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Commenti e Opinioni

"Quel" regolamento della Maratona dell'Acqua

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Sabato mattina, 10 settembre 2011, ci siamo presentati al Marathon Village di Lovere per effettuare contestualmente iscrizione alla Maratona dell'Acqua e ritiro pacco gara, allorché non riuscivamo a trovare il punto iscrizione.

Recatomi a chiedere informazioni, mi si comunicava da parte dei distributori pacchi gara che le iscrizioni erano state chiuse già da lunedì 5 settembre 2011, come da comunicazione apparsa sul sito.

Impugnando il regolamento, ho chiesto di parlare con un responsabile della organizzazione e venivo indirizzato presso tale (credo) Sig.ra Rosa Bianchi, la quale molto professionalmente, ma anche freddamente, mi liquidava con un rimando ai due punti del regolamento sotto estratti. Giustificando “sommariamente” la decisione con il fatto di avere raggiunto 1600 iscritti e che non avevano abbastanza acqua e pacchi gara per ulteriori iscrizioni.

Ciò che più mi ha infastidito, al di la delle banali e facilmente risolvibili giustificazioni, è stato l’atteggiamento disinteressato di coloro che hanno raggiunto un personale obbiettivo (economico) e non hanno interesse ad impegnarsi per soddisfare coloro che sono stati beffati dalla poca chiarezza e “meschinità” legale del regolamento.

Parlando con altri podisti che hanno subito lo stesso trattamento è emerso che gli organizzatori sopra non hanno “MAI” dichiarato a priori il tetto massimo e messo un contatore che permettesse agli eventuali interessati di monitorare le iscrizioni e poter decidere per tempo se iscriversi oppure meno.

A fronte della mancanza sopra esposta, sarebbe bastata un po’ di flessibilità in più per accettare altre 200/300 iscrizioni e salvare la faccia, ma purtroppo è mancata la volontà.

Ricordo, che molto più seriamente, alla Sarnico-Lovere, malgrado il tetto massimo dichiarato di 1000 iscrizioni, all’ultimo hanno permesso ad altri 300 podisti circa di partecipare.

Ritengo che stiamo raggiungendo anche in alcune manifestazioni podistiche più una gestione in termini di fatturato con ampi utili che non un servizio dedicato agli appassionati che porti al risultato di copertura dei costi.

Estratto del regolamento dei punti salienti in contestazione:

Chiusura iscrizioni

Le iscrizioni on-line, via fax, via posta si chiuderanno il giorno 4 settembre 2011 alle ore 12.00. Ci si potrà iscrivere anche sabato 10 settembre direttamente presso il Marathon Village a Lovere (BG) in Piazza XIII Martiri dalle 10.00 alle 14.00. Il Comitato Organizzatore si riserva di poter comunque chiudere le iscrizioni a suo insindacabile giudizio al raggiungimento di un tetto massimo.

Attenzione

Il Comitato Organizzatore si riserva di modificare il presente regolamento in qualunque momento per motivi che ritiene opportuni per una migliore organizzazione della gara.

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Dieci anni dopo

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Dieci anni fa, 8 settembre 2001, nasceva mio figlio Alberto. Sarò blasfemo ma di quell'anno ricordo soprattutto quell'avvenimento e tutto il resto passa in secondo piano. Ripenso a quella splendida, colorata e frizzante alba settembrina (erano le 7 e 14) in cui il piccolino decise di venire a questo mondo; ricordo Anna, fantastica e tenace nella dolorosa fatica del parto, ripenso a mille istanti e sensazioni e oggi mi sembra di essere su un altro pianeta.

Alberto se ne é andato a nemmeno cinque anni d'età a causa delle terapie utilizzate per sconfiggere una forma di leucemia che lo aveva aggredito qualche mese prima. Da allora tutto é mutato d'aspetto, il mio mondo é andato sottosopra ed ogni cosa che vedo, sfioro o vivo ha assunto un valore opposto a prima. Il dolore che si perpetua, la sofferenza mostruosa residua scrivono i miei momenti e non mi concedono una pace definitiva.

Sarà così fino alla fine dei miei giorni e questo pensiero mi accompagna senza assillarmi troppo; purtroppo me ne sono dovuto fare una ragione, ...non sono stato bravo a capirlo. Qualcuno la chiama rassegnazione, ma vi assicuro che é una cosa che va anche oltre.

Dal 2007 c'é Rachele che illumina ogni cosa e non oso immaginare cosa sarei (e saremmo) senza di lei; é la terapia salvavita che mi permette di sopravvivere al male vissuto,il motivo per rimanere vivo abbassando la testa e tirare avanti come un'onesta bestia da soma.

Qualche anno fa mi sono preso la libertà di raccontare la storia di Alberto e quella di papà Sergio, entrambi falciati via da questa vita da malattie simili, infami e vigliacche, nel giro di pochi mesi uno dall'altro (ottobre 2005 - luglio 2006). Racconti di vita bella e atroce, spensierata e disperata, da vivere e da tribolare.

Ciao Alberto.

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Fantastica!

