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Ejjafini a Cremona: facciamo chiarezza sulla società d'appartenenza

Rubriche - Commenti e Opinioni

Facendo seguito a servizi usciti in merito alla Mezza di Cremona valevole per l’assegnazione dei titoli italiani su una testata sportiva nazionale da parte di chi scrive, sulla società di appartenenza della vincitrice femminile “Nadia Ejjafini”, problema postosi anche su altre testate e in siti Internet che si occupano di Atletica e di corse su strada. Ritengo doveroso fornire alcune spiegazioni e chiarimenti in merito alla società di appartenenza dell’atleta italo-marocchina, che hanno portato il sottoscritto prima a scrivere in un modo, poi nell’ultimo servizio cambiarlo, un mio errore che poi non si è rilevato tale.

Avevo correttamente scritto in fase di presentazione e poi di resoconto d’arrivo, che la Ejjafini era tesserata per il C.S.Esercito, poi su varie sollecitazioni, tra cui foto d’arrivo, iscrizione alla gara e foglio d’arrivo dove risultava aver gareggiato con la sua società d’origine ovvero il Runner Team 99 Volpiano. Poco convinto e sapendo che l’atleta era passata dopo il relativo concorso e aggiungo anche con il grado di Caporale nel nostro Esercito Italiano, (ringrazio il Ten. Colonnello Fabio Martelli e il Ten. Colonnello Mappa responsabili del C.S. Esercito per le documentazioni fornitemi), ho voluto verificare sul sito della FIDAL i risultati ottenuti dalla Ejjafini nel corso della stagione 2011 soprattutto negli ultimi mesi, cosi ho trovato che tutti i risultati compreso il personale sui 5000 mt ottenuto a Zolder il 6 luglio scorso erano affiancati come società dal Runner Team 99 Volpiano, nessuna menzione di C.S. Eservito e questo mi ha tratto in errore, ma era regolare. A questo punto un po’ la fretta e una mia disattenzione mi hanno portato a correggere sul successivo servizio uscito martedì 18 ottobre la società di appartenenza della Ejjafini, apriti cielo ! telefonate e altro, per questo errore.

Bene allora ecco la spiegazione corretta di quanto successo, l’atleta è stata tesserata per il C.S. Esercito il 29 luglio 2011 (arruolata il 25 luglio) e la sua prima gara con la maglia Esercito è stata la 20^ Le Miglia di Agordo il 30 luglio, un tesseramento quindi a meta stagione in corso ma che permetteva all’atleta di poter ancora gareggiare su richiesta e relativo nullaosta per il Runner Team Volpiano nei casi previsti dal regolamento Tecnico e questo anche per un eventuale impegno anche nei prossimi tre anni. Tutto questo perché il regolamento Fidal prescrive che nel caso di CDS (come nell’Atletica in pista) e questa di Cremona era l’ultima prova del CDS di Corsa su Strada, che su richiesta della società d’origine e avvallo di quella attuale, l’atleta viene prestata alla prima. Ecco quindi spiegato il motivo per cui la Ejjafini ha corso con la maglia Runner anziché quella Esercito. Permane però l’errore di non aver iscritto l’atleta come avviene nei CDS su pista, con la doppia società ovvero: C.S. Esercito/Runner Team 99, sarebbe stato tutto molto più semplice. Poi ho scoperto che nel primo elenco d’iscrizione era stata iscritta come Esercito, poi cambiata con Runner Team, chi lo ha fatto ha commesso un errore doveva far inserire entrambi i club, vecchio e nuovo. Quindi il risultato è stato quello di ingenerare confusione senza alcun motivo, bastava semplicemente scrivere il nome di entrambi i club come nelle Finali su pista dei CDS. Presumo ma forse è un dato di fatto, che ancora in tanti non conoscono le regole e loro applicazione, questa volta mi sono fatto prendere in contropiede pure io, però ricordo che conoscere le regole serve anche per altri casi, (leggasi Antidoping entro 24 ore nel caso di record a cura dello stesso atleta nel caso non fosse previsto dagli organi preposti), purtroppo volenti o nolenti la legge e le regole scritte non ammettono l’ignoranza. Spero con questa mia di aver chiarito ogni dubbio in merito all’oggetto, aggiungendo che aldilà di questa o altra maglia dobbiamo essere felici che nel settore femminile sia tornata questa effervescenza, magari vi fossero sempre gare con questo livello tecnico e organizzativo.

