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Commenti e Opinioni

Nedvěd meglio di un orologio alla Volkswagen Prague Marathon

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Come aveva promesso in occasione della mezza maratona, sempre disputata a Praga, Pavel Nedvěd è diventato un maratoneta a tutti gli effetti.

"Non ho mai corso piu di 30 chilometri. Non posso dire se ce la farò. Il mio sogno ed obiettivo è quello di finire, anche se dovrò strisciare verso il traguardo. Mi conoscete", aveva affermato prima della partenza. 

In realtà l’ex Pallone d’oro 2003, attualmente consigliere del presidente della Juventus, aveva un obiettivo cronometrico molto chiaro, rimanere sotto le 4 ore per prendere letteralmente al volo l’aereo che lo avrebbe portato a Torino, in tempo per assistere alla partita ed ai festeggiamenti per lo scudetto bianconero. 

Missione perfettamente riuscita per il pettorale 11, in ricordo del suo numero di maglia. Finisher in 3h49:51, ma quel che è più sorprendente è stata la condotta di gara, da maratoneta esperto. Pavel ha percorso i primi 10 km alla media di 5’28” al chilometro. Il passaggio alla mezza è stato registrato con il medesimo passo. Nella seconda metà è passato a 5’27”, velocità costante, mantenuta ai tappeti dei 30, 40 km e sulla finish line. In questa maniera ha conseguito un “negative split”, ovvero un tempo migliore rispetto al passaggio ai 21,097 km. Classica prerogativa solo di chi ha ormai molta confidenza con questa distanza.

Ora vedremo quale sarà il suo prossimo traguardo.

Bravo Pavel: benvenuto nella grande famiglia dei maratoneti. Oramai sei dei nostri. 

rodolfo.lollini@podisti.net

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Ultimo aggiornamento (Martedì 15 Maggio 2012 13:38)

 

Fulvio Costa, a trent'anni dalla morte

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Non ho mai conosciuto Fulvio di persona. Forse l'ho solo intravisto in qualche gara quando io iniziavo a correre e lui era già un campione. Non ho chiara memoria. Poi ho incontrato molte persone che ci hanno vissuto accanto, a cominciare dal suo allenatore, che è stato anche il mio. Walter ha seguito diversi atleti di livello, alcuni forti e altri poi famosi, come Orlando Pizzolato, eppure c'era una sola foto sportiva nel suo ufficio, di fianco alla porta d'ingresso: Fulvio di corsa, vestito in completo da gara, in una strada di campagna. Tante volte ho chiesto a Walter di Fulvio, altrettante ha sorvolato.
Mi ha parlato dei problemi di anemia, che hanno annebbiato alcuni periodi, o dei lavori veloci sugli argini dell'Astico, quando non si usavano le piste. Niente più.

Ho disturbato Orlando nei giorni scorsi, inoltrandogli la mail arrivata dagli Amici dell'Atletica:

Nel 30° anniversario della prematura scomparsa dell'atleta dal talento cristallino, Fulvio Costa, l'Associazione Amici dell'Atletica organizza una sobria cerimonia di commemorazione presso il cimitero di Cogollo del Cengio, il 26 maggio 2012 alle ore 11.00, quanti fossero interessati a partecipare sono pregati di contattarmi direttamente oppure per ulteriori informazioni entrare nel sito degli Amici dell'Atletica, ricordo inoltre che Paolo Rigodanzo su facebook sta organizzando l'evento e le adesioni fortunatamente sono molte.

Nel sito degli Amici dell'Atletica troviamo qualche nota in più:

Sono alcuni mesi che, con notizie, con il “Memorial Fulvio Costa” all'interno della StraVicenza 2012 e con il continuo coinvolgimento, stiamo cercando che questo grandissimo atleta non venga dimenticato. Per qualcuno può rappresentare forse un argomento scomodo, ma noi vogliamo soffermarci sulla persona, sull’atleta e sulla sua carriera troppo breve.

Ho disturbato Orlando perché era un caro amico di Fulvio, quasi coetanei e quasi compaesani, un solo anno e la fessura dell'Astico fra Cogollo del Cengio e Piovene Rocchette a dividerli, l'infinita passione per l'atletica a unirli. Orlando aveva scritto un bel pezzo nel suo blog che io avevo citato due volte nel mio blog (vedi post 06/04/2011 e 19/05/2011), purtroppo non più raggiungibile nei server del precedente gestore.
Gli ho chiesto di ripubblicarlo in modo da consentire a tutti di unirsi nel saluto che Orlando porge a Fulvio ogni qualvolta passa correndo a ridosso del muro del cimitero di Cogollo del Cengio, nell'angolo dove c'è la lapide di Fulvio.

