Nuovo Portale

Questo portale cessa la sua funzione al 30 Dicembre 2012. Il nuovo portale può essere raggiunto al seguente indirizzo:

www.podisti.it

 da cui è possibile scegliere tra i diversi portali specializzati: Magazine (tutte le news e gli articoli), Calendario (tutte le gare del calendario podistico italiano), Foto (migliaia di foto da scaricare ogni settimana), ClassificheSondaggi

Allenamento e Tecnica

Un libro per essere "In forma in 15 minuti"

Rubriche - Allenamento e Tecnica

informain15minuti2012Da poche settimane è uscito, distribuito in tutta Italia, un libro che parla di running. Il titolo è "In forma in 15 minuti" e nasce dall’ esperienza personale dell’autore, Matteo Orlandi, che ha voluto raccontare il suo approccio alla corsa, con la scoperta dei primi passi e di tutti i vantaggi derivanti dall'attività fisica regolare, senza dimenticare l'alimentazione e l'attività "anaerobica", uniti insieme per ottenere i massimi benefici in termini di salute e forma fisica.

Il libro è un invito alla corsa, con 60 pagine dedicate a questo sport, ne descrive i vari tipi di approccio, e fornisce tanti utili consigli per chi intende avvicinarsi al bellissimo mondo del podismo. "In forma in 15 minuti", edito da Anteprima (marchio Lindau-Edizioni Età dell'Acquario) è disponibile nelle migliori librerie e in tantissimi store librari online.

E' attivo anche il sito ufficiale www.informain15minuti.it, che raccoglie notizie aggiornate e approfondimenti costanti.

«Il Metodo Combinato si costruisce lentamente, per piccoli passi. Ogni minima variazione nello stile di vita comporta dei benefici per l’aspetto fisico ma anche per la salute. Procedendo un gradino alla volta è possibile cambiare abitudini senza quasi accorgersene, trovando un modello che si può portare avanti senza difficoltà.»

Perdere peso e ritrovare la forma è un obiettivo alla portata di tutti grazie al nuovo Metodo Combinato di Matteo Orlandi. Con un impegno quotidiano anche molto limitato è possibile ottenere risultati importanti e, soprattutto, impostare un percorso verso uno stile di vita sano e corretto.

Il limite maggiore delle diete dimagranti tradizionali (per altro difficili da seguire e piene di restrizioni) è la ridotta durata nel tempo, con la conseguenza che i chili persi vengono recuperati in poche settimane. Il Metodo Combinato, invece, non prevede schemi rigidi, ma propone un mix di buone pratiche alimentari e di pochi minuti di attività fisica quotidiana (svolta ad esempio correndo o eseguendo gli esercizi illustrati nelle pagine del libro). È indicato per chi vuole ritrovare la forma – magari prima della «prova costume» o dopo i periodi festivi – e anche per chi desidera conseguire un benessere di lunga durata.

Il libro nasce dall’esperienza personale dell’autore, che, grazie al Metodo Combinato, ha perso oltre 20 kg in modo semplice e senza sacrifici, assecondando e stimolando le normali funzioni dell’organismo.

«Ho verificato di persona quali errori si commettono nelle varie diete, cercando di costruire nel tempo un modello alimentare adatto al mio stile di vita e da poter portare avanti in maniera costante.»

«Il segreto per individuare la giusta strada è l’adattabilità: per ogni persona esiste un differente Metodo Combinato, che dipende dalle esperienze passate e dagli obiettivi futuri.»

«Iniziando con 15 minuti al giorno di attività fisica ed evitando gli errori più comuni a tavola è possibile superare il primo grande ostacolo, quello della pigrizia e della mancanza di volontà.»

L'AUTORE

Matteo Orlandi, 36 anni, vive e lavora come fotografo a Salsomaggiore Terme. Insegna da oltre dieci anni danze caraibiche ed è Presidente dell’Associazione Sportiva Salsamagia. Pratica podismo e nordic walking, è passato da persona sedentaria a sportivo appassionato. In condizioni di sovrappeso fino al 2004, ha deciso di dimagrire (perdendo oltre 20 Kg) senza seguire diete o restrizioni alimentari, ma impostando un metodo che unisce attività fisica regolare e buona alimentazione. Forte dei risultati ottenuti ha deciso di raccontare il suo lavoro di ricerca e la sua esperienza personale in questo libro; cura la pagina Facebook ufficiale e il sito dedicato a «In forma in 15 minuti».

Matteo Orlandi “In Forma in 15 minuti” con il nuovo Metodo Combinato

Anteprima / euro 14,50 / pp. 224 (con foto e tabelle) in vendita nelle migliori librerie

Add a comment

Ultimo aggiornamento (Martedì 28 Agosto 2012 21:57)

 

La strutturazione della stagione agonistica per un podista amatore

Rubriche - Allenamento e Tecnica
Premessa importante a cura della Redazione Podisti.Net: Gli articoli tecnici che pubblicheremo nel corso del 2012 sono redatti da diversi allenatori che in piena autonomia, avendo i requisiti per farlo, esprimono liberamente le loro idee.

Introduzione: con questo, inizia una serie di documenti che mirano ad illustrare quali siano i mezzi di allenamento più utilizzati dai “podisti/agonisti” amatori; ovviamente non si ricondurrà ad un semplice elenco di “proposte allenanti”, ma si cercherà di far comprendere come vadano utilizzati, il perché vengono utilizzati e la loro collocazione all’interno della stagione. Si partirà dal “come” debba essere strutturata una stagione agonistica (aspetto trascurato da molti runner) e da quali siano i fattori che possano influenzare la programmazione (età, esperienza, caratteristiche fisiche, ecc.).
La terminologia utilizzata è volutamente semplificata (per essere leggibile a tutti), ma allo stesso tempo i concetti espressi nascono dall’esperienza personale (di podista ed allenatore) e da opere di allenatori particolarmente esperti (op. citate) nell’ambito del podismo amatoriale.
Ovviamente non si ha la presunzione di essere esaustivi sull’argomento, ma le considerazioni fatte sono valide esclusivamente per chi è dotato di idoneità agonistica per sport di resistenza!
Una volta scelto l’obiettivo, che può essere una gara (maratona, mezza, ecc.) o anche un semplice insieme di competizioni di 10-12 Km si divide la stagione che lo precede in 3 parti (generale, speciale, specifica).
 