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Ultimo aggiornamento (Giovedì 20 Ottobre 2011 22:59)

 

Brizzi e Zorini confermano: la mezza di Cremona è lunga 21,097 km!

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Cremona_Maratonina_Piantina_Percorso_foto_Roberto_MandelliStamattina, così come da regolamento in caso di omologazione di record, è stato rimisurato il percorso della Maratonina Città di Cremona. Omodeo Zorini (misuratore IAAF di grado A) e Gino Brizzi (misuratore Fidal) hanno dichiarato che il tracciato della mezza di Cremona è di 21 km e 97 metri. Lo stesso percorso era stato visionato un paio d’ore prima del via dal giudice internazionale Bruno Carminati.

Ciò dovrebbe fugare ogni dubbio sulle prestazioni che si sono registrate domenica scorsa durante il campionato italiano assoluto dove Nadia Ejjafini, con 1h08’27”, ha stabilito il nuovo limite italiano sulla distanza e dove Eric Chirchir ha migliorato il record della gara portandolo a 1h02’17”. Ora, per avere la piena omologazione del record della Ejjafini, non rimangono che aspettare le analisi di sangue e urine che la stessa atleta è andata a farsi fare di propria spontanea volontà nel pomeriggio della stessa domenica dato che la Fidal non ha organizzato un controllo antidoping.

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Ultimo aggiornamento (Giovedì 20 Ottobre 2011 22:11)

 

Fidal sogni d'oro

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camp1Il 5 Gennaio 2011 la Fidal nazionale aveva divulgato la "Comunicazione prot. n°. 360" sollecitando i Comitati Regionali ad indicare i 2 componenti del
"Gruppo monitoraggio Manifestazioni Corse su Strada".
Il 28 Gennaio il Segretario Generale della Fidal Renato Montabone divulgava la "Comunicazione Gruppo Giudici Gare n° 1932 smc" leggila nella sua completezza dalla quale riportiamo il seguente stralcio:

L’obiettivo di tale Gruppo è il costante controllo sull’attività delle corse su strada, per valutarne tutti gli aspetti e proporre eventuali correttivi. Allo scopo, il numero dei componenti dovrà essere funzionale al lavoro da svolgere ed, eventualmente, anche superiore ai due componenti previsti.

La necessità che il Gruppo Regionale abbia una visione completa del movimento, comporta la presa d’atto di tutta la documentazione afferente manifestazioni programmate sul territorio, indipendentemente dalla loro classificazione in regionale, nazionale ed internazionale.


camp_totTanta buona volontà non ha trovato in pratica un'attuazione adeguata, almeno nel Veneto da dove arriva il caso specifico che portiamo oggi agli onori della cronaca.
Ormai è come sparare sulla Croce Rossa ma la pietà che si potrebbe provare nei confronti di una federazione così allo sbando, viene subito cacciata indietro dallo stridere delle ultime richieste economiche agli organizzatori che rispettano i regolamenti, rispetto allo scandaloso lascismo nei confronti di altri organizzatori che fanno quello che vogliono in barba ai regolamenti e sotto l'immobilismo di chi dovrebbe, per conto della Fidal, monitorare le manifestazioni per stanare situazioni irregolari.

