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Cronache

Seoul (KOR) - 83^ Seoul International Marathon

Dal Mondo - Cronache

Seul_International_Marathon_2012L’83^ edizione della Maratona Internazionale di Seoul è stata vinta, con il nuovo record del percorso, dal keniano Wilson Loyanae Erupe con il tempo di 2h05’37”, davanti ai connazionali James Kipsang Kwambai, secondo con 2h06’03”, e Eliud Kiptanui, terzo con 2h06’44”.

Tutti e tre hanno corso al di sotto del precedente record che apparteneva a Sylvester Teimet Kimeli del Kenya con 2h06’49”, realizzato nell’edizione del 2010.

Nei primi sette posti sono arrivati tutti atleti del Kenya con Philip Kimutai Sanga quarto con 2h06’51”, Felix Kipkemboy Keny quinto con 2h07’31”, Charles Munyeki Kiama sesto con 2h07’41” ed al settimo posto, con il suo nuovo primato personale, Jairus Chanchima con 2h07’43”, un atleta che sto allenando dallo scorso ottobre, mentre all’ottavo posto si è piazzato Yonas Kifle dell’Eritrea con 2h08’51”, unico atleta non keniano nelle prime 10 posizioni.

La gara è partita alle ore 8.00 da piazza Gwanghwamun e per il gruppo dei primi si è corsa su ritmi regolari a circa 2’59” al km con questi tempi parziali, al 5° km in 14’56” (2’59”2/km), al 10° km in 29’45” (2’58”5/km), al 15° km in 44’46” (2’59”0/km), al 20° km in 59’46” (2’59”3/km), al 25° km in 1h14’46” (2’59”4/km) ed al 30° km in 1h29’43” (2’59”4/km). L’arrivo è avvenuto dentro lo Stadio Olimpico che ha ospitato i Giochi Olimpici nel 1988.

La gara femminile è stata vinta dall’atleta etiope Tadese Feyse Boru con 2h23’26”, suo nuovo primato personale, superando la connazionale Askale Tafa Magarsa, che vanta un 2h21’31” in maratona, seconda con 2h25’29”, la statunitense Serena Burla terza con 2h28’27”, la coreana Kim Sung Eun quarta con 2h29’53” e la keniana Hellen Wanjiku Mugo quinta con 2h30’01”.

La gara con oltre 20 mila partecipanti è classificata dalla IAAF come Gold Label Road Races ed è stata trasmessa in diretta in oltre 80 nazioni.

Classifica Maschile (Km 42,195): 1 Wilson Loyanae Erupe (Ken) 2:05:37 2 James Kipsang Kwambai (Ken) 2:06:03 3 Eliud Kiptanui (Ken) 2:06:44 4 Philip Kimutai Sanga (Ken) 2:06:51 5 Felix Kipkemboy Keny (Ken) 2:07:31 6 Charles Munyeki Kiama (Ken) 2:07:41 7 Jairus Chanchima (Ken) 2:07:43 8 Yonas Kifle (Er)I 2:08:51 9 William Chebon Chebor (Ken) 2:10:27 10 Edwin Kangogo Kimaiyo (Ken) 2:10:29

Classifica Femminile (Km 42,195): 1 Tadese Feyse Boru (Eth) 2:23:26 2 Askale Tafa Magarsa (Eth) 2:25:29 3 Serena Burla (Usa) 2:28:27 4 Sung Eun Kim (Kor) 2:29:53 5 Hellen Wanjiku Mugo (Ken) 2:30:01 6 Ines Melchor (Per) 2:30:04 7 Tatiana Filonyuk (Ukr) 2:30:11 8 Yun Hee Chung (Kor) 2:30:34

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Ultimo aggiornamento (Giovedì 22 Marzo 2012 21:44)

 