  • Parte generale: essendo la parte iniziale della stagione, si presuppone che inizi in condizioni di forma scarse, quindi i mezzi da preferire inizialmente saranno gli allenamenti di corsa lenta, i lunghi (distanze non esagerate) e quelli per il miglioramento delle qualità muscolari (salite brevi, allunghi di 80-100m, ecc.); questi ultimi mezzi sono necessari per migliorare la potenza muscolare, necessaria dal periodo successivo. Nella parte finale di questo periodo possono essere introdotti allenamenti a ritmo medio e/o progressivo (non impegnativi). La partecipazione alle gare è sconsigliata (si possono fare, ma senza impegnarsi troppo), tranne l’ultima settimana.
    Infatti una gara tirata (di 10-12 Km) alla fine di questa fase della stagione è un interessante test
    per verificare la condizione e per stabilire i ritmi di allenamento degli allenamenti dei periodi successivi.
 
  • Parte speciale: contrariamente alla fase precedente, questo periodo incomincia a differenziarsi in base alla gara/gare su cui è improntata la stagione. I lunghi incrementeranno la loro distanza (solamente se si vuole preparare una mezza o una gara di lunghezza superiore) e saranno sostituiti (solo parzialmente) dai progressivi (lunghi, ma non molto impegnativi) o dai medi. Gli allenamenti per le qualità neuromuscolari invece saranno sostituiti da allenamenti di ripetute brevi (200-400m) per incrementare il proprio potenziale di velocità di corsa in gara. È possibile partecipare a competizioni, ma senza forzare eccessivamente l’andatura, assecondando il proprio stato di forma e di freschezza; in ogni modo, durante i 2-3 giorni che precedono le gare è opportuno evitare allenamenti difficili.
 
  •  Parte specifica: il nome “specifica” indica come questa parte debba essere dedicata alle qualità specifiche della gara/gare che si vogliono preparare. Per chi prepara una maratona si preferiranno i lunghi, i progressivi e i “ritmi gara”; per chi prepara una mezza, i “ritmi gara”, i progressivi alternati ai lunghi; mentre per chi prepara gare di 10-12 Km sono da preferire le ripetute medie-lunghe (meglio se sostituite da gare di altrettanta lunghezza), i progressivi e i medi alternati ai lunghi di lunghezza non eccessiva. In tutti questi casi, le gare di 10-12 Km (corse al 90-95% del proprio impegno) sono ottimi mezzi per sostituire i “ritmi gara” e le ripetute medio-lunghe. All’interno della settimana sarebbero anche da inserire 5-10 allunghi/salite (quando non si è affaticati) per mantenere il tono muscolare.
Attenzione: il miglioramento marcato (evidenziabile negli atleti di alto livello) che avviene nel periodo specifico sarà possibile solamente se i periodi di preparazione generale e speciale sono stati fatti in maniera corretta (cioè con gli allenamenti opportuni) e se il tempo a loro dedicato (cioè 2/3 della stagione) è stato sufficientemente lungo!
Scarico e gare
Ogni 2-3 settimane di allenamenti impegnativi è opportuno inserire 1-2 settimane di scarico, cioè settimane in cui il carico di lavoro è ridotto; questo permette di recuperare dagli sforzi intensi, migliorando il proprio stato di forma. Le gare, all’interno del periodo preparatorio, sono da considerare per il loro effetto allenante, quindi non vanno corse alla massima intensità (90-95% delle proprie capacità) e possibilmente quando non si è affaticati. Discorso diverso per la gara/gare su cui si è finalizzata la preparazione; ovviamente non devono essere troppe (2-3 se sono gare di 10-12 Km, oppure solo una se si tratta di una maratona) e devono essere precedute da 1-2 settimane di scarico adeguato.
Importante: il correre al 100% in ogni gara a cui si partecipa, rende difficoltoso e lungo il tempo di recupero, non permettendo di svolgere correttamente gli allenamenti settimanali e quindi impedendo il costante incremento dello stato di forma; in altre parole, si assisterebbe ad un rapido incremento delle prestazioni, seguito però da un lungo periodo di ristagno delle stesse.
Quanti Km a settimana?
Ovviamente sono considerazioni che vengono fatte dipendentemente dal tempo che ognuno ha a disposizione. Leggendo siti, libri e riviste dedicate alla corsa (in particolar modo quelle di Pizzolato ed Albanesi; op. cit.) si può avere un’idea su come potersi organizzare (a seconda del tempo a disposizione).
Chilometraggio massimo: per chi si allena tutti i giorni non dovrebbe superare i 120 Km a settimana in pochi periodi dell’anno (e solo se si preparano delle maratone); per il mantenimento di una lunga “carriera” è consigliabile mantenere una media (delle settimane di carico) tra i 90-105 Km se ci si allena tutti i giorni, diminuendo del 30% quando si fanno settimane di scarico.
Chilometraggio minimo: per chi prepara gare di 10-12 Km, il chilometraggio minimo settimanale sarebbe di 35 Km (in questo caso, le settimane di scarico dovrebbero essere della stessa lunghezza di quella di carico); per chi prepara una mezza in media dovrebbe essere di 45 Km; per chi prepara una maratona non si dovrebbe scendere sotto i 65 Km nelle settimane di carico.
Chilometraggio ideale: nelle settimane di carico dovrebbe essere di 70-80 Km divisi in 6 allenamenti, oppure seguendo la formula “120-età”!

