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Cronache

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Dal Mondo - Cronache

podisti.net_earth_200x150_blu03aLa 40^ Houston Marathon (Texas, Usa) è vinta dal 27enne etiope Tariku Jifar in 2:06:51, nuovo record della corsa (precedente 2:07:04 di Bekana Daba nel 2011) e pb, che precede i connazionali Debebe Tolossa, secondo in 2:07:41, e Demssew Tsega, terzo in 2:11.13. Questi i passaggi: 5° k in 14:53, 10° in 29:54 , 15° in 44:44, 20° in 59:48, 25° in 1:14:50, 30° in 1:30.06, 35° in 1:44.51. Quarto posto per l’australiano Shawn Forrest in 2:14.37 sul messicano Leonardo Trejo Camargo, quinto in 2:18:10, e sul canadese Simon Bairu, sesto in 2:19.52. Settimo l’ugandese Samuel Kosgei in 2:21.05. Al femminile, vittoria della etiope Alemitu Abera in 2:23:14, pb e record della corsa (migliorato di 39” il precedente del 2010 di Teyba Erkesso), sull’australiana Benita Willis, seconda in 2:28:24 e sull’irlandese Ava Hutchinson, terza in 2:35.33. Questi i passaggi vincenti: 5° km in 17:04, 15° km in 50:33, 20° in 1:07:34, 25° in 1:24:22, 30° in 1:45:47, 35° in 1:58:23. Quarto posto per la statunitense Zsofia Erdelyi in 2:36.56 sulla connazionale Nuta Olaru, quinta in 2:37.37. 7637 i finisher. Nella mezza maratona successo dell’etiope Feyisa Lilesa in 59:22, nuovo record della corsa (precedente di Ryan Hall nel 2007 con 59:43), con passaggi al 5° km in 14:01, al 10° in 28:02 e al 15° in 40:56. Secondo è il connazionale Tilahun Regassa in 1:01:28 sugli statunitensi Scott Bauhs, terzo in 1:01.30, Luke Puskedra, quarto in 1:01.36 - pb, e Jonathan Grey, quinto in 1:02.25. Al femminile, successo di Belaynesh Oljira, ancora una etiope, in 1:08:26, che precede solo all’ultima curva l’olandese Caroline Kilel, seconda a due secondi. Terza l’etiope Belainesh Gebre, in 1:08:51 sulla keniana Hellen Jemutai, quarta in 1:12:06, e su Kebebush Haile, quinta in 1:13. 02. Nuovo record del percorso, migliorato di 1:15 il precedente di Shalane Flanagan del 2010, questi i passaggi: al 5° km in 16:16, al 10° km in 34:11 e al 15° in 47:14. 13000 i partecipanti alla maratona, 11000 alla mezza.

La USA Olympic Trials Marathon, disputata ad Houston (Texas), è vinta da Meb Keflezighi, argento olimpico ad Atene 2004 dietro Baldini e vincitore della New York City Marathon 2009, in 2:09:08, pb, su Ryan Hall, secondo in 2:09:30, e su Abdi Abdirahman, terzo in 2:09:47. La gara si è decisa negli ultimi cinque km quando Keflezighi ha prodotto l’allungo decisivo per staccare Hall, partito troppo forte per poi calare progressivamente. Quarto posto per Dathan Ritzenhein in 2:09:55 su Brett Gotcher, quinto in 2:11:06, e Andrew Carlson, sesto in 2:11:24. Tra le donne vince Shalane Flanagan in 2:25:38 staccando a due km dalla fine le tre compagne di fuga, classificatesi nell’ordine: Desiree Davila, seconda in 2:25:55, Kara Goucher, terza in 2:26:06, e Amy Hastings, quarta in 2:27:17. Quinta è Janet Cherobon-Bawcom in 2:29:45 su Deena Kastor, sesta in 2:30:40. 85 arrivati fra gli uomini, 152 fra le donne.