Gira voce che la Fidal che quest'anno presentera' un bilancio in passivo per 700.000 euro, quindi non si dovrebbe far scappare le occasioni per bonificare le situazioni irregolari battendo cassa da quegli organizzatori che non versano un euro.
La mano forte servirebbe a dimostrare il governo dell'atletica italiana ha il controllo della situazione. Naturalmente non è così, il gioco infatti non è uguale per tutti perche' in questi anni, dalla gestione Gola ad oggi, quelli che pagano regolarmente hanno visto i costi lievitare del 500% mentre quelli che fanno i furbetti non hanno tirato fuori un euro in piu'. Se io fossi un organizzatore che rispetta le regole mi ribellerei.
Non c'e' nulla di meglio di fare un bell'esempio pratico verificato il quale, una Fidal credibile dovrebbe licenziare seduta stante il gruppo di monitoraggio delle manifestazioni del Veneto od il comitato stesso che ne è responsabile.
Gare che in altre regioni non si potrebbero svolgere, in Veneto si moltiplicano, pare esista un intero circuito nel trevigiano di cui la Fidal ha abdicato per via della convenzione con l'AICS, che viene organizzato come la gara di Campocervaro di cui vi mostriamo l'incredibile volantino.
Sul documento si vede che la gara non è omologata Fidal ma prevede ricche premiazioni in danaro che, sappiamo tutti, non potrebbero essere elargite in gare organizzate sotto l'egida di un ente di promozione sportiva com'è l'AICS.
Il perchè questo non sia regolare è evidente, gli EPS sono enti che hanno come finalità la promozione di attività ricreative amatoriali, in questo contesto i premi in danaro e la partecipazione d atleti di valore nazionale ed internazionale, centrano come i cavoli a merenda.
Il regolamento della gara in questione poi, presente un grosso problema anche il relazione al controllo dell'idoneità all'attività agonistica, contrariamente a quanto previsto dalla stessa convenzione Fidal/Aics, il volantino riporta la frase "Si raccomanda di scrivere per bene sul cartellino d'iscrizione il nome, cognome, categoria, società e di consegnarlo all'arrivo", questo significa che l'eventuale controllo sull'idoneità, eventualmente, avverrebbe solo al termine della gara e non all'atto dell'iscrizione come prevedono i regolamenti sia Fidal che EPS nel rispetto della la legge italiana.
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Ultimo aggiornamento (Domenica 13 Novembre 2011 00:50)

 

Sono fortunato!

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Sono appena tornato a casa da Amsterdam e dopo aver fatto partire la lavatrice sono a letto, ma non riesco a dormire. Cerco di raccogliere i pensieri e le emozioni di 4 intensi giorni trascorsi con i miei amici: un'altra maratona a unirci ancora, ma questa volta all'estero, una città tutta da godere e una scommessa o meglio una sfida con me stesso. Abbattere un muro simbolico, varcare un limite e per chi ne sa qualcosa beh, sa quanto sia difficile. L'amico Alberto mi aveva avvertito un anno fa: se ti assale la "scimmia delle 3 ore"... e infatti da quando ci siamo iscritti a questa nuova avventura una particina di me ci voleva fermamente credere, nonostante sia quasi un neofita della distanza; i miglioramenti si vedevano però e mi lasciavano credere che si, forse si poteva fare.
La maratona è un lungo viaggio: il mio è partito dai sentieri di un isola sul baltico, all'alba, con le scogliere bianche tra il blu del mare e il verde intenso dei prati. E' passato dalla calura estrema del sud della Sicilia vicino ai fenicotteri in una riserva naturale, e poi alle montagne innevate che si specchiavano in un lago alpino; si è quasi fermato 3 settimane fa quando l'influenza mi ha fermato proprio il giorno prima del lungo di 36km. E' ripartito con tante ore di corsa per recuperare tra il vento forte la mattina presto, al parco qui a Torino, e ancora con un perfido dolore ad un polpaccio 2 giorni prima di partire.
Trattenersi poi dagli svaghi offerti da Amsterdam diventa una dura prova: i dehor degli innumerevoli bar dove la birra scorre a fiumi sono pieni di gente, ma dobbiamo cercare l'immancabile pasta e il riposo prima di godercela.
Le ultime intense ore di questo viaggio scivolano sulle melodie rock dell'ipod che mi carica e mi scalda nella fredda mattina olandese; tra i tanti atleti che si avvicinano alla pista di atletica dello stadio trovo i miei compagni di viaggio: Fabrizio parte con me e ancora una volta trovare un amico al proprio fianco si rivela ben più di un prezioso aiuto.
L'entusiasmo e gli incitamenti del pubblico ci accolgono lungo i viali che partono dallo stadio e l'andatura allegra ci porta un po' a strafare nei primi km; Fabrizio mi dice i passaggi, faccio 2 conti e so quello che dovrei fare, ma alla fine mi succede spesso di far così: tenere a freno l'impeto mi risulta difficile delle volte. La mia solita bottiglietta di acqua e integratore legata in vita mi accompagna lungo il fiume Amstel, quando dopo 10 km si è già tra ampie distese di verde e canottieri che si allenano. I km passano, una banda di soli fiati suona tra le piccole casette adagiate sul fiume, da una barca che naviga lenta suonano dal vivo improbabili canzoni olandesi, i cartelloni e il tifo si sprecano tra il sole che comincia a scaldarci.
Gli immancabili pensieri che si innestano nella mente nei momenti di fatica mi accompagnano nel rientro in città: "ma chi me l'ha fatto fare", "non ne farò più, questa è l'ultima". Ma anche "ho proprio voglia di correre ora", "riesco ancora una volta a fare la maratona", "ce la sto facendo"; un frullato di frasi miste si accavalla nei ricordi.
Fabrizio mi dice di andare pure ma anche io sono un po' tirato ormai; i lunghi viali con qualche salitella sono fatti di alti palazzi moderni e poi di nuovo canali, majorette e musica techno. Il percorso piatto e veloce è adatto a spingere e migliorarsi; le strade e le piazze di Roma e Firenze però mi hanno regalato emozioni ben diverse, riempiendomi anche gli occhi di entusiasmo.
Comincio a stringere i denti ma siamo a meno 5, meno 4, meno 3, di nuovo il Vondelpark, meno 2, sto quasi per saltare ma ci sono ancora 9 minuti da fare e cosa volete che siano 9 minuti di corsa dopo questo lungo viaggio... una sciocchezza no?
Fabrizio mi stacca ma poi mi aspetta; alla fine mi confesserà che mi avrebbe avuto sulla coscienza se non ce l'avessi fatta. Intravedo lo stadio e tanta gente, giro a destra e passo sotto gli spalti e sono sulla pista; non ricordo bene tutto: il mezzo giro è trance ormai, è respiro corto e tirato, gambe dure e viso segnato dalla fatica. Il mio messaggio da mostrare è ben teso; l'immagine del traguardo, davvero sfocata dalla fatica, è qui e le mani ben alzate con quelle di Fabrizio si aprono per aiutarmi a saltare oltre quel limite.