Principianti
: chi si avvicina la prima volta alla corsa agonistica (una volta ottenuta l’idoneità) noterà un rapido incremento delle prestazioni gara dopo gara; lo svantaggio è quello di non conoscere i propri limiti e quindi rischiare di infortunarsi forzando eccessivamente. Ricordiamo che può essere considerato un principiante chi è al primo anno di gare, indipendentemente dalle prestazioni.
Per loro, possiamo dare pochi consigli, ma molto importanti:
  • Indipendentemente dal livello delle prestazioni, limitare a 3-4 gli allenamenti settimanali, della lunghezza di circa 1 ora; l’intensità è di base quella della “corsa lenta”, facendo al limite una progressione nella seconda parte dell’allenamento (1-2 volte a settimana). 
  • Durante le settimane successive alle gare, il primo 2 allenamento dovrebbe essere di 40’ di corsa blanda.
  • Preferire la partecipazione a gare di 10-12 Km; nel caso si vogliano preparare delle “mezze” effettuare nell’arco di 3 settimane almeno 3-4 sedute di 1 ora 30’, facendo scarico la settimana prima della gara.

Tipologia di atleti e gare
Non tutti i corridori hanno le stesse qualità; c’è chi è più portato per le distanze lunghe e chi è più portato per le distanze brevi. In ogni modo, nel calendario, ma la maggior parte delle gare proposte è di 10-12 Km; questo ovviamente non è un caso, ma è dovuto al fatto che sono le competizioni più facili da preparare e dopo le quali non serve tantissimo tempo di recupero. È consigliabile quindi:
  • Considerare le gare di 10-12 Km (compresa la preparazione a questo tipo di manifestazioni) come le competizioni ideali per il lungo mantenimento dello stato di salute (assenza di infortuni) e di motivazione per correre (http://www.albanesi.it/Medsport/distanza_salutistica.htm).
  • Considerare questo tipo di gara all’interno del periodo di preparazione (qualsiasi sia la gara a cui è finalizzato il periodo di allenamento), correndole al 90-95% del proprio potenziale.
  • Preparare con accuratezza tutti i tipi di gare diverse (Trail, Corsa in montagna, Maratone, Campestri, Mezzofondo) analizzando attentamente quelle che sono le caratteristiche tipiche della disciplina (come il terreno, la lunghezza, il dislivello, ecc.) e regolando il proprio allenamento di conseguenza.

Corsa ed invecchiamento
Sono diverse le ricerche che hanno studiato, a livello amatoriale, il calo della performance con l’avanzare dell’età; non tutte hanno dato gli stessi risultati, ma si può estrapolare quanto segue:

  • Maggiore è la distanza considerata e minore è l’influenza dell’età sul tempo finale; in altre parole, un leggero calo fisiologico dovuto all’età nelle gare di 5000m avviene dopo i 30-35 anni, mentre sulle distanze più lunghe (maratona/mezza maratona) può avvenire anche solo oltre i 40/50 anni.
  • A questo sito http://www.albanesi.it/Eta/prestazione.htm potrete trovare una tabella interessante, che considera il decadimento generico (cioè non riferito alla distanza) delle prestazioni oltre i 40 anni. Viene considerato un calo annuo dello 0.75% (1.8”/km in più per chi corre i 10 Km in 40’) ogni anno di età tra i 40-60 anni e l’1% di calo annuo oltre i 60 anni (poco più di 2”/Km).
  • Il decadimento è tanto minore (cioè aderente ai dati della tabella citata sopra), quanto più il soggetto segue uno stile di vita corretto (alimentazione, riposo adeguato, ecc.).
Riassunto
In questo documento sono stati analizzati i seguenti concetti:
  • L’importanza di pianificare la stagione secondo criteri che vanno dall’incremento delle proprie potenzialità generali, per arrivare lavoro specifico riferito all’obiettivo (gara/gare) principale.
  • L’importanza delle gare come possibile mezzo allenante (svolte a livelli sottmassimali) e di verifica del proprio stato di forma.
  • L’importanza di seguire una metodologia di allenamento corretta, che tiene conto di adeguati periodi di scarico, di un chilometraggio minimo/massimo settimanale e delle gare che vengono preparate.
Tra i prossimi documenti verranno inseriti alcuni dei mezzi di allenamento più utilizzati dai podisti e la loro introduzione nella pianificazione stagionale.

Bibliografia di riferimento
Albanesi R: Il manuale completo della corsa. Ed. Thea.
Albanesi R.: http://www.albanesi.it/Corsa/Corsa1.htm e http://www.albanesi.it/Corsa/xmenu.htm.
Arcelli E, Canova R: L’allenamento del maratoneta di alto e di medio livello. 2002, Ed Correre.
Pizzolato O.: Correre…secondo Orlando Pizzolato. 2005, Ed Correre.

Luca Melli:
Nel 2002 ha conseguito la laurea in Scienze motorie presso la facoltà omonima di Urbino con la votazione di 110 et lode con la tesi: immagine corporea e terza età.
Nel 2004 ha svolto quattro tirocini universitari (Valutazione della frequenza vibratoria ottimale nel Whole Body Vibrator – Valutazione della postura eretta tramite la pedana di forza – Valutazione della prestazione con ergometri diversi – Misurazione della forza dei muscoli tonico-posturali con Strain Grauge).
Nel 2004 ha conseguito la Laurea specialistica 75/S “Scienza e tecnica delle attività sportive” presso la facoltà di scienze motorie di Urbino con la votazione di 110 et lode con la tesi: Correre ed allenarsi in altura.
E' l'autore insieme a Roberto Albanesi del libro “Il manuale completo degli integratori” (Thea edizioni) e di altri articoli sul Calcio e Fisiologia dello sport.
Attualmente è Istruttore di calcio e Direttore tecnico della squadra di atletica leggera GS Toccalmatto.