Dado e Kirui vincono la 7^ New York City Half Marathon

Dal Mondo - Cronache

New_York_Greeley_Square_Empire_State_Building_Foto_Roberto_MandelliLa maratona di Roma continua a portar fortuna alla 28enne etiope Firehiwot Dado Tufa: la vincitrice dell’edizione 2011 della 42 capitolina, dopo essersi imposta a novembre nella maratona della Grande Mela, fa doppietta e vince la 7^ edizione della Ney York City Marathon in 1:08:35, record della corsa (precedente 1:08:52 stabilito l’anno scorso da Caroline Rotich), sulla neozelandese Kim Smith (che risiede negli Usa), che chiude a otto secondi dalla vincitrice in 1:08:43, dopo aver condotto a lungo la gara in testa, rimontata nell’ultimo chilometro. Terzo posto per la statunitense Kara Goucher, terza in 1:09:12. Quarta l’olandese (nata keniana) Hilda Kibet in 1:09:42 sulla statunitense Janet Cherobon-Bawcom, quinta in 1:09:55, e sulla messicana Madai Perez, sesta in 1:10:05. Settima l’australiana Lisa Weigtmann in 1:10:10 sulla keniana Caroline Rotich, ottava in 1:10:17, e sulla statunitense Desiree Davila, nona in 1:10:44. Decima l’etiope Bekelech Bedada in 1:10:54. Firehiwot Dado è in preparazione per la Maratona di Boston del prossimo 16 aprile. Questi i passaggi della vincitrice: 5° km in 15:39, 10° km in 32:00, 15° km in 48:32, 20° km in 1:05:06.

Il 24enne keniano Peter Cheruiyot Kirui vince la gara in 59:39, seconda miglior prestazione della storia della manifestazione dietro il 59:24 di Haile Gebrselassie del 2007, staccando nel finale di nove secondi il 29enne etiope Deriba Merga (vincitore della maratona di Boston nel 2009), che aveva condotto a lungo la gara, secondo in 59:48. Terzo l’altro etiope Feyisa Lilesa in 1:00:45 sui keniani Wesley Korir, quarto, e Sam Chelanga, quinto, entrambi in 1:01:19, e su Kevin Chelimo, sesto in 1:01:21. Il britannico Chris Thompson, argento europeo sui 10000 metri, debuttante sulla distanza, è settimo in 1:01:23 sul connazionale Scott Overall, ottavo in 1:01:25, e sul brasiliano Marilson Gomes dos Santos, due volte vincitore della NYCM, nono in 1:01:26, e sull’australiano Michael Shelley, decimo in 1:01:27. Dodicesimo il primo statunitense, Meb Keflezighi in 1:01:41, quattordicesimo Dathan Ritzenhein in 1:01:52. Questi i passaggi del vincitore: 5° km in 13:44, 10° km in 28:02, 15° km in 42:08, 20° km in 56:34.

Record di partecipanti con 15336 finisher (7456 uomini e 7880 donne).

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Ultimo aggiornamento (Martedì 20 Marzo 2012 18:10)

 

Gerusalemme (ISR) - 2^ Jerusalem Marathon

Dal Mondo - Cronache

Quindicimila persone da tutto il mondo hanno risposto al richiamo di questa festa del podismo d’Israele, gli atleti si sono distribuiti sui tre percorsi proposti, maratona, mezza maratona e la breve di 10 km; nella distanza classica di 42 km e 195 m. si sono presentati al via in mille.

Il personale dello start ha dovuto lavorare intensamente perché alle ore 07.00 è partita la maratona, alle 08.20 la mezza maratona, mentre la 10 km è scattata alle ore 10,15. I maratoneti che si cimentano su questa maratona sono consapevoli che a Gerusalemme non si può chiedere al proprio fisico di fare il sospirato best time, ma si corre qui per lasciare una testimonianza positiva per la storia di questa terra per gli anni futuri.

Il percorso della maratona è stato ricavato interamente a Gerusalemme - la città capitale d’Israele conta circa settecentomila abitanti, questo giovane stato a maggioranza Ebraica è nato il 14 maggio del 1948 - i suoi 42 km sono molto impegnativi, si corre in salita o in discesa perché la città sorge su una collina di 760 metri sul livello del mare.

