – anzi il cronometro mi annuncia che sono io rallentare e che sto lasciando il ritmo dei 5 minuti al chilometro – ma mi auto convinto che questo sia un bene perché così riesco meglio a godermi lo spettacolo di Berlino e del pubblico che, incessantemente, incoraggia i runner nella loro fatica.

Dopo il passaggio, circa al 38^ chilometro, in Postdamer Platz la fatica si fa sentire: la voglia di scorgere la sagoma della Porta di Brandeburgo, traguardo della gara (anche se il vero traguardo è 200 metri più in là) cresce ad ogni passo, il viale di Unter den Linden dovrà pure iniziare, il giorno prima da turista mi sembrava così lungo!

Finalmente imbocco il viale d’arrivo: anche se si arriva intruppati, per un attimo penso che ogni corridore percepisca il frastuono scrosciante del pubblico come a lui destinato.

Un arrivo così spettacolare va festeggiato: taglio il traguardo a braccia alzate in 3 ore e 34 (il real time è due minuti in meno, segno che tutto sommato l’avvio a Berlino riesce ad essere abbastanza agevole) e, subito dopo il traguardo, ritrovo Salvatore che è riuscito a tenere il ritmo e a chiudere sotto le tre ore e mezzo. Davvero un’impresa in terra tedesca!

Il giorno seguente è dedicato al turismo, le gambe un po’ indolenzite sono presto dimenticate grazie alle meraviglie berlinese; tra cupola del Reichstag e Postamer Plaz, mio figlio mi coglie di sorpresa con una domanda inaspettata: “Papà perché corri la maratona?”

Rispondo in modo forse scontato: “Perché è l’unica gara dove tutti arrivano da vincitori!”.

Però la maratona di Berlino certamente rafforza questa semplice affermazione: chi arriva, trova un’accoglienza da vincitore.

 
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