Add a comment

Ultimo aggiornamento (Giovedì 28 Giugno 2012 06:40)

 

Concorso Medaglia Maratona di Roma: ecco le finaliste

Rubriche - Allenamento e Tecnica

Maratona_di_Roma_Concorso_Medaglia_2013_finalisteIn un evento allestito nel cinquecentesco Oratorio Sala del Genga, gioiello artistico nascosto nel cuore di Roma, sono stati scelti i tre bozzetti che parteciperanno alla finale del concorso di selezione della medaglia 2013 della Maratona di Roma.

Sono state diciassette le opere in concorso. Le tre selezionate diventeranno nei prossimi mesi altrettanti modelli in gesso, grazie al lavoro degli autori Diletta Buschi, Marco Pittacci e Jacopo Truffa, studenti d'arte romani. Nel mese di settembre la giuria (presieduta da Alfiero Nena, che ha realizzato le ultime 15 medaglie) compirà la scelta finale, e l'opera prescelta sarà riprodotta in serie, per la gioia dei maratoneti che da tutto il mondo raggiungeranno Roma per partecipare alla 19^ edizione della gara.

Fotogallery completa della presentazione su http://www.facebook.com/pages/Maratona-di-Roma/196761011210

Ecco le motivazioni:

I criteri e le motivazioni che hanno trovato d’accordo i componenti della giuria preposti alla selezione dei tre bozzetti in concorso per la realizzazione della Medaglia della Maratona di Roma 2013 considerano, oltre al valore tecnico ed artistico delle opere, anche le componenti etiche ed innovative atte a rappresentare compiutamente un evento sportivo di portata internazionale, con le sue implicazioni di valori di condivisione, multiculturalità, pace e solidarietà.

Desideriamo sottolineare come tutte le opere presentate in concorso siano di alto livello e rivelino grande sensibilità e capacità tecniche espresse dai giovanissimi artisti e, se da una parte questo ha favorevolmente colpito la giuria, d’altro canto ha reso davvero complessa la scelta.

In ordine alfabetico, il primo bozzetto selezionato è quello di Diletta Buschi:

Le motivazioni: è pienamente realizzata nella raffinata resa formale, l’idea concettuale che la forma spiralica rappresenti quella che in natura è la linea dell’evoluzione e della crescita. L’invito che la giovane artista porge agli atleti, è quindi quello di seguire tale percorso “con la coscienza di raggiungere un miglioramento solo grazie al costante allenamento”.

Le colte ed universalmente conosciute citazioni raffigurate nel bozzetto, la Lupa capitolina e gli elementi architettonici dell’Ara Pacis, contestualizzano i luoghi del percorso della Maratona, divenendone ambasciatori di storia e bellezza.

Il secondo bozzetto selezionato è di Marco Pittacci:

Le motivazioni: ferma restando l’elevata qualità artistica, valore aggiunto è qui innanzitutto la parità tra uomo e donna nel loro gesto di correre insieme, valore assolutamente importante in questa nostra epoca che ancora distingue in gran parte del mondo (e la maratona di Roma è ben un evento internazionale) i diritti tra uomo e donna. Ed è un gran bel messaggio quello di correre insieme... la corsa come fatica, la corsa come impegno, la corsa come gioia. Dove corrono l'uomo e la donna? Sui sampietrini. Il disegno è una sintesi tra la Roma che calpestiamo, (i sampietrini), e la Via Sacra, (le lastre di basalto), così come la individuiamo ai piedi del Campidoglio, proprio accanto al Foro Romano ed ai Fori Imperiali. Alle spalle le colonne che, pur interpretate con tratto modernamente stilizzato, risultano emblematiche della storia e dell’architettura di Roma.

Il terzo bozzetto selezionato è di Jacopo Truffa:

Le motivazioni: appare di forte impatto etico l’interpretazione del più autentico spirito della Maratona di Roma, reso dalle capacità artistiche espresse nella trasposizione formale. In primis l’idea che “unisce molte personalità e storie diverse in un’unica passione”, quella del correre la Maratona di Roma in un percorso comune, individuale ma al contempo collettivo, senza distinzioni di nessun tipo o appartenenza. A sottolineare questa concezione sugli storici e universalmente conosciuti sampietrini romani, corre infatti l’atleta rappresentato da una silhouette, “in cui ognuno può riconoscersi, che sia uomo, donna, bianco, nero o giallo” “E pluribus unum” “Fra i tanti, uno”.

La Giuria: prof. Enrico Castrucci (Presidente della Maratona di Roma), dott. Mario Romagnoli, (Direttore Artistico Maratona di Roma), prof. Alfiero Nena (premio FIDIA), prof.ssa Roberta Filippi (Presidente de L’Altrosguardo-Artisti Associati).

Add a comment

Ultimo aggiornamento (Martedì 12 Giugno 2012 23:02)

 

Maratona: allenare la capacità e la potenza lipidica

Rubriche - Allenamento e Tecnica

Prima di parlare in maniera specifica di un argomento molto interessante che vi farà capire meglio perché molti podisti incontrano il “muro del maratoneta” dopo il 30°km , vorrei presentarvi una definizione dei due termini menzionati. Dal punto di vista della terminologia usata in ambito della metodologia dell’allenamento a volte si fa confusione su due termini : Capacità e Potenza.

Il termine Capacità, viene utilizzando quando parlando dei sistemi energetici, si fa riferimento evidenziando il suo intervento dal punto di vista prevalentemente quantitativo, cioè la massima erogazione di energia che viene ceduta da tale sistema.