Oltre alle difficoltà altimetriche, questa seconda edizione è stata disturbata dal maltempo, gli scrosci di pioggia sono stati molto violenti, il freddo penetrava fino nelle ossa perché il vento soffiava come un dannato e, in alcuni tratti, le folate erano talmente forti di intensità che si era fermati sull’asfalto o addirittura sballottati a destra o a sinistra.

Dopo venti chilometri, un’impegnativa ascesa ci ha elevato nel punto più alto del tracciato esattamente nel cuore del centro storico della città più multiculturale al mondo. Correre dentro le mura di Gerusalemme è paragonabile al gesto dell’equilibrista quando scorre sulla fune sospeso nel vuoto, nello spettacolo circense il vuoto è parte integrante del gesto atletico, mentre per noi runner questo vuoto rappresenta la sensazione di impotenza nei confronti di chi si vuole impadronirsi di questo fazzoletto di terra cara agli Ebrei ai Cristiani e ai Mussulmani, con atti violenti e incivili.

Terminato il passaggio nel centro storico, un discesone ci ha riportato verso la periferia della città, anche i km finali erano disseminati di salitelle e relative discese; poi, ad una manciata di km dall’arrivo, una micidiale salita di 500 m. ci ha raggrinzito le fibre muscolari dei quadricipiti, e una fitta tempestata con grani molto piccoli ci ha ulteriormente benedetto nel km finale.

Nonostante le avversità meteo, la stanchezza e il desiderio di terminare la propria maratona con il crono desiderato è stata molto forte, così l’emozione nel farsi mettere al collo la medaglia celebrativa sulla linea del traguardo: i volti di tutti i maratoneti erano raggianti di felicità e la gioia sprizzava da tutti i pori della pelle.

Sulla linea d’arrivo del Gan Saker ha messo la punta delle scarpe davanti a tutti il ventisettenne Keniano David Toniok in 2h19’52”; chi scrive ha terminato la sua maratona in 3h57’57”. Prima donna è stata l’etiope Mihriet Anamo in 2h48’38”.

Noi corridori, salvo chi correva per la corona d’alloro, su tutto l’intero percorso, abbiamo festeggiato la nostra performance con i numerosi bambini disseminati ai bordi della strade, quante battute di mano e quanti sorrisi ci siamo scambiati! Spero vivamente che anche i numerosi soldati che hanno garantito la nostra sicurezza si siano divertiti nel vedere le nostre evoluzioni a festa.

Che dire di questi zelanti organizzatori, innanzitutto desidero esprimere un elogio lungo come i metri della maratona; persino nel pre-gara ci hanno fatto sgranare gli occhi per la spettacolarità di quanto ci hanno preparato: al centro maratona expo, ricavato nel Jerusalem International convention center, avevano preparato un ambiente futuristico con attrattive molto interessanti dal punto di vista tecnologico e di marketing sportivo, poi il buffet di pasta, verdure e dolci ci ha permesso di rinforzare le scorte energetiche per gli sforzi del giorno seguente.

Nell’ultimo articolo che ho scritto, prima della mia partenza a questo impeccabile avvenimento, mi ero posto una domanda: “Israele, che terra è?” Sapete, mi è difficile rispondere! Ci provo un pochino, è innanzitutto la terra degli uomini di buona volontà, qui le capacità intellettive delle persone sono molto elevate, questa popolazione riesce a trasformare terre desertiche in terre coltivate, per dirne una molto semplice, riescono a far crescere i pomodori, con risultati eccellenti, bagnando il terreno con l’acqua salata.

Che tristezza, però, pensare ai giovani ragazzi d’Israele, maschi e femmine, che purtroppo, per le impellenti ragioni di sicurezza, devono sacrificare i loro anni migliori al servizio militare, persino il Nazereno più di 2000 anni fa aveva tentato di sconfiggere mamma cattiveria e il re dei furbi, sua maestà il denaro.

Vorrei ringraziare infinitamente il ministero del ministero del Turismo d’Israele con il suo personale e i nostri angeli custodi, Angelo (Lolo ) Tiozzo e Alessandro.