La 9^ Standard Chartered Mumbai Marathon, in India, è vinta dal keniano Laban Moiben in 2:10:48 che precede allo sprint l'etiope Raji Assefa, secondo con lo stesso tempo (pb). Terzo il keniano John Kyui, terzo in 2:10:54. Primo indiano Ram Singh Yadav, dodicesimo, in 2:16:59. Al femminile, dominio etiope con le prime dieci classificate tutte di questa nazione. Vince Netsanet Achamo Abeyo (quarta a Roma nel 2010) in 2:26:12, nuovo record del percorso e pb, su Fatuma Sado Dergo, seconda in 2:30:20, e Makda Harun, terza in 2:30:47.

Geoffrey Kiprono Mutai vince in 37:38 il Kenya Police Cross Country Championships di Nairobi (12 km) su Moses Masai, secondo in 38:03, e Titus Mbishei, terzo in 38:07. Quarto Josephat Bett in 38:36 su Levi Matebo, quinto in 38:40. Solo nono Paul Kipsiele Koech was in 39:02 su Sammy Kitwara, decimo in 39:04. Lucy Kabuu-Wangui vince tra le donne in 28:22 (8 km) su Margaret Wangari, seconda in 28:45, ed Edna Kiplagat, terza in 28:59.

Nel campionato nazionale portoghese sui 15 km, disputato a Benavente, Manuel Damiao vince in 44:09 su Jose Rocha, secondo in 44:12, e su Youssef El Kalai, terzo in 44:13. Tra le società vince il Maratona Clube de Portugal su Conforlimpa e Maia. Tra le donne vince Dulce Felix in 49:45 su Ana Dias, seconda in 50:37, e Leonor Carneiro, terzo in 50:56. Vittoria di squadra per Clube de Portugal su Braga e Serena.

Il keniano Caleb Mwangangi Ndiku, campione mondiale junior dei 1500 metri, vince il 31° cross di Le Mans in 29:32 (10.4 km) sul connazionale Michael Kipruto Kigen, secondo in 29:36, e sull’eritreo Samuel Tsegay, terzo in 29:50. Quarto Joseph Ebuya, campione del mondo di cross nel 2010, in 29:55. Miglior europeo il turco Polat Kemboi (ex keniano), sesto in 30:26. Tutto etiope il podio femminile: vince Azemre Gebre in 20:30 (6.3 km) su Tigist Kiros, seconda in 20:34, e Bertukan Feyisa, terza in 20:38.

Il keniano Hosea Macharinyang vince il 24° Cross Internacional Ayto de Camargo Punta de Parayas di Maliano (Spagna) in 29:35 (10.090 km) sugli eritrei Yonas Kifle, secondo in 29:51, e Amanuel Messel, terzo in 29:59. Tra le donne vince l’eritrea Nazareth Weldu in 23:34 (6.890 km) sulle spagnole Jacqueline Martin, seconda in 24:41, e Zulema Fuentes-Pila Ortiz, terza in 24:51.

Nella terza prova del McCain Cardiff Cross Challenge (Gran Bretagna), disputato nel Blackweir Fields, Frank Tickner vince in 32:10 (10.1 km) superando allo sprint Jonny Hay, secondo in 32:16. Lauren Howarth vince la gara femminile in 24:18 (6.8 km).

L’etiope Tesfaye Dube vince la maratona di Hamilton, disputata nel corso del Bermuda Race Weekend, in 2:24:17. Fikadu Lemma è secondo in 2:25:59 su Dereje Hailegiorgis, terzo in 2:32:43. La russa Elena Orlova è la prima donna in 2:46:34 su Mekdes Bekele, seconda in 3:06:27, e Muliye Gurmu, terza in 3:06:32. 110 i finisher. Dube ha vinto anche la gara sul miglio in 4:19.0, mentre tra le donne si è imposta la giamaicana Korene Hinds in 4:57.0.

