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Recensioni: “Sudato, bagnato, affaticato in mezzo alle moltitudini” dei Podisti da Marte

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Podisti da Marte Locandina libroPer i “marziani” la corsa è solo la lingua con cui parlare e specialmente agire. Un pretesto per organizzare, dal febbraio 2009 ad oggi, molteplici missioni per beneficenza, che hanno portato alla raccolta di oltre 40.000 euro destinati a donne, bambini, disabili. Per chi non li conosce bene, provi a dare un’occhiata qui. Quindi anche quest’ultima fatica di Fabrizio Cosi e dei suoi tanti amici va vista in questa ottica. Un libro scritto da runners ma che non parla di running o meglio parte da questo minimo comun denominatore per toccare tanti argomenti che fan bene al cuore. Parlando dei luoghi, delle persone e delle scoperte fatte correndo.

Abbiamo avuto la fortuna di leggere in anteprima diverse pagine delle circa 160 di cui è composto. Non solo notevoli contenuti ma anche splendide immagini ed una grafica molto gradevole. Chi ci ha lavorato lo ha fatto col cuore, ma mostrando anche una professionalità non comune.

Quindi l’invito è quello di comprare il libro e goderselo, ma anche regalarlo a parenti ed amici, perché a fronte di tante stucchevoli iniziative che cavalcano il periodo natalizio, questa opera incarna il vero spirito del Natale.

“Sudato, bagnato, affaticato…” verrà ufficialmente presentato il prossimo 18 Dicembre (dalle ore 19.30 alle 23) alla “Festa del Libro Marziano”, oppure alla Christmas Mission del 20 Dicembre (ore 19.30-20.30), sempre a Milano. Sul programma degli eventi Vi saremo più precisi in seguito, nel frattempo segnate le date sull’agenda.

Per acquistarlo dovete inviare una richiesta a run@podistidamarte.it L’offerta minima è di 15 euro, a cui vanno aggiunte le spese di spedizione nel caso non lo ritiriate direttamente il 18 o il 20 Dicembre. Tutto il ricavato servirà a finanziare le Missioni Marziane del 2013.

Per onestà intellettuale, concludiamo puntualizzando che la nostra recensione è sincera, entusiastica ed al netto del parere circa il contributo fornito al libro da parte di uno dei nostri Redattori, immeritatamente incluso nel novero degli autori, a scapito di altri che probabilmente avrebbero meritato ben più di lui.

rodolfo.lollini@podisti.net

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Recensioni: “Lo zen, la corsa e l’arte di vivere con il cancro” di Simone Grassi

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Libro_Lo_Zen_la_corsa_e_l.arte_di_vivere_contro_il_cancro_Simone_GrassiQuando il direttore ci ha chiesto un articolo su questo libro, dobbiamo confessare che per un momento siamo restati incerti, in quanto leggere una biografia con questo titolo non mette di certo allegria. Al contrario, una volta accettato l’incarico, ci siamo divorati con passione e soddisfazione le circa 250 pagine in corso di edizione.
Il libro è ordinabile on line al seguente indirizzo http://www.simonegrassi.biz/products/acquista-lultima-edizione-del-libro-in-formato-cartaceo-con-lofferta-di-natale-podisti-net-a-9-90EUR-spedizione-compresa/

Simone scrive bene ed ha scelto una formula molto interessante, in quanto non ci narra solo la sua storia durante la malattia. Il libro è infatti strutturato in tre dimensioni ed ogni capitolo comprende i diversi piani di lettura. Oltre alla lotta contro questo terribile male, Grassi ci racconta le sue esperienze podistiche e per finire ci regala un racconto fantascientifico dove dimostra una fertile fantasia.


Un filo conduttore dei racconti è senza dubbio la corsa, che secondo l’autore lo ha aiutato ad essere resistente e perseverante in questa sua durissima battaglia personale da malato oncologico e che ovviamente ritroviamo poi nei suoi racconti podistici. Esperienze di tutto rispetto, in quanto si spazia dal Passatore a New York, passando per gare in pista ad “originali” cross country anglosassoni, corsi nel cuore dell’irlanda. Tra l’altro Simone ha conseguito prestazioni rimarchevoli. Per esempio ha vinto delle maratone, vantando tempi personali da top100 in Italia, ed è arrivato a Faenza in 8 ore.
Insomma, non precisamente un tapascione come chi vi scrive.

