Venezia: vento e pioggia, non avrei potuto far di più
Maratona - Venezia - 27^ Venicemarathon |
Al via la 27^ edizione della Venice Marathon. Al ritiro del pettorale, giovedì all'apertura dell'expo alle ore 15,00, già si intuiva il maggior numero di iscritti, ben 1000 in più rispetto all'edizione precedente.
Numerosi poi gli eventi collaterali sino alla gara di domenica, in primo l'iniziativa per la realizzazione di pozzi e fonti d'acqua in Uganda e il progetto Bimbingamba per fornire di protesi i bambini ammalati o vittime di guerra che hanno perso uno o più arti.
Domenica a Strà ci accompagna Gigi, comodamente in auto e dopo un caffè e gli auguri di rito ci avviciniamo alla zona di partenza. Con l'arrivo dei bus la strada è un fiume multicolore di persone, tutte allegre e pronte all'ennesima, meravigliosa avventura. E sarà proprio un'avventura!
Nonostante sia ancora presto, in tenda non c'è uno spazietto libero per cambiarci, così optiamo per un angolo tra due auto, riparato dal vento. E sarà proprio il vento, anzi, la bora, la protagonista che ci accompagnerà sino a Venezia. A volte il cielo lascia spazio a qualche raggio di sole, ma sarà solo una momentanea illusione. Non c'è dubbio quindi sull'abbigliamento, coperti, ma non troppo e un antivento da tenere almeno nei primi chilometri. Finite le procedure di preparazione ci sia avvia alla griglia, per me e Renzo la numero 3. Inizia anche a piovere (e sarà così per quasi tutta la corsa), e dal lato opposto della strada, da una palazzina escono le gazzelle nere, i top runner vestiti di canotta e calzoncini, con solo un telo termico sulle spalle. Attraverseranno il canale a mezzo di un barchino. E' talmente distante lo speaker che mi accorgo del via solo dai movimenti, i primi passi mossi da coloro che mi precedono.
Siamo veramente tanti, oltre 8000, duemila dei quali stranieri, bardati nelle fogge più curiose.
In aria e oltre il guard-rail volano sacchetti di nylon, cappelli, maglie, parti di tute, prontamente raccolte da volontari e da qualcuno bisognoso.
Nei primi km siamo molto intruppati e intravedo anche i pacer verdi delle 3h50', anche se ho qualche minuto di ritardo sullo start. Il vento è sempre fortissimo, lascia un po' di "respiro" solo quando corriamo riparati dagli edifici e tra gli alberi. Ai primi due ristori mi faccio passare una bottiglietta d'acqua dal vicino di corsa, solo qualche sorso, è tutto ghiacciato. Date le condizioni meteo, scarso è il pubblico, ma comunque sempre molto caloroso, applausi e incoraggiamenti anche dalle finestre di casa. Anche le band musicali, al riparo sotto le tende di qualche locale, ci supportano con le loro note assordanti. A malincuore tolgo a Mestre il telo antivento, penso sia più di intralcio che di riparo. Corro ancora bene e al Parco S.Giuliano, al 32° km sono ancora in linea con i miei tempi: 2h43'. Ma la continua pioggia, qualche pozzanghera e sia scarpe che i calzini sono inzuppati, tanto che con il freddo i piedi sono quasi anestetizzati. E' veramente una brutta sensazione non percepire più lo scandire dei passi a terra, ma sarà ancora peggio sul Ponte della Libertà. E' pur sempre un tratto particolarmente impegnativo sia fisicamente che mentalmente, oggi lo è ancor di più. Se la bora non soffia davanti, soffia a lato, e la pioggia batte sul viso pungente come aghi (o sarà anche nevischio?). All'avvicinarsi del ristoro, al 35° km è tutto un vortice di bottigliette e di bicchieri (finiranno anche in laguna?). Non mi fermerò più a nessun ristoro (solo tre stop in tutta la maratona) e finalmente, dopo il ponte al Tronchetto, si scende in dogana. Sui ponti si corre in fila indiana e arrivano anche i pacer delle 4 ore.
Ho perso moltissimo sul Ponte della Libertà! Poi, al ponte delle barche da punta dogana a S. Marco, una raffica di vento mi fa sbandare su un altro atleta, traballante e stanco come me. Si và dritti a Riva degli Schiavoni, data l'acqua alta è stato annullato il passaggio a Piazza S.Marco, gli ultimi ponti e poi... si chiude, con un po' di delusione, in 3h59'. Mi cambio subito in tenda, non senza difficoltà e penso alla mia gara, mi confronto con altre ragazze e mi rassicuro un po', non avrei potuto far di più.
Con un the bollente e le mani ancora tremanti, ritrovo il sorriso di Renzo, felice e soddisfatto, per la tenacia della sua corsa, stimolata dalla pioggia e dal freddo, chiusa in 3h35'. Bravo!