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Interviste

Alex Schwazer: “Vi aspetto sabato all’Idroscalo”

Rubriche - Interviste

Schwazer_Alex_19.10.2011_Settimo_M_foto_Roberto_MandelliImmaginatevi di uscire per l’abituale allenamento di corsa sul solito percorso, che nel nostro caso è il canale scolmatore nel tratto da Settimo Milanese fino ad Abbiategrasso, quando andiamo lontano. Immaginatevi di salutare, come sempre, la tribù dei runner che incrociate tutte le volte, quando ad un certo punto, da lontano ecco apparire la sagoma atletica di un marciatore. Bello, biondo: va veloce. Potete immaginare il nostro stupore quando la figura che si è materializzata davanti ai nostri occhi è stata quella di Alex Schwazer, campione olimpico sui 50 km! Dopo la sorpresa della prima volta, al secondo colpo non abbiamo perso l’occasione per fissare un’intervista.

Ciao Alex! Cosa ci fai qui?

Per preparare al meglio Londra 2012, mi sono trasferito vicino al mio allenatore Michele Didoni, e come base logistica utilizzo il Centro DDS di Settimo Milanese.

Allora ci rivedremo spesso sul canale?

Certamente, specialmente al pomeriggio, in quanto alla mattina vado a Cusago a fare i lavori più impegnativi. A proposito d’incontri, invito tutti sabato prossimo, 23 Ottobre, dalle ore 10, all’Idroscalo di Milano, dove presenterò il mio libro, “Quelli che camminano”. L’ho scritto insieme all’amico Luciano Murgia, giornalista sportivo che qualche tempo fa, dopo aver avuto qualche problema di salute si è messo a camminare. Da allora non ha più smesso. “Quelli che camminano” (156 pag – Mondadori) non è un libro per atleti agonisti. E’ dedicato a coloro che vogliono avvicinarsi al fitwalking ed al nordik walking ed a tutti i benefici che queste pratiche possono regalare.

Torniamo all’operazione Londra 2012. Uno come Te, abituato alle bellezze delle montagne, come “sopravvive” in Pianura Padana, l’altro giorno ho notato che soffrivi l’attacco dei moschini...

Beh, quelli proprio non li sopporto! In ogni caso, vicino ad una grande città, è tutto a portata di mano, aeroporto compreso, e poi ci tenevo ad essere seguito quotidianamente dal mio coach. Qui inoltre posso allenarmi con Matteo Giupponi, mio compagno di nazionale ed anche lui nel Gruppo Sportivo dei Carabinieri, che si prepara per la 20 km, oltre ad altri triatleti della DDS, a partire da Daniel Fontana.

Allenamenti di sola marcia oppure vengono inseriti altri sport?

Anche molta bicicletta. Adesso almeno il 30% lo faccio in sella. Poi con la primavera diminuiremo la bici, con l’aumentare dei carichi di lavoro sulla marcia.

In bici non ti ho mai visto. Pedali in maniera particolare?

Difficile vedermi in giro in quanto, onde evitare rischi di cadute, faccio tutto sui rulli qui alla DDS. In sella alterno la pedalata “classica” da seduto, con un gesto più simile alla marcia che si fa alzandosi sui pedali.

Quali sono le differenze tra la preparazione di un maratoneta ed un marciatore della 50km?

Non moltissime. Anche noi facciamo ripetute, interval training, salite e tutto il repertorio dei maratoneti, tuttavia va tenuto presente che le nostre gare non durano poco più di due ore, ma circa tre ore e quaranta, quindi c’è più “quantità”. Più medi, più “lunghi” (ndr: aveva appena finito due ore di bici seguite da quasi due ore di marcia, e meno male che non è ancora nel periodo di carico massimo…). Un’altra differenza riguarda i cambi di ritmo in gara, che nella marcia sono minimi. Si parte al massimo ed è una lotta ad eliminazione. Vince chi riesce a spendere meno e ci vuole un gran fondo (ndr: per essere competitivi bisogna macinare 10.000 km all’anno).

Quando pensi di ottenere il tempo di qualificazione?

Con Michele abbiamo scelto la gara di Dudince in Slovacchia, nel prossimo mese di Marzo. Il minimo richiesto è 3h54’, se non sbaglio.

Giudici: tanti anni fa erano croce e delizia in questa specialità…

Le squalifiche fanno parte di questo sport, anche se ti devo dire che da quando esiste un pool internazionale di giudici ben allenato, da cui vengono designati i 9 giudici per ogni gara, non mi è mai capitato di notare problemi particolari.

Alex, chiudiamo con la nostra classica domanda libera: cosa non ti hanno mai chiesto e vorresti dirci?

Più che domande mai fatte, devo dire che ricevo troppe domande di gossip, mentre a me piacerebbe rimanere sugli argomenti tecnici.

Grazie Alex ed piacere di rivederci sul canale. Non preoccuparti, noi non Ti faremo domande di gossip, non siamo quel genere di giornalisti! (pssst, non ditelo ad Alex, ma ci siamo informati: è sempre fidanzato con Carolina…).

rodolfo.lollini@podisti.net

(Foto di Roberto Mandelli - Podisti.Net)  SERVIZIO FOTOGRAFICO

 

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Ultimo aggiornamento (Giovedì 20 Ottobre 2011 14:34)

 

Pertile: "Con la testa sono già a Londra"

Rubriche - Interviste

«La mia preparazione? E’ già proiettata per essere al top a Londra 2012. Prima correrò una maratona in primavera, tra fine febbraio e inizio marzo, probabilmente all’estero. E poi affronterò quella dei Giochi Olimpici, l’avvenimento che ogni atleta aspetta più di qualsiasi altra cosa». Ruggero Pertile era praticamente a casa sua, giovedì sera, allo stadio Colbachini, in zona Arcella a Padova. Davanti a lui, infatti, i «colleghi» del Gruppo Podistico di Assindustria Sport, in un incontro organizzato da Antonio Petterlin, attivissima guida del Gruppo.