La corsa, in formato fantascientifico, la ritroviamo anche tra le passioni di Sigi, (acronimo di Simone Grassi, è ovvio), esperto in intelligenza artificiale inviato in una sperduta galassia a far funzionare meglio degli androidi in miniera, ma che a fine giornata non perde occasione per farsi la sua corsetta…

Vi state già incuriosendo vero?

rodolfo.lollini@podisti.net

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Ultimo aggiornamento (Martedì 04 Dicembre 2012 23:09)

 

La Maratona d'Europa sfiducia la Fidal FVG, il presidente Carini: “Più che una federazione sembrano un partito politico”

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Carini Fabio Presidente Nuova Bavisela161x215podisti.net“Se la Fidal del Friuli Venezia Giulia continua ad agire più da partito politico che da famiglia sportiva – afferma il presidente della Nuova Bavisela, il giornalista Fabio Carini -  la Maratona d’Europa di Trieste con tutti i suoi eventi correlati prenderà in seria considerazione l’ipotesi di abbandonare una federazione senza i giusti valori ed affiliarsi ad un ente di promozione sportiva sicuramente più consono e vicino alla filosofia progettuale ed operativa di quella che, numeri e rassegna stampa alla mano, è la kermesse podistica numero uno dell’estremo Nordest d’Italia. Di certo – aggiunge Carini – a partire dal 2013 offriremo ai nostri soci la possibilità di scegliere fra il tesseramento Fidal e quello Csi, il Centro sportivo italiano che, tra l’altro, costa molto meno”.

LE SCELTE SBAGLIATE - Attraverso le parole del suo presidente, la Nuova Bavisela (così come è stata mediaticamente ribattezzata la Asd La Bavisela dopo il cambio al vertice dello scorso dicembre) che organizza da sempre l’evento Maratona d’Europa ogni prima domenica di maggio, coinvolgendo nel 2012 un movimento di oltre 15mila fra atleti ed appassionati suddivisi fra Maratona d’Europa, Maratonina di Trieste, Bavisela Family e Bavisela Young, contesta apertamente l’impostazione e le scelte della Fidal regionale presieduta dall’appena riconfermato avvocato goriziano Guido Pettarin.

MOLTA SPESA E ZERO RESA - “La Federatletica del Friuli Venezia Giulia – sostiene Carini – si impone ai propri interlocutori con arroganza e totale mancanza di dialogo, pretendendo tesseramenti stile alta spesa e poca resa e tasse gara assurde, senza contare il prelievo coatto di un euro a partecipante che, teoricamente destinato a supportare l’attività giovanile, non si capisce proprio dove vada a finire. In cambio, questo è assodato, agli organizzatori di grandi e piccoli eventi non fornisce alcuna assistenza che giustifichi un esborso complessivo di 9mila euro all’anno per una struttura come la nostra che, volutamente improntata ad allestire manifestazioni altamente professionali ed attrattive, tra risorse umane ed economiche investe molto nella qualità del prodotto globale e in dettagli sempre più fondamentali quali promozione, comunicazione, social network, marketing territoriale e sinergie ad ampio raggio. Un lavoro di team – evidenzia Carini – a tutto beneficio di Trieste e dell’intera regione che, anno dopo anno, può contare su una ricaduta economica complessiva ormai quantificabile in almeno 2 milioni di euro”.

LA MARATONA ELETTORALE - Uno degli aspetti che hanno comunque fatto traboccare la classica goccia dal vaso, inducendo il presidente della Maratona d’Europa ad intervenire pubblicamente, è l’annunciato inserimento nel calendario 2013 di una Maratona Aquileia-Cividale promossa, alla vigilia delle elezioni, dal consigliere regionale Roberto Novelli  (nativo di Cividale) e della cui organizzazione si occuperebbe un comitato guidato da rappresentanti delle istituzioni locali, dal vicepresidente del Coni regionale, Giuliano Gemo, e dallo stesso presidente della Fidal Fvg, Pettarin.