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Istanbul (TUR) - World Indoor Championships

Dal Mondo - Cronache

La 14^ edizione dei Campionati Mondiali indoor si è svolta nei giorni 9/10/11 marzo a Istanbul, in Turchia. Edizione un po’ particolare con numerose defezioni, anche a causa dello svolgimento quest’anno dei Campionati Europei e dei Giochi Olimpici di Londra.

La prima giornata regala nelle qualificazioni la clamorosa eliminazione del giamaicano Lerone Clarke sui 60 m, che stacca addirittura in 0.420 ed è eliminato in 7.05. M.p.m. stagionale per il brasiliano Vinicius da Silva nel lungo con 8.28.

Nel peso maschile vince lo statunitense Ryan Whiting con 22.00 m, primato mondiale del 2012, sul tedesco David Storl con 21.86 (pb) e sul polacco Majewski (record nazionale), terzo con 21.72 m.

Da segnalare la sconfitta nelle semifinali dei 400 di Kirani James ad opera del il costaricano Nery Brenes (46.01, record nazionale), sconfitta che segnerà l’assegnazione delle medaglie, come vedremo in seguito. Il bahamense Demetrius Pinder vince la prima semifinale in 45.94.

L'ucraina Natallia Dobrynska si aggiudica il pentathlon femminile con 5013 punti, nuovo record mondiale (prec. 4991 di Irina Belova, Berlino, 15 febbraio 1992), sull’inglese Jessica Ennis, campione uscente, seconda con record nazionale con 4965, e sulla lituana Austra Skujyte, con 4802, record nazionale. Queste le prove della vincitrice: 8.38 sui 60hs, 1,84 nell’alto, 16,51 nel peso, 6,57 nel lungo, 2:11.15 sugli 800 metri.

Per quanto riguarda i colori azzurri, eliminata Elisa Cusma sugli 800 che si ferma a 600 metri; stessa sorte per Silvia Weissteiner sui 3000 metri che chiude settima in 9:16.56. Qualificata Maria Enrica Spacca (53.74) per le semifinali dei 400 donne dove è eliminata (quinta in 53.71); apprezzabile Lorenzo Valentini sui 400 piani in 48.58, che si qualifica per le semifinali, dove è logicamente eliminato (quinto in 48.47). Qualificate per le semifinali dei 60 hs Veronica Borsi con 8.12 e Marzia Caravelli con 8.20. Qualificazione scontata per Antonietta DI Martino nella finale dell’alto con 1.95. Passa in semifinale anche Simone Collio sui 60 in 6.68.

Seconda giornata

In mattinata, per i colori azzurri, qualificazione sui 60 m per Audrey Alloh in 7.33 (pb eguagliato) e per Fabrizio Donato (17.07) e Daniele Greco (16.94) nel triplo; per Emanuele Abate in 7.71 e Paolo Dal Molin in 7.78 sui 60 hs. Nell’alto eliminato Silvano Chesani in 2.22 (con lui anche il ceko Baba e Donald Thomas).

