Ottimo avvio per Lorenzo Trincheri alla 27^ Sultan Marathon des Sables. L’ultramaratoneta di Dolcedo ha chiuso la prima tappa, dalla località di Ammouguer ad Oued El Aatchana, di 34 km, al 6° posto, in 2h48′35” (media 12,10 km/h), staccato di 21′15” dal fenomenale marocchino Rachid El Morabity, 30 anni, pettorale n° 1, trionfatore nel 2011 e grande favorito della vigilia. Alla piazza d’onore l’altro marocchino Mohamad Ahansal, con un ritardo di 6′37”, poi il giordano Salameh Al Aqra (9′53”), il portoghese Carlos Alberto Gomes De Sa (13′46”) ed il marocchino Mustapha Ait Amar (20′55”). L’agente immobiliare della Val Prino ha corso in crescendo, con un ritmo costante, dimostrando una buona condizione, recuperando nell’ultima parte del percorso diversi minuti su Ait Amar (4° assoluto nel 2011). Alle spalle di Trincheri, altri due europei: lo sloveno Vencelj, portacolori del Team Eurosport, ed il francese Pasquio (Legendre Bretagne 1), distanziati rispettivamente con circa 2 e 7 minuti.
La classifica provvisoria, almeno per quanto riguarda i primi tre posti, rispecchia la graduatoria finale dello scorso anno.
Molto bene anche i due compagni di team di “Trink”, Antonio Filippo Salaris (13°) e l’inossidabile Marco Olmo (18°). Nella generale a squadre il Gs Scotta Roata Chiusani è 2°, alle spalle del Groupe Rahal, capitanato dal leader El Morabity.853 gli atleti che questa mattina hanno preso il via in mezzo al deserto. Positivo anche il 198° posto assoluto dell’altro imperiese, Valentino Mattone, in 4h 48′21”.Il caldo non risparmia i concorrenti; 20° al via e quasi 35° all’arrivo dei primi, intorno a mezzogiorno.Domani, lunedì 9, seconda tappa, di 38,5 km (Oued El Aatchana – Taourirt Mouchanne) , con molti sali e scendi. Il via alle ore 9 (le 11 in Italia).La partecipazione di Trincheri alla 27^ Sultan Marathon des Sables è supportata anche dal Team Salomon Carnifast, Studio AC di Alessandro Condò, Fratelli Porro Colle di Nava, Calvi Auto concessionaria Chevrolet, agenzia immobiliare Val Prino e Associazione Oltre Csen. Ulteriori informazioni, immagini e video della gara sul sito ufficiale www.darbaroud.com da dove abbiamo tratto le immagini.
Ordine d'arrivo maschile: 1er : Rachid El Morabity (D1-MAR), les 33,8km en 2h26’32’’. 2e : Mohamad Ahansal (D8-MAR) à 6’35‘’. 3e : Salamaeh Al Aqra (D148-JOR) à 9’55.
Ordine d'arrivo femminile: 1er : Laurence Klein (D322-FRA), les 33,8km en 3h19’22’’ 2e : Jennifer Salter (D521-GB) à 19’26’’. 3e : Meryem Khali (D5-MAR) à 26′18″
Ultimo aggiornamento (Domenica 08 Aprile 2012 22:34)
Mi sembra di aver vissuto un sogno, stento ancora a credere che, il 25 marzo scorso, abbia partecipato alla Maratona di Barcellona assieme alla mia amica Virginia e ai miei due maestri Renato e Sandro con mogli a seguito. Ma la medaglia è lì a ricordami che è stato tutto vero, che sono arrivato realmente in Placa de Espanya in 3h:11:48, accolto dal calore della gente spagnola urlante: “Animo! Animo!…” per incitare i podisti negli ultimi estenuanti km. E’ stata davvero un’emozione unica, considerando anche il tempo impiegato di soli 10 secondi in più rispetto al mio personale della Maratona di Firenze 2008 che aveva un percorso molto più agevole: ciò significa che sono tornato ai quei livelli pur con 4 anni in più, ma l’età non conta, come dimostra il “caval vecio” Renato!
