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Commenti e Opinioni

A Berlino Incerti e Console aiutate in modo evidente

Rubriche - Commenti e Opinioni

Mentre all'ultimo congresso della IAAF è stata approvata una mozione con le nuove disposizioni IAAF in materia di tempi fatti in gare miste e in gare per sole donne, a Berlino le nostre Anna Incerti e Rosalba Console sono state aiutate in modo evidente da Stefano Scaini e Denis Curzi che le hanno scortate in modo sistematico.
Mentre 
alla Radcliffe verrà molto probabilmente tolto il record mondiale di maratona (Londra 2003), in quanto ottenuto in una gara mista dove ha sfruttato ampiamente lepri maschili, a Berlino le nostre migliori maratonete (questo non è in discussione), hanno ottenuto il loro primato personale in maniera non conforme a quanto disposto dalle norme del Regolamento Tecnico Internazionale.
Non sta a noi decidere se la IAAF o la Fidal debbano non omologare i risultati ma i fatti vanno raccontati per come sono accaduti. 

Dalle immagini che abbiamo confezionato si vedono Anna Incerti pilotata dal marito Stefano Scaini e Rosalba Console da Denis Curzi, i due campioni a nostro avviso hanno facilitato non poco il compito gestendo il ritmo, fornendo protezione, tagliando l'aria e forse anche i ristori.
Controllando la classifica qualcuno potrebbe contestare che Denis Curzi non puo' aver scortato Rosalba Console sino all'ultimo metro in quanto ritiratosi, ma cosi' non è.
Benchè non in classifica, Denis Curzi ha tagliato il traguardo assieme alla Console alzando le braccia ed andando ad abbracciare l'azzurra subito dopo l'arrivo. Il perchè Curzi non sia in classifica rimane un mistero.
In coda al video vedrete anche alcune immagini di Valeria Straneo in maglia arancione e completamente in solitaria. 


                          

Guarda anche i video completi su MySports.tv da dove abbiamo tratto le immagini  INCERTI - CONSOLE

Per i video di tutti gli altri atleti occorre fare la ricerca direttamente QUI

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Ultimo aggiornamento (Venerdì 21 Giugno 2013 00:42)

 

Neutrini, Einstein e Salvatore Farina

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Super_Proton_SynchrotronIl mondo della fisica è in subbuglio, in quanto la teoria di Einstein, non una legge qualsiasi, sembra essere stata messa in discussione dopo che un fascio di neutrini, lanciato dal Cern verso i Laboratori del Gran Sasso dell'Istituto Nazionale di Fisica Nucleare ha superato la velocità della luce! 

Questa sorprendente scoperta non è però la sola a scuotere l’ambiente, in quanto durante la maratonina “Slà Rota Ad Po”, che si è corsa domenica scorsa, si è verificato un altro fenomeno di velocità innaturale. 

Secondo quanto riportato da Gabriele Scardetta, che ha concluso la prova in 1h47’57”, alla media di 5’07”/km, al tredicesimo km si trovava affiancato a Salvatore Farina, che fino a quel momento aveva viaggiato alla stessa velocità. Erano quindi trascorsi circa 1 ora e sette minuti dallo sparo al via. 

Ebbene, non ci crederete, ma dopo soli 18 minuti, col tempo finale di 1h25’56”, Farina concludeva la gara conquistando il 26° posto assoluto ed il 1° nella categoria “I”, essendo nato nel 1949. Tale impresa gli valeva podio e premiazione con un gustoso prosciutto di fabbricazione locale.

In sostanza, il sessantaduenne del gruppo Arenio To, ha coperto i restanti 8,1 km in 19 minuti scarsi, a circa 2’17”/h di media, neanche fosse stato “sparato fuori”, come un neutrino, dall'acceleratore del Cern, Super Proton Synchrotron. 