Nel pomeriggio, da riportare subito per i colori azzurri, l’argento di Antonietta Di Martino nell’alto femminile con 1.95, misura condivisa con la russa Anna Chicerova e la svedese Ebba Jungmark, alle spalle della statunitense Chaunte Howard Lowe che vince un oro facile facile con 1.98. Gara incredibile e se vogliamo deludente, con una Chicerova irriconoscibile e la nostra Antonietta che forse spreca una grande occasione per vincere l’oro. Sui 60 la finale vede imporsi Justin Gatlin in 6.46 sul giamaicano Nesta Carter, secondo in 6.54, e su Dwain Chambers, terzo in 6.60. Solo quarto Trell Kimmons in 6.60. Eliminato in semifinale Simone Collio in 6.67. L’australiana Sally Pearson vince i 60hs in 7.73 (eliminate Marzia Caravelli in 8.12 e Veronica Borsi in 8.18), quarta prestazione di sempre, sulla britannica Tiffany Porter, seconda in 7.94, e sulla bielorussa Alina Talay, terza in 7.97. Record mondiale nel pentathlon per lo statunitense Ashton Eaton con 6645 punti (6.79 nei 60 metri, 8.16 nel lungo, 14.56 nel peso, 2.03 nell’alto, 7.68 nei 60 ostacoli, 5.20 nell’asta, 2:32.77 - record dei campionati per le prove multiple - nei 1000), che migliora di 77 punti il limite precedente stabilito dallo stesso Eaton a Tallinn il 6 febbraio del 2011. Secondo l’ucraino Oleksiy Kasyanov, secondo con 6071, sul russo Artem Lukyanenko, terzo in 5969. La statunitense Sanya Richards-Ross vince i 400 femminili in 50.79 sulla russa Aleksandra Fedoriva, seconda con 51.76, e sulla connazionale Natasha Hastings, terza in 51.82. Sui 400 maschili, paga la sconfitta delle semifinali il grenadino Kirani James, confinato da un beffardo sorteggio in prima corsia che lo esclude di fatto dal podio, e deluso, molla e chiude al sesto posto in 46.21. Vince il costaricano Nery Brenes in 45.11, nuovo record dei campionati, sui bahamensi Demetrius Pinder, secondo in 45.34, e Chris Brown, terzo in 45.90. Sui 1500 femminili dominio dell’etiope Genzebe Dibaba in 4:05.78 sulla marocchina Mariem Alaoui Selsouli, seconda in 4:07.78, e sulla turca Asli Çakir Alptekin, terza in 4:08.74 (record nazionale), spinta dal pubblico. Sulla stessa distanza maschile vince il marocchino Abdalaati Iguider in 3:45.21 sul turco Ilham Tanui Özbilen, secondo in 3:45.35, e sull’etiope Mekonnen Gebremedhin, terzo in 3:45.90. Grande gara nell’asta maschile per il francese Renaud Lavillenie con 5.95, miglior salto del 2012, sul tedesco Bjorn Otto, secondo con 5.80, e sullo statunitense Brad Walker, anche per lui 5.80 ma più errori. Nel salto in lungo maschile, ottima affermazione per il brasiliano Mauro Vinicius Da Silva con un doppio 8.23 sull’australiano Henry Frayne che salta pure lui 8.23, ma solo una volta, all’ultimo tentativo. Terzo, a un centimetro, il russo Aleksandr Menkov con 8.22 (pb). Nel triplo donne vince la 39enne britannica (ex cubana) Yamilé Aldama con 14.82 sulla kazaka Olga Rypakova, seconda con 14.63, e sulla cubana Mabel Gay, con 14.29. Il peso donne vince l’australiana Valerie Adams con 20.54 sulla bielorussa Nadzeya Ostapchuk, seconda in 20.42, e sulla statunitense Michelle Carter, terza in 19.58 (pb).