Quest’anno volevo partecipare a tutti i costi ad una maratona all’estero e la decisione di andare a Barcellona è venuta così, quasi spontanea, durante una marcia domenicale invernale ciacolando con i miei compagni di avventura: ci tenevo tanto a correrla (si fa per dire…) con loro, perché è nata una bella amicizia tra noi, non solo sportiva, condividendo gli allenamenti soprattutto con Virginia che mi ha fatto svenare con 3 lunghissimi da 30 km e più in un mese, ma visti i risultati ne è valsa la pena e la ringrazio per i consigli! Faccio a loro pubblicamente i mei complimenti per aver tenuto duro fino all’ultimo su un percorso davvero ostico, con dei bei strappetti che tiravano il collo, ma che ha attraversato la città toccando tutti i punti più famosi, tra cui la Sagrada Familia e Casa Battlo del Gaudì! Davvero bella Barcellona, merita di essere visitata, ma “ocio al portafoglio, la Virginia ne sa qualcosa!
Buone corse a tutti! A presto, on the road!
Ultimo aggiornamento (Sabato 07 Aprile 2012 20:35)
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In un numero del 1984 l’edizione americana di Runner’s World includeva l’australiano Derek Clayton nell’elenco dei migliori maratoneti di tutti i tempi insieme con Abebe Bikila (Etiopia); Waldemar Cierpinski (ex Germania Orientale); Robert De Castella (Australia); Clarence DeMar (USA); Bill Rodgers (USA); Jim Peters (Gran Bretagna); Alberto Salazar (USA); Toshihiko Seko (Giappone); Frank Shorter (USA). Il perché è intuibile dalla giornata del 3 dicembre 1967 a Fukuoka (Giappone). Crede solo lui in se stesso questo atleta nato in Inghilterra (nel Lancashire) il 17 novembre del 1942, vissuto a Belfast, poi emigrato in Australia : passa in 29’57” ai primi 10.000 m, in 30’02” ai secondi con un incredibile (per quei tempi) parziale di 59’59” ai venti chilometri. L’obiettivo è quello di fare meglio del giapponese Shigematsu, che nel 1965 aveva corso in 2h12’00”, ma in molti si accorgono che quella che sta per scaturire è una realtà avveniristica. Sempre da solo con un leggero cedimento al terzo diecimila, percorso in 30’33”, poi una flessione al quarto, chiuso in 31’44”. Derek soffre negli ultimi 2,195 chilometri terminati in 7’20”4. Risultato: 2h09’36”. Una spallata al vecchio record con un miglioramento di 2’24”. E allora venne a galla una realtà fatta di chilometri percorsi in quantità da stacanovista sull’esempio dell’altro “navigatore solitario “Ron Clarke: 225 chilometri alla settimana con punte di 322. Ogni domenica, si diceva, percorreva la distanza di 42,195 chilometri. Qualche infortunio e anche una dose di sfortuna gli impediscono di primeggiare a Città del Messico nel 1968, quando è solo settimo alle Olimpiadi. L’altro “giorno dei giorni”, a Anversa, si verifica il 30 maggio 1969: al trentesimo chilometro è ancora in linea per finire sotto 2h07’00”, alla fine termina in 2h08’34” che resterà la migliore prestazione mondiale per dodici anni. Tutto questo fra interventi chirurgici (tendini e cartilagini) e delusioni olimpiche (solo tredicesimo a Monaco di Baviera 1972) che non lo piegarono mai. Lo si può ritenere uno dei grandi front men della specialità, degli atleti che prendono subito la testa della corsa, forse vittime (in un certo senso) del proprio ego. Non a caso si allenava da solo, senza dare troppa retta a convenzioni e regole.
Praga/ La Hervis Prague Half Marathon è diventata la gara dei record.