Ritenendo questi risultati di grande importanza sia per la Fisica che per l’Atletica Leggera, sarà nostra cura tenerVi al corrente sugli sviluppi dei due fenomeni sopracitati. 

rodolfo.lollini@podisti.net

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Ultimo aggiornamento (Venerdì 23 Settembre 2011 13:47)

 

E' ancora Azzurro il cielo sopra Berlino

Rubriche - Commenti e Opinioni

Berlino_expo_maratona_2011_Vacca_Baldini_PunziUltima uscita prima di Berlino. Corsi quaranta minuti lenti con qualche variazione, mal di testa e stanchezza sono passati, correre è curativo, sempre. Adesso si deve finire la maratona e ho solo la paura di sbagliare! Quanti dei miei compagni di viaggio avranno fatto la stessa riflessione? La Maratona di Berlino è arrivata, l'unico modo per non fare errori è partire tranquilli, senza l'assillo della prestazione cronometrica, soprattutto godersi la gara. Sembra difficile ma è solo apparenza. Sembra impossibile ma è l'unica strada percorribile. In una maratona niente è certo e tutto può accadere, nonostante la migliore preparazione, quello che dipende da te lo hai fatto, al resto non ci puoi fare nulla.

Questa mattina ho sentito Alessio Punzi e Fabiana Lucchi, gli amici di Maratona di Roma presenti con lo stand al Marathon Expò di Berlino. Sono entusiasti, mi hanno fatto sentire l'aria che si respira: “Marco non puoi capire quant'è bello qui, è pieno di italiani, sono dappertutto. E´ ancora azzurro il cielo sopra Berlino - mi dice Alessio -, adesso più che mai. Non c’è Materazzi, né Civoli, ma sono migliaia, i nostri connazionali in questo momento a zonzo felici per la capitale tedesca. Runners e il rispettivo parentado, amicame, tifo organizzato. Tutti pronti alla gara di domenica. Che si annuncia elettrizzante".

Alessio e Fabiana stanno vivendo l’evento con l’entusiasmo di due bambini a una gita, eppure non sono al loro primo Marathon Expò in giro per il mondo. ”L´elite field é da paura. Haile, Irina, Paula. Quando senti che si ragiona per nomi propri, allora significa che ci sono i grandissimi. Alcune decine di runner tricolore, noi della Maratona di Roma li abbiamo già incontrati all´expo. Li vedi da lontano, li punti negli occhi, ti aspetti un "buongiorno", un "ciao ragazzi"...e quasi mai ti sbagli. L´entusiasmo é altissimo. Per Berlino, per Roma, per l´expo che é un aeroporto, che é un parco, che é una pista di skate, che é - in questi giorni - come una strada in una festa di paese. Salsicce, cipolla, venditori, musica. L´attitudine berlinese al reinventare, riciclare, rimodellare - qui é manifestata al suo meglio".

Sarò ospite da loro nella giornata di sabato, per raccontare l'attesa e vivere da dentro un pezzo di Berlino. Sono quasi 1600 gli italiani in gara. Vengono da tutta Italia, a conferma che la maratona di Berlino è un evento imperdibile. Ci sono storie diverse, chi la corre per la prima volta chi ci ritorna da anni. Essere sullo stesso percorso con Paula e Haile, solo la corsa ti dà questa possibilità, sarebbe come giocare a calcio con gli amici nel campetto sotto casa, e avere in squadra Cristiano Ronaldo che batte una punizione e Buffon che sistema la barriera davanti alla porta. Per un attimo lo start di domenica mattina ci renderà tutti uguali, la strada e le gambe faranno la differenza.

E’ azzurro il cielo sopra Berlino. Dimenticate le nubi del 2010, Potsdamer Platz che emergeva dalla pioggia e dalla nebbia, un girone dantesco destinato ai più impenitenti tra i runners. La città splende, e pur col classico nuvolio brandeburghese, domenica - pare - non pioverà. E i tanti maratoneti del bel paese dove il sì risuona potranno gridare tutti i loro si! si! si! si! si! si! si! correndo unter den Linden verso il parco, attraversando Pariserplatz, la Brandenburger Tor, alzando le mani tagliando il traguardo.

In bocca a lupo a ragazzi e soprattutto buon divertimento, sempre!

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Ultimo aggiornamento (Venerdì 23 Settembre 2011 14:14)

 

Di corsa con il Vescovo...