Le lacrime sono li ma le ricaccio dentro, forse sbagliando; voglio vedere chi sta arrivando e urlare forte per i miei amici.
E' finito così il mio lungo viaggio; setaccio e raccolgo le immagini che si son scolpite qua e la, spengo la luce e trovo un po' il senso: poter condividere queste emozioni con gli amici è qualcosa di unico, farlo per quarantaduemilacentonovantacinque metri fianco a fianco è davvero un dono prezioso.
Ed è la seconda volta che mi capita.
Sono fortunato.
Davvero.
Buona notte

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Ultimo aggiornamento (Martedì 18 Ottobre 2011 16:58)

 

Credere nelle fiabe, Vale, Tommy, Dany : no big deal

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Pavia_Corripavia_2011_foto_Roberto_Mandelli_collage_con_Vaccina_Straneo_ScutiAmo il mio sport, visceralmente. Anche nei momenti difficili della vita la corsa mi è stata amica: di volta in volta è stata fonte di soddisfazioni agonistiche, valvola di sfogo delle tensioni, mezzo di socializzazione, tempo speso a riflettere in movimento, modo per star vicino a delle persone care, modo per allontanarmi in fretta da persone meno care, ricerca dinamica di nuove motivazioni sportive o sentimentali o professionali...

Proprio perchè amo il mio sport, ho BISOGNO di credere che tutti i podisti possano vivere una storia bella, ciascuno la sua, ciascuno la fiaba che sceglie... Ho VOGLIA di credere che ci siano alcune storie belle “esemplari” cui tutti possiamo ispirarci o da cui possiamo trarre un sorriso! 

Prendo a prestito le parole del fu Steve Jobs: “Today I want to tell you three stories from (my) life. That's it. No big deal. Just three stories”. Niente di speciale, solo tre storie. 

La prima storia parla della Regina di Alessandria. 

Venerdì mattina, sono sulla strada per Savigliano, pianura cuneese, dove risiede un'atleta che alleno e il cui risultato di Berlino ci apprestiamo a festeggiare. Vengo da Pavia, dove sono ospite di un fratello ricercatore precario e dove correrò la mezza di domenica 9. Al volante della mia vetturetta so che farò una pausa strategica: voglio incontrare un'altra protagonista berlinese e – complice lo sponsor tecnico comune che ci ha fatti conoscere – ho concordato con lei di vederci in tarda mattinata a casa sua, in un tranquillo quartiere periferico di Alessandria, piuttosto verde e silenzioso. 

Un sole ancora bollente mi accoglie, ma il vento forte lenisce la sensazione di calore; scendo dall'auto, mi ricompongo un attimo (tra atleti non siamo molto abituati a incontrarci in abiti civili...) e suono il campanello “Straneo - ***”.