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Straneo_Valeria_mdm_Foto_Roberto_MandelliLeggendo solo oggi alcuni resoconti dello scorso fine settimana sono restato a bocca aperta nel vedere il risultato della mezza maratona che si è svolta a Bologna.

Ma come è possibile che a distanza di giorni non vi sia ancora nessuno che ha sottolineato questa fantastica prestazione. Amici podisti, tecnici, dove siete? Domenica a Bologna la prima donna è stata Valeria Straneo che ha chiuso la sua fatica in 1:10’32’’ !!! Ho scoperto che questo è il secondo tempo italiano del 2011, dietro alla sola Anna Incerti, e l’ottavo time femminile di sempre sulla mezza.

Ho scoperto che qualche settimana fa questa atleta ha vinto con il record del percorso (Km 27) una gara importante sui saliscendi dell’Engadina (S.Moritz). Ho scoperto che ai campionati italiani è arrivata seconda sui 10mila in pista con il personale di 32’35’’. Ma la cosa che rende formidabile la prestazione ottenuta a Bologna sta nel fatto che a novembre 2010 il suo personale sulla mezza era di 1:16’30’’ ottenuto a Busto Arsizio. Fantastico! Un personale limato, anzi, tagliato di 6 minuti.

A rendere ancor più straordinario è il fatto che non è un atleta professionista stipendiata da un gruppo militare, ma è una donna con un lavoro e una famiglia da mandare avanti. Speriamo che anche i responsabili di settore si accorgano di Valeria, che potrebbe essere davvero una nuova forza per la squadra italiana. Certo l’età non l’aiuta, ma se a quarant’anni Bourifa è ancora uno dei migliori e ha vestito la maglia azzurra, perché non potrebbe accadere anche a lei? E intanto le facciamo un grosso in bocca al lupo per la prossima fatica: la maratona di Berlino. Se ricordo bene mi pare che nella città tedesca dovrebbero esserci anche Incerti e Console, quasi un campionato italiano.

 

(Foto di Roberto Mandelli - Podisti.Net)

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Ultimo aggiornamento (Mercoledì 07 Settembre 2011 16:14)

 

Il movimento dei sogni

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Osman_Dan_200x299_aDieci anni fa, il 7 settembre del 2001 ero al buio. Aneurisma cerebrale e perdita totale della memoria pregressa. Sono trascorsi dieci anni da quella sera in cui le pareti di un ospedale rappresentavano tutto il mio passato, il mio presente e il futuro. Dove il volto di mio padre, mia madre, mia figlia erano facce sconosciute. Per arrivare dove sono arrivato oggi, è stato importante non smettere mai di sognare. E forse, in qualche modo, anche non smettere mai di correre…

Mi piace pensare, nel mio esile vivere, che ogni forma d’arte sia in stretta correlazione con altrettante forme di movimento. Mi spiego: spesso nell’osservare tele più o meno famose, nell’ascolto di brani musicali o passaggi d’opera, nello studio di particolari fotografici, nella lettura di brani o novelle mi sono soffermato ad ascoltare la mia memoria, cercando qualcosa di assoluto, qualcosa di preciso che si legasse in qualche modo a ciò che mi rapiva in quell’istante. Tela, foto, musica, lettura che fosse. Accade così che di rimando mi arrivano sempre immagini legate a qualche movimento fisico, come se l’arte fosse in misura più o meno discutibile, annodata a gesta del corpo umano. Non è un caso, credo, che le evoluzioni dei ginnasti o dei pattinatori, così come le figure del nuoto sincronizzato siano accompagnate da brani di particolare tensione emotiva tanto da suscitare nel cuore di colui che osserva una sorta di reminescenza viscerale che rievoca situazioni personali abbandonate nel tempo che fu. E ancor più tangibile diventa la situazione se si osserva il tutto attraverso le immagini di particolari video, dove il montaggio in studio permette di unire fotogrammi, musica e figure, tanto da creare vere e proprie icone irrazionali, dove i confini tra ciò che si esprime e ciò che arriva si dilata inverosimilmente. La tecnologia in questo aiuta molto, ma ci vuole sempre il materiale umano a rendere l’effetto “vero”. Ci sono momenti nella mia vita in cui le cerco queste rappresentazioni. Sono passaggi difficili, il più delle volte temporali che segnano le mie giornate ma dai quali a volte non so difendermi, se non attraverso questa mistificazione del movimento. Allora accendo il computer e vado a caccia di materiale e mi ritrovo a fissare per ore un rallenty di Bolt in una delle tante gare sui 100 o sui 200mt. La musica fa la sua parte, ma non basta, ci vuole qualcosa di più forte in certe giornate in cui l’arrabbiatura spara forte, più del solito. La mia personale hit della rabbia parte da quello che mi tocca in prima persona. Non sono mai stato un difensore del qualunquismo e dei problemi del mondo, tanto per farne un argomento di sterili discussioni utili solo a perdere tempo e spesso anche danaro. Ma mi accanisco, forse con una buona percentuale di egoismo (del resto se la vita non ci appartenesse per davvero, cosa sarebbe la libertà di poter decidere per cosa e quando farsele girare) con tutto quello che mi prende al momento. Può essere il mio responsabile, così come la cassiera delle poste che cazzeggia allo sfinimento mentre io non ho tempo nemmeno per starnutire. O mia madre che non ha ancora capito che corro per piacere e non per dimagrire (“se continui così finisci in niente, non vedi come sei magro…”). Poi ci sono le cose grandi, ma quelle le combatto a modo mio, a volte scrivendo, ma di frequente le evito, ammetto, anche per pigrizia. Ebbene, quando capita questo o quello, io vado a riguardarmi delle “immagini in movimento”. Ce ne sono alcune che funzionano quasi sempre, anche se l’abitudine le ha rese una panacea alla cui assuefazione è facile cedere, con l’effetto che nel tempo perdono il potere magico. I nudi di Modigliani fanno sempre la loro parte e se li guardo con i Led Zeppelin nelle cuffie mi sale tutto il karma del mondo, tanto da farmi pensare che non abbiamo mai davvero preso in esame quanto sia meraviglioso, poetico, insondabile il corpo di una donna. Li cerco quasi sempre quando la mia, di donna, mi manca per i motivi più insensati (soffro di ansia da rapporto…). Allora chiudo gli occhi e alterno i quadri di Modì alle note di Stairway to heaven, mentre si fanno largo in questo balletto di colori, forme e musica, i salti di Mike Powell o della Drechsler (ho sempre subito il fascino del Jump, in tutte le sue versioni, anche il Bungee…). Qui si concentra un momento di incredibile perfezione, dove il richiamo di quella correlazione di cui parlavo inizialmente, raggiunge quasi l’apice. Dico quasi, perché la vera estasi, il quadro finito, quello in cui casco sempre, inevitabilmente da quando l’ho scoperto è…
Volevo tenermelo ancora un po’ per me, per il mio barcollare tra le giornate storte e quelle dritte, ma poi mi sono accorto di non essere l’unico ad aver considerato questo “movimento” che unisce più strati del nostro vedere-sentire-vibrare. Ecco quello che per il sottoscritto diventa arte allo stato puro, arte in movimento, arte in musica e, non ultimo, arte in natura. E sapete a cosa mi fa pensare ogni volta che lo guardo? Alla corsa.