Rubriche - Commenti e Opinioni

Parma_Cariparma_Running_2011_F.Canali_E.Solmi_VESCOVOAprile 2011 – In vista della prima edizione della Corri a Torrile, vado dal prete di Sant’Andrea di Torrile ad avvisare che domenica 10 aprile sarebbe passata una corsa podistica nei pressi della chiesa. Niente di dovuto, solo una gentilezza perché saremmo passati in una stradina chiusa che ha l’unico sbocco, oltre all'argine dove passava la gara, nel cortile della chiesa. Il prete mi aggredisce verbalmente, dicendomene di cotte e di crude. Dice – fra le tante cose - che possiamo fare quello che vogliamo, ma che la domenica bisogna santificarla, bisogna andare a Messa e invece che correre faremmo meglio ad andare a curare dei malati. Più o meno la stessa cosa che mi ripete un conoscente scout-catechista - che bazzica la chiesa di San Polo- cui avevo chiesto se conoscesse un paio di ragazze catechiste per fare da baby-sitter, sempre in occasione della Corri a Torrile.

Complimenti!

Poco importa se la nostra corsa sarà una festa per le famiglie e raccoglieremo (disgraziati!) 800 euro in beneficenza. Già sapevo dell’intenzione del Vescovo di correre con noi la Cariparma e già pregustavo la “vendetta”, ma non potevo dirlo a nessuno. Mi sono preso la mia “giacca” e sono andato a casa, con mille convinzioni in più su quello che è il mondo della “domenica mattina”…

Estate 2011 – Gli allenamenti. In vista della Cariparma iniziamo ad allenarci insieme al Vescovo. Mons Enrico Solmi si rivela da subito una piacevole sorpresa, sia dal punto di vista umano che dal punto di vista sportivo. In gran segreto, per rispettare un suo volere, ci alleniamo nel cortile del San Benedetto. Un cortile ampio ma scomodo per allenarsi, specie con la carrozzina di Francesco. Agli inizi di settembre il Vescovo avrà corso 8 km senza problemi. Ormai siamo pronti.

Domenica 11 Settembre 2011 – Alle ore 7,45 il Vescovo ci accoglie in Vescovado in pantaloncini e scarpe da running. Indossate le vesti, dirà una Messa solo per noi e le nostre famiglie. Un bel regalo e soprattutto mi fa tanta simpatia vedere un vescovo dire messa in scarpe da running…

Ore 9,30: si parte! Qualche secondo prima del gruppone dei competitivi, partiamo noi. Il Vescovo si mette alla guida della carrozzina di Francesco. Dietro ci siamo io, Claudio, Gianluca e Gianfranco. Come sempre. I 10,5 km della Cariparma volano via fra risate, sfottò e i tanti saluti e pacche sulle spalle degli amici podisti che ci superano. Ci sono anche tanti applausi, sia dalle persone che assistono e tifano per Francesco, che dagli stessi podisti che ci superano. Commovente.

Ore 10,48 – Tagliamo il traguardo della gara: ancora una grande emozione. Il quarto arrivato della mezza maratona sta arrivando in volata alle nostre spalle: è in spinta e vorrebbe migliorare il suo tempo già ottimo di 1:17:43. Ci vede e si ferma, per non togliere la scena a Francesco e permettere al Vescovo di tagliare il traguardo per la gioia dei fotografi. Si mette da parte e applaude. Un gesto che mi ha colpito - non è facile vedere un atleta fermare la volata per migliorare il proprio tempo - e per questo l’ho ringraziato personalmente subito dopo l’arrivo e lo ribadisco qua. Il suo nome è Sergio Arieni e a lui va l’applauso mio e di tutta la squadra di Francesco. Bravo.

La fatica di Mons. Solmi - che è stato IMMENSO nel suo gesto - e di Francesco, servirà a raccogliere fondi per la ristrutturazione delle docce alla mensa della Caritas di via Turchi (info sul sito www.vincilasla.it).

Dopo questa bella esperienza, non mi resta che portare le foto della corsa al prete di Sant’Andrea di Torrile e al mio conoscente catechista-scout. La foto parlerà per me… Il Vescovo ha dato prova di grande concretezza e si è messo in gioco per realizzare un progetto preciso, senza tante parole. Si è messo canotta e pantaloncini e da grande UOMO, con tanta umiltà e semplicità, ha partecipato con noi alla corsa, facendo un gesto che Francesco e tutti noi porteremo dentro per sempre. Bravo Mons. Solmi, ora so che “quelli della domenica mattina” non sono tutti uguali!