Nonostante il vento, Atsedu Tsegay ha finito con il miglior tempo al mondo quest'anno, ed il quinto miglior tempo di sempre in una mezza maratona: 58:47! Anche la vincitrice della categoria femminile, Joyce Chepkirui, è riuscita a battere il record di gara con 1:07:03.
"E' stata molto veloce, molto dura", sorride il ventenne vincitore che ha iniziato a correre solo tre anni fa. "Volevamo battere il record del mondo qui, su questo percorso. Riuscirà sicuramente a far segnare il nuovo record mondiale quest'anno" , ha aggiunto il manager di Tsegay, Welay Amare.
E' stato uno spettacolo meraviglioso. Il gruppo di testa ha continuato a ridursi fino a che non sono rimasti solo tre corridori. Appena sotto il castello di Praga, anche il pacemaker è stato lasciato indietro e la gara è stata guidata da Limo, Kiplagat e Tsegay. Nella battaglia finale subito dopo il punto di ristoro, i due corridori keniani sono stati staccati ed il corridore etiope Tsegay ha preso il comando. Nonostante il forte vento, ha finito in un tempo eccellente.
"Quando ho saputo che sarebbe stato qui, già sapevo che sarebbe stata una gara molto veloce. Lui è un corridore difficile, e se non ci fosse stato tanto vento, chissa che tempo avremmo visto", ha commentato Philemon Limo, vincitore lo scorso anno e terzo classificato quest'anno. "Per me, non è stata una buona giornata", ha aggiunto.
Per quanto riguarda le donne: "E' stato molto, molto difficile correre contro il vento forte, ma entrambe, Lydia (Cheromei) e Gladys (Chereno) hanno continuato a spingermi, ed alla fine ho tentato la fortuna", ha ringraziato Joyce Chepkirui le sue concorrenti ed amiche del Kenya.
Il miglior corridore europeo e stato Jan Kreisinger, un ceco che ha corso tutta la gara ed ha finito in 1:05:42. "E 'stata una bella gara, mi sentivo bene. Ma alla fine, quando ho corso controvento, ho perso almeno un minuto rispetto al tempo previsto" , ha dichiarato Jan. Spera di correre alla Volkswagen Prague Marathon a maggio e di superare il limite per partecipare alle Olimpiadi di Londra. La stessa speranza e stata espressa anche dalla migliore atleta ceca femminile, 40 anni, insegnante, Ivana Sekyrova. "Ho testato il mio tempo per la maratona di Rotterdam che si svolgerà tra due settimane, e ci sono riuscita.
Mi è piaciuta questa gara", ha dichiarato soddisfatta del suo tempo di 1:16:50. La gara ha visto partecipare un numero record di concorrenti con poco più di 11.000 uomini e donne, compresi nomi famosi e celebrità. Pavel Nedvěd, vincitore del prestigioso pallone d'oro per il miglior giocatore in Europa nel 2003, era tra loro. "E' stato meraviglioso, i tifosi sono stati molto di supporto lungo tutto il percorso, mi hanno aiutato molto", ha detto Nedvěd, lodando gli spettatori dopo aver finito con il tempo di 1:44:25.
L'autore ceco di best-seller, Michal Viewegh, ha festeggiato il suo 50° compleanno sulla pista. L'oro olimpico nel decathlon, Roman Šebrle, ha corso i primi 5 km della staffetta come preparazione per le Olimpiadi di Londra. Ha corso accanto a sua moglie che ha deciso invece di correre tutta la gara.
Hervis Prague Half Marathon 2012:
Uomini:
1. Tsegay (Etiopia) 58:47,
2. H. Kiplagat (Kenya) 1:00:01,
3. Limo (Kenya) 1:00:03,
4. Bett (Kenya) 1:01:01,
5. Merga (Etiopia) 1:01:02,
6. Kipkemoi (Kenya) 1:01:25.
Donne:
1. Chepkirui (Kenya) 1:07:03,
2. Cheromei (Kenya) 1:07:26,
3. Cherono (Kenya) 1:08:18.
Ultimo aggiornamento (Sabato 31 Marzo 2012 21:51)
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