FEDERAZIONE SENZA VERGOGNA - “Auspicando che tutto si riveli uno scherzo in sintonia con la data prescelta, quella del 1 aprile,  siamo sbalorditi -  spiega Carini - di fronte al fatto che, a maggior ragione in un momento di pesanti tagli nel settore pubblico, il Coni e, nello specifico la Fidal, prima incassino le ‘tangenti’ da parte delle associazioni che organizzano gli eventi e poi, inserendosi in un meccanismo a sfondo molto elettorale e poco sportivo, vestano i panni di organizzatori per fare concorrenza e soprattutto provare a drenare finanziamenti a chi, suo malgrado, dà loro da vivere”.

MASTER SEDOTTI E ABBANDONATI - “Il principio è sbagliato – commenta il presidente della Maratona d’Europa – ed è questo il momento di imprimere una svolta perché una Fidal così non ha più motivo di esistere. Vanno cambiate regole e atteggiamenti, specialmente quelli nei confronti del mondo dei Master che, di fatto, tiene in vita l’intero movimento ma viene considerato alla stregua di un parente povero. Della serie, paga e stai zitto”.
 
MA LE ISTITUZIONI… - “Siamo invece riconoscenti alle Istituzioni – precisa Carini – che hanno ritenuto e riterranno di sostenere quella che è l’unica maratona internazionale del Friuli Venezia Giulia, una qualifica conquistata sul campo anno dopo anno rispettando le regole che, a quanto pare, la Fidal considera valide solo per gli altri e non per se stessa. Maratona d’Europa, va detto e ribadito, è la manifestazione che richiama complessivamente il maggior numero di atleti dal territorio ma anche dal resto d’Italia e dall’estero”.

UN CAPOLAVORO DIPLOMATICO - Tornando alla questione Fidal, con estremo rammarico la Nuova Bavisela rileva l’ennesimo intervento quanto meno intempestivo del comitato locale, spintosi a diffidare gli atleti che hanno preso parte a due bellissime competizioni triestine non Fidal: la Rampigada Santa, spettacolare cronoscalata di corsa o in bici, e la Cronotraversata del Maestro, una gara di corsa a tempo in Grotta Gigante unica al mondo. In riferimento alla prova svoltasi nella cavità triestina che potrebbe contenere la Cattedrale di San Pietro, risulta che esponenti della Fidal abbiano inviato a molti dei partecipanti un sms con il seguente contenuto: “ti informo che la gara in grotta non è fidal. chi partecipa verrà deferito ed abbiamo intenzione di bloccare il tesseramento. questa volta facciamo sul serio”.
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Ultimo aggiornamento (Venerdì 30 Novembre 2012 13:56)

 

La passione si può allenare?