Sala piena, al Colbachini, con tutti i presenti interessati ai segreti del miglior maratoneta italiano in attività. C’è chi gli chiede di rivivere la prova offerta ai Mondiali di Daegu: «Ho corso regolare da subito, con l’idea di recuperare quanti sarebbero crollati nel corso della gara». Chi lo interroga sullo stato della disciplina in Italia: «Non è vero che non ci sono giovani in prospettiva. E’ che a loro andrebbero affiancati atleti più esperti, in grado di farli crescere». Chi, ed è un classico, gli domanda qualche dritta sull’alimentazione: «E’ fondamentale bere, non dimenticatelo mai. Bere prima, durante e dopo la gara». E chi gli chiede di svelare alcune sue curiosità personali: «Nel preparare una maratona arrivo a correre 200 chilometri a settimana, ma c’è chi ne fa di più. Il mio rapporto con l’orologio? Ho la fortuna di sapermi regolare perfettamente: se adesso vuoi che vada in pista a correre un giro in 60 secondi, riesco a farlo subito, senza bisogno di guardare il cronometro. I miei battiti cardiaci? In prossimità della maratona arrivo ad averne 40 al minuto, a riposo, in altri periodi mi assesto sui 44. E sono 180 sotto massimo sforzo».

Alla fine, la serata si chiude tra gli applausi generali e chi lo invita a firmare un autografo e a posare per una foto. Con l’«in bocca al lupo» di tutti rivolto a un atleta che, pur essendo arrivato a rappresentare l’Italia ai Giochi Olimpici e ai Mondiali, conserva l’umiltà e la disponibilità del ragazzo «alla mano» che è sempre stato.

Per Pertile, il prossimo sarà un fine settimana di riposo.

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Pertile, chiamata mondiale

Rubriche - Interviste

Pertile_Ruggero_Torino_2010Il conto alla rovescia è iniziato. Ruggero Pertile è in Corea ormai da una decina di giorni, periodo di ambientamento che gli è servito per prepararsi al meglio in vista della maratona dei campionati del mondo di Daegu, in programma domenica 4 settembre alle 9 di mattina, quando in Italia saranno le due della notte fra sabato e domenica. Il campione di Assindustria Sport Padova, alla terza partecipazione iridata in carriera dopo Parigi 2003 e Helsinki 2005, ha dedicato gli ultimi giorni prima della prova agli allenamenti di rifinitura e vive ormai le ore di vigilia.

«Sono pronto e in buone condizioni – racconta il miglior specialista italiano in attività – preparato ad affrontare il caldo, che sarà il nostro avversario più pericoloso. Dopo i primi giorni di pioggia a Daegu sono arrivati il sole e l’umidità, che può toccare anche il 95%: ne dovremo tener conto nell’impostare la gara, anche perché il termometro potrà salire sino ai 34, 35 gradi. Il percorso invece è abbastanza veloce, con rettilinei larghi e infiniti. Che gara mi aspetto? Sarà fondamentale gestirsi, proprio tenendo conto delle condizioni climatiche: credo imposterò una prima parte controllata per poi dare tutto nella seconda metà della maratona. Cercherò di rimanere nelle prime posizioni ma bisognerà vedere che ritmo imporranno gli atleti africani, a partire dal campione uscente keniano Kirui, dai suoi connazionali e dagli specialisti di Marocco ed Etiopia. Ma credo che vadano tenuti in considerazioni pure gli atleti coreani, pronti a ben figurare nel proprio paese. Gli obiettivi? Il 30 agosto ha compiuto due anni mia figlia Alice, rimasta a casa con mia moglie Chiara: diciamo che mi piacerebbe poterle regalare un risultato di valore, magari un piazzamento tra i primi otto, dieci al mondo».

Ambientarsi non è stato difficile anche se la Corea è lontana mezzo mondo da casa sua. «Il villaggio è ben organizzato e con gli atleti della squadra azzurra riusciamo a fare gruppo. Seguire la propria dieta non è un problema, perché spesso si va a casa Italia. E poi, grazie a skype, tenere i contatti con amici e familiari è diventato più facile». Ruggero è carico, guarda ai Mondiali ma anche al passato e al futuro. «Torno in nazionale dopo il quarto posto dei campionati europei di Barcellona, quando mancai il podio di pochissimo: dentro ho una gran voglia di rifarmi per quel risultato sfortunato. E’ chiaro che ai Mondiali la concorrenza aumenta: in quest’ottica, la gara di Daegu sarà un banco di prova valido per capire cosa succederà l’anno prossimo con la maratona dei giochi olimpici di Londra, il grande obiettivo del 2012».

A sostenerlo il suo paese, Villanova di Camposampiero, i compagni di squadra di Assindustria Sport Padova, unico club non militare che in Corea ha prestato due atleti alla nazionale azzurra (Pertile e la primatista italiana del salto con l’asta Anna Giordano Bruno) e gli amici della catena di supermercati che da sempre accompagna Ruggero nella sua esperienza di atleta: anche se non potranno incitarlo direttamente a Daegu, c’è da scommettere che tutti tiferanno per lui davanti alla tivù, sabato notte.

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Ultimo aggiornamento (Giovedì 01 Settembre 2011 16:00)

 
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