Ci avevo pensato molte volte, ma non ero mai andato a trovare Fulvio, nemmeno quando frequentavo assiduamente la zona per allenarmi. Mi sembrava quasi di violare quell'aura protettiva attorno alla sua morte. Dopo tanti anni ho affrontato il viaggio. In bici avevo già sfiorato un paio di volte Cogollo del Cengio, che non dista molto da Marostica (la via breve su GoogleMaps misura meno di 26km).
Poi preferisco frequentare le strade interne, tortuose e ondulate, le stesse percorse domenica dai ciclisti della Gran Fondo FI'ZI:K
(vd. mappa), che senza saperlo sono passati di fianco a Fulvio. Avevano gli occhi attenti al sottopasso della statale del Pasubio più che sul camposanto, sopra a sinistra, di fianco agli impianti sportivi.

Sono arrivato al cimitero, ampio e ben tenuto, senza alcuna indicazione di dove potesse trovarsi la lapide di Fulvio. Avrà qualche segno speciale? Cerco fra gli interrati di inizio anni '80 e non trovo. Cerco fra le tombe di famiglia e non trovo. Chiedo, sono indirizzato verso i loculi e non trovo. Chiedo ancora a una signora che mi dice "è qui dietro". Ci ero passato davanti, ma Fulvio, unico COSTA nella tomba condivisa con i DALL'OSTO, era nascosto dal vaso di fiori. Eccolo ... ultima tomba a destra questo è il cammino e poi dritto fino al mattino ... riutilizzo le parole di una canzone di Edoardo BENNATO. Solo per aiutare la memoria di chi affronterà il cammino.

Domenica sera, senza volerlo, ho chiuso un altro cerchio legato alla memoria di Fulvio. Sono entrato per la prima volta all'Ospedale San Bortolo di Vicenza, pur avendolo sfiorato molte e molte volte (vd. foto nel post 04/04/2011). Ho varcato l'ingresso per incontrare Gianfranco BISSON, figlio di Vittorino e Alessandra, nel reparto di Ostetricia. In quello vicino di Nefrologia si era spento Fulvio, quando i suoi reni non hanno più retto all'infezione innescata dal morso accidentale del suo cane. Anche mio zio Luigi, allora a capo di un cantiere sempre aperto all'interno dell'ospedale, mi raccontava di quel ragazzo che soffriva e si gonfiava senza sapere perché. In fin dei conti voleva solo correre, Fulvio, nato per correre veloce, più veloce di tutti.

Vai al pezzo originale sul blog di Enrico Vivian
http://enricovivian.blogspot.it/2012/05/fulvio-costa-trentanni-dalla-morte.html


Altro articolo pubblicato da Podisti.Net in cui si parla di Costa
Grippo, Erba, Costa e Fontanella: un record lungo 30 anni

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Ultimo aggiornamento (Venerdì 11 Maggio 2012 17:02)

 

Da Gardaland senza premio!

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Fasoli_Tiziano_Gardaland_Half_Marathon_2012Un saluto a tutti, sono Tiziano Fasoli, classe 1965, cat. M45.

Ho partecipato domenica scorsa alla Gardaland Half Marathon con pettorale 4010. Splendida ed entusiasmante corsa! Sull’organizzazione però sono molto perplesso: all’arrivo (1.22.27) non mi sono visto inserito in classifica, in nessuna posizione. Da quanto mi risultava ero certo di essere arrivato terzo di categoria.

Essendo regolarmente iscritto alla corsa, con regolare chip, mi sono rivolto immediatamente all’organizzazione per dir loro quanto a me risultava e per dar l’opportunità di modificare l’ordine di arrivo. Mi è stato detto dai gentili signori della Winning Time che avrebbero provveduto in merito; nel contempo un certo signor Stanzial - se non ricordo male il nome - mi ha risposto in modo scortese (a mio parere non consono alla posizione che in quel momento rivestiva) che ogni lamentela andava fatta per iscritto. Ho atteso le premiazioni certo della correzione della classifica e quindi del premio a me spettante. Non sono stato chiamato e dunque non sono stato premiato. Quindi oggi seguo il consiglio datomi dal sig. Stanzial: rendo noto quanto accaduto.

Cosa ne pensate? Nella classifica pubblicata (ufficiale) risulto 18° assoluto, terzo di categoria con il tempo 1.22.27.

E in più c’è pure la fotografia di arrivo scattata dal gentile signor Antonio Rossi…

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Ultimo aggiornamento (Mercoledì 09 Maggio 2012 11:07)

 

Aprile impossibile? 1° Maggio alla carica!

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Ero rimasto in sospeso l’altra sera con la promessa di stilare il bilancio di un mese d’aprile (favolosamente) impossibile, ma, nel frattempo… è scattato l’imprevisto, un misto di casualità, inspiegabile intreccio di eventi, passione allo stato puro.