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Valetuto foto Trail SkyrunningVivere, “con passione”, lo skyrunning e le gare trail, è paragonabile al sale e il pepe che si mette su una squisita pietanza. I corridori del cielo o i trailers della natura che corrono le varie competizioni senza farsi coinvolgere in modo totale, e vivono il mondo dell’alta quota o della natura in generale in modo distaccato, a mio avviso rischiano di vivere uno sport in bianco e nero, insipido ed insignificante. Correre con una travolgente passione, è mettere tutto se stessi in quello che si fa’; è farsi coinvolgere pienamente dalla situazione sportiva; è vedere e respirare appieno ciò che ti accade; è entrare in sintonia con il momento che stai vivendo al punto tale da perdere la cognizione del tempo. Come i bambini che non si staccherebbero mai del loro gioco quando la mamma li chiama. La passione è una preziosa risorsa che tutti gli atleti hanno nel proprio animo perché, credo in modo molto attendibile, che non esista  persona che non abbia almeno un hobby che lo coinvolga. La domanda che mi sono posto è “La passione si può aumentare e in che modo si può allenare?”. La mia risposta è si, si può allenare e aumentare, per un semplice motivo! Se la tendenza moderna è quella di vedere il bicchiere mezzo vuoto, di non mettersi in gioco, di fare il meno possibile per non sbagliare o, peggio ancora, di chiedersi quando le cose vanno male perché sono capitate proprio a noi,  stiamo rischiando di affidare la nostra vita sportiva o la vita quotidiana agli eventi e questa situazione rischia di farci sfuggire la possibilità di godere appieno le meraviglie che essa stessa ci invia. Perché dunque non iniziare ad allenare la propria passione?
In generale la prima mossa da realizzare è identificare ciò che ci piace. Difficile? Non credo. Anche le persone più apatiche e meno motivate se si sforzano un pochino possono trovare, anche nel più remoto pensiero, qualcosa che gli ha strappato un sorriso o un sospiro di sollievo. In seconda battuta si può iniziare ad immaginare il gesto sportivo o la situazione che ci piace; in seguito si deve visualizzare noi stessi coinvolti in quella situazione e infine bisogna analizzare ciò che ci accade, ascoltarne i dialoghi e percepirne appieno le sensazioni. Vivere mentalmente la situazione che ci gratifica mette in moto un insieme di emozioni che attivano i desideri, sensazioni e senso di possibilità rispetto a ciò che stiamo immaginando. Gli atleti che non si mettono in gioco o si precludono delle opportunità, non permettono alla loro mente di vivere quell’esperienza come reale possibilità. La passione è una realtà dell’animo molto positiva e fondamentale che si accende nel momento in cui le permetti di manifestarsi. E’ come il detto “l’appetito vien mangiando”, per intenderci. L’esempio lampante è quello dell’appassionato compositore di puzzle: si avvicina, butta l’occhio e trova in quel momento il pezzo ok da aggiungere alla composizione, di seguito ne trova un’altro, e poi ancora un altro e così via…, non ti staccheresti più da quel gioco. Ecco “La passione la alleni quando ti permetti di sentirla dentro di te”, la respiri e la manifesti nei tuoi comportamenti. Questa situazione è importante sia nella vita sportiva e pure nella vita quotidiana. Dal momento che ti spunta la consapevolezza che ti sta’ capitando una cosa che ti può affascinare e coinvolgere; questa “cosa” diventa un’attitudine che si autoalimenta. La passione si traduce anche in questo. I corridori o le persone intorno a te la riconoscono nel tuo modo di comunicare, nella gestualità, dal tono di voce, nello sguardo. L’effetto di meraviglia e stupore che riesci a produrre nella percezione che gli altri hanno di te, è il risultato della trasmissione del tuo stato d’animo. Il terzo punto è quello legato all’azione, nulla accade in mancanza di essa.
Se vuoi vivere la vita da protagonista, sportiva e non…ricerca ciò che ti piace, vivi mentalmente l’esperienza, ed agisci!
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Ultimo aggiornamento (Giovedì 29 Novembre 2012 19:10)

 