Il keniano Geoffrey Kipsang vince il 30° Cross Internacional de Itálica a Siviglia in 30:53 (10.8 km) sul diciassettenne connazionale Albert Rop, secondo in 30:57, e sull’ugandese Moses Kipsiro, terzo in 31:03. Il keniano Geoffrey Kirui è quarto in 31:13 sul connazionale Mark Kiptoo, quinto in 31:14, e sul primo europeo, lo spagnolo, Ayad Lamdassem in 31:23. Settimo l’etiope Abera Kuma in 31:27 sul keniano Vincent Chepkok, ottavo in 31:28. Solo undicesimo, Leonard Komon, campione uscente, in 32:00. La keniana Linet Masai, campionessa mondiale 2009 di cross, vince in 25:42 (8 km) sulla connazionale Vivian Cheruiyot, triplice campionessa del mondo 2011 (cross, 5000 e 10000) e vincitrice uscente, seconda in 26:00, e sull’etiope Wude Ayalew, terzo in 26:00. Quarta la etiope Hiwot Ayalew in 26:23 sulle keniane Pauline Korikwiang, quinta in26:32, e Mercy Cherono, sesta in 26:40. Settima, prima europea, l’italiana Nadia Ejaffini in 26:47 sull’irlandese Fionualla Britton, ottava in 26:54. Nona la keniana Priscah Jepleting in 26:55 sulla spagnola Diana Martin in 27:32. La gara si è disputata con difficili condizioni ambientali, con freddo e pioggia.

Nella Chang's Rock 'n' Roll Arizona Marathon di Phoenix (Arizona - Usa), vince il keniano, di stanza negli Stati Uniti, Peter Omae Ayieni in 2:24:47 su Chad Ware, secondo in 2:24:58, e Jeremy Zarins, terzo in 2:25:08. Successo femminile per Trisha Miller in 2:49:12 su Tanaya Gallagher, seconda in 2:51:24, e Tere Derbez Zacher, terza in 2:53:45. 3863 i finisher.

Il 48enne Tom Beekhuysen vince la Charleston Marathon (South Carolina, Usa) in 2:45:35 su Nathan Delong, secondo in 2:50:56 su Jim Wueste, terzo in 2:55:14. Successo femminile per la 25enne Ashley Arnold in 2:57:20 su Suzanne Hutchins, seconda in 2:58:44, e su Amanda Morris, terza in 3:14:18. 850 gli arrivati.

Il 30enne Christopher Reis vince la Museum of Aviation Foundation Marathon di Warner Robins (Georgia, Usa) in 2:37:45 su John Sillery, secondo in 2:40:48, e su Matthew Urbanski, terzo in 2:44:35. La 43enne Michelle Didion è la prima donna in 3:18:26 su Kerry Oedel, seconda in 3:26:10, e Dena Fairley, terza in 3:30:45. 192 i classificati.

Il 34enne Jorge Maravilla vince la Redding Marathon (California, Usa) in 2:31:21 su Chase Parnell, secondo in 2:35:28, e Mark Loewenstein, terzo in 2:45:50.Quinto successo femminile per la 46enne Beverley Abbs in 3:04:45 su Amber Bradley, seconda in 3:14:19, e Carrie Peterson-Kir, terza in 3:14:49. 219 i finisher.

Il 31enne Matthew Manning vince la Baton Rouge Beach Marathon (Louisiana, Usa) in 2:33:42 precedendo Chuck Engle, secondo in 2:44:05, e Christopher Reis, terzo in 2:45:38. La 26enne Karen Meraw è la prima donna in 2:58:54 seguita da Candace Caveny, seconda in 3:08:53, e da Grace Thacker, terza in 3:09:36. 637 i finisher.

Il 33enne Bryan Huberty vince la Marathon Bahamas di Nassau in 2:42:53 su Sidney Collie, secondo in 2:47:40, e Delroy Boothe, terza in 3:01:19. La 28enne Angela Cobb vince tra le donne in 3:00:17 sulla svizzera Cristina D'Ignazio, seconda in 3:10:48, e sulla finlandese Elina Junnila, terza in 3:22:24. 113 gli arrivati.

La 15^ Staffelmarathon di Pulheim (Germania) è vinta Ferdinand Aron Ziegler in 2:50.23 su Michael Burke, secondo in 2:58:46, e Kai-Uwe Bodenstein, terzo in 2:59:10. In campo femminile si afferma Annabel Diawvoss in 3:18:26 su Simone Durry, seconda in 3:25:00, e Regina Tank, terza in 3:32:24. 60 i finisher.