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Ultimo aggiornamento (Mercoledì 14 Settembre 2011 17:57)

 

Le stagioni della mia corsa

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Ambrosini_PatriziaE' settembre 2010. Sono triste, mi sento un po' giù di corda, non ho più tempo per me, per i miei hobby.

Lui il mio grande amore, il mio piccolo principe di due anni ha catturato la mia vita. Sono prigioniera.

Ho vergogna di queste sensazioni, ma ci sono. Sento che sto scivolando in una depressione, e non posso permettermelo, devo reagire... vado dal dottore. No! Mi dà i medicinali che ti fanno stare nel limbo, a mezz'aria, io, invece, ho bisogno di ritagliare un po' di tempo per me.

Bene. Inizia l'asilo, è vicino al parco, chiedo a mio marito se gli va di farmi correre, di allenarmi insomma, dicono che correre faccia bene al fisico e alla mente, noto il suo sguardo interrogativo, pensa che stia scherzando.

No, no, è vero possiamo farlo al mattino quando lui sta a scuola. E' felice, almeno credo!

Cominciamo. Ed è entrato da poco l'autunno. Si inizia piano, un minuto si corre, un minuto si cammina, ma io devo imparare tutto, il respiro è affannoso, disordinato, il cuore batte all'impazzata, le gambe sono dure, ce la farò? O mi sono imbattuta in qualcosa più grande di me?

Giorno dopo giorno aumentiamo il tempo di corsa, si cammina sempre meno, fatico molto, mi sento un topolino che deve affrontare l'elefante. Ho paura di non farcela, ho paura di deludere Alberto, che ha riposto in me aspettative insperate, lui dal canto suo invece mi sprona sempre, mi dice che sto andando bene, io non ci credo, fatico sempre tanto.....però non mollo!

Noto che quando corro non riesco a parlare, devo raccogliere tutte le mie forze per arrivare alla fine dell'allenamento e non posso sprecare neanche una briciola di fiato.

Intanto è entrato l'inverno.

Il freddo non mi ferma e dire che io sono una freddolosa esagerata, ormai non si cammina più, solo corsa, vado piano, ma seguo sempre quello che dice il mio personal trainer ( lui è contento!) ed alterno giorni in cui sono soddisfatta, altri in cui credo che non riuscirò a sconfiggere quell'elefante che sono i km da mettere nelle gambe....ma non mollo!

Comincio a fare domande su tutto ciò che riguarda la corsa, mi sto interessando, ma so che sono lontana anni luce da considerarmi una seppur “piccola runner”. Alberto m’incoraggia, mi incita ma penso che lo faccia per tirarmi su, gli dico che non ce la farò mai a correre 5 km o addirittura 10! Vedrai, vedrai... è pazzo penso fra me e me.

Ormai so a memoria la strada da percorrere per allenarmi, ma sto correndo a quattro gambe, mi sento tranquilla, c'è sempre lui al mio fianco, come se mi sorreggesse, se corresse anche per me, fino a quella mattina che ho dovuto scegliere se andare sola o non andare, sono titubante, ma mi dispiace perdere un giorno di allenamento... mi faccio coraggio e rompo il ghiaccio. Vado. Mi osserva incredulo, ma contento.

Intanto è entrata la primavera.

Il ghiaccio si scioglie non solo sui monti, ma anche dentro di me, corro da sola, mi piace, ho imparato a respirare, non vado più in affanno, il cuore lo so tenere a bada, mi so dividere il percorso, torno a casa e dico ad Alberto che ho fatto tutto il giro del parco, quasi 5 km! Per me è tantissimo, sto imparando sempre di più...

Riusciamo insieme e noto che riesco a parlare durante la corsa, un altro tassello a questo grande puzzle, sono contenta, ma rimango sempre cauta.

Alberto mi dice che sto andando bene e se continuo così, mi farà iscrivere alla squadra, mi sento importante ed onorata a diventar parte di voi perché so che siete tutti bravissimi/e atleti/e.