Mentre il termine Potenza, quando l’energia erogata viene presa in considerazione dal punto di vista qualitativo, cioè prende in riferimento la quantità di energia che è possibile erogare nell’utile di tempo. Esempio il sistema energetico del fosfagene utilizzato nelle gare brevi in pista (100mt) è molto potente, ma non ha un ottima capacità (durata ), quindi quantità di energia erogata, mentre il sistema della fosforilazione ossidativa ideale per correre la Maratona ha una buona capacità, ma scarsa potenza.

Una volta chiarita questa doverosa spiegazione terminologica, possiamo meglio approfondire un concetto molto interessante e complesso che permette di capire meglio come allenarsi per la Maratona e come poterla gestire al meglio con il serbatoio sempre con la giusta quantità di energia disponibile ed ottenere un ottima prestazione finale.

La Potenza Lipidica come abbiamo visto in diversi articoli assume un ruolo fondamentale nella preparazione della Maratona e per tutti gli sport di Endurance. Essa viene definita come il massimo consumo di lipidi nell’unità di tempo. Praticamente essa rappresenta la massima percentuale di Lipidi che può essere utilizzata durante lo sforzo muscolare. Per tale motivo si capisce benissimo come una preparazione atletica mirata alla Maratona non può trascurare il miglioramento della Potenza Lipidica. Ma non è tutto, bisogna anche tener presente che uno sviluppo massiccio della glicolisi anaerobica (esempio inserimenti mezzi di allenamento di interval training intenso o ripetute sulle diverse distanze) vanno a discapito del miglioramento e sviluppo della fosforilazione ossidativa (miglioramento della Potenza Lipidica). Tutto ciò accade in quanto ogni allenamento porta a uno sviluppo e utilizzo di determinate Fibre Muscolari (Fibre Lente Rosse per gli allenamenti aerobici di lunga durata, e Fibre Veloci Bianche per gli allenamenti brevi e intensi), le quali poi condizionano la prestazione. Quindi se stiamo preparando la Maratona è auspicabile fare molta attenzione allo sviluppo di una tipologia o l’altra di fibre muscolari. C’è da tener presente che il sistema energetico indispensabile per correre la Maratona sfrutta come substrato Carboidrati, Lipidi e Proteine. La scelta di uno di questi substrati varia sicuramente la Capacità e la Potenza del sistema stesso, quindi l’intensità e la durata dello sforzo. Sappiamo benissimo che i Carboidrati hanno una potenza (resa ) maggiore dei Lipidi, ma tuttavia la capacità di prolungare e protrarre l’esercizio è decisamente a favore dei Lipidi. Quindi nella preparazione atletica non si deve fare altro con i mezzi di allenamento di modificare il contributo che avviene in percentuale dai Carboidrati e dai Lipidi , sbilanciando il tutto su quest’ultimi quando si parla di Maratona, o Ultramaratona.

Oltre a questo concetto di resa energetica dei Lipidi sui Carboidrati man mano che lo sforzo si protrae nel tempo, si necessita anche di capire un altro aspetto fondamentale , e cioè quello che l’utilizzo dei Lipidi ai fini energetici (come substrato energetico) è molto diverso da sviluppare e migliorare la Potenza Lipidica. Se prendiamo l’esempio di una corsa blanda o del cammino , sicuramente ha un utilizzo di Lipidi maggiori, ma non ha allo stesso tempo un ottimo sviluppo della Potenza Lipidica. In poche parole il cammino o corsa blanda non mette in crisi il meccanismo della fosforilazione ossidativa per migliorare l’utilizzo dei Lipidi ai fini energetici. Per mettere in crisi il meccanismo si necessita di ridurre per prima le scorte di carboidrati (glicogeno) e successivamente si verificherà un maggior incremento del consumo dei grassi (Lipidi). Quindi da ciò si evince come i mezzi di allenamento che saranno programmati devo portare l’organismo a ridurre il più possibile le scorte di glicogeno. Molti sanno di quanto sia importante il Lungo Lento per il miglioramento del consumo grassi, però alcune ricerche evidenziano che questo mezzo allenante migliorare soprattutto la capacità lipidica, ma non la Potenza Lipidica, la quale non è messa in crisi da un allenamento Lungo si, ma non all’intensità tale che fa aumentare la Potenza Lipidica.

Quindi si presume che ci possano essere due casi di maggior sviluppo della potenza Lipidica:

  1. Deplezione di Glicogeno: quando si svolge un Lungo Lento nel momento in cui si verifica precedentemente una carenza di glicogeno, esempio per digiuno pre allenamento o allenamenti combinati ( che vedremo più avanti).
  2. Allenamento a un ritmo più sostenuto, come quello del Medio, possa migliorare ulteriormente e più efficacemente la Potenza Lipidica, fondamentale per Maratoneti esperti.

Mezzi di Allenamento per la Potenza Lipidica

  • Lunghissimo Classico : in linea di massima tutti i Lunghissimi svolti dalla maggior parte degli amatori riguardano questo genere di Lunghi a ritmo molto blando. Fisiologicamente parlando si può affermare che l’andatura deve corrispondere a una intensità pari ad un valore di 1,5-2mmol/l di Lattato, e che corrisponde alla cosiddetta Soglia Aerobica. Praticamente a un ritmo più lento di quello che teoricamente si vorrebbe mantenere in Maratona, più un podista è allenato e meno divario ci sarà tra il ritmo del lunghissimo e quello della Maratona. Ovvio che se lo scopo di questo allenamento è quello di correre in deplezione di glicogeno, è fondamentale che l’allenamento sia protratto nel tempo e nei chilometri da percorrere, quindi in linea di massima oltre le 2ore e con un chilometraggio che man mano va ad aumentare da 25 a 35km almeno.