La China Coast Marathon di Hong Kong è vinta da Wai Kei Cheung in 2:54:07 su Franky Lee, secondo in 2:54:38, e Shing Yip Lam, terzo in 2:56:29. Vittoria femminile per Pui Shan Chan in 3:21:07 su Wing Yan Leung, seconda in 3:34:07, e Natalia Sierant, terza in 3:36:36. 566 i finisher. La mezza maratona è vinta da Thomas Kiprotich in 1:15:33 su Thomas Booth, secondo in 1:18:36, e Chung Hong lo, terzo in 1:22:06. Vittoria femminile per Kami Semick in 1:27:26 su Sui Ping Fan, seconda in 1:28:18, e Ching Yee Fan, terza in 1:32:25.1102 gli arrivati.

Pista

Sally Pearson, campionessa del mondo dei 100 metri hs, ha vinto i 100 metri piani in 11:25 del Brisbane Track Classic in Australia; Lauren Boden vince i 300 metri in 38.20 su Jana Pittman (39.02).

A Leverkusen, record tedesco indoor di salto con l’asta per Silke Spiegelburg che supera quota 4.77, settima prestazione della storia, pb anche all’aperto. Nella gara maschile vince Karsten Dilla con 5.72, pb indoor. Nella velocità, sui 60 m, successi del nigeriano Peter Emelieze in 6.70 e della ghanese Vida Anim in 7.31.

Nella Christmas Cup di Mosca, Aleksandra Fedoriva vince i 300 metri indoor in 36.54, dodicesimo tempo di sempre; Natalya Nazarova vince i 500 in 1:10.15; 7.31 per Natalya Murinovich sui 60. La lettone Ineta Radevica vince il lungo con 6.51. Yevgeniya Zolotova vince i 1000 in 2:38.92, e Yelena Arzhakova i 2000 in 5:48.85. Tra gli uomini, Yuriy Kovalov vince il triplo uomini con 17.00; Pavel Karavayev il lungo con 7.93 e Sergey Mudrov l’alto con 2.27. Roman Smirnov vince i 300 in 33.80 e Yevgeniy Borisov i 60 hs in 7.84.

Nel Leonard Hilton Invitational di Houston, Trell Kimmons vince i 60 in 6.62; al femminile primato nazionale ivoriano per Murielle Ahoure in 7.09 su Laverne Jones-Ferrette (Isole Vergini) in 7.14.

Dmitriy Starodubtsev vince il salto con l’asta con 5.80 nei campionati regionali di Chelyabinsk (Russia); Yelena Pidluzhnaya vince il lungo in 6.60; Yuliya Tutayeva vince gli 800 in 2:02.46 e Yelena Poistogova i 1500 in 4:13.1.

Nel Nittany Lion Challenge di University Park (USA), Robby Creese vince i 1000 in 2:19.53, nuovo record juniores statunitense. Sui 600 nuovo record di Casimir Loxsom in 1:16.66.

Il bahamense Trevor Barry salta quota 2.25 nell’alto nel Bison Invitational Meet di Fargo (USA).

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Ultimo aggiornamento (Sabato 21 Gennaio 2012 00:23)

 

Mumbai (India) - Mumbai Marathon

Dal Mondo - Cronache

Strade deserte e sgombre. Umido e polveroso al tempo stesso. In molti cercano la partenza, ma non è facile capire dove andare. La maggior parte degli indiani risponde se gli si parla in inglese, ma spesso non si capisce cosa dica, e soprattutto non si capisce se abbia capito cosa tu gli hai detto.

Arriviamo al via che sono tutti già partiti. Nel mezzo del gruppone vediamo di tutto: donne in sari e scarpette, sikh con il turbante, gente che cammina (tantissimi).

"Sono già partiti, cazzo!" È così che saluto Tite, invece che con il solito bacio. E inizio una gimkana aggressiva e molto poco zen con la quale, alla fine del primo km, mi trovo già completamente solo. Il GPS scandisce in quel momento il passaggio in 4:04. Capisco che la pagherò, non so ancora che la pagherò in dollari: 500 per la precisione. Ma andiamo con ordine.

I primi 7 km, lasciato l'imponente Victoria station, ci portano sul lungomare, nella zona degli alberghi di lusso, con una camminata che non ricorda certo l'India, se non fosse per i mendicanti che ancora dormono sulle panchine.

