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Il fantasma di Cesano Boscone

Lombardia - Primapagina

Fantasma Podisti.NetDomenica si è svolta la 36^ edizione della Marcia dell’Amicizia Cesanese, una classica non competitiva sotto l’egida FIASP. Simpatica manifestazione, ma non è del passato prossimo che Vi vogliamo parlare, bensì di quello un po’ più remoto. Perché ieri, sopra le teste dei partecipanti, nascosto tra le nuvole, aleggiava il fantasma della Gold Marathon.

Una gran bella gara e Gold un aggettivo più che giustificato. Venti edizioni, l’ultima nel 2000. Competizione internazionale con tempi di tutto rispetto. Record di 2h11 e 2h30 al femminile.

Furono molto bravi i dirigenti del Running Club Cesanese, attuale denominazione del club. Facendo ammenda per le omissioni, citiamo Cighetti, Colli, Calmi, Pistori. Il presidentissimo Claudio Bramani, l’allora DS Giovanni Cassano e poi Vito Ceruzzi, Fabio Chizzini e Giovanni Esposito, che sono stati il cuore della maratona, facendo un bel regalo alla cittadina ed all’area metropolitana in generale, perché la grande Milano non ha sempre offerto una 42 chilometri.

Tanto bravi da meritarsi, per due anni di seguito (1988 e 1989), il premio della rivista "Correre" come migliore organizzazione in Italia.

Ma com’erano le maratone poco più di dieci anni fa? Alcuni aspetti stupiranno coloro che si sono affacciati solo recentemente al running, perché sembra di tornare indietro di molto tempo. Di certo, se da un lato la corsa aveva avuto un boom, riguardante soprattutto le non competitive, le “gare” venivano ancora prese molto sul serio, e restavano abbastanza “elitarie” nei loro contenuti tecnici. Un esempio il tempo limite: quattro ore e poi giù il gonfiabile. Inconcepibile oggi, quando per allargare finisher ed incassi, le sei ore sono la base di minima per rilanciare poi anche oltre.

E in quattro ore arrivavano tutti, e mica quattro gatti. A Cesano l’ordine di grandezza era il migliaio o poco meno. Tra l’altro non è che si affannassero molto per stare nel tempo limite. Correvano tutti come dei matti. Ne parlavamo con un amico che lì fece il suo personal best: 2h37’. Si piazzò 132°. Si, avete capito bene, centotrentaduesimo. Centotrentuno arrivati prima di lui. Adesso con quei tempi si sale sul podio o si finisce nella top ten di molte gare italiane sulla distanza.

Di certo il percorso era ideale. Bello piatto. Si, è vero, il panorama non era un granchè, non c’era il marathon village, il pacco gara forse non sapevano nemmeno cosa fosse e la località non era tra le più rinomate. Anche la presenza al via di politici e star dello spettacolo non era considerata indispensabile quanto gradita.

Ma si correva. Bene. Si correva e basta. Ed ai tempi questa era la cosa più importante per tutti. Ora non siamo più cosi convinti che questo sia il sentimento comune.

Speriamo che il fantasma ritorni presto. Magari ricominciando dalla maratonina, come qualche dirigente cesanese ci ha già detto ad un’orecchio. E’ un fantasma simpatico e ne sentiamo la mancanza.

rodolfo.lollini@podisti.net

 
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