Stuzzicato da amici podisti e dalla curiosità di provare una manifestazione nuova, ieri mattina ho corso il trofeo Saugo, ruspante gara di corsa in salita dislocata in territorio comunale di Breganze.

Contattato il fraterno Roberto (Hoppy) e combinata la compagnia per la nuova avventura, martedì 1° maggio, festa dei lavoratori, ore 9, pronti e via. Non ricordo di aver visto giudici di gara e di percorso, né di aver sentito spari-starter, ma tutto è iniziato e si è svolto nella massima correttezza e sana voglia di salire all’arrivo. Faccio fatica a quantificare il numero dei partenti (un centinaio?) così come conoscendo poco la zona, non so dare nomi alle località attraversate e raggiunte via via lungo i nervosi e impegnativi 7.2 km di tracciato (prima parte con salita di circa 800 metri ben corribili, successiva discesa, tratto di piano e successiva lunga salitona, non durissima, ma che presa a ritmo deciso poteva essere un “problema”).

Ottimo l’ultimo terzo di gara con divallamenti continui prima del breve e feroce strappo finale, modello Vertical Kilometer. Ma al di là di considerazioni tecnico-tattiche, quello che mi resta della bella mattinata corsa grazie al Trofeo Saugo, è essermi ritrovato ancora una volta in mezzo a tanti amici podisti e aver corso bene (chiudendo 23° classificato in 30’34”), senza ansie, spasmi e allucinazioni di sorta.

E grazie anche a Sabry che, con i suoi (splendidi) commenti affilati, mi ha indotto ad attaccarmi un pettorale (imprevisto) anche oggi.

E che dire di tutto quanto vissuto, corso e accaduto nell’appena svanito mese di aprile, il mese dell’Impossibile scappato? Tutto e niente, delusione (un filo) ma la consapevolezza (desiderio) di sapere di poter provarci ancora, senza indugi e stucchevoli “moine” da middle-class, quasi serie C fallito.

Le 2h52’11” che ho impiegato per correre la maratona di S.Antonio, mi soddisfano davvero e by-passano il personal best mancato: dopo un bel po’ di tempo sono riuscito a galoppare a ritmo gagliardo (per le mie possibilità), divertendomi e la cosa mi ha lasciato in eredità la convinzione che ho (probabilmente) ancora un po’ di tempo per riprovarci (senza scadere nel ridicolo). Il fascino di Padova, di Prato della Valle, dei 42195 metri, tutto splendido, tutto da rifare.

Ma se volete saperne di più leggete a ritroso sul mio blog e rianimate emozioni e pensieri del pre-Padova e delle sue lontanissime origini.

E Gualtieri e la sua maratonina sportiva, dov’è finita? Dimenticata dietro al palcoscenico patavino?

Per niente… La prestazione incoraggiante del 9 aprile in terra emiliana, unitamente all’introvabile cortesia della gente del posto, mi hanno decisamente caricato quanto (quasi) bastava per proseguire nell’avvicinamento del 22 aprile. Di certo, se apparterrò ancora alla categoria dei podisti-amatori-cacciatori di sogni, nel 2013 tornerò per la quinta volta in Emilia sulle strade di Giovannino Guareschi e di Ligabue… perché è quasi come essere a casa.

Ma ora basta, bando alle chiacchiere, c’è un maggio da urlo da correre.

A presto.

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Milano e la borsa di Linus

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borsetta_linus_001Si dice che tre indizi valgano come prova. Nel caso in oggetto siamo a quota due.

Stiamo parlando del delicato rapporto tra Linus, il DJ, non il personaggio dei fumetti e il deposito borse in quel di Milano. Dopo i “disastri” verificatisi alla DJ Ten, con code lunghissime, deposito saltato e self-service selvaggio da parte dei runners inferociti, ora è il turno della Milano City Marathon, di cui Pasquale Di Molfetta è Presidente Onorario.

Tra i pochi punti deboli dell’ultima manifestazione Vi è stato proprio il disservizio ai depositi borse dei frazionisti. Problema per cui gli organizzatori hanno immediatamente fatto ammenda, con dichiarazioni e lettere ufficiali. A tale proposito gira sul web un "documentario" che ci è stato girato dagli amici di “Podismo e cazzeggio”.

Ci auguriamo che non ci sia il classico “due senza il tre”, anche se ci rendiamo conto che Linus forse sottovaluta il problema, poiché di solito al deposito borse non ci passa mai. Lui, e lo diciamo con un filo d’invidia, probabilmente avrà un portaborse, come tutti i VIP che si rispettino.

rodolfo.lollini@podisti.net .

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Ultimo aggiornamento (Venerdì 20 Aprile 2012 15:31)

 
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