Odori, suoni e immagini. Profumo del mare, sabbia umida, urina, fiori, qualche clacson (ancora pochi in verità), i gruppi musicali che iniziano a scaldarsi, le scope delle donne che spazzano le strade. Lo fanno solo loro, forse perché, essendo più piccole, evitano più facilmente i mezzi che solitamente non rallentano, ma suonano il clacson. Si capisce subito appena si arriva, il clacson qui non sottintende pensieri osceni all'indirizzo della madre del destinatario, come accade da noi. Qui è proprio un mezzo di comunicazione, una conversazione tra i suonanti per chiarire chi passa e chi no, quando passa, da che parte passa.

Entriamo in una zona residenziale. Intorno alle poche botteghe variopinte di ciarpame difficilmente descrivibile si ergono ville un tempo certamente sontuose, ora decadenti. Siamo nella zona della casa di Ghandi visitata il giorno prima.

Il percorso di gara sale, ci aspetta un km e mezzo piuttosto impegnativo. É una zona molto popolosa, la gente in strada é molta ed é una vera festa, con gruppi musicali che suonano e ballano. Un gruppo in sari gialli e arancioni é così bello che vorrei fermarmi.

Tutto questo distrae e aiuta, ma non risolve: l'umidità é già altissima sebbene sia ancora notte, il mio top giallo e la gonna turchese (in tinta con il cappello, mi piace curare i dettagli in gara) erano già madidi di sudore dopo il terzo km, e ho da un pezzo capito che non sarà una gara facile, e non sarà neppure un buon tempo. L'obiettivo é cambiato: la parola d'ordine ora é "sopravvivenza".

Scolliniamo, e inizia la discesa. C'é più gente ora. La moto suona. Gli odori sono meno marcati, i cani pochi e non magrissimi, la gente vestita. Vedo banche, concessionarie d'auto, negozi quasi normali.

Al termine della discesa cambia tutto, siamo nuovamente sul mare e intorno a noi baracche che dire fatiscenti é poco. I cani hanno perso metà del peso, la gente indossa solo pochi stracci logori, la moto suona, i bambini accovacciati a terra nella polvere si fanno la doccia usando un catino d'acqua. Preferisco non domandarmi come sia quell'acqua...

Arriva il sealink, il ponte modernissimo che collega il centro della città con la zona nord. Nella mia carreggiata non c'é nessuno, a parte un corridore molto più avanti. C'è anche la moto, ma non suona (beh, ci mancherebbe: non c'é veramente nessuno).

La corsia sud invece é uno spettacolo: é partita la mezza maratona nel frattempo, e gli oltre ventimila iscritti sono tutti lì sul ponte. Quando passo mi festeggiano, mi incitano, corrono con me.

La moto non suona, si é fermata. Quando arrivo riparte. Comincio a farmi delle domande, su quella moto che mi scorta, e su quella gente che mi incita con un'enfasi inusuale.

Al termine del ponte siamo a metà gara, e nuovamente nelle baracche, ancora più misere delle precedenti. La gente é festosa e mi incita con entusiasmo, gli odori preferisco ometterli. La città si è svegliata e inizia a brulicare. La moto suona, ma anche tutti gli altri suonano.

Poco dopo capisco il senso della moto: il percorso della maratona, che nella seconda parte ripercorre al contrario quello dell'andata, coincide con quello della mezza, e la moto inizia il suo lavoro: suonerà incessantemente fino al km 42, facendomi largo tra la gente. Il passeggero é seduto al contrario e mi indica di seguirlo (macheca... dove vuoi che vada, vorrei dirgli...).

Quindi é chiaro che la moto é lì per me, e d'altra parte é chiaro anche che mi trovo nelle zone "alte" della classifica, perché continuo a non vedere nessuno. La domanda é: sono il primo "veteran" o sono la prima donna ?

Il giorno prima, al ritiro dei pettorali, avevo cercato di sistemare le cose: mi avevano erroneamente attribuito la F sebbene io avessi scritto M nella form di iscrizione (ovviamente influenzati dalla foto del passaporto, chiaramente femminile) e mi avevano "cacciata" nel corral D nonostante con i miei tempi (documentati) avrei dovuto avere la A.

Situazioni di questo tipo accadono spesso ad una persona transgender come la sottoscritta, ma solitamente mi basta spiegare per mettere a posto le cose (per inciso il mio aspetto é al tempo stesso femminile e maschile, ma nei miei documenti la M chiarisce ogni eventuale dubbio).