  • Lunghissimo Progressivo: questo allenamento come si può immaginare è abbastanza impegnativo e quindi da proporre solo a Maratoneti esperti, o che comunque sappiano gestire bene i cambi di ritmo. L’obiettivo di questo mezzo di allenamento è duplice: quello di favorire il metabolismo dei Lipidi portando a deplezione le scorte di glicogeno, e quello di portare l’organismo a migliorare la Potenza Lipidica, in quanto c’è man mano un incremento di ritmo. Praticamente la gestione di questo allenamento è la seguente, si inizia a un ritmo più lento del ritmo maratona, per poi passare al ritmo maratona, e terminare allenamento a un ritmo medio per mettere in crisi il meccanismo della Potenza Lipidica. Il chilometraggio e quindi la durata dell’allenamento è sicuramente inferiore al Lunghissimo Classico , si aggira intorno a 25-28km dipende dalla propria condizione fisica generale.

  • Lunghissimo con variazioni : in questo caso l’0biettivo è fare in modo di passare da un ritmo più lento del ritmo Maratona per poi aumentare a qualche secondo più veloce del ritmo Maratona, le variazioni quindi vanno a prendere il riferimento sia il miglioramento della Capacità Lipidica (ritmo è lento) e sia il miglioramento della Potenza Lipidica (ritmo + veloce). Anche qui è ovvio che la durata e il chilometraggio comunque deve essere abbastanza sostenuta per permette una ottimale deplezione di glicogeno muscolare ed epatico, e quindi permettere un maggior utilizzo di energia dal metabolismo dei grassi. Il chilometraggio può andare da 30km per delle variazioni intensive quando il ritmo è molto prossimo a quello di gara, fino a 36km quando le variazioni sono estensive, e quindi con ritmo + contenuto.

  • Medio o Fondo Medio: come abbiamo menzionato nella premessa sicuramente l’intensità in cui si svolge questa tipologia di allenamento è ottimale per migliorare soprattutto la Potenza Lipidica, e quindi fisiologicamente si passa da una deplezione di glicogeno dovuta alla durata della seduta con conseguente maggior utilizzo di grassi nell’unità di tempo per l’intensità media mantenuta. Quindi volendo prendere il considerazione il ritmo di corsa, possiamo affermare che si aggira intorno a un ritmo di 15-25” più veloce del ritmo maratona. Questo genere di allenamento può essere svolto a ritmo costante, a ritmo variato, e a ritmo progressivo, entrambe le varianti sono ottimali per uno sviluppo della Potenza Lipidica erogando maggior energia mediante utilizzo dei Lipidi. Il chilometraggio può variare da 21-26km.

  • Allenamenti Combinati: questa tipologia di allenamento, o meglio strategia, non viene molto utilizzata dagli amatori, in quanto sicuramente si necessita di una maggior conoscenza della metodologia dell’allenamento, e una capacità di adattamento alle varianti in allenamento. Gli allenamenti combinati possono riguardare sia lo stesso sport , la corsa,e sia due sport svolti in successione , di regola , bici e corsa, o corsa e bici. Per quanto concerne gli allenamenti combinati utilizzando la sola corsa, si è visto che è molto efficaci dal punto di vista metodologico, svolgere due allenamenti in due giorni consecutivi, meglio se il lasso di tempo tra un allenamento sia intorno alle 6-8ore. In pratica si può svolgere un allenamento di ripetute o interval training il giorno prima , in questo modo si esauriscono le riserve di glicogeno muscolare ed epatico, e il giorno dopo si effettua un allenamento di Fondo Lento (Corsa Lunga Lenta) di almeno 21-25km. Meglio ancora se tra una seduta e l’altra ci sia una gestione alimentare prevalente proteica e scarsa di carboidrati, lo stimolo allenante per il Consumo Grassi sarà maggiore. Mentre per l’allenamento combinato di Bici e Corsa, diciamo che la formula migliore sia quella di svolgere nella stessa giornata in successione prima una seduta lunga in bici, di almeno 2ore in modo tale da permettere un buon utilizzo di glicogeno, e poi passare immediatamente alla Corsa Lunga Lenta per almeno altre 2h00. In questo caso proveremo nella frazione di corsa la stessa sensazione che si avverte nella parte terminale della Maratona. Le difficoltà maggiori sono soprattutto nella prima fase del passaggio tra la bici e la corsa, quando ancora il sangue deve essere distribuito in maniera ottimale per via della posizione che si ha in bici e nella corsa stessa. Ottimo diventa questo allenamento nei periodi estivi e generali della preparazione, quando il caldo non permette di stare molte ore a correre in maniera continua.

  • Fartlek Lungo : come ben sappiamo il mezzo di allenamento a mo di Fartlek non è altro che un modo per apportare delle variazioni di ritmo a sensazioni. In questo caso per l’obiettivo che vogliamo raggiungere per il consumo e utilizzo dei Lipidi ai fini energetici possiamo pensare di programmare una seduta di Lungo Lento con delle variazioni di ritmo a sensazione, che comunque possano variare da una intensità bassa al di sotto del ritmo maratona, a una intensità più elevata prossima o leggermente superiore al ritmo maratona. In questo caso l’obiettivo è sempre quello di correre man mano sempre con minor disponibilità di glicogeno aumentando l’utilizzo dei Lipidi a fini energetici, con l’aspetto ulteriormente positivo di non sentire quella percezione di gambe “imballate” che si prova negli allenamenti classici di Lungo Lento a ritmo uniforme.