Terza giornata

La finale di salto triplo vede lo statunitense Will Claye imporsi con 17.70, miglior prestazione 2012, sul connazionale ed ex-compagno di allenamento Christian Taylor, secondo con 17.63, e sul russo Lyukman Adams, terzo con 17.36 (pb). Seguono gli azzurri Fabrizio Donato, quarto con 17.28, e Daniele Greco, quinto con 17.28 (pb). Buona anche la prova di Emanuele Abate, sesto sui 60 hs in di 7.63 (e 7.62 in semifinale), in una gara vinta a sorpresa dallo statunitense Aries Merritt in 7.44 sul cinese Liu Xiang, secondo in 7.49, e sul 20enne francese Pascal Martinot-Lagarde, campione mondiale junior in carica, terzo in 7.53 (pb). In semifinale era stato eliminato l’altro italiano Paolo Dal Molin, settimo in 7.92. Sui 60 donne vince con una fantastica rimonta la giamaicana Veronica Campbell-Brown in 7.01 (wl) sull’ivoriana Murielle Ahoure, seconda in 7.04 (pb), e sulla statunitense Tianna Madison, terza in 7.09. Eliminata in semifinale la nostra Audrey Alloh, settima in 7.38. Sui 3000 uomini, è lo statunitense Bernard Lagat a vincere il terzo titolo della carriera in 7:41.44 scattando nell’ultimo giro e precedendo i keniani Augustine Choge, secondo in 7:41.77, e Edwin Soi, terzo in 7:41.78. Quarto il britannico Mo Farah in 7:41.79. Sulla pari distanza femminile vince con un’incredibile rimonta la 22enne keniana Hellen Obiri in 8:37.16 superando negli ultimi 100 metri l’etiope Meserat Defar, seconda in 8:38.26. Terza l’altra etiope Gelete Burka in 8:40.18 sulla keniana Sylvia Kibet, quarta in 8:40.50 (pb). Altra vittoria keniana sugli 800 donne con Pamela Jelimo, tornata ai suoi livelli, in 1:58.63 (wl) sulla romena Nataliia Lupu, seconda in 1:59.67 (pb), che allo sprint supera la statunitense Erica Moore, che aveva fatto il ritmo per tutta la gara, terza in 1:59.97 (pb) sull’etiope Fantu Magisu, quarta in 2:00.30. Gli 800 uomini sono vinto dal 18enne etiope Mohammed Aman in 1:48.36 sul ceko Jakub Holusa, secondo in 1:48.62, e sul britannico Andrew Osagie, terzo in 1:48.92. Quarto il polacco Adam Kszczot, quarto in 1:49.16. Nell’asta femminile torna al successo (quarto titolo indoor) la zarina Yelena Isinbayeva con 4.80 sulla francese Vanessa Boslak, seconda con 4.70 (record nazionale) e sulla britannica Holly Breasdale, terza sempre con 4.70. Nel lungo donne la gara si decide all’ultimo salto con il 7.23 della statunitense Brittney Reese (record dei campionati e terza prestazione all-time) che supera la connazionale Janay DeLoach, seconda con 6.98, e la britannica Shara Proctor, terza con 6.86, record nazionale. Il greco Dimitrios Chondrokoukis vince l’alto maschile con 2.33 sul russo Andrey Silnov, secondo con la stessa misura, e l’altro russo Ivan Ukhov, terzo con 2.31. Infine, nelle staffette 4x400, vittoria maschile per gli USA (Frankie Wright, Calvin Smith, Manteo Mitchell e Gil Roberts) in 3:03.94 sulla Gran Bretagna, seconda in 3:04.72, e Trinidad e Tobago, terza in 3:06.85; vittoria britannica in campo femminile in 3:28.76 sulle statunitensi, seconde in 3:28.78, e sulle russe, terze in 3:29.55.

Nel medagliere, dominio statunitense con 18 medaglie (10/3/5) sulla Gran Bretagna, seconda con 9 (2/3/4), e sull’Etiopia, terza con 5 (2/1/2). Quarto il Kenia con 4 (2/1/1) sulla Russia, quinta con 9 (1/3/5). Italia 19^ con l’argento della Di Martino.

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Ultimo aggiornamento (Giovedì 15 Marzo 2012 11:55)

 

Wittek e Modignani vincono la 100 km del Sahara

Dal Mondo - Cronache

Modignani_Alice_vince_100_km_del_Sahara_2012_Il tedesco Thomas Wittek e l’italiana Alice Modignani sono i vincitori della 14^ edizione della 100km del Sahara, gara a tappe nel deserto, disputatasi dal 4 al 9 marzo.

Wittek ha trionfato in 8:37:01, bissando il successo del 2008, precedendo lo spagnolo Juan Antonio Alegre, secondo in 8:44:25, con una rimonta cominciata nella quarta tappa, e l’italiano Massimo Camozzi, terzo in 8:47:40. Seguono altri tre italiani: Gianluca Cicchella, quarto in 8:52:18, Andrea De Paola, quinto in 9:13:08, e Claudio Banaiti, sesto in 9:19:24.

Successo femminile per Alice Modignani in 10:16:50 sull’inglese Jennifer Hands, seconda in 11:17:39, e sulla tedesca, veterana della manifestazione, Claudia Gerling, terza in 11:22:49. Seguono altre quattro italiane: Antonella Riva, quarta in 11:25:31, Valeria Bianchi, quinta in 11:41:26, Rossana Pierantoni, sesta in 12:05:52, e Lucia Candiotto, settima in 12:06:19.

