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New York: esordio mancato

Maratona - New York - ING New York City Marathon 2012
grande  nyEro venuto nella grande mela per esordire sulla maratona, una distanza poco consona alle mie qualità di mezzofondista che predilige le gare sulle medie distanze.
Ma il mito della maratona di New York ha vinto le mie resistenze ed grazie al lavoro psicologico di Gianni Bruzzi e Marcello Cortese Veterani di questa gara, che mi hanno convinto e spinto ad allenarmi, ero in condizioni ottimali con l'obiettivo di terminare intorno alle 2h45'.
Siamo arrivati giovedì sera, e la mattina seguente di buon ora siamo andati a Central Park per una sgambata. Il parco era chiuso, dall' interno proveniva il ronzio della sega elettrica che potava e tagliava gli alberi abbattuti dall'uragano.
Abbiamo percorso il perimetro esterno incontrando centinaia di podisti di tutte le nazionalità, una vera emozione, si sentiva l'adrenalina girare, l'eccitazione salire.
Con i miei compagni di avventura si discuteva della tattica migliore da seguire, partire piano per poi chiudere in crescendo, oppure mantenere un' andatura costante, come gestire il tratto finale all'interno del parco, forse il tratto più duro e difficile dell' intera maratona, questi gli argomenti di discussione.  Incrociamo alcuni top runners, anche loro mischiati nel fiume dei podisti.
Nonostante la stampa locale sia contraria allo svolgimento della gara, gli organizzatori assicurano che si farà,  dopo di che, andiamo a ritirare i pettorali.
Mai avevo pensato di vedere una organizzazione cosi poderosa. Un capannone enorme, vastissimo nel quale ci si perdeva, migliaia di atleti che si accalcavano per ritirare il pacco gara, gli sponsor che promuovevano prodotti tutti attinenti al mondo della corsa, non credevo che un podista potesse avere bisogno di tanta roba. Comprendo l'enorme giro di affari che ruota intorno a questo evento. Si respira un'aria di festa, la certezza che la maratona si farà ci rende tutti euforici.
Nel tardo pomeriggio, siamo all' interno dell'Apple Store quando sul cellulare ci arrivano messaggi di stampo terroristico, annunciano che la maratona non si farà, poi ci guardiamo intorno e notiamo tante espressioni simili alle nostre, sentiamo qualche parolaccia di qualche nostro connazionale, mischiato tra le centinaia che affollano il centro e allora capiamo che tutto è vero. All'uscita dei nostri amici ci vengono incontro, raccontando che sono stati fermati da una persona sconosciuta che chiedendogli se erano podisti gli diceva che un comunicato ufficiale annunciava che il sindaco della cittá aveva annullato la manifestazione.
Lo sconforto è totale, la rabbia ci assale, la delusione tanta. Le notizie si rincorrono, entriamo in contatto con altri atleti di Bologna che ci raccontano della loro delusione. Tanti sacrifici, allenamenti, sofferenze vanificate da una decisione che appare politica specialmente ora che siamo prossimi alle elezioni. Il giorno della gara, andiamo a Central Park e ci appare uno spettacolo fantastico, una marea multicolore in movimento, un fiume di persone che scivola lungo il percorso, una torre di babele di lingue diverse. Tutti e tre pensiamo di non aver mai fatto allenamento insieme a così tante persone. Ovviamente il luogo in cui sostare è la linea di arrivo, poco distante la statua di Fred Lebow, il creatore di questa gara, è ricoperta di fiori, alcuni sostano quasi in adorazione, sul volto di qualche podista scivolano lacrime di commozione. Il fiume umano non si arresta, sono passate ore ma la massa dei podisti non accenna a diminuire. Uno spettacolo difficile da descrivere, lo si può vivere solo emozionalmente.
La rabbia per l'annullamento della gara si è stemperato, tra di noi si ragiona se correre una maratona sostitutiva di questa può avere senso, in Italia gli organizzatori già propongono sconti sul costo dell'iscrizione per coloro che hanno saltato New York, ci rendiamo conto di essere “prede” ambite.
Girando per il parco capiamo che la decisione di sospendere la gara è solo politica, tutto era giá pronto e predisposto, il sindaco ha ceduto alle pressioni dei suoi concittadini, in effetti la parte sud è ancora disastrata, gli operai sono all'opera per ridare la luce alla parte più colpita della città.
Torniamo nel nostro appartamento, ora dobbiamo solo decidere se trovare un' altra occasione o lasciare perdere. Marcello, quello più in forma del terzetto è indeciso, Gianni ha già deciso che non ci riproverà, da parte mia sto valutando, buttare via mesi di allenamento mi scoccia, probabilmente ne farò una, ma ora è presto per decidere, ci penserò sul volo che mi riporterà in Italia.

Ultimo aggiornamento (Martedì 06 Novembre 2012 23:48)

 
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