Tutta la verità, nient'altro che la verità

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Storia di un gruppo di atleti che si affacciano in FIDAL, alle porte dell'Assemblea Nazionale che eleggerà il nuovo presidente e il suo consiglio...
Che mal di testa. E' così quando si ha un'idea alta dello sport e ci si imbatte in tante bassezze (che sono dell'uomo e non dello sport). Si potrebbe finire per mandare tutto all'aria. Ma significherebbe peccare di qualunquismo. E noi non abbiamo deciso di metterci idee, energie e facce per poi sprecarle. Siamo gente onesta e modesta, siamo freschi e talvolta inesperti, ma siamo svegli e siamo un gruppo... vari cervelli (decenti) offrono un contributo analitico e propositivo più consistente di una sola testa, per quanto straordinariamente pensante.
Ci muove un amore viscerale per l'atletica, che pratichiamo su base quotidiana sin da ragazzi: il più giovane del gruppo ha 19 anni, il più “anziano” 34 da pochissimo tempo. Tutti tesserati assoluti, anche le ragazze. Alcuni di noi sono anche tecnici che allenano il settore giovanile ma anche amatori/master: abbiamo il polso delle problematiche dei piccoli e dei grandi, insomma dei “non professionisti”. Siamo perlopiù corridori, con esperienza nazionale e internazionale, su pista e su strada. Grande passione per l'atletica vuol dire anche curiosità e approfondimento di tutte le specialità della disciplina regina: chi ha la mania delle statistiche, chi delle specialità più elastiche, chi di quelle più brutali... Grande passione per l'atletica vuol dire anche saper contenere la rabbia verso una gestione scriteriata dell'atletica azzurra e convogliarla in un lavoro di critica costruttiva.
La Presidenza
Abbiamo un orientamento chiarissimo sulla scelta del futuro presidente. Non tiriamo i dadi se c'è da scegliere tra Morini e Giomi. Scegliamo Alfio Giomi. Alcuni di noi sono convinti sostenitori di Giomi e sono stati tra i primissimi aderenti al “manifesto” costitutivo di Passione Atletica, l'associazione da cui esce la candidatura di Alfio (ti diamo del tu, siam tutti sulla stessa “nave sanza nocchiero in gran tempesta”!) e da cui escono alcuni dei suoi collaboratori più validi. Altri sono sostenitori più tiepidi e cauti nelle valutazioni di merito. Altri ancora si limitano a pensare che sia il meno peggio. Tutti indistintamente apprezziamo la volontà di Alfio di essere il presidente che guiderà la transizione ad una generazione dirigenziale nuova e tutti constatiamo la sua capacità di dialogare con le diverse componenti del nostro variegato mondo.
Alberto Morini rappresenta la continuità col fallimentare modello “Arese”. Invotabile.
Procediamo velocemente sul discorso presidenza e componenti del consiglio perché ciò su cui ci preme focalizzare in prossimità delle elezioni sono le posizioni dei candidati a rappresentare gli atleti e a “fare luce”, a raccontare qualcosa di significativo per tutti i nostri colleghi atleti che andranno alle urne – come delegati – il prossimo 2 dicembre.
Rappresentanti degli atleti
Prima di tutto i contenuti: qui ci sono una serie di intenti, condivisi all'interno del gruppo, frutto di discussione, esito di lunghi e accesi dibattiti. Come si suol dire? Farina del nostro sacco. http://avonghiraldini2012.myblog.it/
I nostri uomini sono Diego Avon (veneto, 27 anni) ed Emanuele Ghiraldini (emiliano, 34 anni); sono i due nomi che sono emersi nel gruppo ma potevano benissimo essere altri senza alterare la qualità del contributo: Gabriele, Tito, Luca, Michele, Giuliana, Francesco, Alessandro, Beatrice, Michele, Matteo, Marco, Mattia, Luigi, Francesca, Carlo, Giancarlo, Alessandro II, Francesco II, Jessica, Giuseppe, Giovanni, Claudio, Federico, Alex, Anna, Daniele, Massimo, Stefano, etc etc...
Sono proposte vere e realizzabili, discutibili a volte, ma proposte. C'è un'idea “positiva”: porre le basi di un rinnovamento in atletica, portare gli atleti al centro del dibattito in concreto, in prima persona! E c'è una visione organica dell'atletica: non è una visione corporativa “atleti per gli atleti”, bensì un quadro ampio tracciato da persone che saprebbero rappresentare le esigenze degli atleti e che saprebbero anche partecipare alla vita federale, contribuendo fattivamente all'improrogabile cambiamento di rotta dell'atletica italiana. Dal 3 dicembre, se non già dalla sera del 2 dicembre.
Prendetevi del tempo o sbirciate il programma alla veloce: siamo certi che non vi resteranno indifferenti completezza e spessore del lavoro (pur in un documento di sintesi).