Riepilogando si può affermare che per correre la Maratona al meglio non è solo importante avere una buona riserva di glicogeno muscolare ed epatico aumentando la quota calorica nei giorni prima della Maratona, ma diventa fondamentale allenare una buona Capacità e Potenza Lipidica durante tutta la preparazione. Da ciò si evince sicuramente quali possono essere gli errori compiuti da molti amatori Maratoneti nell’approccio diretto alla preparazione atletica per correre la Maratona. Si può in linea di massima fare un elenco di questi errori grossolani che nessuno dovrebbe fare per correre al meglio la Maratona:

  • Ritmo troppo veloce il giorno della gara (gestione gara)
  • Allenamenti non adeguati dal punto di vista della Capacità e Potenza Lipidica (carenza di km percorsi alla giusta intensità che si sviluppa la Potenza Lipidica)
  • Errata gestione alimentare nei giorni prima e anche per tutta la preparazione ( abituare in allenamento il proprio organismo a utilizzare prevalentemente zuccheri/carboidrati sarà un errore grossolano, l’alimentazione equilibrata permette di migliorare il consumo grassi )

Concludendo, come sempre vi consiglio provate su voi stessi qual è la strategia allenante migliore per la vostra condizione ed obiettivo. Se notate che la vostra condizione ha raggiunto una situazione stagnante e non ci sono progressi, tanto vale cambiare strategia e percorrere nuove strade metodologiche, acquistando fiducia in se stessi.

Buona corsa a tutti!

Add a comment
 

Qualifica i tuoi allenamenti (per correre forte)

Rubriche - Allenamento e Tecnica

I parametri che possono condizionare la preparazione atletica di ogni podista sono la quantità e la qualità delle sedute di allenamento e delle settimane programmate per l’arco di tutta la preparazione. Si può “giocare” su diverse formule e combinazione in base alla propria condizione fisica e potenzialità del momento. Sicuramente ci sono sempre da rispettare i parametri di gradualità del carico allenante, della progressività del carico, della variabilità del carico, della specificità del carico in base alla distanza che si vuole preparare. Molte volte ci rendiamo conto allenandoci con gli amici di avventura, quello che fa la differenza il più delle volte per il risultato finale di una gara è la “qualità delle sedute di allenamento” e l’adattamento bio-fisiologico che ognuno di noi ottiene applicando uno stimolo allenante. Per tale motivo è opportuno che man mano che si va avanti negli anni si necessita di migliorare aspetto “qualità” , oltre che aumentare i km da percorrere. Inizialmente qualsiasi stimolo allenante che trasmettiamo al nostro organismo svolgendo qualsiasi seduta di allenamento ci permetterà di migliorare dal punto di vista condizionale, ma col passare degli anni si necessita per forza di indirizzare gli allenamenti sulla qualità delle sedute.

Ma cosa si intende per qualità delle sedute?

La qualità delle sedute riguarda la “specificità dell’intensità di allenamento” e quindi dei ritmi di corsa da mantenere in base alla tipologia di seduta e in base alla tipologia di gare che si sta preparando. Prendiamo l’esempio di quando ognuno di noi ha iniziato a correre, sicuramente nelle prime settimana le sedute di corsa era maggiormente lasciate al caso, si correre “ e basta” senza molti punti di riferimento sull’intensità , sulla frequenza cardiaca mantenuta, sui ritmi di corsa specifici da gestire per ogni seduta di allenamento. Se col passare del tempo non si modificano i parametri di quantità e soprattutto di qualità la condizione mantiene un “andamento uniforme” , anzi a volte si notano peggioramenti.

Come fare per dare stimoli sempre più efficaci?

Col passare degli anni , ma anche nell’arco della stessa preparazione ove inizialmente va anche bene dare molta importanza alla quantità degli stimoli allenanti, si necessita di curare gli aspetti qualitativi delle singole sedute di corsa. Esempio, non si possono correre solo ed esclusivamente lunghi lenti , stare tanto tempo nelle gambe se questa seduta di allenamento notiamo che non ci apporta nessun miglioramento dal punto di vista fisiologico, muscolare e tecnico. Di seguito vedremo come meglio poter qualificare le tre sedute che prendono in riferimento i tre parametri di intensità e di ritmi di allenamento e come sfruttare alcune loro “varianti qualitative” per correre sempre più a lungo e veloce possibile in base alle proprie potenzialità del momento.

Qualità per ogni seduta di corsa

Lunghissimo: iniziamo da una seduta tecnica che tutti quanti una volta nella propria preparazione inseriscono anche e solo per perdere qualche chilogrammo in più che ci portiamo dietro come una zavorra. Esso deve essere gestito a un ritmo che varia da 40” a 1’00 più lento del ritmo medio che si ha sulle 10km. Permette di apportare notevoli miglioramenti dal punto di vista della Resistenza Aerobica e del consumo grassi ( e quindi dimagrimento). Se inizialmente va bene correre il lungo lento a ritmo costante e uniforme, su percorso pianeggiante , a volte anche per alcuni effettuando delle pause durante il percorso, possiamo variamo questa sedute e renderla più qualificata. Come qualificare questa seduta? Programmando a volte dei Lunghi con Variazioni di ritmo, sempre non esagerando nella intensità di corsa, basterebbero delle variazioni di 10-15” al km ogni tanto per poter trasmettere al proprio organismo notevoli miglioramenti tecnici (migliore tecnica e spinta dei piedi per via delle variazioni ). Lunghi con progressione di ritmo, anche in questo caso obiettivo è quello di qualificare la seduta tecnica aumentando il ritmo di frazione in frazione, inizialmente potrebbero bastare anche piccole progressioni di ritmo, per due , tre frazioni massime. Il ritmo può variazioni di frazione in frazione da 5-10” al km. Lunghi con falsopiani , in questo caso quello che cambia il percorso ove si effettua il lungo, cos’ì facendo si trasmette uno stimolo allenante all’organismo veramente efficace dal punto di vista cardiovascolare e muscolare per la presenza dei cambi di pendenza, e quindi di ritmo di corsa, con tutto quello che ne consegue per il miglioramento della tecnica di corsa.