Qui però avevo subito capito che non c'era verso, un meccanismo complesso come quello della macchina organizzativa di una maratona internazionale richiede anni per andare a regime, e loro sono solo all'inizio. E l'opzione "transgender" presente, con grande segno di civiltà, tra le opzioni di sesso nella form di richiesta del visto indiano sembra in realtà molto meno presente nella testa delle persone, che accettano e non creano difficoltà, ma sembrano davvero non capire.

La moto comunque rimane sempre troppo lontana per cercare una comunicazione, del resto non mi porto mai il clacson in gara e quindi non saprei come richiamare la loro attenzione. E poi le mie energie sono ridotte al lumicino, devo risparmiare tutto ciò che posso perché so che ne avrò bisogno fino alla fine, così proseguo cercando di tenere la mente sgombra e un ritmo decente ma pagando, come mi aspettavo, l'inizio davvero troppo tirato. Ma forse sono solo scuse, in realtà la gara é davvero tosta e a quanto pare, nonostante il tempo un po' alto (3:16) non sembra neppure essere andata così male.

Taglio il traguardo unendo le mani nel gesto tipico del namaskarasana, che é una cosa che amavo già prima di arrivare in India, e adesso ancor più. Significa: "Possa la luce che è in te illuminare la luce che è in me"..., la trovo stupenda. Mi aspetto anche di capire il vero motivo della moto, ma i due sono spariti e nessuno mi dice nulla, quindi rimarrò nel dubbio fino alla pubblicazione delle classifiche.

Classifiche che trovo nel corso del lunedì, e che spiegano tutto: sono 17 in classifica generale (esclusi i top runner ovviamente) e prima del genere F, che non era stato corretto.

Dopo aver scritto una mail di chiarimenti, cerco di capire quale sia la mia posizione nella mia categoria "veteran" M e scopro così che, per meno di due minuti, manco il terzo posto e la possibilità di unire il mio premio a quello di Tite, che diventa prima "veteran" F dopo la rettifica, e che, se tutto andrà come dovrebbe, destinerà la bella e meritatissima vincita ai bambini indiani.

Namastè

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Houston (USA)- Trials di maratona

Dal Mondo - Cronache

Keflezighi_Mebrahtom_Meb_New_York_2011__foto_Roberto_Mandelli_Alla fine, nel terzo giro della “downtown” di Houston, nel Texas, capitale americana della medicina, sono emerse l’esperienza e l’acume tattico di Mebrahtom Keflezighi, l’atleta ex eritreo (con un’esperienza di soggiorno in Italia) che ha impresso una svolta negli ultimi chilometri riuscendo a vincere i trials americani di maratona in 2h09’08” . Si era parlato con insistenza, alla vigilia, delle potenzialità di Ryan Hall (ma sono già passati alcuni anni è non si è ancora vista l’esplosione vera e propria di un mezzofondista comunque interessante), dell’esordio di un pistaiolo come Galen Rupp (atleta da 27’10” sui 10.000 m); invece, se andiamo a vedere, sabato 14 gennaio c’è stata la conferma di “sicurezze” come Keflezighi (nel 2004 secondo dietro a Stefano Baldini alle Olimpiadi di Atene), l’ex somalo Abdi Abdirahman e Dathan Ritzenhein (primo degli esclusi in 2h09’55”; dura lex sed lex). Non è male, certamente, vedere i primi quattro raccolti entro 2h10’00”. All’interno dei top runner Usa non mancano stimoli né competizione; ma siamo ancora lontani da valori tipo 2h05’-2h06’ come sfornati a livello di catena di montaggio da etiopi e keniani anche in gare boeme o slovene (con rispetto parlando…). Andamento tattico anche in campo femminile, con vittoria in progressione per Shalane Flanagan, buoni personali in pista, con 2h25’38” (record dei trials) davanti al nome nuovo Desirèè Davila, 2h25’55” e alla rientrante Kara Goucher, 2h26’06”. Shalane è una predestinata: la madre aveva corso la maratona a suo tempo in 2h47’10”. I primi tre hanno guadagnato il pass per le Olimpiadi di Londra

RISULTATI- Uomini: 1° Keflezighi 2h09’08”; 2° Hall 2h09’30”; 3° Abdirahman 2h09’47”; 4° Ritzenhein 2h09’55”.