Prendetevi del tempo per confrontarlo – anche molto rapidamente – con le proposte degli altri 6 candidati: non vi sfuggirà nemmeno un'evidente differenza di preparazione.
Vi aiutiamo a consultare i programmi altrui, per “trasparenza”, procedendo in ordine alfabetico. Segue un'analisi più “politica” avversario per avversario.
·         Zanei, Elisa (trentina, 28 anni): http://elisazanei.wordpress.com/
Vi sarà saltata una “mosca al naso”: tutti i candidati (Avon e Ghiraldini compresi) non hanno maturato esperienze istituzionali intermedie prima di proporre la propria candidatura al nazionale. Cosa si vuol fare? Si comincia la scalata della montagna dalla cima?
E' vero per chi sulla cima vien calato dall'alto, meno vero per chi arriva inequivocabilmente dalla base. Allora perchè Avon e Ghiraldini mirano subito al consiglio federale, perchè il gruppo li sostiene e voi dovreste sostenerli in questa scelta/aspirazione?
Due ragioni: a) per cambiare questa atletica bisogna rifondare i pilastri: lo statuto e l'approccio globale al raggiungimento delle performance. Sono due attività che partono dal Consiglio e non dal popolo dell'atletica (purtroppo, ma a tutt'oggi le cose stanno così...). b) Una lunga permanenza nei corpi intermedi – comitati provinciali e regionali – avrebbe fatto sfiorire la nostra gioventù e con essa la nostra foga rivoluzionaria, avremmo rischiato di arrivare alla cima della montagna assuefatti ai meccanismi federali e al “vecchiume”... Dobbiamo invece arrivare lì vergini, capaci di stupirci e inorridire, motivatissimi a spingere il cambiamento, a costo di commettere ingenuità, a costo di essere provocatori o di rasentare un'utopia. Ma cos'è l'atletica se non l'aspirazione al “citius, altius, fortius”? Cos'è se non il sogno di andare oltre un limite. In Consiglio i limiti sono politici e sociologici, prima che fisici. Arriviamoci “carichi” e saremo – fuor di retorica – aria fresca!
Pronti? Sintetici, opinabili, ma dannatamente sinceri. A voi, dove ci sono lati positivi non saremo avari...
Edgardo Barcella: brava persona, volenteroso ed entusiasta, ma... il suo programma è cambiato nel tempo e nella seconda versione ricalca in parte il nostro. Ha esperienza locale da tecnico e dirigente societario (Trescore). Bravo coi giovani, dicono, buon per lui e per l'atletica. E' un quattrocentista master molto orientato al mondo master stadia (specialità della pista, un 5% scarso dei tesserati amatori/master che cercano la performance prima del benessere), in questo non c'è nulla di male ma è un orientamento decisamente limitato per un membro di un consiglio federale. Ancora in attività, questo gli fa onore. Supportato dai membri di Queenatletica, troppo autoreferenziali per essere rappresentativi e per cogliere la vastità delle problematiche dell'atletica e per valutare con il giusto equilibrio l'importanza di figure diverse da quelle degli atleti, ne cito una per tutte a titolo esemplificativo: la categoria dei giudici. Dalla sua pochi voti certi, impossibile che venga eletto.
Stefano Mei: grandissimo campione del passato (mezzofondo su pista), ora runner per diletto, membro del consiglio in quota atleti con Arese. Checché ne dica non è passato alla storia per aver lavorato proficuamente negli anni trascorsi, ci si aspettava molto da lui e invece ha fatto “cilecca”. Troppo addentro alle modalità di lavoro della vecchia Fidal, troppo legato al gruppo uscente. Ad oggi confermarlo come rappresentante degli atleti sarebbe un segnale di stasi inopportuno. Abbiamo bisogno di tutto fuorché di barricarci nello status quo. Non è nemmeno più giovanissimo: non è di per sé un fattore oggettivamente limitante, tuttavia non ci sembrerebbe disprezzabile l'elezione di un atleta ancora attivo, che possa constatare de visu sui campi il clima che si respira nella nostra atletica, nel bene e nel male. In quanto candidato moriniano dispone comunque di un pacchetto di voti importante. Per tenerlo fuori dal futuro consiglio sarà essenziale che candidati di altra area non disperdano i propri voti. All'occorrenza qualcuno saprà fare un passo indietro?
Frederic Peroni: medico sportivo, sicuramente molto competente nel suo ramo, di estrazione Pro Sesto Atletica (Moriniana, anche se lui non sembra essere direttamente ricollegabile a questo filone). Master stadia (200m – 400m – 400hs) molto orientato al mondo master stadia. Come Barcella, il suo pare un approccio settoriale, molto ordinato ma limitato. Rappresentare solo i master rischia di essere un atteggiamento corporativistico poco produttivo in seno a un consiglio; sarebbe un valido “sindacalista” in seno a una commissione master, ma qui stiamo parlando di un organo decisamente diverso.