Ci siamo. Arriva la prima gara! La “Race for the Cure”, mi iscrive non ricordandosi che in quel periodo lui non ci sarebbe stato. La voglia di farla è tanta, ma è tanta anche la paura, siamo a maggio e di strada ne abbiamo fatta. Decido di correre anche da sola...

Che dire, mi tremano le gambe e non solo, mi sento avvolta da un senso di euforia e gioia nello stare in mezzo a tanta gente che crede in qualcosa di bello e di sano (almeno così spero), sono emozionatissima ma nello stesso tempo tranquilla, concludo in 36 minuti e 11 secondi, lo so che sono tanti, ma per me rappresentano una tappa importante...

Dentro di me scatta qualcosa, abbassare i tempi, arrivare un secondo prima e percorrere più chilometri.

Si cambiano allenamenti, si fanno le ripetute (sto diventando tecnica), devo imparare a correre più veloce, comincio a misurarmi con altre atlete, mi scopro competitiva.....

Mi sento sempre più sicura (anche se nel mio piccolo) e arriva la prima grande gara dei 10 km, “Il Trofeo di Nettuno”.

Alberto sacrifica il suo tempo e corre con me, chiudiamo in 1 ora un minuto e 36 secondi , sono felice e all'arrivo trovo lui, il mio grande amore, che con il pollice in su mi grida “Brava Nonna!”.

Sono al settimo cielo e mi piazzo terza di categoria!

E intanto è esplosa l'estate.

Mi sto illudendo, ci credo, metto sempre più impegno, mi piace vincere, è un crescendo di belle sensazioni e quelle che non scorderò mai più per tutta la vita sono le emozioni che ho provato alla gara della “Yennesina”. Alberto è indeciso se farmi partecipare o no, mi dice che è una gara dura per me, che ancora non ho le gambe allenate per le salite e ancor di più per le discese, e se lo dice lui è vero.

Nel frattempo, si continuano gli allenamenti e mi fa fare la visita medico sportiva. Ora appartengo alla squadra del CRAL IPZS , sono un'atleta vera!

Arriva il giorno della gara ed io mi affido sempre a lui per le decisioni finali, mi iscrive dicendomi di non preoccuparmi, di camminare in salita e correre nei tratti più pianeggianti, lui però farà la sua gara.

Io correrò da sola, accetto la sfida. Siamo insieme alla partenza e come al solito avverto un tremolio meraviglioso su tutto il corpo, come una specie di carezza. E' una bella sensazione ma sono concentratissima, arriva lo sparo e si parte, lo vedo allontanarsi e comincia la mia gara, si sale, si sale ed io cerco di camminare più svelta che posso, prendo un bel ritmo, dove capisco che posso correre corro, finché arriva la discesa ed io sento che sto volando, vedo Alberto venirmi incontro, mi dice che sono stata brava e che manca poco all'arrivo, imbocco i vicoli del paese e con la coda dell'occhio vedo un 'ombra dietro di me. No, non permetto a nessuno di sorpassarmi, la gloria è solo mia, accelero un po’ e il traguardo rappresenta il mio arco di trionfo!

Mi sento in paradiso. Arrivo seconda di categoria!

Lo so che i miei tempi sono lontanissimi dai vostri che siete atleti fortissimi e plurimedagliati, ma per me aver fatto tutto questo rappresenta una vittoria splendida.

Oggi so che quel topolino ha battuto l'elefante, è stata una sfida dura ma leale, ed io mi sento più forte perché ho imparato a gestire il mio corpo, a capirlo, a saper leggere i messaggi che la nostra mente ci manda per vivere meglio, come so che questa meravigliosa avventura rimarrà per sempre nel cassetto dei miei ricordi più belli e la dedico a te, Francesco Alberto, infinito amore mio, a te che sei entrato prepotentemente nel mio cuore e l'hai stravolto.

Può succedere di cadere nella vita, ma l'importante è sapersi rialzare e cominciare a.... Correre... Correre... Correre!!!

P.S. Un immenso grazie a mio marito Alberto che ha realizzato tutto questo.

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Ultimo aggiornamento (Martedì 13 Settembre 2011 21:59)

 
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