Donne: 1^ Flanagan 2h25’38”; 2^ Davila 2h25’55”; 3^ Goucher 2h26’06”.

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(Foto di Roberto Mandelli - Podisti.Net)

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Ultimo aggiornamento (Sabato 14 Gennaio 2012 22:16)

 

L'allenamento di Fernando Mamede

Dal Mondo - Cronache

Negli anni ottanta c’è stata la “via portoghese” al mezzofondo, basata sui successi e i record di atleti come Fernando Mamede, Carlos Lopes (migliore prestazione mondiale sulla maratona nel 1985 con 2h07’12”), i gemelli Dionisio e Domingos Castro, Antonio Leitao, Rosa Mota. Tutto sotto la supervisione del tecnico Moniz Pereira, che a sua volta applicava i dettami della scuola australiana e svedese. Molto era basato sulla stagione di corsa campestre, intesa come momento di grande qualificazione prima della classica stagione all’aperto. Fernando Mamede, dotato di una grande velocità di base (correva gli 800 in 1’47”47) riuscì a stabilire nel 1984 il limite europeo dei 10.000 m con 27’13”81. La filosofia portoghese era basata soprattutto sull’intensità e sull’alternanza di tipo di terreni sui quali fare disputare gli allenamenti (dalla pista all’erba ai terreni collinari). In pista si facevano soprattutto ripetute: un giorno i 200 (in 29”), un giorno i 400 (61”-62” in entrambi i casi al massimo un minuto di recupero), un altro giorno si facevano i lavori lunghi (2x3.000 m in 8’30” con recupero da 3 a 5 minuti, oppure 4x1.500 m in 4’03”-4’05”). Ecco la progressione. I record di Mamede sono stati di 3’37”97 (1.500 m); 7’43”94 (3.000 m); 13’08”54 (5.000 m); 27’13”81 (10.000 m).

 

Mese

Settimana

Ripetute

Recupero

Novembre

prima

2x3.000 m

8’

 

seconda

3x2.000 m

8’

 

terza

4x1.500 m

8’

 

quarta

4x1.000 m

4’

 

 

 

 

 

Mese

Settimana

Ripetute

Recupero

Gennaio

prima

3x2.500 m

8’

 

seconda

4x2.000 m

4’

 

terza

4x1.500 m

4’

 

quarta

6x1.000 m

3’

 

 

 

 

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Nizza (FRA)- Promclassic

Dal Mondo - Cronache

Ormai manca solo il tempo sotto i 28 minuti perché la Promclassic di Nizza diventi una corsa di valore mondiale. Domenica 8 gennaio, in una magnifica giornata di sole, il franco-marocchino Abdellatif Meftah è riuscito a staccare i compagni di fuga Beugnet e Nael, presentandosi primo sulla celeberrima Promenade des anglais, famosa passeggiata della città di mare francese. Per lui il tempo di 28’47” davanti ai settemila entusiastici partecipanti, fra i quali l'ex primatista europeo dei 400 hs Stephane Diagana.. Migliore degli italiani in gara è stato Davide Cavalletti della Cambiaso Risso Genova, 84° in 33’12”, a conferma del tasso tecnico di indubbia qualità per una competizione capace di unire massa e tempi in un mix attraente.Di livello anche la gara femminile, con affermazione di Nathalie Picoche in 33’19”.

RISULTATI (10 km)- Uomini: 1° Meftah 28’47”; 2° Beugnet 28’57”; 3° Nael 28’58”; 4° Gezzari 29’08”; 5° Oubassour 29’30”; 84° Cavalletti (Cambiaso Risso Genova) 33’12”; 95° Merzario 33’26”; 117° Prandi (Cambiaso Risso) 34’05”; 122° Ramorino (Atletica Varazze) 34’17”.

Donne: 1^ Picoche 33’19”; 2^ Pruvost 34’32”; 3^ Da Ponte 35’49”; 4^ Tabarant 36’04”; 12^ Serra (Varazze) 39’08”.

 

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