Francesco Pignata: conosciamo l'atleta Pignata, ottimo giavellottista in forza alle Fiamme Gialle, ora – ahilui – ex atleta (già per questo piuttosto inadatto a rappresentare gli atleti). Non conosciamo il Pignata candidato, e questo è gravissimo: che si fa? Si vota scegliendo a scatola chiusa? No, grazie. Dovrebbe avere dalla sua il supporto del Sud, in quanto unico candidato atleta meridionale, tuttavia non ci pare ragione sufficiente per valutare positivamente la sua candidatura. Non ha un programma. Non che sia essenziale – direte voi – ma sarebbe carino soprattutto per i suoi elettori sapere cosa votano ed essere consapevoli che il loro rappresentante debba render conto di qualcosa! Non pare pronto ad assumere il ruolo, ma è di area giomiana e prenderà voti dal sud. Attenzione, è un militare (sì, un altro militare! Nel consiglio in pectore sono già tre i candidati di area militare, Pignata sarebbe il quarto...). A quanto trapela si suppone che il Sud voti Pignata e Talotti, cosicchè il Nord – in cambio – voti Talotti e Pignata: logica geografica deprecabile e politichese, aliena a valutazioni di contenuti e merito che dovrebbero essere prioritarie... e per di più porterebbe un quinto militare (Talotti) in consiglio. Un po' troppi, eh?
Alessandro Talotti: per quanto appena detto, l'ottimo altista in forza ai Carabinieri dovrebbe rappresentare il Nord Est... Logica geografica incomprensibile: il nord est è già rappresentato in consiglio e – volendo essere pedanti – Avon e Ghiraldini provengono dal Nord Est (ma lungi da loro andare a caccia di consensi per la mera provenienza geografica!). Senza voler attaccare il ragazzo, ancora in attività di livello “top”, non sembra avere la cultura dell'atletica leggera necessaria per essere un membro operativo del consiglio. Soffre egli pure di una limitatezza nella visione dello sport: performance al top. Benissimo, allora lo vogliamo vedere a Rio 2016! E a chi dice che Talotti si farebbe le ossa in consiglio, vorremmo dire: “ma se ha tutto questo amore per l'atletica a 360°, la curiosità di approfondirne le tematiche gli è venuta solo a due/tre settimane dal voto?”. Fatto curioso. Più facile (e ragionevole) pensare che la sua e quella di Pignata siano candidature calate dall'alto sulla cima della montagna. Non profumano di vento del cambiamento o di aria fresca. Rischiano fortemente di essere gli “Yes Men” del presidente; ma ci servono consiglieri operativi o semplici presenze accondiscendenti? La risposta vien da sé.
Elisa Zanei: sarebbe una seconda donna in consiglio e non sarebbe un male, ma... Elisa viaggia nella scorta di Mei e dei moriniani. Per noi è quindi invotabile, per coerenza con noi stessi e per timore che si confaccia alle usanze aresiane. Si candida per vedere come sarà in Fidal, per andare e contribuire, mentre impara... Scrive lei stessa, spiegando la propria candidatura: “Tante ragioni e tante motivazioni che è difficile sintetizzare in poche righe, ma che con un po’ di sano confronto potrebbero essere sviscerate e analizzate, anche in base ad eventuali richieste o domande”. Elisa, tu devi spiegare, non puoi pensare che ti si voti sulla fiducia o sapendo che sei disponibile a rispondere alle domande. Si scelgono delle proposte, non una persona per il fatto che è semplicemente disponibile a rispondere. Sensatissimo, certo, rispondere! Sì, ma... cosa? E' un diritto degli elettori sapere.
Un 2 dicembre milanese
A Milano si vota il 2 dicembre, in un hotel di lusso. Ma vi pare possibile? Già questo, nella sua banalità, marca una fortissima necessità di cambiamento.
Voteranno 63 delegati in quota atleti, esprimeranno due preferenze ciascuno. Noi sosteniamo Avon e Ghiraldini: per ragioni contenutistiche e per cultura sportiva, per esperienza fuori dagli schemi del potere ma con attività sempre fortemente orientate ad onestà e legalità.
Vi abbiamo offerto senza censure le nostre idee. Sull'atletica, su noi stessi ed il nostro ruolo, sulle alternative a noi e sul loro collocamento.
Non rinunciate a usare la vostra testa. Non fate comprare la vostra libertà di pensiero. E' vero, siete delegati, ma non siete fantocci di dirigenti e tecnici. Andate nell'urna e scegliete, esercitate dignitosamente questo vostro sacrosanto diritto/dovere.
Grazie dell'attenzione,  Il team di “avonghiraldini2012”


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Ultimo aggiornamento (Mercoledì 28 Novembre 2012 23:30)

 
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