Il portoncino si apre e dal primo piano della casetta a schiera mi viene incontro un labrador arruffato e giocoso, un po' grassottello e in netto contrasto con l'asciuttissima figura di Valeria. Il cane smentisce lo stereotipo dell'animale che assomiglia al padrone...

Quindici gradini, varco la soglia ed entro in un mondo normale: profumo di forno acceso (le lasagne per la cena di compleanno del marito), i giocattoli dei bambini che spuntano qua e là, una donna in jeans e maglietta, le finestre ancora aperte visto che la stagione lo permette...

Racconto queste cose perchè di Valeria “super atleta” si è detto di tutto e di più: il 99% dei podisti ha detto la propria sugli straordinari miglioramenti di Valeria in questo 2011. Molti l'hanno attaccata; molti l'hanno osannata e difesa; i più spalancano gli occhi – stupefatti – e mantengono un ragionevole equilibrio tra entusiasmo e disillusione; credo che tutti abbiano ripetuto la tiritera ironica (più o meno infelice) del “mi sono già messo/a in lista per l'asportazione della milza” (per i curiosi http://www.fidal.it/showquestion.php?fldAuto=13912&faq=65 oppure cercate la Gazzetta dello sport del 26 settembre o "google-ate").

Personalmente non ho prenotato l'intervento: fortunatamente non soffro di alcun deficit congenito e non voglio restare senza la ghiandola deputata al controllo delle infezioni...

Valeria sa che ora ha “ipotecato” un posto nel terzetto italiano che correrà la maratona olimpica di Londra 2012; sa anche che il suo stato di grazia è una specie di bomba ad orologeria: potrebbe ammalarsi (e ovviamente non glielo auguriamo!) e comunque l'aumento dei suoi valori ematici (emoglobina ed ematocrito) – compatibile con la splenectomia – non è definitivo e dopo un periodo più o meno lungo di adattamento organico i valori potrebbero tornare ad abbassarsi (ha tolto la milza, mica ha debellato la sferocitosi ereditaria che comunque la affligge).

La fiaba è tutta qui. “No big deal”. Riassume la rincorsa di un sogno da parte di un atleta di talento.

Valeria sogna i Giochi della XXX Olimpiade e da “innamorati” (della corsa) le auguriamo di realizzare il suo sogno, di godersi la strada da qui a Londra e di tenere fede a quello che sono sicuro essere un suo altro sogno (a prescindere dall'Olimpiade): far sì che i suoi figli crescano nell'ambiente famigliare gradevole che mi è stato concesso di frequentare per una mattina e di poter dire sempre con tanto orgoglio “che brava la mamma!”.

Certo, vale il principio “Mors tua, vita mea”: per una Valeria che approda a Londra in maglia azzurra ci sarà almeno una maratoneta che non lo farà. Il gioco dell'agonismo è anche questo; l'importante è che chi non andrà a Londra possa sentirsi dire a casa propria: “che brava la mia mamma - mogliettina - compagna -figlia - etc...”.

Il caso di Valeria – senza mitizzarla, ma in concreto – c'insegna a credere in un obiettivo alto, a inseguire un sogno con coraggio e dedizione (e un pizzico di fortuna, senza il quale...). C'insegna a non trascurare i dettagli e a fare tutti i sacrifici necessari. Ecco di cosa abbiamo voglia e bisogno: un buon esempio sportivo. Di cattivi esempi (in tutti gli ambiti) c'è l'imbarazzo – sottolineo “imbarazzo” - della scelta. 

Il racconto di una mattinata in casa della Regina di Alessandria (reginetta di maratona, diciamo), prosegue con un'intervista. L'abbiamo concepita come una “Talk as you run”: semplicemente abbiamo corso una decina di chilometri in campagna con un registratore in mano (e in calzoncini e canotta, come al solito)...

Audio (compreso il breve racconto dell'altura a Sankt Moritz in tenda!), link a molti approfondimenti e interviste su/con Valeria e qualche foto, unitamente al presente pezzo su www.titotiberti.it/blog

La seconda storia è quella di un ragazzo di pianura...