Medio o corsa media: il medio che si presenta come un mezzo di allenamento a intensità che varia rispetto al ritmo sulle 10km da 10-30” più lento , può essere anch’esso qualificato al meglio e intensificato. Permette di migliorare la Capacità Aerobica del nostro organismo, praticamente permettendo di correre più veloce e a lungo sfruttando una buona miscela di grassi e zuccheri. Come qualificare questa seduta? Possiamo programmare il Medio con variazioni, ove si alternano km a ritmo medio e km leggermente più veloci , si possono allungare le variazioni di seduta in seduta, partendo da variazioni di 1km fino ad arrivare a variazioni di 4-6km in base alla distanza di gara. In questo caso si qualifica l’aspetto di abituare organismo a cambiare ritmo in gara anche in base alle proprie sensazioni e alle difficoltà del percorso. Medio progressivo, in questo caso sempre un inizio con un ritmo leggermente inferiore al ritmo medio (5”) e aumentare di frazione in frazione di 5-10” al km fino ad arrivare al ritmo veloce delle gare brevi. In questo modo si impara a partire più lentamente, sfruttare i grassi come combustibile e terminare la seduta in velocità. Medio collinare, in questo caso i km da percorrere non possono essere tanti, per valutare intensità è preferibile prendere come riferimento la frequenza cardiaca più che il ritmo di corsa difficilmente da mantenere regolare in un percorso con salite e discese. Si qualifica molta la tecnica di corsa, dal punto di vista fisiologico si migliora la potenza aerobica e la capacità di sopportare la fatica a livello periferico (muscolare) , utile nel momento in cui ci troveremo negli ultimi km di una gara, anche breve, come può essere una 10km.

Corto Veloce o Ripetute: il corto veloce o le ripetute , sono mezzi di allenamento che permettono di migliorare la potenza aerobica (riferimento articolo) , e quindi la velocità di riferimento. Possono essere gestiti sia come seduta a ritmo costante e uniforme su un'unica frazione (corto veloce), e sia come seduta di interval training , ove si alternano fasi di corsa veloce (ripetuta ) a fasi di corsa lenta (recupero). Questo allenamento permette di ottenere notevoli miglioramenti anche dal punto di vista tecnica di corsa per i cambi di ritmo che si gestiscono, e sia dal punto di vista mentale per la sopportazione della fatica che risulta essere intensa. Come qualificare queste sedute? Per prima cosa si dovrebbe avere ben in mente quale sia in ritmo ideale da mantenere in queste sedute, in linea di massima può variare da un 95% al 120% del ritmo medio mantenuto nelle 10km , in base alla tipologie di seduta e quindi alla distanza da percorrere nelle ripetute e nel corto veloce. Alcuni esempio di sedute di qualità , Corto veloce frazionato, in questo modo si suddividono i chilometri da percorrere in due frazioni con recupero attivo tra una frazione e l’altra , esempio 4km veloci + 1km di recupero + 4km veloci + 1k di recupero. In questo caso si ha opportunità di rifiatare e di correre il corto veloce a un ritmo più veloce. Ripetute con recupero a ritmo gara, in questo caso potrebbe andar bene per le distanze della Mezza Maratona e della Maratona, ove corriamo le ripetute a ritmo gara sui 10km o leggermente più lenti, e il recupero di 1km viene corso a ritmo Mezza Maratona o Maratona. In questo caso permette di memorizzare all’organismo il ritmo mezza o maratona , come ritmo facile di recupero e allo stesso tempo permette di migliorare la capacità di smaltire acido lattico dai muscoli e riutilizzarlo come energia disponibile. Ripetute con mix di medio, questa seduta è possibile organizzarla in diversi modi, si potrebbe pensare di svolgere delle ripetute in pianura, esempio 5 x 1km a ritmo sui 10km, poi a seguire dopo 1km di recupero , si programmano 5-10km a ritmo medio. La distanza dipenderà dalla gara che stiamo preparando, e dallo stimolo fisiologico che si vuole trasmettere all’organismo. Oppure, è possibile programmare prima il medio di 8-10km e poi dopo una fase di recupero, le ripetute in pianura. In questo secondo caso diciamo che si incrementa con calma l’intensità della seduta, visto che si inizia con un ritmo medio, e poi si continua con ritmi veloci nelle ripetute. E’ senza dubbio un allenamento impegnativo che non è adatto a tutti, per via delle notevole capacità di sopportazione della fatica fisica e mentale.

Ecco di seguito una tabella riassuntiva dei mezzi di allenamento e le loro varianti qualitative:

MEZZI DI ALLEANAMENTO E VARIANTI QUALITATIVE

Lunghissimo 28km

Con variazioni di ritmo

4 x 5km RM + 2km a ritmo più veloce di 5-10”

Progressivo

10km RM

10km 5” + veloce

8km 5” + veloce

Collinare

28km con falsopiani

Pendenze da 3-6%

Medio di 16km

Con variazioni di ritmo

4 x 3km ritmo medio

1km ritmo veloce 10”

Progressivo

6km ritmo 5” + lento del ritmo medio

6km ritmo medio

4km ritmo 5” + veloce del ritmo medio

Collinare

16km con falsopiani

Pendenze da 4-8%

Corto Veloce 8/10km

Frazionato

4km (5) ritmo gara

1km recupero attivo

4km (km) ritmo gara +5”

1km recupero attivo

Ripetute Medie 8/10km

Con recupero ritmo gara

8 (10) x 1km a ritmo sui 10km +

Recupero 1km a ritmo mezza (o Maratona)

Con mix medio 1^ var

Ripetute 5 x 1km a ritmo gara sui 10km +

Recupero 1km

5-10km a ritmo medio

Con mix medio 2^ var

Medio 5-10km +

Recupero 1km

Ripetute 5 x 1km a ritmo gara sui 10k

Buona corsa a tutti.

Add a comment
 
Altri articoli...
Ultimi 60 servizi fotografici