Dan Osman è morto nel 1998, facendo quello che nella vita più di ogni altra cosa gli piaceva: volando tra le montagne. Provo stima e ammirazione per questo ragazzo e credo fermamente che il suo ricordo e le sue scelte vadano rispettate e ricordate, non tanto come gesti eroici, ma piuttosto come grande dimostrazione di libertà: quella di scegliere nella vita la strada che ti è apparsa in sogno. Solo pochi sanno farlo, solo pochi sanno guardare la paura negli occhi, perchè ciò che ci fa veramente paura non è la morte o il rischio, ma l'idea d'inseguire davvero il nostro sogno.

Abbassate le luci, fuori i bambini, le fidanzate, le mamme. Concedetevi questi 6’40” di lacrime e respiri… La vita è qualcosa di meraviglioso quando si esprime attraverso il “movimento” di chi è stato capace d’inseguire i propri sogni. Il movimento dei sogni è questo, quello di un uomo che divento tutt’uno con la natura con il cielo, la terra, il sole, il cuore. La musica dei sogni, i miei, è questa: i Metallica.

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Ultimo aggiornamento (Martedì 06 Settembre 2011 19:09)

 

L'Italia ai Mondiali di Daegu

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Come sempre accade in questa Itaglietta (gl voluto), alla fine la colpa non è mai di nessuno, anzi, per la precisione, la colpa è sempre degli altri. 33° posto, lo scrivo completo per rendere meglio l'idea, Trentatreesimo Posto, nel medagliere di questi Campionati del Mondo di Atletica Leggera. Solo il colpo di reni della Di Martino ci ha evitato un vero tonfo nello scantinato della classifica.

Qualcuno si è crogiolato: "Meglio di Berlino 2009", più sensato vergognarsi, la differenza la fa un salto azzeccato (con tutto il rispetto per la Di Martino).

Ma la colpa è VERAMENTE solo della mancanza di una base?

O bisogna chiamare in causa anche (se non sopratutto) carenze tecniche e dirigenziali?

Carenze organizzative sicuramente no, vorrei conoscere il numero totale dei nostri partecipanti alla "missione mondiale" a tutti i livelli, ed il loro costo complessivo.

Nella pista che frequento constato presenze in continuo aumento, sopratutto fra ragazzini che poi in parte si perdono, però il gruppo dei più grandicelli rimane consistente e per alcuni il "periodo critico" è superato, sicuramente davanti hanno ... "una strada aperta".

Nelle gare c'è un buon ricambio al vertice, i vecchiotti blasonati pian pianino stanno lasciando spazi ai più giovani che però, quando arrivano ai livelli nazionali, inesorabilmente si "spengono".

Non sarebbe il caso che il ricambio atletico venisse appaiato anche dal ricambio generazionale in tutti i vertici? In tutte le poltrone? In tutte le panchine?

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