Tommaso è un padano, non di quelli con la camicia verde. È uno con idee ben ancorate alla realtà sociale: ben consapevole di cosa sia un contratto a tempo determinato e di cosa voglia dire allenarsi alle 7 di sera a dicembre nella nebbia pavese, ben consapevole di cosa ci voglia a comprar casa con un lavoro da fisioterapista ospedaliero e di quanto sia difficile correre forte in montagna quando la tua città offre sporadici cavalcavia e nessun dislivello importante...

Tommaso è stato privato di una maglia azzurra in questo 2011, per i capricci di un ometto che – ahinoi – fa il selezionatore della nazionale. Ma non ha tradito la sua quasi proverbiale calma: Tommy insegna che ci si deve indignare, ma senza perdere l'educazione e rispondendo con i fatti. Ha vinto tutto quello che desiderava vincere quest'anno, compreso il concorso per il posto a tempo indeterminato.

Sulle ali dell'indignazione per la mancata convocazione ha rivinto il Mapei Day, sullo Stelvio, stracciando il record di Vasyl Matviychuk.

Con spregiudicatezza ha vinto la Ivrea-Mombarone; con intelligenza è stato il miglior italiano al Memorial Partigiani Stellina a Susa; con sfortuna e meritando la vittoria ha perso la Monza-Resegone; con caparbietà è stato il primo pavese nella storia a vincere la Corripavia (half marathon).

Tommy è un amico, uno di quelli che non vedo più tutti i giorni ma con il quale mi sento di condividere le storie della mia vita. A Pavia nella mezza maratona c'ero anch'io; volevo aiutarlo a tenere il ritmo alto per mettere in difficoltà l'etiope (di passaporto svizzero) in gara, ma non ci sono riuscito perchè domenica 9 ottobre Tommaso era imbattibile e non ha avuto bisogno di me. Quando in un controviale l'ho visto prendere vantaggio sull'avversario, ho creduto che ce la potesse fare. Così è stato, ha aperto un gap incolmabile sull'avversario ed è arrivato solo sul rettilineo finale. E io mi sono emozionato, mi è passata subito la sensazione di fatica e ho gioito con lui per quella piccola rivendicazione di forza espressa “coi fatti”. Tommaso ha subito un torto e non si è messo a piagnucolare. Si è rimboccato le maniche (anzi, ha allacciato le scarpette!) e si è messo a macinare chilometri.

Questa è la fiaba di Tommaso: la storia di chi ha la coscienza limpida e non si perde d'animo. La storia di chi sa andare oltre le bassezze umane e “correre” oltre. E' un'altro racconto positivo esemplare...  

La terza fiaba è la storia di “due minuti”

Daniela (Scutti) è stata la quinta italiana a Berlino, è la ragazza che alleno e con cui ho festeggiato la sera dell'intervista a Valeria. Con lei e i suoi migliori amici “di corsa” ci siamo presi una salutare e italica pizza in un locale carino del centro di Savigliano. Un bel brindisi, ma niente che renda davvero giustizia a quel 2h59' che ritengo ottimo per una 39enne (auguri Dani, è il 16 ottobre!) iniziatasi alla corsa ben dopo i 30 anni. La sua è la storia di una che sfida gli anni che passano e si mette in gioco, di una donna che ha lavorato un anno intero nell'attesa ansiosa di quell'unico traguardo. La sua è di nuovo un esempio positivo che insegna a tutte le donne che con la buona volontà si può partire da “zero” e togliersi delle soddisfazioni, abbattere dei “muri” cronometrici o chilometrici. O più semplicemente psicologici...

Due minuti: il tempo che le è bastato per realizzare un pensiero umano, prima del via della Berlin-Marathon...

Mentre nell'aria si diffondevano le note della colonna sonora di “Momenti di gloria”, lei non pensava più alla corsa, pensava ai cari che non ci sono più e che le mancano, che pur mancando le sono stati vicini. Il 27 settembre Dani scrisse: “Rewind... questo e il momento della maratona di Berlino che rimarrà più impresso nel mio cuore: mancavano due minuti alla partenza e avevamo come sottofondo questa canzone. Ringrazio tutti, uno a uno, quelli che mi sono stati vicino, in particolare mio papà e Ale [...]”.

La storia di Daniela c'insegna che la maratona è un'avventura profondamente umana: una sfida con se stessi, un matrimonio con l'ambiente esterno (urbano o naturale), qualcosa da condividere...

Daniela è su: www.titotiberti.it/hope-team-amatori

 

 

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Ultimo aggiornamento (Domenica 16 Ottobre 2011 03:38)

 
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