La 14^ edizione è stata caratterizzata da difficili condizioni climatiche, con freddo e vento, soprattutto nelle ultime tappe. 134 i partecipanti, 84 gli italiani.

Ecco un breve racconto riepilogativo:

Passata la notte a Djerba, il 5 marzo tutti gli atleti giungono all'oasi di Ksar Ghilane per il prologo della manifestazione, con cerimonia di apertura, presentazione della gara e consegna dei pettorali.

Il giorno 6 si parte con la prima tappa: Ksar Ghilane – Camp Bibane di km 23 circa. Vittoria per Thomas Wittek in 1:46:43 sugli italiani Massimo Camozzi, secondo in 1:48:54, e Gianluca Cicchella, terzo in 1:50:36. Alice Modignani, vince tra le donne in 2:09:23 su Fabiola Spinelli, seconda in 2:17:27, e Giorgia Beretta, terza in 2:24:55. Tappa disturbata dal forte vento che ha soffiato alle spalle dei partecipanti.

Mercoledì 7, dopo il temporale notturno con forte pioggia e vento che tiene tutti svegli, comincia la 2^ tappa: Bir Camp Bibane - Bir El Ghif di km 16, con tempo clemente. Vince Massimo Camozzi in 1:03:21 su Thomas Wittek, secondo in 1:03:31, e Gianluca Cicchella, terzo in 1:04:45. La lombarda Alice Modignani vince anche la seconda tappa in 1:14:07 sull’inglese Jennifer Hands, seconda in 1:20:31, e su Fabiola Spinelli, terza in 1:21.29.

Ma, nella stessa giornata, è in programma la prova notturna di 7 km, terza tappa che si articola su un percorso a circuito sulle dune che circondano il campo di Bir el Ghif. Vince Gianluca Cicchella in 29:10 davanti al connazionale Andrea De Paola, secondo in 29:46, e al tedesco Markus Rath, terzo in 29:58. Quarto Gianluca Barbero su Thomas Wittek, quinto in 30:24. Tra le donne vince ancora Alice Modignani in 37:13 sulle tedesche Claudia Gerling, seconda in 37:17, e Nadja Brecht, terza in 39:03.

Il giorno dopo, giovedì 8, la tappa più lunga, la Bir el Ghif - Bir Lectaya di km 42, con i partecipanti divisi in tre gruppi: la partenza avverrà in ordine inverso rispetto alla classifica generale, partiranno subito gli ultimi inseriti nel primo gruppo, poi quelli della media classifica inseriti nel secondo gruppo e, infine, i primi inseriti nel terzo gruppo. Temperatura bassissima che aiuta gli atleti: vince lo spagnolo Juan Antonio Alegre in 3:29:52 davanti a Thomas Wittek, secondo in 3:30:36, e a Massimo Camozzi, terzo in 3:36:45,che perde anche il secondo posto nella classifica generale. Quarta vittoria consecutiva tra le donne per Alice Modignani in 4:09:32, dodicesima assoluta, su Jennifer Hands, seconda in 4:34:13, e a Claudia Gerling, terza in 4:40:03.

La 5^ ed ultima tappa, venerdì 9, di 23 km, la Bir Lectaya - Oasi Douz, che si svolge con freddo e tanto vento, registra la seconda vittoria consecutiva dello spagnolo Juan Antonio Alegre in 1:42:47, che precede gli italiani Massimo Camozzi, secondo in 1:44:25, e Gianluca Cicchella, terzo in 1:45:03. Quarto Wittek in 1:45:46, tempo sufficiente per controllare gli avversari e vincere la manifestazione. Nessun problema tra le donne per la Modignani che fa l’en-plein: vince in 2:06:35 su Antonella Riva, seconda in 2:09:19, e Giorgia Beretta, terza in 2:09:20. Quarta Jennifer Hands in 2:09:51 su Claudia Gerling, quinta in 2:10:25. In serata le premiazioni, il giorno dopo il ritorno a casa.

Il sito ufficiale della manifestazione: http://www.100kmdelsahara.com/galleria.php?id=19

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Ultimo aggiornamento (Domenica 11 Marzo 2012 01:20)

 
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